| inviato il 16 Luglio 2021 ore 13:42
“ Quindi lo adattano alla tua TV poi a quella dei tuo vicino di casa che non è uguale alla tua, poi a quella di tua cugina che non è uguale a nessuna delle due e così via ??? Stai scherzando vero? „ Ne la tua ne quella del vicino Ad esempio prendiamo solo la temperatura di colore Nei film dedicati alle sale cine si usano lut adatte a una temperatura di colore di 5000k Perché i proiettori usati nelle sale sono regolati per 5000k Se noti tutte le tv decenti hanno una "modalita film". Se la imposti ti porta la temperatura di colore a 5000k cosi vedi il film come dovrebbe essere per meno per la temperatura di colore Io che amo vedermi I film bene e coi colori gusti anche a casa uso un HTPC e calibro pure lo schermo TV con la sonda della x-rite I colori del film che mi vedo a casa così così sono come quelli che vedrei al cinema e come gli autori hanno pensato che dovrebbero essere Un film come Joker visto con colori sballati perde moltissimo. Come vedi se vuoi le cose le puoi fare come si deve non è che siccome la maggioranza non si cura di ste cose allora è inutile farle |
| inviato il 16 Luglio 2021 ore 14:31
“ come il tuo Iphone. „ E tu credi che il mio Iphone sia uguale al tuo o a quello di un altro nel mostrare i colori? |
| inviato il 16 Luglio 2021 ore 14:58
“ Lo standard ISO 3664 dice di usare 5000K Eizo suggerisce 5800K „ Sono due cose molto diverse, non si possono dare valori K senza considere l'illuminante dell'ambiente di lavoro e nel caso della stampa anche quella sotto cui visionare il risultato. E' una cosa errata di principio e anche nella pratica. Il primo che citi è 3664:2009 :"standard regulates the viewing conditions for the colour proofing of originals and reproductions in the graphic arts industry." parla di ambiente controllato, parla anche di illuminanti e tanto altro. Non da mai un valore espresso in Kelvin senza considerare l'ambiente di lavoro. Nello standard ICC si crea un profilo colore del monitor, non si calibra e nemmeno si tara. Nella stampa si usa spesso il D65 per il monitor e d50 come illuminante della carta. Il monitor va regolato su una temperatura colore superiore a quella della carta, senza mai cercare il confronto diretto con la stampa Questo concetto parte dai meccanismi del nostro sistema visivo per l'adattamento cromatico: Sensoriali e Cognitivi. Se vuoi approfondire seriamente la materia ti suggerisco il libro di Mark Fairchild in "Color Appearance Models" Wiley, e quello di Claudio Oleari. C'è anche chi usa il d50 sia per monitor che per visionare la stampa, io ne ho visti pochi ma ci sono. In nessun caso puoi fare un confronto diretto con la stampa. Quindi se uno vuole stampare o si crea un ambiente controllato (che volendo costa anche poco) oppure è anche inutile dare suggerimenti in termini di temperatura di punto del bianco del monitor pretendendo chissà quali risultati. “ Questo valore non è il valore da utilizzarsi per "finire" l'immagine come elaborata pronta per la fruizione finale ma come valore da utilizzare nell'editing dell'immagine (specie sviluppo RAW) perché fornisce le condizioni di visualizzazione migliori dell'immagine permettendo regolazioni anche nei minimi dettagli e tonalità „ Permettimi ma questa frase non ha alcun senso in termini di gestione del colore e di ambiente di lavoro controllato o non controllato. Non esiste un "migliore" o "peggiore". Esiste la corretta temperatura del punto del bianco del monitor in funzione dell'ambiente di lavoro e di fruizione dei contenuti. Se vuoi rifarti agli standard Iso, devi sempre considerare tutte le illuminanti, anche quelle ambientali. I 5800k su quali basi scientifiche vengono consigliati? Negli standard Iso non ci sono e nemmeno sui libri di riferimento. Softproofing, web e meccanismi di adattamento visivo meglio trattarli in separata sede. |
| inviato il 16 Luglio 2021 ore 15:54
“ I 5800k su quali basi scientifiche vengono consigliati? Negli standard Iso non ci sono e nemmeno sui libri di riferimento. „ How to set up and calibrate your Eizo "Note that while ISO 12646 suggests 5000k white point, we have found that 5800k is a more logical starting point for fine art printing, when taking in to account most photographer's media choice and ambient environment." www.eizo-apac.com/static/uploads/files/cn7-for-photography-wfkaitjnntl |
| inviato il 16 Luglio 2021 ore 15:56
“ we have found that 5800k is a more logical „ Appunto, logical ma non scientifica-L. Anch'io posso suggerirne una dopo aver operato sul campo per 15 anni, aver visto i "peggiori bar di caracas" dell'editing fotografico con illuminazioni da far rabbrividire nonni e bambini ma rimarrebbe "logical" o "pratica-L". Io per la stampa in ambiente controllato la penso come Alberto Maccaferri, Mauro Boscarol, Mark Fairchild e altri: d65 per il monitor e d50 per la stampa. Senza mai fare il confronto diretto tra stampa e monitor e ovviamente con illuminante controllata. C'era anche la Quato che suggeriva i 5800k, poi è fallita. ps: tra l'altro cita il ISO 12646 |
| inviato il 16 Luglio 2021 ore 16:21
Senza aver letto prima quel PDF, e senza avere un Eizo (ho un BenQ SW240) dopo aver fatto e salvato tre calibrazioni nella Lut (6500, 5800, 5000) ho deciso di tenere il monitor su 5800 per un motivo semplicissimo ed empirico. Le immagini che vedo a monitor corrispondono meglio a ciò che appare stampato, ovvero cataloghi di piastrelle. Sbaglio? non mi importa, io lavoro bene e i clienti sono soddisfatti. |
| inviato il 16 Luglio 2021 ore 16:23
Non sbagli Trystero, la tua decisione è figlia di prove nel tuo ambiente di editing e del tuo adattamento cromatico, ma gli standard sono un'altra cosa e vanno letti per essere compresi, infatti parlano di ambienti controllati con illuminanti di un certo tipo. Ma non era questo l'argomento del contendere. Ripeto, i 5800K sono una praticoneria senza conoscere a priori l'illuminante ambientale, consigliarli per tutti è semplicemente senza senso (scientifico). L'autore di quel pdf tra l'altro parla di "logical" in base alle loro "prove". Non specifica nemmeno quali prove o test abbiano eseguito e questo mi fa pensare ad un refrain (QUATO). Per logica si parte consigliando lo standard di riferimento (compresa l'illuminante) per poi procedere con le dovute modifiche in caso di ambiente non controllato o di difficoltà di adattamento cromatico dell'operatore. Non il contrario. A che diavolo servirebbero le commissioni ISO? PS: Ho visto editor partire con 6504K e finire con 5640K altri con 6350K, sbagliavano? No. |
| inviato il 16 Luglio 2021 ore 16:46
“ Sono due cose molto diverse, non si possono dare valori K senza considere l'illuminante dell'ambiente di lavoro e nel caso della stampa anche quella sotto cui visionare il risultato. E' una cosa errata di principio e anche nella pratica. „ infatti l'ho anche scritto quale dovrebbe essere l'illuminante secondo ISO 3660 per fare editing.. in modo da lavorare nelle migliori condizioni possibili. Il discorso stampa viene dopo e anche questo l'ho scritto. Se devi stampare devi rilevare la luce che illuminerà la stampa per lux e temperatura colore e in base a quello fai le regolazioni finali con il monitor impostato in questo modo (usando color navigator è un attimo passare da una modalità all'altra) Nello stesso modo se devi pubblicare su web devi considerare che la maggior parte di pc lavora a 6500K con 100/120 Cd/m^2 e quindi devi fare le regolazioni finali dell'immagine per pubblicazione su web considerando questo. Mi sembra che stiamo dicendo la stessa cosa ma vabbeh... Ti ringrazio per il suggerimento per la lettura che prenderò sicuramente in considerazione. NB io non sono un tecnico del colore come te forse mi esprimo in modo non tecnicamente corretto dato che so le 4 cose che mi servono per fare decentemente quello che devo fare praticmente in ambito fotografico. |
| inviato il 16 Luglio 2021 ore 16:53
“ Appunto, logical ma non scientifica-L. Anch'io posso suggerirne una dopo aver operato sul campo per 15 anni, aver visto i "peggiori bar di caracas" dell'editing fotografico con illuminazioni da far rabbrividire nonni e bambini ma rimarrebbe "logical" o "pratica-L". Io per la stampa in ambiente controllato la penso come Alberto Maccaferri, Mauro Boscarol, Mark Fairchild e altri: d65 per il monitor e d50 per la stampa. Senza mai fare il confronto diretto tra stampa e monitor e ovviamente con illuminante controllata. C'era anche la Quato che suggeriva i 5800k, poi è fallita. MrGreen ps: tra l'altro cita il ISO 12646 „ si tutto vero lasciamo stare la ISO 12646 che effettivamente centra poco Tieni presente però che la ISO 3660 ha già un po' di annetti e può darsi anche che ciò che era vero con monitor di anni fa ora è un pochino diverso. Anche perchè nell'informatica qualche anno a volte sono ere goelogiche Non credo che quelli di eizo siano totalmente pazzi per scrivere cose del genere esponendosi al pubblico ludibrio forse dato che vendono un mucchio di monitor in giro per il mondo e hanno tanta esperienza sul campo hanno notato che con i loro monitor forse 5800 funziona meglio. Può essere Tante volte le norme ISO sono state adeguate per l'evoluzione degli strumenti nel tempo non sarebbe la prima volta. Anche quelle sono fatte da uomini non sono le tavole di Mosè. certamente la "praticonerie" è meglio evitarle quando non si è sicuri ma mi è capitato diverse volte di vedere anche fregnacce grandi grandi scritte nelle norme ISO che sono state corrette solo dopo anni durante i quali tutti si sono altamente sbattuti delle castroneria scritta e hanno fatto quello che l'esperienza sul campo diceva che era corretto (e qui non stoi parlando di ambito fotografico o imaging) |
| inviato il 16 Luglio 2021 ore 16:56
Giovanni-bg che problema c'è, si discute un po' Giusto per dare qualche elemento in più alla discussione, di illuminanti ce ne sono due una che "illumina" la stampa e l'altra l'ambiente di editing. Possono avere luminanze e temperature colore diverse. Sono ovviamente indicate negli standard di riferimento. Difficile vedere rispettati questi valori in normali stanze casalinghe a meno di non comprare luci dedicate sia per la stanza che per la stampa. Quello che sconsiglio sempre è il confronto diretto tra stampa e monitor. In Eizo non sono dei pazzi, li conosco personalmente e non lo erano quelli di QUATO. Infatti i 5800k sono una praticoneria senza nessuna velleità scientifica ed essendo tale, a volte non vanno bene nemmeno loro. Il 3664:2009 lo conosco molto bene, sul fatto che sia "vecchio" potremmo discuterne mentre sul fatto che sia deprecato no, non lo è. |
| inviato il 16 Luglio 2021 ore 17:02
“ Giovanni-bg che problema c'è, si discute un po' ;-) „ Ma certo! I tuoi interventi sono sempre graditissimi! “ Giusto per dare qualche elemento in più alla discussione, di illuminanti ce ne sono due una che "illumina" la stampa e l'altra l'ambiente di editing. Possono avere luminanze e temperature colore diverse. Sono ovviamente indicate negli standard di riferimento. „ Certamente che è così.. molti fanno confusione... non io che sta cosa l'ho capita dopo aver cannato tante stampe! Ora non più |
| inviato il 16 Luglio 2021 ore 17:05
Comunque dulcis in fundo voglio vedere quanti sanno distinguere a occhio se un monitor è calibrato a 5000K o 5800 |
| inviato il 16 Luglio 2021 ore 17:19
Anch'io mi annoio nel sentire cose irrealizzabili. |
| inviato il 16 Luglio 2021 ore 17:24
“ Ovviamente si dovrò utilizzare anche una illuminazione ambientale conforme alla ISO ovvero 5000K / max 35 lux. „ Apperò!! 35 lux ambientali è davvero poco, quasi buio. Ci sono anche indicazioni di quanti cd/m2 tenere sul monitor in corrispondenza ai 35 lux ambientali? |
| inviato il 16 Luglio 2021 ore 18:44
Barco prima e Quato dopo (se non sbaglio avevano "ereditato" da Barco diversi progetti) non sono usciti dal business per incapacità progettuale ma per mancanza di marginalità visto che quello dei monitor proof era un mercato di nicchia. Sia Barco che Quato erano usati nel soft proof e nella prestampa per il mercato editoriale e non nella fine art... quindi il mercato di Trystero dove inizialmente anche LaCie aveva voce in capitolo. All'epoca, passaggio dal catodico ai pannelli "LCD", gli Eizo erano usati soprattutto dai fotografi ed erano prevalentemente adeguati all'immagini ma non per le tinte piatte, il graphic design e l'editoria. I Barco www.barco.com/en/product/personal-calibrator hanno resistito ancora un po' e sono poi stati sostituiti dai Quato e dai NEC oltre che dalle prime serie dei LaCie. Nel DTP e nell'editoria, gli Eizo sono entrati alla fine quando gli altri avevano lasciato visto che il mercato si è livellato verso il basso (non Eizo ma quello della stampa con l'avvento della stampa digitale tipo Indigo, acquisita recentemente da HP www.hp.com/it-it/industrial-printers/indigo-digital-presses.html e da tutto il mercato della stampa on-line). L'utilizzo dei 5800K non era empirico e veniva utilizzato sulle stazioni Scitex e Crosfield con gli scanner a tamburo la cui qualità, Trystero sicuramente la ricorderà, non aveva confronto con l'attuale. Ma tutto questo vale ancora oggi per chi lavora soprattutto nella stampa in quadricromia tipo-litografica e non nel Fine Art che è più consono per questo Forum |
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