| inviato il 11 Maggio 2021 ore 18:49
Nelle campagne dove ci sono alberi che usano come posatoio. I rapaci li fotografi ovunque ma se non si usano esche come dovrebbe essere è molto difficile fare una foto decente perché si posano in alto. Il metodo è osservare i loro posatoi con il binocolo per un tot di tempo e stabilire le abitudini del soggetto poi attrezzarsi con un telo mimetico e vegetazione e aspettare. Le foto che vedi delle poiane con un bellissimo sfondo e posatoi altrettanto belli sono fatte dai capanni a pagamento ma é molto più soddisfacente ed istruttivo seguirli con il binocolo e fare qualche foto bruttarella, salvo colpi di fortuna! |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 9:34
Mai fatto foto alle poiane con i capanni a pagamento.... In ogni caso non si consiglia l'utilizzo di esche, se poi sono vive ancora peggio, perchè fa passare un messaggio che va al di là di quello che è la fotografia naturalistica, senza contare l'eventuale alterazione delle normali abitudini degli animali in questione.
Per i rapaci è dura fotografarli con un solo telo mimetico, a meno di colpi di fortuna. |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 14:23
La metà dei grifoni esistenti in Europa si trovano in Spagna (circa 8.100 coppie, secondo Wikipedia),
quindi è molto facile trovarli.
Partendo da Madrid e percorrendo la A-2 verso Zaragoza, si attraversa una zona montagnosa.
A metà strada si trova il "Parque Natural del Barranco del Río Dulce Natural Park", popolato
da grifoni, aquile reali e falchi pellegrini.
Deviando verso nord sulla A-15 verso Soria, nel tardo pomeriggio si vedono spesso volteggiare
in cerchio centinaia di grifoni che sfruttano le correnti ascensionali.
Percorrendo le strade di campagna di quelle zone, capita di trovare la strada invasa da
da alcuni grifoni che litigano, cercando di spartirsi una carogna.
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| inviato il 12 Maggio 2021 ore 16:51
seguo |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 16:56
Tante foto che si trovano su posatoio sono fatte da capanno e con esche (pratica che oltre ad essere sconsigliabile per ragioni etiche e di carattere naturalistico, se ricordo bene sarebbe anche vietata). Con molta pazienza si possono fotografare ugualmente e bene senza ricorso ad esche o richiami. Tanto per cominciare spesso i rapaci stazionano a bordo strada, va da sé che la macchina si trasforma in un vero e proprio "capanno". Poi bisogna capire le abitudini di un animale: nibbi e gheppi (ma anche altri rapaci in generale) cacciano sui campi, per cui seguendo i cicli di fienagione si possono facilmente trovare e spesso fotografare a distanza ravvicinata senza che questo causi problemi a loro o alla loro attività (in questo caso sì che basta un telo, provare per credere). Inoltre, come in quasi tutte le specie, gli esemplari giovani sono i più confidenti. Questo NON SIGNIFICA andare a disturbare nidiate, ma quando i giovani lasciano il nido e cominciano a vagare per i fatti loro, senza diventare troppo invadenti ci si può avvicinare di più senza che saltino via infastiditi. In generale, come per tutti gli animali, basta spesso lasciar loro il tempo per avvicinarsi e se lo faranno loro si può star certi che le foto belle si ottengono |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 17:04
Domanda vaga.... Che foto vuoi fare? Che rapaci ti interessano? Vuoi raccontare una storia su un particolare habitat /zona /soggetto /situazione?
O semplicemente intendi sapere "dove si fotografano con facilità"? |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 17:12
Si l'auto può essere un "capanno", ma non funziona sempre, e non con tutti i rapaci. Diciamo che anche in questo caso il fatto "C"  , aiuta molto, come mi è spesso successo, ma non si può fare affidamento sempre al caso. L'auto è considerata meno pericolosa dagli uccelli, però i rapaci, che ci vedono mooooolto bene, ci riconoscono all'interno, e finchè tu stai in movimento loro se ne stanno buoni nei posatoi abituali, ma appena ti fermi scappano. Quindi se sai che un rapace si posa spesso su certi alberi, pali o quello che trovi, arrivaci la mattina quando è ancora buio, copri il vetro con una rete mimetica e inizia ad aspettare. In questo caso potresti avere buone possibilità di fare scatti anche ravvicinati. |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 17:35
Dipende sempre da che atteggiamento hai e anche se tu sei presente prima o dopo il loro arrivo: una sera mi sono seduto a terra all'ombra dell'auto e dopo mezz'ora avevo 5 nibbi bruni che giravano letteralmente sopra la mia testa, con aspc e 500 mm faticavo a tenerli nel frame. Ovvio per esempio che un'aquila reale così non la puoi fotografare, devi trovare i luoghi dove più spesso fa la termica e a quel punto studiare se è possibile trovare un punto per scattare.
Concordo con te Gundamrx che arrivare prima del rapace (e magari quando ancora è buio) è fondamentale. |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 21:56
Concordo con Pietro Guberti, fotografarli senza esche si può ma ci vuole tanta, tanta pazienza. Una delle tecniche è studiare il posatoio o posatoi, sceglierne uno, costruire un riparo, entrare con il buio e sperare che si posi prima o poi. Questo significa levatacce e uscite a vuoto. L'anno scorso studiavo i movimenti delle ghiandaie marine, avevo costruito un capanno con lo specchio e il foro x l'ottica, sapevo che la poiana si posava di lato ma non feci in tempo a forare il plexiglass perché un mattino mi si posò a 5 mt ma il plexiglass non era stato ancora forato per l'ottica. Non feci in tempo perché il guardiacaccia mi fece smontare tutto ma riuscii a fotografare la ghiandaia marina che è un soggetto più semplice e prevedibile. Il mio sogno sarebbe trovare un area con rapaci e costruire un capanno a specchio, purtroppo non è semplice tra permessi, proprietà, zone di caccia ecc..difatti lo scorso anno trovai un posto dove transitavano poiane, gheppi, biancone e albanella, purtroppo si trovava in una zrc e quindi...niente capanno.... |
| inviato il 12 Maggio 2021 ore 22:19
Dimenticavo: per i rapaci comuni ( gheppi, poiane, albanelle ecc) è consigliabile esplorare campagne coltivate o comunque spazi aperti |
| inviato il 13 Maggio 2021 ore 0:18
I Grifoni del Cornino dell'Oasi lì vedi bene ma son lontani per avere buoni scatti.
Devi salire sull'altopiano sopra il Lago, dove ti passeranno relativamente vicini e poco più alti.
In genere di mattina.
Puoi seguire per un po' la webcam del carnaio e farti un'idea degli orari.
Quando salgono e partono se ne vanno lontano, son pochi a rimanere.
Però saran 3 anni che non vado almeno. |
| inviato il 13 Maggio 2021 ore 8:49
L'importante è non iniziare ad allestire carnai illegali stabili per attirare poiane, gheppi e compagnia cantante...considera che il 90 % degli scatti su posatoio a rapaci che vedi con soggetto vicino sono fatti così....
Un conto è usare una tantum una carcassa e sperare nella fortuna, un altro è allestire dei carnai... Su Facebook un tizio pubblicizza un suo video in cui fa vedere come attirare la poiana con dei polli interi....deprecabile... Ok che la poiana è principalmente saprofaga, ma pensate se questa pratica diventasse comune a tutti i fotografi.... E per realizzare il solito scatto che ormai è più inflazionato delle gondole di Venezia! |
| inviato il 13 Maggio 2021 ore 8:52
Infatti il problema è quello, generare abitudine con grosse quantità di cibo gratis. |
| inviato il 13 Maggio 2021 ore 9:17
“ Infatti il problema è quello, generare abitudine con grosse quantità di cibo gratis. „
Abitudine, e non solo....
CI sono problemi anche sul tipo di cibo che si usa...che potrebbe introdurre nella ccatena alimentare malattie non presenti comunemente in natura...Oppure, una continua alimentazione del carnaio potrebbe portare ad attirare tanti animali nello stesso punto, con una quantità di problematiche delle più disparate... |
| inviato il 13 Maggio 2021 ore 9:23
Infatti sono assolutamente contrario all'uso di esche per qualsiasi animale in generale, a maggior ragione per i carnivori come i rapaci. Sia che sia saltuaria, sia che si tratti di un'abitudine. La fotografia naturalistica ottenuta in questa maniera ha ben poco di "naturale". Praticamente qualsiasi volatile si riesce a fotografare bene senza esche o richiami: certo ci vogliono un mare di tempo, pazienza e tentativi falliti. Ma prima o poi si riesce. Certo bisogna studiarsi la specie (abitudini, caratteristiche, habitat, cicli riproduttivi), la zona in cui si abita (se la specie c'è o meno), e poi appostarsi e sperare. E perché no, anche un po' di c... come giustamente ha fatto notare qualcuno. Ma nella vita ci vuole anche quello, quindi anche in fotografia.
Richiami ed esche costituiscono la via facile e veloce, ma ripeto che di naturale hanno poco o nulla e che rischiano di compromettere le abitudini dell'animale, la cui salute viene sicuramente prima della nostra voglia di ottenere lo scatto da copertina. Senza contare la monotonia ormai di questi rapaci tutti uguali che atterrano sui ceppi sdraiati a terra... |
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