| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 10:34
“ No, non è così... se nn hai sulla ghiera i diaframmi e di conseguenza posizionare quello scelto su infinito, tecnicamente non sei in iperfocale. „ Quindi secondo te se io impostassi, senza usare la ghiera dell'obiettivo, f16 su un 50mm ipotizzando i 4m che ipotizzi tu non userei l'iperfocale? In pratica se in base a una tabella impostassi f16; 4m; 50mm avrei un risultato diverso da quello che otterresti tu? Non sarei in iperfocale? Quindi cambiando metodo i risultati cambierebbero anche mentendo gli stessi parametri? |
| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 10:45
@Il Signor Mario ... avresti lo stesso risultato ovviamente; tecnicamente non staresti usando la regola dell'iperfocale che prevede che il diaframma prescelto sia impostato su infinito. Questo perchè l'iperfocale permette "di dimenticarsi" (ovviamente controllando la distanza minima di maf sul barilotto) la messa a fuoco ... Tecnica prettamente "street" degli anni d'oro della pellicola dove non si ha il tempo per mettere a fuoco: si metteva una 400 iso / f5.6 o F8 in IPERFOCALE (su infinito) e scattavi praticamente TUTTO (con i debiti accorgimenti dei tempi di scatto e della luce). |
| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 10:50
Schyter useresti sempre la tecnica dell'iperfocale anche senza i passaggi che elenchi, quello di cui tu parli è solo un metodo, il più pratico e rapido, per utilizzare l'iperfocale, ma anche impostando diaframma, poi messa a fuoco sulla distanza specifica staresti usando la tecnica dell'iperfocale, solo con un metodo diverso che toglierebbe la praticità di "vedere" chiaramente sulla ghiera dell'obiettivo i dati precisi dell'iperfocale. |
| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 10:57
“ C'è un punto da chiarire: anche fotografando in iperfocale NON si ha tutto a fuoco, come in ogni altro metodo di focheggiatura si ha a fuoco un, e uno solo, piano tutto il resto è sfuocato, più o meno accettabilmente sfuocato, progressivamente sfuocato man mano che ci si allontana dal piano di messa a fuoco fino allo sfuocato completo (Profondità di Campo), capendo questo concetto si capisce meglio il concetto di iperfocale. L'iperfocale non è altro che il rapporto fra diaframma e distanza di messa a fuoco in cui la Profondità di Campo è massima, variando questo rapporto varia l'estensione della profondità di campo, quindi rispondendo alla domanda di Giuseppe, se si mettesse a fuoco prima si perderebbe in zona accettabilmente sfuocata dopo il punto di messa a fuoco (sfondo) mentre se si mettesse a fuoco oltre si perderebbe in zona accettabilmente sfuocata prima del punto di messa a fuoco (Primo Piano). Da tener presente che la Profondità di Campo varia anche in funzione dell'osservatore, l'acutezza visiva gioca un ruolo fondamentale in tutto questo, dalla dimensione della foto finale (Monitor o stampa che sia) e dalla distanza di osservazione „ perdonami signor Mario, ma perche' complicare le cose a un povero utente che cerca fondamentalmente una cosa semplice ? :)))))) a momenti non la ho capita io che so perfettamente cosa sia e come usare l'iperfocale :) un saluto |
| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 10:58
va beh ... mi fermo qui. Ribadisco solo che la regola dell'iperfocale prevede di impostare il diaframma prescelto su infinito e "dimenticarsi" del fuoco. La parola stessa IPERFOCALE prevede che si avrà sempre il fuoco su INFINITO. Se imposto un diaframma molto aperto (f2 ad esempio) su infinito, così come vuole la regola, avrò a fuoco dalla distanza minima (PdC) ad infinito ... ma se smanetto col fuoco (ad esempio a 2mt) a f2 NON AVRO' il fuoco ad infinito. Ma magari sbaglio io .... |
| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 11:28
Dai che nel 2021 oltre al Cashback per l'uso della carta ci daranno anche un fuoco più profondo e allora tutto sarà più bello. ...ovviamente il detto trentino " Doman gnocchi " va applicato. |
| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 11:50
“ va beh ... mi fermo qui. Ribadisco solo che la regola dell'iperfocale prevede di impostare il diaframma prescelto su infinito e "dimenticarsi" del fuoco. La parola stessa IPERFOCALE prevede che si avrà sempre il fuoco su INFINITO. Se imposto un diaframma molto aperto (f2 ad esempio) su infinito, così come vuole la regola, avrò a fuoco dalla distanza minima (PdC) ad infinito ... ma se smanetto col fuoco (ad esempio a 2mt) a f2 NON AVRO' il fuoco ad infinito. Ma magari sbaglio io .... „ Chiariamo, di nuovo, che a fuoco con l'iperfocale a fuoco si ha solo il punto di messa a fuoco e non l'infinito, chiariamo pure che l'iperfocale di per sé non è una tecnica ma un effetto del rapporto tra diaframma e distanza di messa a fuoco. Quello che usi tu è il metodo più veloce e più partico per calcolare la distanza iperfocale. Ovviamente non avrai mai a fuoco da infinito alla distanza minima ma solo sul punto preciso su cui cade la messa a fuoco dell'obiettivo. PS a f2 la profondità di campo è decisamente minima |
| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 12:08
Non trattando paesaggio di iperfocale poco m'intendo. Per capire vorrei fare un esempio pratico. Ho un fotocamera 5DIII, un soggetto a 3metri, diaframma f16, come risultato la distanza iperfocale risulta 1,224 metri. Ora, debbo mettere a fuoco sul soggetto, quindi a 3 metri avendo così abbastanza nitido da 1,224 metri all'infinito? Se metto a fuoco alla distanza iperfocale, avrò il soggetto nitido, infinito compreso? |
| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 12:14
Sono dell'opinione che non sia opportuno soffermarsi sulla precisione del termine e la sua ortodossa interpretazione, quanto analizzare la cosa dal punto di vista pratico. Che cos'è l'iperfocale? è un metodo che sfrutta la profondità di campo per avere a fuoco quanto più possibile di un determinato soggetto -davanti e dietro esso- A cosa serve l'impiego del metodo dell'iperfocale? Come è stato scritto: nei tempi in cui l'AF non esisteva, era un metodo molto efficace per fare immagini in situazioni dove fosse fondamentale la velocità operativa (street, sport, guerra...) Come si lavorava (si lavora)? una volta stabilita la distanza operativa che costituisce la distanza massima dei soggetti che andremo a riprendere, si porta il valore di quella distanza in corrispondenza della tacca relativa a quel diaframma -sulla scala delle profondità di campo- Sul piano pratico: immaginiamo di lavorare in un ambiente ampio -facciamo 30 metri- ma non ad infinito, potremo allora stabilire che la zona nitida che ci interessa sarà compresa tra i... 3 ed i 30m. Di conseguenza sceglieremo un diaframma per il quale le tacche dalla profondità di campo includeranno i valori di 3 e 30m e lavoreremo con l'iperfocale su quelle distanze. La mia esperienza: come ho scritto sopra, la Minox 35 era dotata di una lente da 35mm f2.8 e non aveva nessun aiuto per la messa a fuoco tranne le tacche della profondità di campo e la scala delle distanze ben dettagliata. Quando la usavo in arrampicata e dovevo fotografare un soggetto vicino mettevo la ghiera della messa a fuoco su 5m e sapevo che avrei avuto tutto a fuoco da 2.5m fino a infinito (per f8) Opportuno dire che il 35mm della Minox aveva un'escursione di 1,5mm tra min e max distanza di messa a fuoco con una rotazione di 90 gradi della ghiera. |
| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 12:19
“ quanto analizzare la cosa dal punto di vista pratico. „ Dal punto di vista pratico sono sempre meno le ottiche con scala dei diaframmi e delle distanze, quindi questo metodo (che è il più pratico) ormai è sempre di minor utilizzo a favore del calcolo in base alla lunghezza focale e alla distanza. Cambia il metodo (questo è meno intuitivo e più rognoso) ma la sostanza rimane la stessa |
| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 13:17
Come funziona l'Iperfocale? Entriamo finalmente nello specifico, per applicare questa tecnica è necessario, ANZI FONDAMENTALE, avere un obiettivo con la scala dell'Iperfocale incisa nel barilotto del nostro obiettivo. Nel caso non si avesse questa scala, questa regola o tecnica sarebbe inapplicabile. www.juzaphoto.com/article.php?l=it&t=2166892 era già tutto su Juza... |
| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 13:18
@Gsabbio @ Il Signor Mario Vedo che entrambi danno maggiore valore al pratico/reale rispetto che al teorico, io dico strategia vincente. Se poi con "fuochi profondi" ci presentiamo davanti agli agguerriti analizzatori di angoli, bordi e singoli pixel al 300% siamo nelle rogne. |
| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 13:20
Il Signor Mario “ PS a f2 la profondità di campo è decisamente minima „ ergo non posso fotografare ad infinito con un diaframma F2 ? |
| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 13:22
noto, purtroppo, che il dgt ha aggiunto confusione ad una regola fondamentale della fotografia analogica. Togliere dagli obbieettivi la scala di riferimento della PdC, per nulla così imprecisa come si vuol far passare, è una mancanza importante secondo me. |
| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 13:32
“ Togliere dagli obbieettivi la scala di riferimento della PdC, per nulla così imprecisa come si vuol far passare, è una mancanza importante secondo me. „ Giusto, se però la vogliamo dire tutta anche sui vecchi con ampi angoli di rotazione delle ghiera di maf ( non pochi arrivano anche a 270°) la scala di riferimento aumentava il fattore utilità quando il fuoco era distante dall'infinito, più allungavi il fuoco il supporto calava e questo in special modo su focali ad ampio angolo di campo. |
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