| inviato il 05 Dicembre 2020 ore 13:32
e questi sono i barili blu che ho visto anche io. 
se ricordo bene c'erano anche delle foglie verdi dentro,
credo di alloro. |
| inviato il 05 Dicembre 2020 ore 15:07
Non ho letto tutti gli interventi, ma condivido la mia piccola esperienza.
Produrre olio non significa produrre tutte le olive che occorrono. Un po' come il vino. Si acquistano le uve o il vino e la qualità del prodotto finale dipende dal taglio e dalle procedure di vinificazione. Questo non per imbrogliare, ma per supplire alla scarsa quantità di uve pregiate (o una cattiva stagione) che non basterebbero per la produzione della quantità commerciale desiderata. Le olive pregiate (per il sapore) vengono da ulivi a quote tra 350 e 700 metri e al clima del tipo che si trova nell'alto Lazio e in Toscana e sono troppo poche per consentire una produzione di oli pregiati a costi ragionevoli. In una stima degli anni '70, l'olio prodotto in Sabina, quindi raccolta a mano (+ due cicli di potatura, due lavorazioni al suolo, almeno tre irrorazioni antiparassitarie) comportava diecimila lire al litro di meri costi e trovarlo nel supermercato avrebbe facilmente raddoppiato, quindi si vendeva soltanto quello che eccedeva il fabbisogno familiare e per avere le giare libere per il prossimo raccolto. L'olio importato non è "cattivo" a patto che venga adeguatamente filtrato dalle impurità e quelle sostanze che ne "induriscano" il gusto. Ne risulta un olio dal sapore anonimo ma non cattivo per la salute. Nella mia zona avevamo un produttore di olio "da supermercato" e importava da Spagna e Turchia. Una volta che avevamo terminato il "nostro" olio, mio padre volle visitarlo e mi portò con sé. Ci fece vedere l'apparato di filtratura. Quello che vidi lo risparmio per rispetto ai vostri stomaci... |
| inviato il 05 Dicembre 2020 ore 17:30
Sarebbe interessante anche intervento di qualcuno che dia un input per la parte fiscale, su come organizzarsi per essere in regola. |
user177356 | inviato il 05 Dicembre 2020 ore 17:32
Come accennavo, di produzione di olio a livello industriale me ne sono interessato indirettamente una dozzina di anni fa, dando una mano alla mia ex moglie che siedeva nel consiglio di amministrazione di quello che è forse il più famoso produttore italiano, oggi parte di un gruppo spagnolo.
Che l'olio italiano sia genericamente migliore di quello estero è una balla. Il fatto è che i produttori italiani importano oli di bassa qualità dall'estero, ma in Spagna, Grecia e pure in Turchia si trovano oli ottimi, ma a prezzi non distanti da quelli italiani. Ma al supermercato, quando il consumatore legge "100% italiano" si sente più tutelato.
Per quanto ne so (ma sono appunto aggiornato a qualche anno fa), non è possibile individuare né la provenienza né tanto meno la cultivar di olive dal quale è estratta una certa partita di olio, ma solo le caratteristiche chimiche e organolettiche. Ci sono analisi molto sofisticate, e molto costose, che possono dare qualche indicazione in più, ma solo se la partita è perfettamente pura (cioè, proveniente da una cultivar di una specifica piantagione).
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| inviato il 05 Dicembre 2020 ore 18:00
Grazie RealB |
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