| inviato il 03 Novembre 2020 ore 17:31
Errore mio, zenit 122. Mi raccomando tratta bene la Zenit ET... È stata la mia prima macchina a 13anni. L'ho portata ovunque e poi abbandonata in un cassetto dell'armadio. Qualche anno fa mi sono messo a fotografare e l'ho ripescata... Era ancora coperta di sabbia e residui di salsedine più qualche punto di doverosa ruggine... Ma funziona ancora. . galvanometro compreso. |
| inviato il 04 Novembre 2020 ore 13:47
Elementi di controllo (3) : Nella parte inferiore troviamo: - attacco per treppiede da 1/4 di pollice; - pulsante di sblocco per riavvolgere la pellicola, incassato in un apposito vano.
 Sulla calotta superiore da sinistra a destra: - l'elegante pulsante di sblocco del dorso. - la manopola di riavvolgimento. - una finestrella con il numero di sensibilità della pellicola, secondo la scala GOST. - il pulsante di scatto. - la leva per caricare l'otturatore ed avanzamento pellicola. - finestra contascatti.
 Alcuni modelli di Fed Mikron sono stati prodotti sia con il dorso incernierato, che rimovibile. Le finestrelle sono ben decorate e ricoperte di plastica trasparente, i numeri al loro interno sono ben leggibili e quelli della sensibilità pellicola sono rossi. Ciò aggiunge stile all'apparato, cosa che spesso manca nei prodotti a basso costo sovietici. La corsa della leva di carica è piuttosto breve, il che è comprensibile considerando che è una mezzo formato. Alla base dell'obbiettivo, è presente la scala dei diaframmi con due simboli aggiuntivi B e A. Nella modalità A, l'esposizione viene controllata automaticamente. Se imposti manualmente un'apertura arbitraria, la velocità dell'otturatore sarà sempre e solo 1/30. In modalità B, il diaframma sarà sempre e solo F1.9 (TA). Tutto è semplice e logico. È comodo cambiare modalità Automatica/Manuale, usando il dentellino sulla ghiera dell'obiettivo (in alto a destra). C'è anche un altro dentello in basso per la messa a fuoco. La scala delle distanze è contrassegnata sulla parte superiore dell'obiettivo. Non esiste una scala della profondità di campo. |
| inviato il 04 Novembre 2020 ore 20:40
Atteggiamento verso la fotocamera : Allora... all'inizio non volevo essere esaltato. Mi domandavo : perché copiare esattamente, quasi vite per vite, un modello straniero ? Dopo tutto, a quel tempo anche i dispositivi sovietici, costruiti sullo stesso principio (Automatismo con elemento al selenio per l'esposizione e alimentazione dell'otturatore). Erano le Zorky-10 e 11. La tecnologia è fondamentalmente sofisticata, perché non tentare qualche novità? Ma poi ho guardato la piccoletta e l'anno della sua produzione e ho cambiato idea. Prima di tutto, la Zorky-10 (prodotta dal 1964) è pure le una copia di qualcosa (Ricoh Auto 35). In secondo luogo, la Fed Mikron (prodotta dal 1968) è di gran lunga superiore alla Zorky-10 e alla sua versione con messa a fuoco a stima, la Zorky-11, con la quale sarebbe più corretto confrontarla. Il prodotto di Kharkiv quindi, è più tecnologico, ergonomico e più funzionale. Se non ci soffermiamo sulla somiglianza esterna e guardiamo i dettagli tecnici, in particolare il tempo di esposizione disponibile di 1/800; una esposizione comparabile nel 1968 era disponibile solo su fotocamere sovietiche del segmento pro (?!?!). Significativamente più costosi, naturalmente. Pertanto, la Konika Eye è stata copiata dai ragazzotti di Kharkiv; e lo fecero bene. La Fed Mikron, per quegli anni, era avanzata e con molte novità tecniche per gli standard sovietici. Servirebbe sforzarsi di immedesimarsi in quegli anni ... Ossia ... La Fed Mikron (1968) copiò 4 anni dopo la nipponica (1964); sarebbe un po' come se ai gg ns (2020) un brand russo copiasse esattamente, per filo e per segno, che so ... una Nikon D500 (2016) ... ad 1/5 del prezzo !! Questo per me è tutto !! Vi lascio qualche scatto senza pretese, sia a colori che in b/n, realizzato con la piccoletta. Auguro buona fortuna a chi vorrà investire pochi spicci in questa bella fotocamerina ed al suo ottimo Helios. |
| inviato il 10 Novembre 2020 ore 6:22
"basta complimenti ... piuttosto, se avete richieste per future recensioni, scrivetelo pure (sempre che io ne sappai qualcosa). Sorriso" No Luigi, ti ringrazio ma non lo faccio. Voglio restare sull' "avventizio" (a parte leggere con molto piacere quanto -tanto- di tuo metti a disposizione), perché non è più tempo per me -né ci sarebbe spazio disponibile- per pensare di allestire un'altra camera oscura; quindi meglio fermarsi ai ricordi. D'altronde -intendo dire sempre personalmente- senza poter "gustare" il profumo -perché quello era- di quell'ambiente saturo dell'odore degli acidi, non sono nemmeno da prendere in considerazione soluzioni alternative quali scanner e stampanti varie. Sarò un retrogrado cristallizzato su vecchie abitudini, ma per me è così. |
| inviato il 10 Novembre 2020 ore 10:48
@Palgiam mi riferivo più che altro ad eventuali vs richieste di recensioni ad hoc. Poi, devo dire che in ogni caso esistono lab professionali seri che sviluppano e stampano in maniera egreggia. Ovviamente bypassando l'allestimento di CO etc ... questo per avere ancora stampe col sapore dell'argento. |
| inviato il 10 Novembre 2020 ore 11:12
@Skyter Certo, ma non è come "farsele" in proprio. Però, mi ripeto, probabilmente le mie sono soltanto elegiache reminiscenze. |
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