| inviato il 18 Luglio 2020 ore 15:14
Ormai il discorso sul patriarcato e sull'uomo bianco, con quel concetto abbastanza impegnatico del "white privilege", viene infilato un po' dappertutto. Ma paradossalmente sembra quasi una dichiarazione d'appartenenza di chi lo fa. Io mi limito a far notare quante photo editor donna ci siano attualmente nei quotidiani. Non ho contato ma mi pare tante. E sono quelle che scelgono le foto |
| inviato il 18 Luglio 2020 ore 21:20
Questo da molto, molto tempo. |
user12181 | inviato il 18 Luglio 2020 ore 22:50
"Non tutti i fotografi maschi qui su Juza sono pippaioli tecnologici." Non ci sono solo pippaioli tecnologici, se con questo termine si intende onanisti. Ci sono pippaioli fotografici, pippaioli filosofici, pippaioli turistici e/o escursionistici, pippaioli ornitologici, botanici ecc. E naturalmente rimangono piu vivi che mai i pippaioli pippaioli. L'uomo (maschio e femmina) è un animale che si masturba in una infinità di modi, io l'ho appena fatto digitando sullo smartphone questo intervento. Freud ce lo ha insegnato, nasciamo pippaioli, "perversi polimorfi", poi crescendo crediamo di spostare le pulsioni pippaiole diventando "normali", crediamo... Solo la tolleranza ci può salvare. |
| inviato il 18 Luglio 2020 ore 23:25
 Timeo pippaiolos et dona ferentes ... |
| inviato il 19 Luglio 2020 ore 9:39
A ben guardare, il «Pippaiolismo» genericamente detto, altro non è che una passione più o meno sfrenata con qualche picco di parossismo |
| inviato il 19 Luglio 2020 ore 9:51
A certi livelli è una perversione compulsiva ed è frutto di uno stato depressivo. La depressione si basa su un masturbone continuo e perverso. |
user177356 | inviato il 19 Luglio 2020 ore 11:40
“ Io se vedo una foto di paesaggio, una macro o una foto di qualche animale selvaggio non ci vedo nulla di patriarcale o di colonialista. „ Eh, questa sarebbe anche la mia opinione, prima di averci riflettuto un po'. Invece, mi rendo conto che si tratta di fotografie appropriative . Immagini con le quali il fotografo "cattura" il luogo, il momento, il soggetto. Nella fotografia maschile (cioè con un impostazione maschile, non quella fatta da qualsiasi uomo) c'è sempre un senso di possesso, di controllo, di dominio (della scena, della luce, del soggetto). Non è un caso che noi uomini siamo più interessati agli aspetti tecnici, perché sono quelli che ci consentono di dominare la situazione, di forgiare lo scatto esattamente come lo vogliamo. Uso il plurale perché mi riconosco in questo approccio e non ci trovo nulla di disdicevole. Nella fotografia femminile (anche in questo caso, non vuol dire tutta e solo quella praticata dalle donne) prevale invece l'ossevazione, l'ascolto, la sintonia. Tratta ovviamente temi più intimi, perché è in questo ambito che l'ascolto consente di scoprire elementi più interessanti. E ripeto che non c'entra necessariamente il sesso del fotografo: per esempio Annie Leibovitz fotografava in modo femminile agli esordi, per poi passare ad un approccio più maschile. Dorotea Lange era molto maschile: la famosa migrant mother è una vera e propria violenza perpetrata dalla fotografa ai danni del soggetto. Tutte opinioni personali e discutibilissime, ovviamente. |
| inviato il 19 Luglio 2020 ore 12:02
@TheRealB Scusa ma mi sembra un ragionamento completamente campato per aria e pieno di luoghi comuni. L'idea del genere maschile predatore che cattura, che è attirato dagli aspetti tecnici mentre il femminile ascolta, osserva, empatizza. Giustamente tu stesso le definisci poi semplici impostazioni e che il sesso del fotografo non c'entra (ma allora potremmo chiamarle democrat vs republican, per dire). E poi scusa ma "la famosa migrant mother è una vera e propria violenza perpetrata dalla fotografa ai danni del soggetto". Ma stai scherzando, spero. Quella fotografia, frutto di un ampio progetto entrato nella storia e che servì a permettere di aiutare decine di migliaia di famiglie, non lede credo minimamente la sua dignità (vero confine da non oltrepassare mai), rendendola anzi un'icona eterna. |
| inviato il 19 Luglio 2020 ore 12:21
TheRealB, faccio fatica a comprendere appieno quello che hai scritto. Mi spiego. Capisco quello che hai scritto come frasi, ma dal lato interpretativo no. Se una persona fotografa un paesaggio come posso sapere io, in quanto osservatore, se ha "catturato" il luogo senza averlo osservato, ascoltato, aver cercato di entrarci in sintonia? Ad esempio nelle foto di paesaggio spesso si osserva la scena e si gode del paesaggio che ci si trova davanti, ascoltando anche i suoni della natura o godendo del suo silenzio (qualora gli animali circostanti non emettano suoni). Io stesso traggo da piacere dall'immergermi e rilassarmi nella natura. Questo è applicabile anche alla macro, alle foto di animali selvaggi o domestici, direi alla street e ad altri generi fotografici. Altra domanda. Nella fotografia femminile non esiste una ricerca ed una ottimizzazione "della scena, della luce, del soggetto"? In fin dei conti non si va in un luogo e si scatta in 2 secondi senza valutare/ragionare un minimo come scattare la foto. Poi ci sono anche le foto istintive, ma questo è un discorso più complesso, seppure in parte simile. Non credo di avere compreso bene i concetti che hai espresso. |
user177356 | inviato il 19 Luglio 2020 ore 13:11
“ Giustamente tu stesso le definisci poi semplici impostazioni e che il sesso del fotografo non c'entra (ma allora potremmo chiamarle democrat vs republican, per dire). „ Il sesso c'entra statisticamente. Statisticamente, le donne hanno un approccio femminile e gli uomini maschile. La singola donna, così come il singolo uomo, possono avere approcci difformi da quello che corrisponderebbe al loro sesso, e possono anche cambiarlo nel tempo. “ Quella fotografia, frutto di un ampio progetto entrato nella storia e che servì a permettere di aiutare decine di migliaia di famiglie, non lede credo minimamente la sua dignità (vero confine da non oltrepassare mai), rendendola anzi un'icona eterna. „ Ti consiglierei di informarti sulla storia di quella specifica fotografia, prima di dissentire da quanto ho scritto. Attenzione, non sto sostenendo che l'intendo della Lange non fosse apprezzabile, ma Florence Owens Thompson (la donna ritratta) fu convinta dalla fotografa a posare, con la promessa che si sarebbe trattata solo di una foto documentaria (coerentemente con il mandato che Lange aveva ricevuto dal governo statunitese), facendo leva anche su una delle figlie. Sappiamo come è andata a finire: quella persona è diventata l'icona della povertà del midwest americano negli anni '30. Non sto sostenendo che Lange abbia sbagliato: quella foto ha inciso profondamente sull'opinione pubblica, soprattutto delle due coste, contribuendo ad un atteggiamento di maggiore supporto alle politiche di sostegno economico del governo. Nei confronti di Florence, comunque, è stata una violenza. Fortunatamente Lange ha mantenuto la promessa di non rivelarne mai l'identità, che è emersa solo nel 1978. |
| inviato il 19 Luglio 2020 ore 13:15
Motopippe |
| inviato il 19 Luglio 2020 ore 14:47
“ Sappiamo come è andata a finire: quella persona è diventata l'icona della povertà del midwest americano negli anni '30. „ Permettimi di dissentire almeno in parte. E' vero, la foto finì nelle mani sbagliate e venne pubblicata ecc.. ma definirla l'icona della povertà mi sembra esagerato. E in ogni caso seguendo questo metro non bisognerebbe fotografare nulla. Che dire delle foto di guerra allora? E dei volti dei migranti che vediamo a migliaia nelle foto sui quotidiani? Dovremmo non vedere niente mai. Inoltre, mi pare che alla fine della sua vita le figlie fecero una raccolta fondi per garantirle assistenza medica. In poco tempo pare raccolsero oltre $30000. Mi piace pensare molto abbia fatto la foto in questione. Diverso il caso della bambina di McCurry, fotografata e poi mi pare rimasta in un campo profughi per decenni. Fossi stato nel buon Steve, avrei cercato di farle cambiare vita, visto quanto ricevuto indirettamente da lei. |
| inviato il 19 Luglio 2020 ore 16:23
E gli altri bambini? |
| inviato il 19 Luglio 2020 ore 16:38
Wideanglesrock Mcurry non si é dimenticato, ti consiglio di informarti perché lui stesso affermò che la cercò per tanto per dimostrargli la sua gratitudine e aiutò non solo lei Non ha mai specificato come ma ho letto diverse volte che ha cercato di aiutare e di sdebitarsi per quella foto che aiutò la sua carriera |
| inviato il 19 Luglio 2020 ore 16:45
Credo che ancora oggi, purtroppo, le donne debbano fare meglio degli uomini almeno due volte per essere apprezzate almeno la metà degli uomini. In molte attività umane, dalla poesia , alla fisica, etc.., ci sono donne intelligenti, consapevoli ed altamente impegnate. Siamo ancora noi uomini che .... non vogliamo riconoscerlo. |
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