| inviato il 14 Maggio 2020 ore 11:04
Conosco benissimo la fase di stampa...ho passato notti nel bagno di casa a stampare e la magia del veder apparire pian piano l'immagine, è ancora impressa in me. Ora non potrei più farlo per disparati motivi ma il fatto di scattare in analogico mi affascina e credo possa aiutarmi a migliorare ancora nel digitale , per la maggior cura e attenzione da porre prima di premere il tasto di scatto. Senza aiuto alcuno ...sulla mia OM1. Giuseppe |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 11:08
“ @ Fileo „ non concordo minimamente ... |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 11:16
@Schyter non è obbligatorio essere d'accordo ... |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 11:41
“ Perdere tempo a sviluppare in casa le pellicole con la tank e poi affidare le stampe ad altri, se non si è un fotografo di fama che ha il suo stampatore personale, mi sembra poco sensato. „ 1) Se si è impossibilitati a creare una propria CO, oppure nn se ne ha la voglia, i soldi, lo spazio etc etc sviluppare i rullini in proprio è quasi obbligatorio per i motivi che ho elencato precedentemente. Con un ottimo negativo, passato ad un professionista stampatore (non è una cosa carissima) sotto l'ingranditore, restituirà stampe di qualità con la cifra stilistica classica della carta negativa. L'autore del post ha esperienza e sa di cosa parlo. Di stampatori analogici ce ne sono molti ... e il web aiuta a trovarli. Ne conosco diversi ma per corretezza non li elenco. “ non ci obbliga il dottore a comprare "rullini „ Così come non ci obbliga a comprare una digitale. “ se si tralascia questa fase rimane solo l'operazione nostalgia „ Assolutamente no ... una fotografia bn ben stampata è proprio il contrario di una operazione nostalgia... Sembrerà strano ma è proprio dal punto di vista qualitativo che una stampa ai sali d'argento ha molto da dire ancora oggi. Secondo me l'analogico è uno strumento diverso ... più macchinoso e meno comodo se vogliamo, ma che può dare soddisfazione NON tanto per la manualità e il fatto di sporcarsi le mani in una operazione "nostalgia". E' proprio qualitativamente che ha ancora molto da dire... e forse è stato archiviato tutto troppo in fretta. |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 11:51
Io non ho la possibilità di creare una CO, neanche provvisoria, quindi mi rivolgo con soddisfazione a un bravo stampatore con cui ho instaurato un rapporto di collaborazione-condivisione dei risultati che mi perette di avere le stampe come le voglio io. Anzi, all'inizio, quando non avevo alcuna esperienza di stampe B&N mi ha aiutato a capire molte cose, se avessi proceduto da solo avrei in qualche modo ottenuto delle stampe ma sicuramente non di qualità e forse non avrei mai avuto modo di capire quali erano gli elementi caratterizzanti di una stampa di qualità e come ottenerli. |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 11:57
Quotone per Fileo. Soprattutto quando dice che se chimica deve essere, la nostra fotografia, ebbene che lo sia totalmente, senza intromissioni indebite da parte del digitale. A meno che ciò non sia, ma solo in qualche raro caso, obbligatorio. |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 11:58
@Schyter Stai parlando con uno che per decenni ha passato nottate in camera oscura, provandole tutte, dallo sviluppo delle pellicole B&N con tutti i prodotti immaginabili alle elaborazioni con pellicola fotomeccanica, mettendo a registro controtipi in 6x9, fino alla stampa a colori incluso il Cibacrome, e arrivando addirittura a svilupparsi in casa le pellicole cine a colori che i laboratori tradizionali spesso rifiutavano. Ho messo a riposo le macchine a pellicola quando ho ritenuto che fosse venuto il momento per passare ad altro. Se sviluppavo in casa le pellicole era per averle subito a disposizione ed anche per evitare che qualche laboratorio poco accorto mi rigasse le pellicole con le tergifilm sporche, ma tutto ciò era visto in funzione della successiva stampa, che comunque dovevo fare da me. Ci saranno pure stampatori bravi a buon mercato in giro ma la stampa, specialmente quella in B&N che è una astrazione dalla realtà, è altamente soggettiva ed è molto difficile affidarla ad altri ed ottenere il risultato voluto, a meno di non essere HCB ed avere il proprio stampatore esclusivo, che sa esattamente cose vuole il fotografo. Certo, anche io ho passato allo scanner negativi e diapositive, più che altro per preservarli dal degrado del tempo, ma non mi sogno minimamente di scattare a pellicola, svilupparmi il negativo e poi ficcarlo nello scanner, perché otterrei risultati migliori scattando direttamente in digitale. Ciò non toglie che se un giorno mi dovesse girare, tirerei fuori il Quodgon per riprendere a stampare. |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 12:00
“ @ Diebu „ se si è impossibilitati con la CO, il tuo percorso fotografico analogico è straconsigliato. Una scelta eccellente ! Vado oltre ... tendo a "diffidare" (un poco) di chi si attrezza, magari nel bagno, con la CO ... il processo di stampa da sicuramente soddisfazione personale ed è sicuramente divertente ... però ... però credo che la tua procedura sia la più corretta se quella che si insegue è la qualità massima che si può spremere da quel negativo. Ovviamente ci sono eccezioni di fotografi dilettanti che eseguono anche ottime stampe. |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 12:21
Prima di allestire una CO vera ho stampato per anni in bagno ed i risultati erano più che buoni, certo, bisognava far fare pipì a tutta la famiglia, prima di chiudersi in bagno Se c'è interesse a sperimentare, si sopporta benissimo di stare in ginocchio davanti alla vasca da bagno con due tavole di legno, una per l'ingranditore ed una per le bacinelle. Il cosiddetto percorso analogico a mio avviso passa per l'esperienza di stampa, come il percorso digitale passa per la PP, vorrei vedere che direste di uno che scatta le foto e poi porta la scheda al suo postproduttore personale. Io invece diffido di quelli che si accaniscono con la pellicola pensando che dietro ci sia chissà che magia. La fotografia "chimica" con pellicola e carta fotografica è un procedimento affascinante ma anche lungo e difficile: non ci sono tasti "undo" e cursori che ti fanno vedere in tempo reale come viene, si prova e alla fine, se non va, butti nel cestino (quello vero) e ricominci da capo. Chi come me ha qualche anno e si è levato abbondantemente lo sfizio, è immune da suggestioni "mistiche" sulla foto analogica. |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 12:37
C'è molto di mistico nella fotografia analogica in CO.... tutti i sa.. ti è mad.. nne e affini che ci sono..... che tiri giù..... una volta si è un'altra anche all'inizio almeno..... |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 13:00
non ho mai citato scanner o altre cose... ho semplicemente consigliato di svilupparsi in proprio i rullini e, se impossibilitati alla stampa, di affidarsi ad un professionista. Misticismo e nostalgia nn rientrano nei canoni di un fotografo analogico; questo spesso è visto da chi non utilizza la pellicola. |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 13:34
io sono per lo sviluppo in casa del BW! per tantissime ragioni, dalla banale pulizia della pellicola (spesso i laboratori rigano), alla possibilità del controllo artistico! cioè in base al tipo di sviluppo possiamo dare più o meno contrasto, più o meno grana. Possiamo sviluppare in base a come abbiamo scattato, etc. Lo sviluppo è la parte centrale della fotografia in bianco e nero. Che termina con la stampa. Se uno non vuole farsi una CO, può scattare ed i base a quello sviluppare, poi scansiona e regola a piacimento o come aveva previsualizzato, passa il file allo stampatore, cosi che si possa regolare sul tipo di stampa e gli da il negativo per la stampa. |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 13:54
Quoto @Gobbo |
user90373 | inviato il 14 Maggio 2020 ore 14:20
“ @ Gobbo Se uno non vuole farsi una CO, può scattare ed i base a quello sviluppare, poi scansiona e regola a piacimento o come aveva previsualizzato, passa il file allo stampatore, cosi che si possa regolare sul tipo di stampa e gli da il negativo per la stampa. „ Ho la C.O. e faccio esattamente l'opposto, dal negativo ottengo una stampa argentica 30x40 che scansiono. Non essendo attrezzato per formati maggiori a volte porto il file a far stampare digitalmente con la stampa originale proposta a campione. In questo caso sarà il digitale a dover adattarsi all'analogico, mentre nell'altro esempio la stampa tradizionale andrà a scimmiottare una "previsualizzazione" quasi sempre figlia delle possibilità date dal fotoritocco numerico. |
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