| inviato il 31 Luglio 2019 ore 11:07
"Considerazioni del giorno: Ormai quando si parla di fotografia naturalistica perdiamo il 70% del tempo a parlare di nitidezza, di canon vs nikon vs sony e di zoom vs fisso e inutilità simili. Per me così la fotografia naturalistica sta morendo e noi in questo forum stiamo contribuendo molto ad accelerargli la morte. Non si parla più di studio dei soggetti, di habitat, di tecniche di avvicinamento, di natura, di bellezza degli animali, e perchè no anche di accessori e atrezzature utili allo scopo. Eppure per quella che è la mia esperienza, dietro ad ogni foto o sessione fotografica che dura 2-3 ore, ci sono normalmente 20-30 ore di studi appostamenti e tentativi. Oppure la maggior parte dei partecipanti a questi topic è gente che va alle 9 del mattino all'oasi vicino casa e fotografa quello che capita davanti senza manco sapere cosa è, basta che scatta. Di sicuro è così. Altrimenti non si spiegherebbero tanti discorsi inutili. " Assolutamente in linea, topic specifici sulla naturalistica sono rarissimi. Sicuramente sul vecchio forum era diverso in quanto più settoriale. Si parla fino alla nausea di ML sony vs canon ecc. Comunque basta non leggere |
| inviato il 31 Luglio 2019 ore 11:20
@Astore Evidentemente però un forum come quello vecchio più vero e più wild era veramente poco commerciale e troppo settoriale e di sicuro poco appetibile a chi veniva da fuori. Ora così si hanno il triplo degli iscritti e il quadruplo dei topic e sicuramente riesce ad avvicinare un pò tutti. @Anka, sì, quello mi piacerebbe anche a me. Io infatti stufo di queste cose inizio a scrivere anche provocatoriamente tra parentesi Wild per far capire che non ho pagato per fotografare, ma mi sono fatto il mazzo. Giusto quello. |
| inviato il 31 Luglio 2019 ore 11:22
“ ma mi sono fatto il mazzo. Giusto quello. „ che poi se valuti costi/benefici/tempi è meglio pagare eh... perchè onestamente se dovessi pensare di voler fare un'aquila... ma te cosa fai ti metti a fare (nel mio caso) 300km ogni fine settimana + 300 di ritorno con tutto quel che costa per fare (forse, non si saprà mai quando) una foto? Naaaaaaaaaaaa |
| inviato il 31 Luglio 2019 ore 11:25
Come scritto su altro topic, concordo con Ankarai. Non c'è nessun reale intento di condividere i contenuti della naturalistica. Non solo qui....ovunque. tutto è secretato, apparentato, esclusivistico. Di conseguenza si finisce con parlare di quel che resta: attrezzatura e brand. O peggio si creano totem e fazioni sul come si intende qualcosa di cui non si vuole parlare....ci si polarizza attorno ad estremi. che poi estremi non sono. si fanno distinguo. tutto per avere una immagine in più, uno scatto in più. E la cosa peggiore è che in molti contribuiscono a questa NON conversazione pur avendo avuto solo marginali contatti con il genere. |
| inviato il 31 Luglio 2019 ore 11:28
“ che poi se valuti costi/benefici/tempi è meglio pagare eh... perchè onestamente se dovessi pensare di voler fare un'aquila... ma te cosa fai ti metti a fare (nel mio caso) 300km ogni fine settimana + 300 di ritorno con tutto quel che costa per fare (forse, non si saprà mai quando) una foto? Naaaaaaaaaaaa MrGreen „ Senza contare che spesso la non conoscenza di un luogo, o la necessità di doverla acquisire, potrebbe generare comportamenti dannosi per la specie e l'habitat. |
| inviato il 31 Luglio 2019 ore 11:30
Ecco Luve non volevo entrare nel discorso... "nel mentre che apprendo quanto sono dannoso..." altrimenti diventa dura Grazie per gli interventi che leggo, sempre molto intelligenti e pacati |
| inviato il 31 Luglio 2019 ore 11:41
La verità, penso stia messa nel mezzo. Nessuno ha ragione in assoluto, convengo sulla discussione delle aquile, ad esempio, ma questi sono più discorsi relegati a fotografi, prima naturalisti, e dopo reporter della natura. Vi è molta differenza, penso, nell'interpretare la fotografia di natura, dai due punti di vista. Esistono infatti situazioni, dove diventa difficile se non impossibile riprendere inedite situazioni, se non ci si reca in un tal posto. Purtroppo/Per fortuna. Non vanno affatto penalizzate queste situazioni. Infatti penso che molti dei fotografi naturalisti professionisti, che tanti di noi seguono, siano forse i primi a stravolgere i set per creare immagini mozzafiato..ecco, quì mi chiederei, che valore hanno le loro opere? Andrebbero rivalutate in base a quanto detto? Ovviamente occhio che non vede (cosa fanno), cuore che non duole (per quello che stravolgono), occhio appagato (ma è così vero?).. |
| inviato il 31 Luglio 2019 ore 11:46
“ Al limite qualcuno di loro tende a spingere altri verso tale marchio perchè poi prendono gli sconti! Ah, ma quello succede anche quì dentro „ Ritira quello che hai detto Altrimenti tra 5 minuti arrivano le truppe cammellate, del "tu ce l'avevi con me"... Cose già vissute.. |
| inviato il 31 Luglio 2019 ore 12:06
Non è e non può essere una questione meramente economica. Sono scelte e situazioni di contesto. In altri paesi e continenti avvicinare la fauna è più semplice e per fare foto a soggetti anche elusivi non è deto che serva sbriciolare il telaio di una macchina o perdere 4 ore di viaggio ogni volta. Dipende da un numero considerevole di fattori. Anche in Italia vi è estrema variabilità. in alcune regioni vi sono aree accessibili relativamente conservate che consentono di implementare strategie di avvicinamento sostenibili. Dove abito io no. Dove abito io la campagna è assolutamente antropizzata e "privatizzata". le aree naturali sono quasi tutto e quasi solo oasi. in laguna o ti muovi in barchino o è tutto recintato da valli da caccia e da pesca. c'è Lio Piccolo, posto splendido dal quale si fotografa prevalentemente dall'auto. Poi vanno con i droni sopra i fenicotteri. E ciao. Finchè il soggetto è selvatico, libero, non danneggiato e la pratica è etica (topi inchiodati vivi?) chi pratica la fotografia naturalistica dovrebbe avere come fine quello di creare un'immagine che emozioni lui e chi la guarda. che lo faccia nel rispetto di se stesso e degli altri e che sopratutto lo faccia per sviluppare nel prossimo interesse per un mondo che sta scomparendo. Parliamo di cose davvero negative? non di capanni o altro. parliamo delle pratiche disumane che il mondo dei travel blogger e travel instagrammer/photographer/ influencer alimentano? tigri incatenate, anestetizzate, elettrificate, orsi a cui tolgono denti e artigli, cetacei obbligati a vivere in container, ghepardi fatti salire sulle jeep, i lori (credo) a cui strappano i denti, elefanti torturati, fenicotteri con le ali clippate......etc etc etc....quello è disumano. un fotografo alle prime armi o alle ultime che vuole fotogrfare in oasi o in capanno fa solo del bene. secondo me. si gode la natura come gli riesce. altri, più fortunati e bravi riescono ad ottenere contesti di scatto più unici...o a comprarsi ammiraglie e 600f4. basta avere rispetto e trasparenza |
| inviato il 31 Luglio 2019 ore 12:12
@Luve, daccordo con tutto il tuo discorso, ma almeno la metà di questi capanni con risultato garantito sono alimentati con conigli, pecore, polli e quant'altro tutto l'anno e tutti i giorni, illuminati h24 con luce artificiale e gli animali ripresi hanno perso totalmente la paura dell'uomo e spesso cambiano le loro abitudini naturali. E in Italia questo vuol dire morte quasi certa. Da noi è facile avere incontri ravvicinati col piombo! |
| inviato il 31 Luglio 2019 ore 12:21
mmmmm....non generalizzerei. Es aquile Bulgare. Sono stato in una delle località. Chi gestisce il capanno è responsabile di un progetto di "controllo" della popolazione di Avvoltoi (grifoni, monaci, capovaccai) a livello nazionale. per questo è autorizzato alla gestione di carnai. Il contesto dove accade tutto questo è di allevamento free roaming di vacche. approfittando della morte naturale di alcune di queste, o per predazione di lupi, questi carnai vengono alimentati. attorno alla sua attività di monitoraggio continua, avviene l'attività collaterale di capanno fotografico. le aquile reali approfittano della situazione, pur continuando con la loro normale etologia. In spagna la vedono diversamente. Anche negli USA, dove infatti la fotografia ai gufi con esche è punita severamente e ci sono movimenti di fotografi etici che ghetizzano chi usa i topolini. |
| inviato il 31 Luglio 2019 ore 12:31
Ok, quelli sono casi particolari, ma in Italia se tutti i "gestori" di capanni a pagamento fossero responsabili di progetti di controllo e salvaguardia, non avremmo più specie a rischio estinzione  Per non parlare degli altri paesi europei da te non citati: topolini agli allocchi lapponi come se piovesse, vasche con pesci per i falchi pescatori che nemmeno alla pesca sportiva di trote ecc..... |
| inviato il 31 Luglio 2019 ore 12:32
Noto che comunque e' tutto un discorso etico. E in questi tipi di discorsi ci sta' il mondo di mezzo. Ognuno la vede a modo suo, chi esteremista e chi meno. |
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