| inviato il 04 Novembre 2018 ore 23:33
@Domenico...giusto! Aggiungo l Hasselblad Xpan 65x24 |
| inviato il 05 Novembre 2018 ore 0:19
Grazie a tutti! Vedo che mi ero dimenticato parecchie cose ....  Eh, non son più tanto fresco..... sob! Un caro saluto Ilmarsigliese |
| inviato il 05 Novembre 2018 ore 9:09
Paolo. Tra i miei "reperti" ho una Canon Dial 35 (la ricordi?) che, somma particolarita', e' rimarcata Bell & Howell! La pagai, alla fine dei '90, 120,000 lire! Carinissima! A presto! G. Vagamente amico mio, per dirla tutta ricordo la denominazione ma non la macchina ... una compatta (col 40 fisso) se la memoria non mi inganna. Buona giornata carissimo Gianni, Paolo. |
| inviato il 05 Novembre 2018 ore 10:45
@giannidi immagino che gioiello :-) ma per me ragazzino era fichissimo avere una cosa microspica per fare finta di essere spie B-) la mia argus l'ho usata l'ultima volta sulla neve con pellicole scadute che un fotografo mi regalò nel 2000 aveva pure flash e "tele" e un selettore di esposizione, non ricordo se si potevano scegliere gli ISO, il ricordo è ancora là nel cassetto stampato e sviluppato, certo la qualità :'( ma se uno ci pensa è sempre stato sentito il bisogno di semplificare miniaturizzare dare la possibilità di avere a portata di mano un gadget per i ricordi, la kodak minidisc, fu uno degli ultimi tentativi mi sembra prima del digitale.... oggi gli smartphone fanno questo e ben altro. |
| inviato il 05 Novembre 2018 ore 11:54
Quando si trattano certi temi finisco per allegare le fotocopie dai manuali di Andreas Feininger, a rischio di apparire dottrinario e ripetitivo, ma ritengo più onesto il mettere in campo quello che è il mio riferimento principale: Da Il libro della fotografia, Milano, Garzanti, 1970 (op. orig.: Succesfull Photograpy, 1954):

 Sorvolando su quella che mi sembra una certa idiosincrasia per il medio formato, che altri grandi fotografi invece ritenevano il compromesso ottimale; le considerazioni di fondo che espone per i formati di pellicola mi sembrano ancora valide per i sensori digitali, a parte ovviamente quelle sul costo e l'ingombro della pellicola; e ricordando che quello che ora chiamiamo "Full Frame" era all'epoca il "piccolo formato". Nota bene che la ridotta PdC del "piccolo formato" la vedeva come un pregio. Evidentemente era insensibile alle attrattive del "magico sfocato". Del resto basta dare un occhiata a una miscellanea delle sue fotografie per constare che era un tipo da "tutto a fuoco". |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 11:56
Il "tutto a fuoco" e il "nulla a fuoco" sono solo i due estremi, fra essi c'è un mare magno di "vie di mezzo" che costituiscono il vero asse portante della cosiddetta fotografia creativa ... sono esse insomma che consentono ai fotografi di non cadere, in molti casi già dalla prima fotografia, nel vasto Pelago del "già visto un milione di volte"! |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 14:22
aggiungerei, nel medio formato, il 127 ... |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 16:27
il 110 è stato citato? |
| inviato il 07 Novembre 2018 ore 23:44
“ il 110 è stato citato? „   |
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