| inviato il 10 Maggio 2018 ore 11:54
Le ho prese diverse volte, fortunatamente senza conseguenze. Oltre i consigli giustissimi che hanno dato gli altri, mi sento di dire di vestirsi con indumenti aderenti (no t shirt larghe fuori i pantaloni), e magari di colore chiaro. Attenzione che tra le varie specie ci sono pure quelle piccolissime, che si riconoscono difficilmente. Nel caso la zecca venga sollecitata eccessivamente dal vestiario, e il rostro si "incarceri" in modo profondo nella cute, e qualora non sia possibile staccarla con la pinza, va estratta con una piccola incisione. Basta rivolgersi al pronto soccorso, il cui medico poi vi prescriverà come da protocollo un antibiotico a base di doxiciclina. |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 12:39
Va ricordato che i protocolli aggiornati sconsigliano assolutamente di fare una profilassi con l'antibiotico per il solo fatto di aver trovato una zecca sul corpo. Questo perché la profilassi maschera l'insorgere dei sintomi della malattia di Lyme, senza peraltro proteggerti o debellarla. In pratica la malattia si sviluppa ad insaputa del paziente... Il morso di una zecca, una volta staccata correttamente, va monitorato per 30-40 giorni valutando la comparsa dei tipico ematoma ad anello. In quel caso il medico prescrive la terapia antibiotica che in genere dura 30 gg. Ripeto il link già citato che contiene un'informazione molto completa salute.regione.emilia-romagna.it/documentazione/materiale-informativo/ |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 12:49
Lavoro in Pronto Soccorso "di pianura" (Treviso), di zecche ne togliamo ogni settimana Massarenti, e anche a Mestre non era diverso. Se si vuol far da se bisogna far morire la zecca prima di rimuoverla, altrimenti rimane l'apparato buccale nella cute. Si può applicare sulla zecca gel, qualsiasi pomata o alcool su benda per farla morire poi con manovra rotatoria con pinzetta si riesce a staccare la zecca morta senza strapparla. Può trasmettere la malattia di Lyme (di cui sono affetti roditori e mammiferi selvatici)ma le zone endemiche sono soprattutto in Friuli, nel Bellunese rari casi, cosi come in pianura (zecche del cane). Non è indicata la profilassi in caso di puntura ma se compare una macchia a coccarda nella zona di puntura o febbre dolori articolari o macchie diffuse in tutto il corpo entro 20 giorni (periodo di incubazione della malattia) è opportuno fare la ricerca degli anticorpi contro la Borrelia. La malattia presa all'esordio è curabilissima con semplice antibiotico. Prevenzione: usare vestiti chiari sui quali si possa identificare la presenza della zecca e nel caso ispezionare la cute in toto, soprattutto le pieghe (inguine ascelle ecc) dove di preferenza si localizzano. |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 12:55
Ciccio59 correggo la mia affermazione non aggiornata. Non l'ho scritto per critica, ma alcune patologie sono più conosciute dai “locali”. Mi scuso nuovamente. |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 13:04
Come detto, un'antibioticoterapia in assenza di una sintomatologia è sempre inutile e talvolta controproducente. La sede di inoculazione, dove l'artropode è penetrato mediante il rostro, va osservata per circa 30 giorni, come è stato ribadito più volte. Inoltre, bisogna valutare, oltre alla comparsa del tipico eritema a bersaglio, la presenza di un'eventuale escara localizzata sempre nel sito di inoculo, associata a linfoadenopatia satellite e ad un'eruzione cutanea costituita da piccole papule, tutte manifestazioni della febbre bottonosa. Invece di ricorrere all'uso di antibiotici come profilissi, sarebbe preferibile non eliminare la zecca rimossa ma consegnarla, se concesso, all'istituto zooprofilattico più vicino che provvederà alla ricerca di eventuali patogeni in essa contenuti. |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 13:26
Izanagi da dove hai tratto la procedura di inviare la zecca al zooprofilattico? Non mi risulta. Inoltre presenza di Borrelia nella zecca non corrisponde automaticamente a malattia nel soggetto che ha subito la puntura. Questo vale per tutte le malattie trasmesse da agenti infettivi (virus, batteri,parassiti), in quanto la risposta anticorpale del soggetto può essere sufficiente a neutralizzare l'agente patogeno. Le linee guida dicono di non fare profilassi e solo se compaiono sintomi di fare terapia dopo accertamenti sierologici (che hanno anch'essi alcune limitazioni tra cui falsi positivi ecc). In buona sostanza se dopo 20-30 giorni compare sintomatologia infettiva (febbre dolori articolari macchie sulla pelle o peggio sintomi neurologici) rivolgersi ad un centro che abbia il reparto di malattie infettive dove la supposta patologia possa essere seguita al meglio. |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 13:44
Una volta in un capanno-tenda stetti 7 ore in compagnia di parecchie zecche che vedevo letteralmente saltarmi addosso (facevano salti anche di 30cm), ma a sera non ne avevo nessuna. In decenni di escursioni, me ne è stata trovata una che mi camminava su una spalla. Mai stato morso. Poichè quando vado ad aquile è tutto un fiorire di mucche, capre e pecore, in mezzo alle quali mi siedo e staziono spesso, anche a lungo, mi sono comprato questo https://www.amazon.it/Tick-Lasso/dp/B004WMDZ5E/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid= che tengo nello zaino. La storia di uccidere la zecca (a me avevano detto con una goccia d'olio) mi era stata sconsigliata. Potete fare un'ipotesi di intervento, coi tempi, da quando la si prende, quando e come ucciderla, quando e come estirparla. Il mio "Tick Lasso" serve a qualcosa, a me sembrava geniale |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 14:07
Ciccio59, l'assistenza fornita dall'istituto Zooprofilattico è volta non soltanto alla comunicazione al paziente del patogeno riscontrato ma è finalizzata anche allo studio epidemiologico e alla distribuzione dei parassiti. Dovresti trovare indicazioni anche sul sito del ministero della salute. Per il resto, sull'argomento della profilassi, dici cose che ho sostenuto anche io poc'anzi. Necessario, come tu affermi, ai fini diagnostici e terapeutici, è il dato epidemiologico e la clinica, seguiti poi dalla conferma laboratoristica attraverso ricerca di IgM e i IgG. |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 14:12
Izanagi la procedura di invio della zecca al zooprofilattico ha carattere di studio epidemiologico e non clinico (come dicevo) cioè serve a tracciare una mappa della diffusione delle zecche infette. La procedura è prevista per certe zone d'Italia ma non mi risulta sia su base nazionale. Si vedo ora mi hai preceduto di poco. |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 14:21
Guarda, da quel che so, già da tempo, in alcune regioni come la Lombardia, era partito un progetto al fine di creare una rete con alcune strutture ospedaliere per seguire i pazienti nel periodo successivo all'esposzione. Quindi, oltre all'aspetto epidemiologico anche quello assistenziale, come dicevo. In ogni caso non ho scritto da nessuna parte che lo zooprofilattico si occupa della parte clinica, ci mancherebbe. Ho detto questo: “ che provvederà alla ricerca di eventuali patogeni in essa contenuti. „ . |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 14:47
Ne sta uscendo una discussione interessante... |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 15:06
Alabamasmith: non so se sei serio ma mi sembra che stiamo andando un po' OT per un sito fotografico. A chi viene punto da una zecca serve sapere che rischi corre e che è meglio che si rivolga a un medico, il resto è discussione poco comprensibile ai più (credo). |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 15:30
Certo che sono serio, e cmq in un sito che tratta fotografia naturalistica, è interessante leggere informazioni corrette (e aggiornate) su un tema così importante. Ovviamente rivolgersi sempre ai professionisti. |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 15:41
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| inviato il 10 Maggio 2018 ore 20:22
sicuramente le zecche sono un bel problema che riguarda anche i fotografi naturalisti.. oggi ho preso il bio kill vedremo se funziona |
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