| inviato il 31 Agosto 2017 ore 4:57
Voglio complimentarmi con l'autore del topic, e anche per il livello degli interventi. Lontani dalla superficialità e alla ricerca di contenuti ben più profondi. Topic sul raggiungimento, e il percorso da intraprendere per arrivare a maturare un proprio stile, ne sono stati certamente proposti numerosi, ma considerando anche tutti i Thread della presente sezione, questo penso di ritenerlo il migliore che abbia mai letto dal 2010, data in cui ho iniziato a bazzicare il sito. Vero di un "sentire" Zen. Come pure un senso di illuminazione come è stato riportato, quando si parla del raggiungimento di un certo livello di consapevolezza, che sfocia nella identificazione di un proprio riconoscibile stile. Questo raggiungimento è precluso ai più. Il fatto di porsi domande e trovare attrazione per l'argomento, può rappresentare l'inizio del percorso. Per la realizzazione necessitano numerosi fattori. Complesso da affrontare in via telematica...ma in questo caso non c'è altra via che adeguarsi. Sintetizzando al massimo...Le fotografie "parlano" del proprio autore, o meglio ribalto la visione che facilita ancor meglio il concetto. Tutta l'esperienza accumulata in ambito fotografico, in aggiunta al percorso della propria crescita intesa come individuo, sono condensate nelle fotografie che si realizzano. |
| inviato il 31 Agosto 2017 ore 6:44
Non ho mai fotografato per me ed ogni scatto che faccio nasce già con un padrone. Padrone che vuole la sua visione realizzata il più fedelmente possibile. A volte è bella altre meno... Io semplicemente sono la parte tecnica, io e la mia attrezzatura. Non mi affeziono mai ad uno scatto, e non ne conservo neanche uno, e nemmeno mi emoziono se lo vedo in giro. Le mie foto non sono mie. Credo che questo mio modo di pormi davanti al lavoro che faccio sia la mia carta vincente, quella che mi fa suonare il telefono ogni giorno e mi da una vita economicamente tranquilla: Io do quello che mi chiedono e di mio non metto nulla, ed ogni volta mi dicono...era proprio come volevo! Scusate l'ot |
| inviato il 31 Agosto 2017 ore 7:37
forse l'ho ripetuto molte volte, ma la considero una cosa importante e quindi la ridico.Se vuoi cambiare qualche cosa nelle tue fotografie devi cambiare qualche cosa dentro ti te. Una persona deve chiedersi anche, quanta fatica sono disposto a fare per arrivare dove voglio? Sono disposto a mettere in discussione degli equilibri per migliorare/cambiare le mie foto? Se si, poi uno si chiede, bene si ma come si fà, si teorizza ma la pratica, ma in pratica cosa posso fare perchè la mia parte emotiva emerga nelle mie fotografie con una chiave di lettura comprensibile, piacevole, universale. Posso solo spiegare nel mio piccolo il mio percorso, come io tento ciò, che parte da una frase di Albert Einstein :THE ONLY SOURCE OF KNOWLEDGE IS EXPERIENCE. Ma l'esperienza non va confusa con immagazzinare nozioni tecniche o sapere tutto di tutto in fotografia. L'esperienza è imparare ad usare il nostro "laboratorio" >corpo>mente>spirito per trarne delle visioni che poi verranno tradotte in fotografie. Personalmente ho vissuto come un vantaggio la pratica della meditazione con le varie tecniche e la continua frequentazione diciamo di esoteristi. Loro insegnano a vedere il quotidiano in maniera "diversa". Di ciò ne beneficia la parte emotivo/creativa che poi sfocia anche nella fotografia. Altro beneficio a lungo termine è evitare la TV ed i film "occidentali" troppo rapidi i cambi scena: il cervello viene bombardato da immagini continue e non è più in grado di fermarsi per qualche secondo in una scena, si abiutua ad una visione passiva, deve diventare attivo, se non stimolato li cerca lui gli stimoli... Io guardo quando posso film dell'est o asiatici, all'inizio vorresti il suicidio assistito, quando poi entri in sintonia, vorresti suicidarti quando vedi quelli di hollywood.... a dopo |
| inviato il 31 Agosto 2017 ore 8:41
“ Ancora oggi, dopo aver provato un sacco di generi, non sono riuscito ancora a trovare la mia strada. „ Me pure. Anche se vorrei mettere i puntini sulle i: se dopo 5 anni che fotografo non mi sono mai cimentato in macrofotografia non credo che iniziando ora troverei la mia vera strada. Se non ne ho sentito la necessità finora, pur conoscendo l'esistenza del genere, probabilmente non ne sono attratto e "dentro di me" non mi interessa. Cioè credo che la predisposizione a determinati soggetti, anche se magari non ben focalizzata, si possa circoscrivere senza provare tutti i generi (anche se ok, tutto fa esperienza). Premesso inoltre che la perfetta quadratura del cerchio la ottengono solo i grandi e che alla fine per gli amatori quello che conta è il divertimento e la passione della ricerca più che la foto finale che non entrerà mai in una galleria d'arte... Credo che ala fine sia un po' come dice RobBot. Non si tratta solo di mettere a fuoco con la macchina fotografica ma anche con qualcosa che abbiamo dentro... |
user90373 | inviato il 31 Agosto 2017 ore 9:28
Mi è successo di pormi la stessa domanda ma prima ho cercato di trovare la fotografia dentro di me. Ho trovato la mia definizione di "fotografia", a cosa ero disposto a rinunciare pur di continuare, a quanto e quale tempo avrei potuto dedicarle, meglio una serata a far baldoria o rinunciarvi in vista della levataccia per immortalare l'alba? E ancora, la sera, dopo una giornata di lavoro, meglio la poltrona o una sessione di stampa che potrebbe richiedere più tempo del previsto? Ecco, solo dopo ho cominciato a ritrovarmi nelle mie foto. |
| inviato il 31 Agosto 2017 ore 10:35
Per me la fotografia è soprattutto svago. Non per forza deve essere originale e dare emozioni a tutti i costi, perchè diciamoci la verità, occorrerebbe più tempo per dedicarsi alla fotografia e poi mi danno fastidio quelle valutazioni introspettive e pompose tipiche dei sommelier ad una degustazione di vini. Spesso ci si prende troppo sul serio, ma per chi è un semplice fotoamatore è fondamentale volare bassi. Mi piace sperimentare ed affinare la tecnica fotografica, e questo riesco a farlo solo scattando molto. Ammetto che dopo oltre un migliaio di foto fatte, solo 70/80 sono quelle che per me sono il top, e tornando indietro nel tempo ne avrei cestinate almeno la metà. Saluti |
| inviato il 31 Agosto 2017 ore 11:08
Forse è stato proprio Fontana a dire che scattiamo quando incontriamo noi stessi? Penso comunque che avere uno stile sia un conto, lo stile lo possiamo applicare a tutte le foto, vedere una parte di noi in una foto è molto più complesso! |
| inviato il 31 Agosto 2017 ore 11:46
“ Per me la fotografia è soprattutto svago. Non per forza deve essere originale e dare emozioni a tutti i costi, perchè diciamoci la verità, occorrerebbe più tempo per dedicarsi alla fotografia e poi mi danno fastidio quelle valutazioni introspettive e pompose tipiche dei sommelier ad una degustazione di vini. Spesso ci si prende troppo sul serio, ma per chi è un semplice fotoamatore è fondamentale volare bassi. „ Su questo sono d'accordissimo. Ma visto che anche se non siamo grandi fotografi siamo comunque appassionati... arrivati a un certo punto di "livello base" trovo più "stimolante" proseguire in una mia ricerca personale, per quanto traballante e amatoriale, che cercare di progredire imparandosi a memoria il rapporto segnale rumore di tutti i sensori in commercio.. Tra l'altro personalmente mi svago di più sfogliando un libro fotografico o guardandomi un film (asiatico o meno ) che andandomi a studiare i modelli matematici che si usano per il denoise... |
| inviato il 31 Agosto 2017 ore 12:25
“ Su questo sono d'accordissimo. Ma visto che anche se non siamo grandi fotografi siamo comunque appassionati... arrivati a un certo punto di "livello base" trovo più "stimolante" proseguire in una mia ricerca personale, per quanto traballante e amatoriale, che cercare di progredire imparandosi a memoria il rapporto segnale rumore di tutti i sensori in commercio.. Tra l'altro personalmente mi svago di più sfogliando un libro fotografico o guardandomi un film (asiatico o meno ;-) ) che andandomi a studiare i modelli matematici che si usano per il denoise... „ Concordo. Se poi nei ns commenti infiliamo il discorso della tecnologia digitale, dovremmo dire che gli ingegneri di Canon, Nikon e Sony sono i migliori fotografi. |
| inviato il 31 Agosto 2017 ore 13:45
Mi sento di consigliare un bel libro: Battista Lazzarini, Guardare oltre. Vedere il mondo con occhi nuovi, occhi del cuore Un libro molto bello che permette di effettuare un viaggio dentro di sé per cercare di staccarsi dalla sterilità della società attuale. Al giorno d'oggi siamo impegnati in mille attività, siamo sempre di fretta e questo non ci permette di soffermarci sulle cose che ci stanno intorno, affetti, parenti, amori, natura. Guardiamo il mondo senza vederlo. Soffermarci su qualcosa sembra una perdita di tempo. Passiamo la vita ad accumulare nella speranza di un domani migliore ma il domani non esiste, c'è solo il presente ed è quello che dobbiamo vivere...Questo libro cerca di ridestare il bambino che c'è in ognuno di noi per cercare di vivere la vita nel migliore dei modi, assaporando il gusto di vivere e godere del presente. Il libro è rivolto a tutti ma in particolar modo cerca di aiutare il fotografo a vedere il mondo con occhi nuovi, privi di pregiudizi. La fotografia infatti è la visione della realtà attraverso il nostro bagaglio di esperienza e cultura; se nella nostra mente albergano pregiudizi la realtà non potrà manifestarsi a noi per quello che è e di conseguenza la sua rappresentazione non sarà veritiera. |
| inviato il 31 Agosto 2017 ore 14:04
"Cerco un punto di vista sul mondo esterno e una visione su un mondo più nascosto, interiore, di attenzione, di memorie spesso trascurate." Ho iniziato a fotografare 4/5 anni fa e sempre con questa frase in testa di Ghirri, fotografo che concettualmente stimo tantissimo. Mi sono ritrovato molto in questa frase. Io, che sia un paesaggio, ma soprattutto street o reportage cerco (sperando di riuscirci, non è facile) di rappresentare un luogo, una scena, un momento in maniera che non vi siano riferimenti geografico-temporali, meno dettagli possibili. Un po' come se prendessi il mondo di tutti e lo trasformassi nel mio mondo, più semplice ma più complesso, come lo vorrei io e come piace a me. Può risultare pretenzioso ma al momento mi ritengo soddisfatto e appagato con le foto che faccio, e questa credo sia la cosa più importante quando si scatta per se stessi e non con l'unico obiettivo di raccogliere consensi. Quoto chi ha detto che facendo così, una fotografia non sarà bella o brutta, ma semplicemente verrà capita o meno, niente di più vero e giusto. |
| inviato il 31 Agosto 2017 ore 15:21
Bella la frase di Ghirri. Da che libro è tratta? |
| inviato il 31 Agosto 2017 ore 16:05
Mi viene in mente una frase di Eduardo De Filippo che, a memoria, diceva: “Cerca la vita e troverai lo stile. Cerca lo stile e troverai la morte”. |
| inviato il 31 Agosto 2017 ore 16:07
Ciao Luigi, è "Lezioni di fotografia", che di fotografia a livello tecnico quasi non parla, ma tocca diversi aspetti (come sguardo e pensiero, rallentare la visione, inquadratura e soglia, esplorazioni e viaggi e, tra realtà e finzione) molto più importanti a mio parere e per una fotografia lungimirante e ragionata. |
user72446 | inviato il 31 Agosto 2017 ore 17:55
Io credo che la "nostra" fotografia rispecchi in pieno noi stessi. La nostra vita, il modo di interagire e mostrarci agli altri....... Esprimere emozioni non è mai semplice nella vita come nella fotografia...... Il percorso che ci attende è lungo, impervio e non per nulla scontato. Quanti reali obiettivi riusciamo a raggiungere nella vita? Credo che lo stesso sia per la fotografia......spesso dovremmo perderci per poi ritrovarci....... Ma realmente chi ha la costanza la voglia e il fegato di farlo? La paura di fallire con la quale siamo nati e ci hanno fatto crescere spesso determina le nostre azioni e di rimando le nostre foto. |
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