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c'è che quello è il massimo realismo che la macchina è in grado di produrre. E' in nome di quella fedeltà che si accendono mutui per comprare corpi e ottiche in grado di restituire la maggior gamma dinamica possibile, altrimenti basterebbe una compattina e poi via, una bella fotoscioppata e mettiamo sfocati, colori e dettagli dove non ci sono, con buona pace del mercato di alta gamma che passerebbe alla vendita di lupini.
...è che molti non hanno chiaro il confine tra post-produzione e fotoritocco, ovvero non si rendono conto di sconfinare dall'uno all'altro, spesso con risultati grotteschi. Ma shhh...non chiamiamolo fotoritocco, quello è un termine da ignoranti; al massimo si parla di post-produzione "spinta" (leggi "foto-cialtronata")...
Il tema è secondo me molto vasto e articolato .. sicuramente senza post produzione (non "fotoritocco" o copia incolla del cielo di roma sul paesaggio di milano) gran parte delle immagini digitali non sarebbero in grado di presentare la scena così come l'occhio o il cervello che dir si voglia l'ha percepita. E' un passaggio obbligato se vogliamo ottenere dei buoni risultati dai nostri scatti, e non è un passaggio semplice. Il rischio di ottenere artefatti o immagini malamente pasticciate è molto alto. Bilanciare correttamente i livelli di luminosità della scena, anche con esposizioni multiple, non è secondo me un'alterazione della realtà o della scena ma è semplicemente un modo per sopperire ai limiti tecnici dell'attrezzatura. E ribadisco non è una novità dell'era digitale ... non mi pare ci fossero ancora i sensori CMOS o CCD ai tempi del sistema zonale e del Gruppo f/64 già chiamato in causa
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