| inviato il 07 Aprile 2017 ore 8:02
"Domanda secca: la quantità di sfocato presente in un'immagine, dipende dal valore F o è influenzato anche dal valore T di una lente? " Non bisogna andare a spaccare il capello in quattro su parametri che dipendono da diversi fattori, semplicemente perché alla fine a chi fa le fotografie non gliene frega nulla. Il T - Stop va usato per l'esposizione, l'F-Stop per la profondità di campo, che comunque non è mai precisamente definita: questa regola vale da sempre. Il T -stop IN USO PRATICO non interviene nella definizione della profondità di campo. E stop. Altrimenti nel conto della PdC ci dovresti considerare anche la nitidezza dell'ottica (le MTF più o meno buone) il fatto se l'ottica lavora in diffrazione o meno, il fatto se la fotocamera ha filtro AA davanti al sensore o meno: ti viene fuori un casino ed alla fine di tutti quei conti a te non te ne frega nulla. NON dare retta nemmeno ai calcolatori di DoF, perché il più delle volte quando scatti non sai nemmeno quanto grande poi stampi quella fotografia e perché fanno i calcoli su roba teorica di ottica e di fotocamera. A te interessa solo la fotografia se viene nitida o no: fatti delle prove, rompiti le balle e fatti delle prove, ed impari subito come lavora la roba che hai, poi ti viene naturale mettere a fuoco nel modo giusto. Se stampi poi grande, portati sempre con te un monopiede o un treppiede: le ottiche, come per miracolo, migliorano se si scatta dal treppiede o col monopiede, e quando è tutto nitido, aumenta anche la PdC. Sui forum c'è della gente, emeriti ignoti, che fa calcoli complicatissimi, spacca il capello in 4 su tutto, spiega come funziona tutto, conoscono tutto, vanno a vedere se un'ottica ha un capello di risoluzione in più o meno di un'altra, se vignetta un terzo di diaframma più o meno di un'altra etc.. Indipendentemente dal fatto che sparino balle o meno, ed uno preparato lo vede, resta il fatto reale, vero, che la grandissima maggioranza di quella gente lì che blatera di tecnica, di fotografie o non ne fa, o se le fa sono, mediamente, insulse. NON serve conoscere nel dettaglio come è fatta l'attrezzatura per fare fotografie, addirittura pensare troppo alle questioni tecniche della roba fa fare CATTIVE fotografie, perché quando poi scatti pensi se quel cesso, o fenomeno, di roba che hai in mano, ti fa la foto tecnicamente corretta o meno invece di pensare, e bene, invece a quello che fotografi, soggetto, luce ed inquadratura. |
| inviato il 07 Aprile 2017 ore 19:31
Alessandro, hai pienamente ragione sul fatto che la questione non sia di reale utilità. Tra l'altro una buona dose dei risultati fotografici, variabile secondo gusti e pratica, rimane comunque imprevedibile, e spaccare il capello al bokeh è l'ultimo dei pensieri. Solo che, ad un certo punto, m'è venuto questo dubbio e, invece di andare a riguardarmi tutta la teoria del circolo di confusione, che ho letto ed immediatamente dimenticato perché sostanzialmente mi interessa solo a livello grossolano (tutto a fuoco, un po' di sfocato, bokeh), mi son detto: ci son tanti thread su cui si discute di questioni tutto sommato risibili, perché non sollevare anche la questione del T-stop che, magari, si impara qualcosa? |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 14:36
Solo dal valore F |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 16:27
Rattieri comprime le risposte come fossero jpeg. |
| inviato il 08 Aprile 2017 ore 16:34
Nel senso che sono sintetiche o che perdono qualità? (comunque concordo con la risposta sintetica) |
user46920 | inviato il 08 Aprile 2017 ore 17:42
“ la quantità di sfocato presente in un'immagine, dipende dal valore F o è influenzato anche dal valore T di una lente? „ la pdc, a parità del resto, dipende dall'apertura effettiva del diaframma. se il valore F non è coerente, il valore di PdC non sarà coerente e lo stesso vale per il valore T. C'è poca filosofia da fare in merito, la PdC è l'effetto ottico dato dalla dimensione della pupilla, per cui dal valore effettivo dell'apertura. Al di là della forma disegnata dalle lamelle e appunto dalla resa dello schema, la quantità di PdC è correlata essenzialmente al buco in cui passa la luce. |
user3834 | inviato il 08 Aprile 2017 ore 18:47
Cigno, anche lo schema ottico influenza lo sfocato, altrimenti tutte le lenti con lo stesso diaframma avrebbero lo stesso sfocato, ma sappiamo che non è così. |
user46920 | inviato il 08 Aprile 2017 ore 19:06
“ Cigno, anche lo schema ottico influenza lo sfocato, „ certamente, indubbiamente, infatti ho detto a parità di queste differenze ... che comunque sono incalcolabili e non influenzano la risposta del topic: è logico che la domanda era riferita ad un calcolo ideale, come in effetti viene dato il risultato della formula. |
| inviato il 10 Aprile 2017 ore 16:12
In cinematografia la corretta, uniforme esposizione è più critica che in fotografia. Ecco perché ci sono quintali di illuminatori su un set o addirittura ad un concerto rock. Quindi gli obiettivi cine citano T piuttosto che F. È intuitivo che all'aumentare delle lenti di un obiettivo diminuisce la % di luce trasmessa, non so, un fisso Tessar fa passare più luce di uno zoom a parità di focale e diaframma. A questo punto tutto dipende dal sistema esposimetrico TTL, ossia se misura effettivamente la luce attraverso T o prende F nominale. Come i Flash TTL che staccano quando l'esposizione è corretta. A me sembra che i corpi macchina tengano conto solo di F, tanto è vero che si possono montare obiettivi di terze parti. Paradossalmente, misurando in stop down dovrebbe prendere il sopravvento T. In ogni caso le differenze in esposizione non dovrebbero essere facilmente osservabili. Tutto per dire che, a seconda di come si misura l'esposizione potrebbe variare lievemente F e quindi la PDC (in modalità S, ovviamente). A braccio, senza referenze, potrebbero essere frescacce! |
| inviato il 10 Aprile 2017 ore 17:08
Penso che, alla chiusura del diaframma, il valore T aumenti in maniera direttamente proporzionale al valore F. Visto che l'esposimetro TTL rileva la quantità di luce a prescindere dalle caratteristiche di apertura dell'ottica, e lo fa alla massima apertura, ne deduco che, fatti i dovuti calcoli, sia preciso quanto una misurazione in stop-down. Ma potrei essere smentito. Tipo da Hbd |
user46920 | inviato il 10 Aprile 2017 ore 17:12
“ Penso che, alla chiusura del diaframma, il valore T aumenti in maniera direttamente proporzionale al valore F „ su questo non c'è dubbio, l'unica cosa è che se il valore F è incoerente, poi lo sarà anche il valore T (proporzionalmente) |
| inviato il 10 Aprile 2017 ore 17:17
Che ti frega di rilevare il valore T? Quello lo misuri con il TTL, poi ricavi il valore F. |
user46920 | inviato il 10 Aprile 2017 ore 17:32
stai parlando con me? |
| inviato il 18 Aprile 2017 ore 19:05
Si legge in rete che a TA le case produttrici contano sugli ISO per compensare il fatto che la luce degli ultraluminosi non arriva interamente ai fotositi (che si vogliono assimilabili ad un corto tunnel). Quindi più rumore e meno dinamica, comunque non se ne accorge nessuno. Chi compra questi obiettivi conta sulla ridotta pdc che dipende da F/ e non dagli ISO, tutti felici alla fine. |
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