| inviato il 08 Dicembre 2016 ore 15:09
Con l'85 ti troverai meglio per i primi piani. Il 50 e', in questo caso molto più difficile da usare. Non è da tutti. Ma sei riesci a prenderci la mano, se tu fossi davvero bravo, allora avresti anche con questa focale grandissime soddisfazioni. Vedi in Juza le gallerie di Pierangelo Sparrello e poi ne riparliamo. |
| inviato il 10 Dicembre 2016 ore 1:09
Al momento il mio modello per eccellenza è mio figlio di un mese appena di vita Ho in effetti visto che inquadrando con il 50mm figure intere o piani americani il risultato è più gradevole, nella mia galleria ci sono alcuni scatti di una processione in calabria dove però scattando con il 50mm mi sono dovuto posizionare praticamente attaccato ai soggetti. La galleria di Pierangelo è fantastica e magnetica! Luca |
| inviato il 10 Dicembre 2016 ore 2:21
Certo Luca, ad una processione era forse meglio uno zoom luminoso. Eh sì, la galleria di Pierangelo è davvero top |
| inviato il 10 Dicembre 2016 ore 16:54
Comunque se potessi realizzarli con un 85 sarebbero ancora più gradevoli..... Il nemico del buono è il meglio. |
| inviato il 10 Dicembre 2016 ore 18:11
Lucac La prospettiva delle foto non dipende dalla focale dell'ottica ma esclusivamente dalla distanza di presa. Posto naturalmente che parliamo di ottiche dello stesso tipo, ovvero con prospettiva rettolineare. Si dice distorsione "prospettica" quella rappresentazione dei visi che viene fatta quando la distanza di presa è inferiore ad 1,5 mt. In realtà non si tratta di una "distorsione". Sicuramente NON è una delle distorsioni caratteristiche dell'ottica, a cuscino o a barile. Come non è una distorsione la rappresentazione per prospettiva sferica o cilindrica, caratteristica dei fisheye e degli obiettivi panoramici. È semplicemente la rappresentazione che deriva da una distanza corta. Voglio dire il soggetto è realmente così se guardato da breve distanza. Il fatto è che in tempo di ritratti formali la prossemica suggeriva che avvicinarsi molto ad un soggetto determinava un contesto confidenziale, e dunque era considerato sconveniente. Da questa abitudine (è quasi un taboo) deve essere nato un canone estetico, per cui ogni prospettiva ravvicinata era da considerarsi inappropriata. Al contrario, mantenere un certo distacco era considerato... educato: conferiva monumentalità. Tolto di mezzo il taboo con l'età del permissivismo (direi anzi che oggi è più che controbilanciato dalla diffusione degli smartphone, con cui si scattano foto e ritratti a distanze brevissime) cosa resta? È certo che evitare di riprendere a distanze minori di 1,5 mt metta al riparo dall'ottenere quel tipo di risultato. Poi non credo che tutti i ritratti ravvicinati siano sgradevoli: secondo me dipende dai singoli casi. Il senso estetico è sovrano: la "regola" quindi avverte quando diventa necessario farvi ricorso. C'è da dire che anche focali molto lunghe possono dare inconvenienti opposti: ma qui non è implicato un pregiudizio di tipo sociale, e quindi la cosa è meno nota. Semmai resta evidente che usare un teleobiettivo lungo per fare un ritratto, un genere in cui si vuol portare alla luce qualche caratteristica interiore del soggetto, sembra una contraddizione in termini. C'è anche da notare che la resa del viso inquadrato con varie focali in particolari condizioni ha portato alla luce che le focali più corte... smagriscono il viso, mentre le più lunghe tendono a riempirlo: da qui da parte di molte donne la richiesta di usarle di preferenza.
 Naturalmente si dice che obiettivi sopra gli 85 mm sono più adatti ai ritratti intendendo che permettono le inquadrature caratteristiche già da distanze non inferiori ad 1,5 mt. |
user39791 | inviato il 10 Dicembre 2016 ore 18:25
Non puoi riempire tutto il fotogramma con un viso sotto i 50, e già a 50 sei al limite, se non vuoi fare caricature. Ma 35 e 24 possono usati e bene per in ritratto ambientato. Sotto il 24 la vedo dura. |
| inviato il 10 Dicembre 2016 ore 19:36
Lucas,dopo aver ascoltato i pareri ......prova personalmente e poi vedi. Io di ritratti a donne ne faccio almeno 10.000 all'anno. Per esperienza ,e sottolineo esperienza, il 50 non lo considero nemmeno.( se le condizioni lo permettono ovviamente). Se voglio enfatizzare per qualunque motivo,allora va bene tutto. |
| inviato il 10 Dicembre 2016 ore 19:53
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| inviato il 11 Dicembre 2016 ore 15:26
Ringrazio Pdeninis per il suo intervento tecnico accurato e Giuliano e Filiberto per i loro utili consigli. Luca |
| inviato il 11 Dicembre 2016 ore 22:53
Provo a rispondere punto x punto alle tue domande: - con un 50 rispetto ad un 85 puoi utilizzare a mano libera un tempo di sicurezza minore, dunque a parità di diaframma avrai ISO più bassi e tempi più lenti col 50 di quelli che avresti con un 85 ovviamente. Ma non ha a che fare con la ritrattistica.. È semplice esposizione. - con la medesima inquadratura, per esempio un primo piano, con l'85 otterresti un ritratto più proporzionato ed armonico rispetto a quello fatto col 50. Non perché i 50 deformino di più ma perché per ottenere la medesima inquadratura da primo piano devi avvicinarti di più. - si la sfocatura dello sfondo è diversa alla stessa apertura di diaframma e distanza dal soggetto, con l'85 ovviamente sfochi di più che col 50. La PDC è inversamente proporzionale alla focale utilizzata, è direttamente proporzionale alla distanza tra il PDR ed il soggetto, è idirettamente proporzionale al diaframma utilizzato (ad esempio a f/2 avrai meno PDC di f/4). In generale per esperienza personale utilizzo in ritrattistica diversi obiettivi: 50-100-200 per scopi diversi. 50 mm per i ritratti ambientati (per non avvicinarmi troppo, e per sfruttare un angolo di campo poi ampio da poter inquadrare anche un paesaggio o un'ambientazione; 100 mm come tuttofare, dalla figura intera, al mezzo busto ed al primo piano; 200 mm per primi piani. Se dovessi scegliere uno solo però tra 50 e 85 che hai messo in causa non avrei dubbi, prenderei l'85, più versatile e simile al mio 100 tuttofare nel ritratto. |
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