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Microregolazione AF


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avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 1:14

è un software che sicollega via usb alla fotocamera e tramite vari scatti a vari livelli di microregolazione identifica il il miglior compromesso

Trovi molto sul sito reikan, la software house, mi ha convinto e l'ho comprato

avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 1:31

Interessante...seguo e guardo il sito

avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 3:28

Io con un problema simile al tuo, ho tarato per la distanza di maf che usò di più, 3-5 metri

avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 7:27

Tarale alla distanza di maf che usi di più. Comunque quando mi preparo a fare uno shooting faccio sempre qualche scatto prima alla modella e vedo i risultati in modo che do una regolata più precisa. I super luminosi non sono per niente facili da tarare. Considera che le tarature andrebbero rifatte periodicamente. Sugli f4 grossi problemi non li dovresti avere, soprattutto se usati a distanza

avatarjunior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 8:06

Io ho focal ma non mi convince, secondo me ha un problema...richiede troppa distanza tra la macchina e il target, non capisco perché. È evidente che alla minima distanza di messa a fuoco la regolazione e più semplice. Voi come usate focal? Con le distanze suggerite da loro o con il target più vicino?

avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 9:54

su obiettivi nikon, per forza di cose ad una sola distanza, uso la distanza suggerita da loro, poi verificata su distanze diverse...

nel caso del mio tele 200-500 l'ho verificato a 200 e 500 e focali intermedie di 100 in 100

sul mio sigma 50 art l'ho fatto sui 4 range di distanza... mettendomi circa al centro del range

nel mio caso, a parte sigma, sulle ottiche nikon lo scostamento massimo è di +/- 1 di microregolazione tra valore medio e min/max
quindi, se ad esempio il valore medio è +4, il min è +3 ed il max +5
la decisione se mettere +3 o altro imho dipende dalla distanza tipica a cui si fotografa, potrebbe essere sensato mettere la microregolazione a quella distanza
personalmente, da amatore, voglio solo minimizzare l'errore medio e quindi mento il valore medio


avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 12:08

In rete sull'argomento "microregolazione AF" si trova di tutto ed il contrario di tutto.
Lo stesso metodo più diffuso, cioè quello di una scala graduata sistemata a 45° c'è chi lo vede come il Santo Graal della taratura fine AF e chi invece lo aberra come la peste perché lo ritiene impreciso e non esente da errori.
Probabilmente la ragione sta nel modo in cui si è proceduto e i riscontri avuti.

Col metodo della scala graduata credo che uno degli strumenti più precisi sia il LensAlign, perché aiuta anche a regolare in modo preciso l'allineamento della reflex (non basta metterla in bolla), cosa che invece non fa il più economico SpyderLenscal (inventato da un italiano e precedentemente conosciuto come AF-TOOL).
Ognuno di loro suggerisce la distanza da utilizzare per calibrare i propri obiettivi.

Sulle distanze non sono neppure sicuro io, perché ho sempre ottenuto risultati contrastanti e poco precisi, alla fine preferisco lasciare fare ai CS che usano strumenti di altro tipo.

Ci sono anche altri metodi:
arihazeghiphotography.com/MA-web/
www.northlight-images.co.uk/article_pages/cameras/1ds3_af_micoadjustme

Altri articoli sul metodo della scala:
www.nikonclub.it/forum/lofiversion/index.php/t121294.html
www.edoardomelchiori.com/tutorial/come-tarare-lautofocus-degli-obietti

Giorgio B.

avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 12:17

Col metodo della scala graduata credo che uno degli strumenti più precisi sia il LensAlign, perché aiuta anche a regolare in modo preciso l'allineamento della reflex (non basta metterla in bolla), cosa che invece non fa il più economico SpyderLenscal (inventato da un italiano e precedentemente conosciuto come AF-TOOL).


Io mi chiedo una cosa, ma quando poi scattiamo le foto, facciamo allineare in modo preciso i soggetti alla fotocamera e li mettiamo in bolla ?
Tutti i discorsi tecnici fatti prima, vanno a farsi benedire.

avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 12:24

Quanto affermi è concettualmente errato. La necessità di mettere in bolla la macchina ed avere la scala graduata inclinata di 45 gradi rispetto al piano focale della macchina in bolla (o il target dei software di calibrazione parallelo) è necessario per massimizzare l'accuratezza della calibrazione.

Quando la macchina fotografica viene utilizzata e metti a fuoco, vuoi che in quel punto l'af sia perfetto e così il piano sul quale giace quel punto per uno spessore pari alla pdc

imho ovviamente

avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 13:00

Grazie a tutti..
in effetti ci sono tanti metodi per calibrare. Quello che invece non si risolve è quando alla minima ha un valore ed alla massima un altro.
Perché ragazzi è buono il consiglio di tarare alla minima dove è più evidente, ma anche alla più utilizzata. E se uso ad esempio il 100 alla minima per ritratto stretto e a 2m per ritratto ambientato??

avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 13:03

A quel punto lo tarerei alla minima perchè la pdc è piu' ridotta

avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 13:04


So che è un argomento trattato, ed infatti col tasto RICERCA ho già trovato e letto altre discussioni, grazie alle quali ho capito come farlo, ed oggi ci ho provato. Mi son rimasti dei dubbi però, pertanto spero che possiate aiutarmi.

Premetto che ho una Canon EOS 6D, ed ho testato per il momento questi obiettivi: 16-35L f/4 is, 24-105L, 100 f/2, 200L II.

Ho fatto così:
- Ho stampato un foglio graduato su cartoncino, che ho poi ritagliato è piegato seguendo le guide per posizionarlo a 45gradi.
- Ho posizionato la reflex su treppiede, bloccato lo specchio, tolto lo stabilizzatore alle ottiche che lo possiedono, ONE SHOT, misurazione SPOT, M: 100 ISO, diaframma aperto al massimo, tempi di conseguenza, scatto dopo 2" per evitare vibrazioni.

Primo dubbio:
Alcuni consigliano di fare la misurazione alla distanza di 50 volte la focale dell'obiettivo (se non erro Canon stessa). Ad esempio col 100 f/2 avrei dovuto scattare da 5 metri. Altri invece sostengono che si debba inquadrare il provino dalla minima distanza possibile.
Io per curiosità ho provato entrambi i modi, ed ho scoperto questa cosa:
- col 16-35L is e col 200L II non cambia nulla, ottengo gli stessi risultati da vicino e da lontano.
- col 24-105L e col 100 f/2 ottengo risultati del tutto diversi da vicino e da lontano, e quindi non so che fare! Se li taro da vicino rimangono starati da lontano, o viceversa! Esiste un modo per regolarlo in camera ad entrambe le distanze?? La differenza è tanto purtroppo..

Secondo ed ultimo dubbio:
- gli zoom: posso tarare "W" e "T" in camera. Dovrebbero essere alla focale wide (grandangolo) ed a quella tele, è corretto?

Cosa ho notato nei miei obiettivi:
- 16-35L f/4 is : unico che era perfetto, lasciato a 0, perfetto da vicino e lontano.
- 200 L II : anche questo costante come resa vicino e lontano, ma ho dovuto impostare -1.
- 100 f/2: quasi perfetto alla minima distanza di Maf (tra 0 e -1 ero molto indeciso), disastroso da lontano, tra -7 e -9 (quindi penso -8). non so che fare quindi .. Ora so che lasciando a 0 da lontano sbaglierò Maf.
- 24-105L: l'esemplare più incostante, non sono riuscito quasi nemmeno a capire quanto. Ad ogni distanza cambia.

Potreste darmi qualche consiglio pratico?
Soprattutto vorrei capire che fate voi quando da vicino da lontano sono incostanti??
Molte grazie
Daniele

Inizierei con una premessa: la microregolazione af può avere senso se si è certi che ottica e fotocamera non abbiano problemi particolari, e sia necessario migliorare l'accuratezza della messa a fuoco. La cosa può ad esempio accadere con ottiche particolarmente datate (a livello di progettazione intendo, e che potrebbero essere ancora in commercio: ad esempio l'ef 28 1.8 usm, e probabilmente anche l'ef 100 f2 usm, anche se potrebbero avere aggiornato l'elettronica, nel corso degli anni), la cui elettronica non consente margini di regolazione molto fini, considerata l'elevata risoluzione dei file delle reflex attuali. Disallineamenti delle lenti, scorrimento non corretto del gruppo di lenti che si nuove durante la messa a fuoco e miriadi di altre problematiche NON sono compensabili con tale funzione.

Detto ciò, la procedura consigliata da canon è la seguente: la distanza citata - pari a 50 volte la lunghezza focale - non è casuale, ed è simile a quella utilizzata dai cameraservice per le tarature.

La guida è scaricabile al seguente link:

www.learn.usa.canon.com/resources/articles/2016/af-microadjustment-lan

Canon raccomanda inoltre di eseguire la prova sfruttando un quotidiano, posizionato su una superficie piana e parallela al sensore.





Gli errori di messa a fuoco che menzionavi potrebbero essere dovuti proprio alla procedura utilizzata, ovvero quella di scattare foto di un cartoncino che risulta inclinato rispetto al piano del sensore.

La ragione, se vi si riflette, è anche piuttosto ovvia: più aumenta la distanza di messa a fuoco e più sarà ampia l'area coperta dai sensori del punto di messa a fuoco selezionato.

Puoi verificare la cosa utilizzando digital photo professional, visualizzando il punto di messa a fuoco selezionato: ora, se i sensori del punto di messa a fuoco (per ogni punto af vi sono una o più linee di sensori) coprono un'area contenente oggetti a distanze diverse dalla fotocamera, quale è il caso di un cartoncino (o meglio, parte di esso) inclinato a 45 gradi posizionato ad una certa distanza dalla fotocamera - e la profondità di campo è tanto ridotta per cui non si possa avere l'intera area a fuoco, allora difficilmente si avrà un buon risultato.

Questo, tuttavia non dipende necessariamente da problemi all'ottica o fotocamera, ma è una conseguenza del fatto che i sensori del singolo punto af si trovano a coprire zone con distanza diversa dalla fotocamera, e a quel punto dipende tutto da come il sistema di messa a fuoco sia progettato.

Il che è perfettamente in linea con il fatto che le ottiche non danno problemi a distanze di messa a fuoco limitate, mentre questi insorgono a quelle maggiori.

Invece, utilizzando un quotidiano, posizionato per quanto possibile parallelamente al piano del sensore, tale problema viene eliminato a priori.

Per comprendere se l'ottica soffra di front o back focus, cosa che sarebbe immediatamente visibile con un cartoncino inclinato, basta regolare manualmente la messa a fuoco, e valutare se l'immagine divenga più o meno nitida.

avatarjunior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 13:07

seguo

avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 13:10

La soluzione del quotidiano probabilmente è la migliore e la più semplice

avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 13:49

Inoltre, il sistema di messa a fuoco di una reflex (canon, almeno) può avere problemi a svolgere correttamente la propria funzione nelle seguenti situazioni:





Pertanto, se si opera in situazioni simili la microregolazione af sarà inutile per compensare ad eventuali problemi di messa a fuoco.


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