user46920 | inviato il 04 Giugno 2016 ore 1:23
“ Ho in progetto un incontro con una modella dilettante e il nostro obiettivo comune è quello di cercare di mostrare nelle foto la sua paura di essere abbandonata, lasciata da sola, non voluta. Chiedo dunque consigli. Voi come mostrereste questo sentimento sulla fotografia? „ la fai sedere sul davanzale della finestra, poi con la mano destra impugni la fotocamera già accesa con scatto a raffica, con la mano sinistra le prendi una mano e mentre lei è bella rilassata la spingi giù con un colpo secco. A questo punto ti ritroverai a non poterla abbandonare e lei a non volerlo con tutto il cuore, inquadrandola con una focale normale comincerai a scattare a tutto spiano ... così, dopo circa un minuto di raffica, appoggi la fotocamera e con l'aiuto della mano destra afferri la ragazza saldamente e la riporti in casa ... fatto!! hai fotografato quello che volevi |
| inviato il 04 Giugno 2016 ore 6:31
Che bello questo tema ,complimenti ,per ora seguo con interesse ,ho visto e letto ottimi registi ,veramente con idee stupende ,complimenti a tutti Claudio c |
| inviato il 04 Giugno 2016 ore 8:45
la paura dell'abbandono, secondo me viaggia di pari passo con la paura del cambiamento, crea il dubbio sulla propria capacità di reinserirsi nel gioco delle parti da solo. Inevitabilmente tutto ciò crea una sorta di disperazione che porta ad una estrema possessività verso ciò che si sta perdendo, anche con episodi violenti. Per questo vedrei bene una serie di foto che descrivano i passaggi che portano ad un cambiamento radicale della propria vita. Inizierei con l'aggressività: modella davanti una porta chiusa a modi guardiano a bloccarla , magari con la chiave stretta in pugno o al collo, con abiti eleganti a dimostrare forza. seconda parte, sempre davanti alla porta ma questa volta aperta quel tanto che basta a creare il passaggio sgusciante di una persona, la chiave spezzata a terra e la modella a terra vinta, con sguardo non visibile ma in direzione della luce oltre la porta, io vedrei bene un abito coprente tipo tuta da ginnastica di qualche taglia in più, per dare l'idea di volersi attaccare a qualcosa che non è "suo", almeno da adesso in poi. Terza parte, il difficile approccio con il "nuovo mondo", davanti alla porta aperta, modella di spalle in abiti normali ma non appariscenti, dietro la porta un manichino ed uno specchio anche piccolo che riflette il volto della modella con un timido sorriso. Il manichino dovrà essere rivolto verso lo specchio. Non sono esperto in tecnica, non saprei dirti come utilizzare flash faretti o quant'altro, ma nella mia mente ho immaginato: illuminazione decisa nella prima fase, con ombre marcate la seconda e con luce tenue ma vivida, tipo alba nella terza Spero di aver spiegato chiaramente cosa intendo |
| inviato il 04 Giugno 2016 ore 9:30
“ la fai sedere sul davanzale della finestra... „ Che idea Cigno! Si ... ma da quale piano sarebbe meglio farlo? E non credi che un 24 o comunque un grandangolo potrebbe enfatizzare e drammatizzare meglio la scena? E ancora: se la fotocamera dovesse sfuggire di mano e rischiare di cadere (diciamo dal sesto piano ok?) bene... dovendo fare una scelta drastica e veloce, cosa afferreresti con due mani? La fotocamera o la modella? |
| inviato il 04 Giugno 2016 ore 9:55
@L'occhiodelcigno : Non male! Probabilmente dal 5° piano in su l'effetto è ancora migliore! |
| inviato il 04 Giugno 2016 ore 10:10
La bravura di un fotografo, nel creare il giusto rapporto di fiducia con la modella, sta proprio nel fargli credere che, nel caso, salverebbe lei e non la fotocamere Poi "sul campo" è tutto da verificare... |
| inviato il 04 Giugno 2016 ore 10:10
ottimo argomento, come ottimi sono i suggerimenti ai quali non mi sento di aggiungere nulla in quanto impreparato. quello che voglio dire è che così facendo faresti foto di "altri" e non tue. dovresti secondo me sviluppare un argomento con idee già chiare sullo svolgimento, in modo che lo sviluppo e l'impronta siano solo tue. con questo spero tu non te la prenda, in bocca al lupo per questo lavoro, ciao, Luigi. |
| inviato il 04 Giugno 2016 ore 10:32
Una ferrovia?.... Seguo |
| inviato il 04 Giugno 2016 ore 10:42
quoto Superluis, la mia era una personale interpretazione, ma se volessi seguirla, mi dovresti dare, come dice mio figlio, BIG BIG MONEY |
| inviato il 04 Giugno 2016 ore 10:53
benda la modella e dille di sedersi su uno sgabello/davanzale, così risolvi il problema imbragatura |
| inviato il 04 Giugno 2016 ore 11:06
“ la paura dell'abbandono è una cosa ben diversa dal'essere abbandonati. È più una nevrosi intimistica, un'ansia continua di perdere il braccio a cui ci si aggrappa „ Scherzi a parte ... il "problema" sta nella parola paura quindi lo scatto dovrebbe narrare un sentimento intimo, un'emozione recondita... tutt'altro che facile! I motivi endogeni della paura dell'abbandono sono infantili o comunque traggono origine da traumi intimi, l'adulto (la modella potrebbe esserlo... ma anche no) se è consapevole ed equilibrato tende a non temere di essere "abbandonato" , la paura dell'abbandono presuppone una dipendenza affettiva e fisica e una sudditanza... l'esempio classico è quello del cane, la psicologia canina (lupoide o meno) crea la fedeltà al padrone o al capo branco e la dipendenza, il cane teme l'abbandono più di ogni altra cosa (chi ha un cane sa cosa intendo) l'abbandono di un cane è infatti un'abominio molto più di quello di una tartaruga ( per dire)... quindi tornando al topic non credo che la location abbia molta importanza o per lo meno poca rispetto alle capacità del soggetto di interpretare dipendenza e fragilità. Va da se che una ragazza avvenente, ben truccata e curata dovrebbe lavorare molto su abbigliamento e acconciatura, per entrare nella parte ... ma il rischio che lo scatto narri l'avvenuto abbandono e non la paura dell'abbandono è piuttosto alto |
| inviato il 04 Giugno 2016 ore 12:42
portala in autostrada e legala ad un guardrail... |
| inviato il 04 Giugno 2016 ore 12:45
ottima idea! |
| inviato il 04 Giugno 2016 ore 12:47
e ancora... sarebbe il caso in parallelo di farsi un'idea (e comunicarla) sul tipo i foto che si intende fare. diamo per scontato che si tratterà di ritratti ambientati ma non è detto ... certo “ era solo un'idea da pazzi o da film „ ciò che spesso non traspare da tanti ritratti, pur tecnicamente ineccepibili, sono le emozioni, l'interpretazione non è cosa facile... infatti i ritratti dei bambini hanno spesso il valore aggiunto della genuinità e trasparenza dei sentimenti!
 O una componente di casualità molto alta Comunque costruirlo troppo (lo scatto) potrebbe essere controproducente... |
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