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In fotografia è tutto soggettivo! O no?







user61069
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inviato il 01 Agosto 2015 ore 9:43

Un raggioniere può essere obbiettivo !


e competente?

avatarjunior
inviato il 01 Agosto 2015 ore 9:51

Io penso che conti molto saper ragionare con la propria testa. Approfondire, studiare, quindi conoscere e infine comprendere, penso sia solo la base. È da li che forse riusciamo a capire cosa ci piace e perché. Dovrebbero essere la consapevolezza e l'onestà a guidarci poi nel giudicare. Io sono solo l'accompagnatore della mia macchina fotografica, e non ho titolo per giudicare niente e nessuno. Riesco a vedere però se un orizzonte è storto, se la composizione non è proprio nei canoni, se una fotografia non è più una fotografia ma un'immagine. Quello che trovo dannoso per chi non ragiona con la sua testa è dare per scontato le cose. Se tutti dicono che tizio è un bravissimo fotografo i non autopensanti si accodano senza esitare....ed ecco che una cagata immonda viene fatta passare per un'opera d'arte. È ovvio che se tutti la pensano in maniera diversa dalla mia, sia il caso che ci rifletta su un po'....Ma è altrettanto vero che, pur riconoscendo bravura tecnica, studio, anni di tentativi, se una cosa (non) mi piace, (non) mi piace e basta.!
Trovo poi altrettanto nocivo associare la fama alla autenticità e al valore di un artista. Che il mondo sia in mano dei furbetti è risaputo, e allora cerchiamo di essere consapevoli dei nostri gusti e opinioni e non facciamoceli portare via.
Concludo con una provocazione: in quanti sarebbero bravi a sfornare belle foto con una analogica e un bel rullino per diapositive?
Saluti

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2015 ore 10:00

Quoto 66mosse

Concludo con una provocazione: in quanti sarebbero bravi a sfornare belle foto con una analogica e un bel rullino per diapositive?

Non è una gran provocazione..... il digitale di massa c' è da circa 15 anni, quindi penso che in questo forum la maggioranza abbia iniziato con la pellicola. ;-)

avatarjunior
inviato il 01 Agosto 2015 ore 10:06

Beh...io di sicuro non saprei da che parte cominciare!! Hehe...
Sarebbero penalizzati anche i fantasisti di photoshop...

user46920
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inviato il 01 Agosto 2015 ore 11:36

Adesso ne dico una grossa, collegandomi a 66mosse e Allmau !!!

Molte fotografie digitali e moderne, oggettivamente non saprei come e se, sia possibile chiamarle ancora fotografia ... e faccio un esempio:

ogni tanto leggo un commento del tipo "bella foto, bravo, ottimo momento colto" ... ad una dei 60 fotogrammi raccolti in una raffica di 5 secondi a 12 fps, con un'ottica da 15milaeuro su una fotocamera da 7mila, che lavora in completo automatismo (fuoco, iso, esposizione, ecc) ???

La metti in mano ad un cieco e tra i 60 scatti ci trovi sicuramente qualcosa di meglio di quello che avrebbe mai potuto fare chiunque dei "maestri" con una fotocamera meccanica a diapo ... ;-)

Ma allora, a sto punto, fai una video ripresa, poi prelevi un fotogramma e la chiami sempre fotografia !!!

... come si può distinguere in modo oggettivo questa tipologia di immagini ??

user2290
avatar
inviato il 01 Agosto 2015 ore 12:11

Quoto 66mouse

ma anche gli interventi successivi sono molto sensati

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2015 ore 12:27

E' (il giudizio) soggettivo perchè in base alla cultura di ciascuno. A me l'arte moderna non piace ma non ne ho alcuna conoscenza culturale, mentre sugli argomenti dove "sono più colto" posso discriminare cosa mi piace e cosa meno in base a parametri che possono essere diversi di volta in volta quali la bellezza, il messaggio, l'emozione, etc,etc Cool

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2015 ore 12:48

Allora ragazzi, mi fa molto piacere che questa discussione abbia scaturito, in breve tempo, un numero di contributi che, francamente, non mi aspettavo. Il dibattito è interessante e vi ringrazio tutti.
Vorrei però farvi ritornare tutti sulla terra e chiarire gli scopi, molto semplici, che mi hanno spinto ad aprire questa discussione.
Come qualcuno ha detto il tema è complesso e forse questa non è la sede adatto per affrontarlo con particolari approfondimenti. Mi riterrei perciò assolutamente soddisfatto se almeno qualcuno di voi avesse acquisito i concetti che sotto vado a riassumere in modalità "basic" (ma non voglio fare il maestro eh!):

Non si tratta di contrapporre una visione soggettiva ad una oggettiva della critica.

La soggettività non è un male, anzi è insita nell'uomo ed è un valore da conservare preziosamente. Semplicemente, il mero "mi piace" (o "non mi piace), non sostenuto da studio e conoscenza, non è sufficiente ad esaurire qualsiasi discorso critico, soprattutto se si discute di creatività "artistica". Sarà un'opinione personale che varrà solo per noi ma avrà solo il peso equivalente alla sua capacità di essere condivisa.

L'oggettività, sempre in campo "artistico", non si raggiungerà mai. Ciò nonostante è necessario cercare di comprendere i valori della nostra cultura ed i percorsi di condivisione di giudizio per i quali Michelangelo (è solo un esempio) è ritenuto, universalmente, un grande dell'arte.

La soggettività non è un cavallo pazzo selvaggio ed imprevedibile ma, pur conservando quello che di buono ci può essere nella nostra istintività, richiede di essere addestrata per superare quegli ostacoli di comprensione che, altrimenti, sarebbero invalicabili.

E' l'interagire tra il nostro pensiero individuale e la comprensione (a volte anche il superamento!) dei valori che hanno scritto la storia della nostra cultura e del nostro gusto che ci possono permettere di costruire la nostra capacità critica.

Non esistono altre strade se discutiamo di prodotti, anche genericamente, artistici.


avatarjunior
inviato il 01 Agosto 2015 ore 13:12

Soggettivamente una fotografia od una poesia possono piacere o meno , oggettivamente esistono dei parametri per giudicare .
Se io scrivo: il sole é rosso il mare é blu , cara francesca mi piaci solo tu . Magari può fare contenta la mia ragazza , ma difficilmente piacerà ad un pubblico più vasto .
Se fotografo il mio gatto che mangia , posso farne anche una gigantografia da appendere in casa e costringere i miei amici a guardarla , ma difficilmente troverò un gallerista che la espone.
L'infinito di Leopardi , cosí come una foto di Hcb , sono arte che trascende , sono capolavori che stimolano l'animo umano , creati da artisti inarrivabili . Qui sta la differenza. Ovviamente i miei paragoni sono estremi e mi rendo conto che é molto più difficile riuscire a discernere in un mondo dove tutti sono fotografi e magari anche bravi, per non parlare di poesia dove oggettivamente non ne capisco molto.
Personalmente ritengo che la ricerca dell'iperdefinizione, la post esagerata , sono sinonimi di qualcuno che sopperisce con la capacità tecnica , una mancanza di occhio fotografico e di capacità di cogliere l'attimo , anche se dipende molto da cosa si fotografa: un paesaggio sfocato o esposto male non va bene , se invece fai street o reportage di guerra é più importante riuscire a cogliere l'attimo che non avere micromosso.
Utilizzo questo forum ed altri per imparare a crescere come fotografo per cercare di capire la differenza tra una bella foto ed una mediocre , indipen× dai like o dalle critiche che riceve ,per conoscere opinioni su attrezzature ed anche per interessanti disamine come questa.

user46920
avatar
inviato il 01 Agosto 2015 ore 14:47

Jeronim, ho notato (o almeno mi pare) che hai ripetuto questo concetto per la seconda volta ...
1°)
Ed è proprio la condivisione dei valori riconosciuti che crea la cultura, anche in campo artistico e, per stare a noi, fotografico. Se poi il singolo preferirà sempre il pittore sotto casa a Picasso, nulla di male, basta avere la consapevolezza che quel giudizio avrà lo stesso peso della sua, praticamente inesistente, possibilità di essere condiviso.

2°)
Sarà un'opinione personale che varrà solo per noi ma avrà solo il peso equivalente alla sua capacità di essere condivisa.


prova se puoi/vuoi a riformularlo per una terza volta, ma in modo eccezionalmente chiaro, diretto e magari facendo un bel esempio.

Perché mi pare che sia o voglia essere una chiave di volta ...

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2015 ore 15:23

Nella fotografia, come nell'arte in genere, credo che abbia molta influenza, per la riuscita di uno scatto o di un'opera, il rispetto di alcune regole, ritenute fondamentali, che sono il frutto di diversi fattori quali ad esempio la cultura, gli ideali del momento, la moda del momento, e anche forse la tecnica e la tecnologia in voga.
Ad esempio vedo spesso buone critiche su fotografie dal dettaglio superfine, frutto di lenti e sensori evoluti, mentre vedo scagazzare fotografie scattate con ISO superiore ai 1600 perchè affette da "rumore".
Ma vi ricordate ai tempi della pellicola quanto era bello scattare con le Ilford 1600 ISO solo per avere quella spettacolare grana tipica dell'analogico? Adesso anche le digitali lo fanno....senza il bisogno di cambiare sensore, ma tutti aborrono il rumore elettronico dei sensori....!
Il contributo soggettivo invece, credo che sia il motore principale per tutti i cambiamenti, sia culturali, che ideologici, di pensiero e infine anche dei gusti delle persone.
Questo lo vediamo sicuramente meglio nell'arte piuttosto che nella fotografia, per il semplice fatto che l'arte in genere ha avuto millenni a disposizione per evolversi mentre, la fotografia non ha compiuto ancora 150 anni.
Farà strada chi saprà cogliere e rappresentare, con la fotografia e con l'arte, i cambiamenti culturali e sociali del suo tempo, sviluppando anche un modo tutto suo di interpretare tali evoluzioni, avendo magari anche la fortuna di incontrare le persone e le situazioni giuste da poter sfruttare come trampolino di lancio.
Se nella storia non ci fosse stata la spinta delle idee persolnali adesso staremmo ancora a dipingere l'impronta delle mani sui muri di casa.

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2015 ore 15:49

Cerchiamo di essere onesti....questa discussione nasce da alcuni commenti a questa fotografia:
www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1426437&l=it

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2015 ore 16:59

Vedi "Occhio" mi propongo semplicemente di far comprendere cosa sia la capacità critica ed indicare qualche percorso che possa aiutarci ad acquisirla. Qualsiasi profano che si trovasse a visitare una mostra di Ghirri, se intervistato all'uscita, non potrebbe che dire "mi piace" o "non mi piace". Nella migliore delle ipotesi potrebbe parlare di qualche emozione personale. Va benissimo eh! Ma, se l'intervistatore lo incalzasse con altre domande sulla poetica di Ghirri e, soprattutto, gli chiedesse "perché ti piace? O non ti piace?" Lo costringerebbe a brancolare nel buio dal quale non sarebbe pensabile uscire con un vuoto "perché sì!".
Molti si accontentano di esprimere il giudizio istintivo del "mi piace" ed è una scelta legittima. Non possiamo costringere nessuno a studiare Ghirri! Ma è altrettanto legittimo non accettare ingiustificate invasioni di campo da parte di chi pretende (come spesso succede qui) che quel semplice "mi piace" assurga al rango di critica della fotografia di Ghirri. Quando leggo "a me Kandinsky non piace" o "un Pollok lo saprei fare anch'io" mi si accappona la pelle. Queste sparate poi, spesso, fanno grandi proseliti tra coloro che sembrano avere la necessità di esorcizzare la propria ignoranza. Sì, perché di questo si tratta, sia pur nel suo significato originario di "non conoscere".
Non potrei mai discutere sulla fotografia di Ghirri con chi esprime solo un " mi piace o non mi piace". E la soggettività (talebana) che spesso si legge qui, porta solo ad una chiusura, ad una semplificazione sbrigativa che, al massimo, ha valore residuale solo per chi la esprime.
Se non ci interessa capire, approfondire, mi ripeto, nessuno può criticare o costringere. Basta avere la consapevolezza che la nostra capacità critica (e quasi sicuramente anche la nostra fotografia) non potrà mai andare oltre. Meglio dire "non mi interessa" "non conosco" "non capisco" piuttosto che invadere il campo. Un campo dove non si svolge alcuna partita perché ognuno gioca per se stesso contro il muro della sua soggettività. La vera partita della critica si gioca altrove e lì bisogna essere allenati, studiare gli schemi e dialogare con i compagni alla ricerca, appunto di scelte condivise (oggettività).
A noi/voi scegliere in che campo stare.


Giusto per riportare il discorso su binari corretti, vorrei infine chiarire che la tecnica, Photoshop, la fotografia elaborata e tante altre cose che sono state dette, con la critica, c'entrano come cavoli a merenda. La critica deve occuparsi solo di esplorare la profondità del pensiero, la sua originalità, la sua profondità, la sua autenticità. Tutto il resto deve essere solo funzionale all'espressività dell'opera.

@Domenik, scusa, non è proprio così, ma se anche fosse, c'è qualcosa di sbagliato? Meno male, direi io, se da una fotografia nasce una discussione con due pagine (finora) di interventi circostanziati.

user3834
avatar
inviato il 01 Agosto 2015 ore 17:19

Jeronim, io capisco il tuo impegno artistico nelle foto che fai, però devi anche valutare che la maggior parte delle persone che scattano oggi non cercano la vena artistica ma il compiacimento del prossimo. Siamo di fronte ad un cambiamento epocale e chi ha qualche anno in più fatica a capirlo, oggi ci si impegna come non mai per avere un riscontro positivo dalla massa e questo riscontro vale più di mille critiche fondate. Vi ricordo che ci sono ragazzi e ragazze che si prostituiscono per avere un miglior numero di "mi piace" e amicizie su facebook, è cronaca!

user20639
avatar
inviato il 01 Agosto 2015 ore 17:33

«Forse siamo davvero di fronte a un nuovo modo di comunicare, non strutturato, né organizzato e né soggetto alle regole alle quali ci siamo abituati nei secoli. Quello che ha fatto la fotografia fino a vent'anni fa non è altro che la continuazione di quello che faceva l'arte precedente, salvo episodi. Adesso, invece, c'è una reale spaccatura, c'è la possibilità di parlare attraverso l'immagine continuamente, in ogni luogo, condividendo ogni tipo di comunicazione, utilizzando l'immagine in ogni modo, rilanciandola in tutte le vesti. È un fenomeno tutto nuovo, sconcertante. Non so se riusciremo a costruire un nuovo alfabeto, sicuramente il rischio di annegare in questo mare c'è. Non penso nemmeno che si possano utilizzare le regole che abbiamo studiato per capire le immagini, c'è davvero la necessità di un'altra dimensione per analizzare il fenomeno». Roberta Valtorta, direttrice del Museo di Fotografia Contemporanea

Sulla questione del mezzo, bisognerebbe riflettere, delle nuove possibilità, nuove visioni, ma sopratutto chiederci se abbiamo creato un mostro...Eeeek!!!
Saluti

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