| inviato il 31 Maggio 2022 ore 7:41
"Alessandro, a distanza di un sacco di anni leggo il tuo post.."
Dopo 7 anni!
Comunque, se il laboratorio stampa in sRGB ad 8 bit, è meglio che uno gli mandi direttamente files immagine come li vogliono loro, in spazio colore sRGB ed immagine in metodo RGB ad 8 bits.
L'eventuale correzione da spazi colore più grandi ad sRGB e da eventuale precisione a 16 bits, in precisione di 8 bits, è meglio farsela da soli, perché così uno controlla le possibili variazioni nei passaggi e cerca di riprenderle aggiungendo qualche livello di saturazione o altro.
Il profilo ICC del laboratorio è importantissimo; uno lo usa per fare il soft proofing(= trasla l'immagine da sRGB al profilo ICC del laboratorio) e con l'immagine traslata nel profilo di stampa, se cambia come colore, luminosità e contrasto, cerca di recuperare al meglio eventuali variazioni, sempre aggiungendo dei livelli.
Il profilo ICC del laboratorio, tramite softproofing, serve soltanto a vedere sul tuo monitor e prima di stampare, come verrà l'immagine finita dopo la stampa, ma c'è l'incognita del monitor che usi tu, l'incognita di come è tarato, perché, chiaramente, la stampante stampa sempre uguale, indipendentemente dal monitor che usi tu e dalla sua taratura come colore, luminosità e contrasto.
E' per quello che ci sono dei valori standard di calibrazione dei monitor: per uso di stampa, il monitor dovrebbe essere calibrato a 90 cd/m2 come luminosità, punto del nero a 0, bianco a 5500 K e gamma di contrasto 2,2.
Ma l'immagine da inviare al laboratorio non va mai traslata nel profilo ICC del laboratorio, gli va inviata nello spazio colore di stampa loro, in questo caso sRGB con profondità di bits, precisione, 8 bits.
Per lo sharpening di stampa, uno si deve mettere d'accordo col laboratorio, decidere se ce lo danno loro o se ce lo dai tu. |
| inviato il 06 Giugno 2022 ore 5:29
Alessandro ma scusa.
Se io ho un file, mettiamo caso in prophotorgb 16bit, perchè non posso convertirlo con metodo percettivo o relativo che sia nel profilo colore di stampa ed a 8 ot e farlo stampare on modalità nativa(così la chiamavano su digitalpix?)
Stessa cosa che si fa quando sis stampa in casa con i pigmenti insomma...dalla softproof vedo se c è qualche colore critico ecc come posso intuire valutando il profilo occ del laboratorio con argyll o i piu specifici tipo colorthink.non dico ti sbagli ma non capisco il motivo dei tuoi passaggi.
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| inviato il 06 Giugno 2022 ore 6:14
Non bisogna mai convertire nel profilo del laboratorio!
Quello lo si usa solo come livello aggiuntivo per vedere come verrebbe, a spanne , l'immagine stampata con il loro mezzo e sul loro supporto!
- Fai i tuoi ritocchi.
- Salvi un tiff (profondità colore e spazio colore più ampio possibile!)
- Lo riapri con Ps o il tuo programma di ritocco
- duplichi il livello e ne fai un altro di soft proof
- ritocchi quello sotto finché il risultato non ti aggrada e/o non hai eliminato più possibile (o quanto ti interessa) i fuori gamma
- Butti via o disattivi il livello softproof
- risalvi il tiff, e lo mandi in stampa
Se converti nell'icc del soft proof sommi l'effetto della stampa due volte... E secondo me è inevitabile o quasi ottenere una cosa del tutto salvata (a meno di supporti o metodi di stampa particolari).
Qualcuno più avvezzo mi corregga se ho scritto qualche inesattezza. |
| inviato il 06 Giugno 2022 ore 7:58
Quello che chiamiamo "profilo del laboratorio" sarebbe il profilo colore riferito al device a cui si affida l'output. In questo caso la stampante, più una certa carta.
Nel momento in cui si inviano i dati alla stampante, questi devono "passare" per il profilo. Il punto è: chi lo fa? Se lo facciamo noi, convertendo le immagini nel profilo del Lab. dobbiamo essere certi che il Lab. non ripeta l'operazione prima di stampare.
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| inviato il 06 Giugno 2022 ore 13:13
Si Ale z.infatti è proprio così.
Digitalpix nella modalità nativa non toccava (PARLO DI 10 !ANNO FA!)piu il file e se mandi un file sRGB in stamp con questa modalità ti torna con tutti i colori sballati..ecco perchè dovevi inviare i file convertiti al loro profilo |
| inviato il 06 Giugno 2022 ore 19:13
Secondo me durante il softproof la cosa più critica è azzeccare la luminosità del monitor. Il resto è solo questione di occhio e di pazienza. Bisogna mettere insieme un'immagine che abbia la stessa efficacia di quella originale ma in un gamut più ristretto e in una gamma dinamica minore, il che è una bella scommessa: per certe immagini può anche essere semplice, per altre neanche un po'.
In ogni caso, siccome parli di "stampe" al plurale, se sono un certo numero consiglierei di farne stampare prima qualcuna, non molte ma di quelle che consideri più critiche, e di esaminare il risultato, cosa che ti farà capire se hai preparato bene i file o se c'è ancora qualcosa da aggiustare.
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| inviato il 06 Giugno 2022 ore 21:01
Poi c'è una considerazione che vale sempre: se una serie di stampe è davvero importante, ci si siede di fianco allo stampatore…
Altro che Lab. online… |
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