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Salvare copia di lavoro a 16 o a 8 bit?


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avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2014 ore 12:21

Come promesso ho effettuato le prove di elaborazione su un'immagine con ombre molto estese e profonde, da aprire, e alte luci che pure necessitavano di un parziale recupero. Per completezza della verifica ho impostato una serie di operazioni preliminari così da ottenere i seguenti campioni da sottoporre al test comparato:
- file n. 1 - BASE originaria a 16 bit
- file n. 2 - BASE convertito a 8 bit (ed anche elaborato a 8 bit)
- file n. 3 - BASE convertito a 8 bit e riconvertito a 16 prima dell'elaborazione
- file n. 4 - BASE con ben 10 cicli di conversione-riconversione 8/16 bit (cioè molto "stressato" già prima dell'elaborazione)
i File n. 1 e n. 2 costituiscono ovviamente i termini di paragone, cioè una classica elaborazione a 16 bit contro una, altrettanto classica a 8 bit.
Su questi quattro campioni ho poi effettuato una ELABORAZIONE COMPLETA (e anche piuttosto spinta, almeno sulle ombre).

Ma quello che ipotizzavo all'inizio della discussione era un flusso di lavoro che prevedesse inizialmente un'elaborazione QUASI COMPLETA sul file originario, e solo a quel momento convertirlo e archiviarlo a 8 bit, cioè prima di apportare solo le ultime finiture, quelle che di solito applico quando, di volta in volta, decido come utilizzare quel file (stampa, Internet); in genere si tratta di: aggiustamento del contrasto locale, miglioramento della nitidezza ed eventuale ridimensionamento.
Quindi ho realizzato anche questo campione che chiamerò:
- file n.5

Risultati
Premesso che in tutti i casi le eventuali differenze "visibili" si riscontrano solamente nelle zone d'ombra sottoposte alla maggiore intensità di trattamento, ho constatato che:
- Il file n. 2 (elaborato a 8 bit) com'era prevedibile è quello che presenta i maggiori artefatti che, in alcuni punti, ad ingrandimenti del 100-200% presentano anche evidenti ed antiestetiche scalettature
- Il file n. 4 è paragonabile al n. 2, ma non presenta scalettature; quantomeno gli artefatti si presentano maggiormente sfumati e tollerabili (da questo file mi aspettavo di peggio!); su questi artefatti, sia il n. 2 che il n. 4 mostrano anche evidenti scostamenti di luminosità (soprattutto sul rosso) rispetto all'elaborazione standard
- Il file n. 4 si colloca a metà strada tra l'elaborazione standard a 16 bit e quella a 8; gli artefatti sono presenti, ma molto meno apprezzabili che negli esempi precedenti, a dimostrazione del fatto che una parte non indifferente del problema risiede nel diverso modo in cui Photoshop riesce ad applicare i propri algoritmi di lavoro se opera a 16 piuttosto che a 8 bit; resta da vedere se questa parte sia preponderante o meno rispetto alla perdita d'informazione dovuta alla semplice conversione del file
- e proprio a questo scopo entra in ballo il file n. 5. Dopo averlo riconvertito a 16 bit ed applicato le finiture al contrasto locale e sharpening (che comunque rientravano anche nelle lavorazioni dei file precedenti), anche visionato al 100-200% non mostra alcuna traccia di artefatti evidenti. Ma addirittura non ne mostra nemmeno se si effettuano queste ultime operazioni lasciandolo a 8 bit!

In conclusione il problema di archiviare il file a 16 bit anziché a 8 si pone solamente se dovrà essere ancora elaborato PESANTEMENTE, ma se dobbiamo apportare solo gli ultimi aggiustamenti, allora non c'è ragione per effettuare obbligatoriamente questa scelta; anche perché credo che tutti noi, se ci accorgessimo di dover rivedere in modo veramente drastico l'elaborazione già effettuata, molto probabilmente cestineremmo tutto e ripartiremmo dal RAW originale (quello si, da archiviare con tutte le cure!!!)

avatarsenior
inviato il 18 Novembre 2014 ore 13:12

A parte che Alessando ha già detto tutto quello che c'era da dire e, rispondendo all'ultima domanda da lui posta, di usare lo spazio colore ProPhoto.
Personalmente mi comporto così:
- Tutte le mie immagini sono RAW e le lavoro con LR, quindi lavoro a 16 bit e ProPhoto.
- Se devo mettere mano al file in PS lo apro direttamente da LR e lavoro a 16 bit/ProPhoto. Per ogni lavorazione creo un livello. Finito il lavoro esporto come segue, che poi sono gli stessi parametri di esportazione se non devo mettere mano al file in PS:
- Pubblicazione in rete: esporto a 8 bit AdobeRGB; stampa: 16 bit ProPhoto.

Aggiungo che l'eventuale file a livelli finale lo converto a 8 bit, ma conservando i livelli. Questo perché se un domani dovessi metterci di nuovo mano riesco a replicare tutto su un file nativo a 16 bit in una manciata di secondi.
Quindi, riepilogando, i file che vivono sul mio computer sono RAW+ eventuali TIF a 8 bit con livelli.

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2017 ore 17:22

Hai provato a fare il confronto su foto notturne?

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2017 ore 17:41

Cmq quoto Alessandro Pollastrini, avevo un l'hard disk quasi pieno e ieri mi son comprato un HD esterno da 4T che costa circa € 200. Ho calcolato che il disco da 4T conterrà ca. 115.400 file Raw prodotti dalla canon 5D mk iv (30 Mpixel ciascuno), il che dovrebbe bastarmi per archiviare la mia produzione di foto di diversi anni (o forse decenni). Non mi sembra una cosa sensata risparmiare spazio se le cifre in gioco sono così esigue, compro la 5D ed un obbiettivo della serie L e poi lesino sul disco e sul file di archiviazione? Non so se nella PA questi criteri costo-beneficio vengano ignorati: siamo così alla frutta? Probabilmente si. Consentitemi una piccola digressione off topic. Tempo fa, parlando con un fotografo professionista che scatta foto a concerti jazz, questi mi diceva, quasi vantandosi, che lui scatta solo in JPG e che la cosa va benissimo così se scatti con la giusta esposizione, tutti si meravigliano ma lui lavora così e va benissimo. Io penso che oggi non sappiamo cosa succederà tra dieci anni, quali algoritmi di demosaicizzazione ed elaborazione immagine ci saranno in futuro. Un professionista tra 10 anni magari farà un fotolibro o un'esposizione. Una foto necessita sicuramente elaborazioni diverse se deve essere vista su un monitor, su un libro stampato in offset su un libro stampato in inkjet. E ti tagli le palle già oggi scattando ed archiviando in JPG e rinunciando ad avere il massimo quando ti servirà tra dieci anni?

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2017 ore 18:28

Mi è capitato di riprendere in mano anche foto notturne e devo dire che se le lavorazioni principali e più pesanti erano già state eseguite prima dell'eventuale conversione a 8 bit per l'archiviazione, anche in questo caso una riconversione a 16 bit per qualche modifica di finitura non mi pare che mostri differenze realmente apprezzabili rispetto ad un file a 16 bit nativi.
Credo che la cosa funzioni un po' come per la conversione dal formato tif al jpg (alla qualità massima): dopo la prima conversione, se riapri il jpg e lo riconverti in tif, confrontandolo con l'originale non riesci a vedere differenze di sorta, ma se continui a convertire e riconvertire più volte, allora le differenze iniziano a mostrarsi.
Io lavoro abbastanza frequentemente con tecniche multiscatto (soprattutto focus stacking, ma anche qualche blend di tre o quattro scatti) ed eseguo subito tutti i passaggi più rognosi, o addirittura l'intera elaborazione, direttamente a 16 bit, poi, anziché salvare un file in formato nativo di Photoshop con tutti i suoi livelli, salvo uno ad uno i livelli più importanti come file separati in formato png a 8 bit, dopo aver applicato maschere, trasparenze e quant'altro (occupano comunque molto meno spazio del file Photoshop); se i passaggi fondamentali sono già stati curati a dovere, quindi non necessitano di ulteriori modifiche, ho constatato che ricomporre il tutto e riconvertirlo a 16 bit per elaborare qualche variazione nel contrasto locale e l'applicazione dello sharpening finale per la stampa (e talora anche qualche variazione un po' più pesante) non comporta un degrado, per lo meno non apprezzabile, nè a monitor nè in stampa.

In ogni caso non archivio mai in formato jpg i file di lavoro, li converto solo a 8 bit per salvarli in un formato senza perdita di qualità (png) che è cosa ben diversa; se un domani dovessero creare algoritmi così sofisticati da convincermi a rimettere pesantemente mano alla mia produzione attuale, ripartirei comunque dal RAW originale (mica lo butto quello; fossi matto!) quindi, 8 o 16 bit che siano, gli attuali file di lavoro finirei per eliminarli e basta.

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2017 ore 18:41

Un discorso diverso è invece quello sul profilo colore: sui file di lavoro lascio sempre il profilo iniziale (lavoro in Adobe RGB), cambiandolo in sRGB solo per i definitivi (questi si in jpg) da immettere in rete o da stampare in qualità non fotografica

avatarsenior
inviato il 16 Luglio 2017 ore 20:08

No certo Daniele avevo capito che non archivi in JPG, la mia era solo una digressione. Ho guardato le tue belle foto di natura. Ma sei una guardia forestale? Conosci così bene funghi e fiori...

avatarsenior
inviato il 17 Luglio 2017 ore 10:54

Io mi regolo così, poiché scatto solo in raw, le foto che escono bene e non necessitano di alcun ritocco estraggo il jpg nativo dal raw dove preserva il profilo colore originale della fotocamera senza passarlo per alcun programma di grafica. Il Jpg nativo all'interno del raw puo essere a 12 o 14 bit. Se lo lavorate con un programma di grafica e lo salvate a 8 bit perdete quasi la metà delle informazioni. Ad occhio nudo si fa fatica a distinguere la differenza tra 8 e 16 bit dipende dalla foto ma in altri casi la differenza di qualità su alcune foto si nota a favore della risoluzione grafica maggiore.

Un esempio il mio raw (nef nikon) è di circa 30 mega dimensione immagine 6000x4000 quando estraggo il jpg me lo da a questa dimensione e pesa appena 2 mega circa se lo passo a Photoshop e provo solo a salvarlo senza lavorarlo mi pesa circa 18 mega (non so quali informazioni photoshop va a includerci dentro al jpg ). Detto ciò, la soluzione migliore per guadagnare spazio sarebbe di estrarre il jpg dal raw per foto normali per archiviarle e preservare anche il raw per foto importanti. Saluto. Spero di essere stato utile. Io mi trovo benissimo così.

avatarsenior
inviato il 17 Luglio 2017 ore 11:59

Io uso Canon e non Nikon Photoraf, non riesco bene a capire come sarebbe il file "jpg nativo all'interno del RAW". In Canon nei settaggi della macchina puoi decidere se allo scatto salvare in Raw soltanto, in JPG soltanto o se in entrambi i formati, ma se scelgo questa ultima soluzione ottengo due file separati. Non capisco cosa significhi "quando estraggo il jpg", Nikon salva un file unico contenente RAW+JPG e poi vanno estratti? e con che software vengono estratti?

avatarsenior
inviato il 17 Luglio 2017 ore 12:07

Ogni Raw contiene il JPG quindi anche Canon l'ha incorporato nel file raw. Ecco perchè scatto sempre e solo in raw. Scattare raw+jpg è uno spreco di spazio sulla sim e fai faticare inutilmente il processore della macchina che deve riscrivere i file e da uno scatto all'altro perdi qualche secondo di velocità. Io uso JIFR un programmino che fa da estrattore.

avatarsenior
inviato il 17 Luglio 2017 ore 14:22

grazie Photoraf

avatarsenior
inviato il 18 Luglio 2017 ore 16:00

Ma sei una guardia forestale?

No, ma lavoro in un museo naturalistico (sia pure di geologia) e sono segretario del Gruppo micologico locale Sorriso

avatarsenior
inviato il 18 Luglio 2017 ore 20:09

:-P

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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