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“ Finora si è molto parlato di regole compositive dal punto di vista del fotografatore, ora la domanda sorge spontanea:- "l'osservatore è bene conosca le "regole" prima di commentare oggettivamente e pubblicamente una qualsivoglia forma di espressione?" „
Beh, credo dipenda dal contesto e dalla "responsabilita" relativa che si assume. Nel senso, intendo, che commentare la foto di un amico su un forum e recensire una mostra hanno evidentemente implicazioni diverse. Anche per la reputazione del commentante direi
PS: ma ritieni che commentare oggettivamente sia possibile e auspicabile?
Sottoscrivo parola per parola l'ultimo intervento di AleZ:
“ un'esperienza estetica prescinde dal mio bagaglio di conoscenze specifiche sull'argomento. Non prescinde dal mio background culturale (in senso antropologico) „
, penso che a molti, come a me, sia capitato di avere esperienze quasi estatiche (non solo estetiche) davanti a certe immagini. A me capitò davanti alla tempesta di Giorgione vista dal vero dopo averla studiata sull'Argan ma capitò anche davanti alla madonna del canonico van der paele della quale non sapevo assolutamente nulla; cioè la cultura dell'immagine la si studia e la si educa ma poi la si introietta e consente di riconoscere il bello anche quando appartiene a culture estranee alla nostra e non studiate (anche quella giapponese o africana ad es.). Questa possibilità di introiettare conduce al punto che riguarda il senso per la composizione. Penso che nessuno componga un'immagine fotografica con manuale Cencelli, regolo calcolatore, filo a piombo, Pantone. Semplicemente trova la composizione e poi la inquadratura mettendo a frutto in maniera istintiva e più o meno istantanea a seconda del genere di foto il suo senso dell'immagine che deriva da un bagaglio di studi e, soprattutto, di educazione dello sguardo sedimentata nella memoria visiva da cui automaticamente ed inconsapevolmente attinge, in modo analogo a come si attinge dalla memoria motoria sedimentata quando si compie un gesto atletico.
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