| inviato il 01 Agosto 2025 ore 7:01
Servono a ricordarci il tempo passato e poterlo riviverlo. |
| inviato il 01 Agosto 2025 ore 10:00
@Rombro Il concetto è non vedere ma guardare le foto per quello che sono, se vengono etichettate è solo il voler dare un posto a una foto che non lo pretende. Il pubblicare è come andare per strada, non da automaticamente il diritto all'essere etichettato, ma il diritto di poter mostrare, è una cosa semplice, poi la critica di chi la vede è di chi la fa in funzione di quello che si aspetta di vedere e quindi se non pertinente al suo gusto o modo di vedere sia individuale che collettivo (e qui scoprire quale sia veramente il giudizio personale o che fa parte di un modo di vedere appartenente ad una etichetta sarebbe un altra bella domanda) Quello che nel mio concetto è messo in evidenza è l'etichetta che si da alle foto non al tipo di foto. Quindi al modo in cui si guarda e poi si classifica una foto che resta sempre personale già nel momento in cui si decide di classificarla. Il concetto è che se ti dice qualcosa allora riconosci una comunicazione, se non ti dice nulla è solo una foto e perchè classificarla come banale o altro, un po come considerare un gobbo e non vederlo quindi come una persona, ma solo come un gobbo. Quindi in primis è una persona, poi gobbo è un'etichetta per differenziarlo e quindi escluderlo da qualcosa che resta sempre una questione personale di chi guarda e che parla di lui che guarda e non dell'osservato. Non è un concetto difficile è la base dell'osservare, e come già ho detto in tanti altri post e qui lo ribadisco, questo concetto del vedere gli altri nasce con la realizzazione dello specchio e da li in poi il metro di valutazione siamo noi stessi per giudicare gli altri. Per concludere ogni etichetta che si da a qualcosa o a qualcuno, narra di chi mette l'etichetta non dell'etichettato. Se vogliamo è l'esprimersi senza mettere etichette che è una bella sfida con noi stessi, vuol dire saper estraniarsi da noi stessi e osservare per quello che è qualsiasi cosa immagine o persona che sia. |
| inviato il 01 Agosto 2025 ore 10:41
Quindi una foto fatta male poco studiata con evidenti limiti non solo tecnici ma anche di contenuto come la descriveresti senza etichettarla? Vorrei un esempio pratico per capire |
| inviato il 01 Agosto 2025 ore 10:59
Più che la foto etichetterei e descriverei il fotografo che l'ha scattata che secondo me non è un fotografo ma più semplicemente uno schiaccia pulsanti |
| inviato il 01 Agosto 2025 ore 11:01
Ma quanto siete complicati! Credete che chi fotografa faccia queste considerazioni ? Io no |
| inviato il 01 Agosto 2025 ore 11:02
Si ma al di là delle parole stiamo valutando quello scatto e considerandolo non buono Quindi per me direi di non etichettare é un'utopia Ma resto aperto a esempi che mi contraddicano |
| inviato il 01 Agosto 2025 ore 11:07
A niente |
| inviato il 01 Agosto 2025 ore 11:33
Ma è impossibile non etichettare. Anche solo pensare significa accostare un fatto, una esperienza ad altri esempi o al nostro vissuto. Significa incasellare in una serie di esperienze paragonabili: e questo non vuol dire, in fondo etichettare? È una attività, una attitudine involontaria e spontanea |
| inviato il 01 Agosto 2025 ore 11:43
É esattamente lo stesso mio pensiero |
| inviato il 01 Agosto 2025 ore 12:42
L'errore infantile è passare da incasellare le foto ad incasellare le persone. Sono pochi quelli che stanno qui perchè hanno un incontrollato bisogno di parlare di sé, un ego malato da saziare in qualunque modo, con o senza foto. La stragrande parte sta qui perchè ha una vita oltre le foto. Qualcuno la racconta,qualcuno no. E' comunque irrilevante e non giudicabile. Nella fotografia queste persone cercano una zona di libertà ed espressione, ognuno nei propri limiti, che vorrebbero conservare come un'isola felice di piacere e divertimento, magari in compagnia, ma non necessariamente. Non se la prendono se vengono incasellate le loro foto, anzi lo chiedono, ma in modo cortese e rispettoso, possibilmente costruttivo. Tutti sanno che pubblicare in questo sito implica aderire al meccanismo dei like, dei commenti e degli EP. Nessuno in pace con se stesso se la prende, anzi...guarda e impara. Questo è lo scopo a cui servono le foto che si pubblicano in social come questo. Chi, invece, si lamenta in continuazione, lo fa perchè ha una vita talmente scadente che proietta qui l'intero se stesso. Ok, ci può stare che un social diventi un'ossessione. L'errore madornale lo fa quando pensa che tutti siano come lui, senza vita e alla ricerca di un riscatto qui. Costoro hanno una limite intellettivo che gli impedisce di mettersi nei panni degli altri e anche solo per immaginare che le persone abbiano famiglie, lavoro e successo altrove. Questa incapacità ha una conseguenza immediata: non saper fare foto comprensibili. D'altra parte, se uno non capisce gli altri, finisce necessariamente per fotografare al solo scopo di raccontare se stesso a se stesso o a quei quattro incauti che cascano nella trappola dei suoi quiz ("cosa vuol dire...acqua...fuochino"), salvo poi mettere il titolo in inglese perchè ambisce al plauso universale. Che tristezza! Alla fine, le "nostre" foto, intese non come tutte le foto che uno fa, ma solo quelle pubblicate qui, servono a cercare eventuali altri che condivono lo stesso interesse nel vedere particolari aspetti del mondo e a ricordarli ognuno nella propria memoria. Il confronto è utile per capire come a rendere le foto più efficaci nel conservare e riattivare queste memorie personali. Sono foto fatte da fotografi per "fotografi equivalenti" (equivalenza nel dominio di interesse), non per osservatori qualunque disenteressati alla fotografia e ad uno pseudo messaggio contenuto. Buone o non buone, sono tutte parte di un percorso personale, che può essere anche statico, ma che merita rispetto in ogni caso. C'è anche chi ambisce ad un pubblico universale (pochi). Ci sta che prima passi da qui per avere un parere da un pubblico particolare, ma dopo deve avere il coraggio di conquistare il successo all'aperto, non in un ambiente protetto. Questo vale soprattutto per quelli con la puzza sotto al naso, ossia quelli qui non pubblicano, ma lo fanno solo su instagram o simili, dove possono permettersi un gruppetto di fan social conquistato tramite amicizie fuori dal settore fotografico, che li fa sentire "amati", e che pietosamente gli concede un po' di agognati like. Vorrei vedere il successo di costoro se fossero anonimi. |
| inviato il 01 Agosto 2025 ore 12:47
@Motofoto, ti faccio i miei complimenti per lo splendido intervento e soprattutto per questa frase: “ L'errore infantile è passare da incasellare le foto ad incasellare le persone. „ |
| inviato il 01 Agosto 2025 ore 13:58
Ora ho capito perché Motofoto mi aveva bloccato lol Comunque non se ne esce da 'sti discorsi. Ci sarà sempre chi vorrà giustificare la mediocrità col buonismo, la democrazia e il rispetto universale...concetti che hanno sempre presa facile, perché con uno schiocco di dita ci si disimpegna da qualunque forma di autocritica. C'è anche chi ricorre a fantasiose dietrologie malate, come Motofoto e gli N.Enrico che rimangono affascinati |
| inviato il 01 Agosto 2025 ore 14:45
Motofoto...non so perchè ma credo di sapere a chi è rivolto questo tuo bel messaggio |
| inviato il 01 Agosto 2025 ore 15:00
“ La stragrande parte sta qui perchè ha una vita oltre le foto. „ A volte ho una percezione esattamente opposta. La gente sta sui social perchè ha una una vita reale vuota, e cerca di r.i.e. m.p.i.r.l.a con queste cose. Scusate i puntini, la censura talvolta pare particolarmente ottusa. |
| inviato il 01 Agosto 2025 ore 15:12
Allucinante |
|

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |