| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 0:43
Sì è solo una paginetta, il diminutivo/dispregiativo non so se è voluto o è l'inconscio che lo tira fuori perché oltre a dare delle "dritte" su di un metodo per utilizzare la tecnica dell'iperfocale aggiunge degli strafalcioni clamorosi, viene da chiedersi come mai paginette simili siano accolte in un sito così serio (per togliermi la curiosità ho scritto alla Leica e attendo risposta). Eccone un esempio "Possiamo quindi affermare che tutto ciò che nello spazio sarà compreso tra le distanze indicate dai punti A e B sulla scala delle distanze sarà a fuoco..." PS anche sullo "Zone focusing" fa un bel po' di confusione "...Lo zone focusing invece, consiste nel mettere a fuoco uno spazio di fronte a noi che che non si estenda all'infinito (se includesse l'infinito, staremmo di fatto usando l'iperfocale)..." |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 1:02
mi interessava l'iperfocale ... e quella è spiegata bene nella "pagina". magari alla Leica non ti rispondono oppure i tempi si dilatano ... Forse qui fai prima e magari ti risponde direttamente l'autore che è pure docente e coordinatore della Leica Akademie Italia. www.mauriziobeucci.com/bio |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 1:03
“ mi interessava l'iperfocale ... e quella è spiegata bene nella "pagina". „ Spiega molto bene il metodo ma non la tecnica, ma questo lo comprendo e lo condivido dato il tipo di paginetta e il pubblico a cui è destinata. Quello che non va assolutamente è la confusione fra zona nitida e messa a fuoco e questo non è spiegare bene l'iperfocale! PS in genere dalla Leica rispondono e anche celermante |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 1:08
provo a scrivergli io ... sono curioso se rispetto a questo “ E' interessante comprendere perchè in iperfocale, a parità di focale (esempio 50mm classico), la distanza minima di maf a volte cambia da obbiettivo ad obbiettivo ... credo che tutti gli utenti che scattano in analogico conoscano il perchè. „ la sua risposta coincide con la mia. |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 1:13
“ la sua risposta coincide con la mia „ Magari è la stessa che penso io “ provo a scrivergli io ... sono curioso se rispetto a questo „ Ho provato a raggiungere il sito ma praticamente non si apre, forse è in manutenzione... non so |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 1:14
non credo ... |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 1:15
“ non credo ...MrGreen „ Può darsi come non potrebbe   Chi può saperlo! |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 1:46
Non sto neanche a leggere le risposte, che già immagino, l' argomento qui è stato trito e ritrito. Il punto di ripresa non entra in discussione, in quanto restituisce una prospettiva unica, per cui non si sceglie in relazione a "voglio tutto sufficientemente nitido". La lunghezza focale la sceglierai in rapporto a cosa vuoi includere. Fine. Cosa accade mettendo a fuoco prima o dopo l' iperfocale (es. distanza corretta a 10 metri, mentre vuoi sapere cosa accade a 8 e a 15 metri). Se metti a fuoco ad una distanza inferiore perdi MOLTA profondità di campo. Gli oggetti lontani risulteranno drasticamente meno nitidi. Basta sbagliare anche di poco. Al contrario, mettendo a fuoco a 15 metri, non cambia assolutamente per il campo compreso tra 15 metri ed infinito. Gli oggetti più nitidi saranno quelli a 15 metri anzichè a 10. La nitidezza andra scemando da 15 metri in maniera progressiva fino alla sua metà (7,5 metri). Mentre col punto di fuoco a 10 metri, la nitidezza scema progressivamente da 10 metri fino alla sua metà (5 metri). Nell' incertezza di essere imprecisi, 50 cm in più non fanno male (perdi 25 cm di campo), ma hai un risultato garantito, dato che non puoi sbagliare di 50 cm il punto di fuoco. Scommetto già che ti sia stato suggerito di mettere a fuoco ad infinito. Ho riproposto più volte i risultati ottenibili utilizzando lo stesso diaframma e comparando i risultati mettendo a fuoco ad infinito e alla distanza iperfocale. Nella stragrande maggioranza dei casi è preferibile l' iperfocale, ma si può mettere a fuoco ad infinito se gli oggetti lontani sono più importanti di quelli vicini (in tutti i sensi, sia per il valore all' interno della foto, sia per quanta "area" occupano). Tieni a mente che il piano di fuoco risulterà sempre più nitido del resto e che "accettabilmente nitido" non vuol dire a fuoco. I calcoli sono sempre corretti ma fanno riferimento ad una dimensione di stampa che corrisonde in digitale a 8 mpx. Per grandi stampe o visualizzazioni al 100% di risoluzioni maggiori occorre chiudere ulteriormente il diaframma di 1/2 stop. Prendi in considerazione di mettere a fuoco ad infinito CON CRITERIO e non come PANACEA, in quanto i risultati A PARITÀ DI DIAFRAMMA sono tutt' altro che quelli decantati da certi personaggi simpatici del forum. |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 15:20
@Alessandro Spagnuo “ Scommetto già che ti sia stato suggerito di mettere a fuoco ad infinito. „ No... alcuni simpatici personaggi del forum gli hanno semplicemente suggerito di mettere il diaframma di lavoro SU infinito ... non di metter a fuoco ad infinito ... che è una cosa diversa. Ed è esattamente quello che si deve fare quando si intende usare l'iperfocale. Ma questo succede quando ... “ Non sto neanche a leggere le risposte, che già immagino, l' argomento qui è stato trito e ritrito. „ ... l'argomento è talmente trito e ritrito che vedo che pure tu ci hai capito poco. |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 17:14
@ Schyter " E' interessante comprendere perchè in iperfocale, a parità di focale (esempio 50mm classico), la distanza minima di maf a volte cambia da obbiettivo ad obbiettivo ... credo che tutti gli utenti che scattano in analogico conoscano il perchè. Sorriso " Francamente non lo so..sarebbe interessante saperlo. Può essere il diverso CoC che entra nel calcolo? Per esempio un 50mm per medio formato avrà una minima distanza diversa da quella di un 50 per formato Leica, quando entrambi hanno il simbolo di infinito coincidente con quello dello stesso diaframma scelto sulla scale della profondità di campo. Ci sono differenze anche a parità di formato in base al produttore o all'età del progetto ? Io per quelli che sono gli obiettivi a mia disposizione con le opportune scale e partendo dall'esempio linkato, ho controllato i 28mm pentax f3,5 sia M che K, rispetto all'esempio del 28 leica summicron. A f11 in iperfocale le distanze minime coincidono (1,2m ). Nel K che ha una corsa un po' più lunga si individua con maggior precisione che nel M. Dei 3 solo il leitz ha la scritta 1,2. |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 17:41
Personaggi nuovi La distanza iperfocale è esattamente il limite estremo inferiore della PDC mettendo a fuoco ad infinito. In tal caso la nitidezza accettabile si estende progressivamente da infinito alla distanza iperfocale. Tale PDC non è la massima ottenibile. Mettere a fuoco alla distanza iperfocale fa estendere la nitidezza accettabile dalla distanza iperfocale ad infinito (progressivamente, in quella direzione) e dalla distanza iperfocale alla sua metà (progressivamente, in quella direzione). Non occorre fare gli scienziati e spaccare il millimetro, per i quali l' errore è dietro l' angolo. Occorre conoscere l' andamento della pdc in funzione della distanza e del diaframma. Il vero senso è quello di evitare le diffrazioni a causa di un diaframma eccessivamente chiuso, altrimenti è tutto POCO nitido, anche se con nitidezza omogenea. Per cui i margini di "errore" si controllano grazie alla distanza, approsimandola per eccesso, evitando inquadrature a oggetti eccessivamente ravvicinati, altrimenti basta chiudere il diaframma maggiormente, fino a quando non si decide di sostituirlo col tappo, tanto è la stessa cosa. Qui la confusione ce l' ha qualcun altro tra cos' è la distanza iperfocale in sè e la tecnica dell' iperfocale. |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 17:52
@Simone Rota prova a controllare un 50mm per Leica a telemetro e un 50mm per reflex... |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 21:26
@ Schyter "prova a controllare un 50mm per Leica a telemetro e un 50mm per reflex..." Magari li avessi tra le mani .. Che differenza c'è? Posso solo ipotizzare, conoscendo solo il sistema reflex: forse sulle distanze brevi una maggiore "precauzione" nel caso dell'ottica x telemetro, dovuta al parallasse? |
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