user111807 | inviato il 06 Settembre 2019 ore 18:34
La focale fa la differenza. ( oltre alla bravura del fotografo) |
| inviato il 06 Settembre 2019 ore 19:35
Un saluto a te Domenic! Tanto che non ti sentivo. Ben: la Pentax è un ottima macchina,sforna colori che mi piacciono moltissimo. Se desideri un 180 per ritratto io ti consiglio un elmarit R 2,8 secondo tipo che ha una decente messa a fuoco minima di 1,50m.Li ho avuti tutti i 180 Leitz,ottimo il 2,0R apo ma costosissimo e pesantuccio. A livello di sfocatura e per ritratto meglio i normali. |
| inviato il 06 Settembre 2019 ore 19:39
Grazie Giuliano! Un gentile augurio di buona serata a Te e a tutti gli utenti del forum... Ben |
| inviato il 06 Settembre 2019 ore 19:48
saluti Ben. Ciao Tony e Peppe,è così,non servono lame! Nel ritratto, luce,composizione,tipo di sfocatura sono parametri anche più importanti. |
| inviato il 06 Settembre 2019 ore 20:48
“ Nel ritratto, luce,composizione,tipo di sfocatura sono parametri anche più importanti. „ Senza dimenticare un quid nel soggetto ritratto Nello scoprirne e portarne a luce una potenzialità cioè. Di solito 'sta cosa non entra nelle discussioni perché difficilmente misurabile, troppo impalpabile. Inadeguata per chi è a caccia di certezze. Ma secondo me in un ritratto (dopo milioni di ritratti tecnicamente più o meno buoni nel mondo), resta il requisito che fa la differenza. |
| inviato il 06 Settembre 2019 ore 20:57
Vero Francesco!! |
| inviato il 06 Settembre 2019 ore 21:03
Secondo me nella riuscita di un ritratto un buon 80% lo si deve alla modella. Il restante ,fate voi |
| inviato il 06 Settembre 2019 ore 21:09
Tutto vero Giuliano e Francesco, luce composizione sfocatura quid, tutto questo caratterizza un ritratto e fa la differenza con un altro ritratto. Probabilmente nei ritratti commissionati a volte manca il quid, perchè il soggetto non ce l'ha ed è troppo difficile (ma non impossibile) per il fotografo inventarlo, far finta che ci sia. Nei ritratti casuali e di strada invece non può mancare, pena portare a casa un ritratto inutile. Regalare quid forse è la caratteristica di uno bravo. |
| inviato il 06 Settembre 2019 ore 21:11
“ Regalare quid forse è la caratteristica di uno bravo. „ Secondo me si |
user3548 | inviato il 06 Settembre 2019 ore 21:18
Non scrivo nel forum da un po' di settimane, un clima che non mi piace e continua a non piacermi. Ma... ci sono persone che hanno la passione dalla loro e sanno quel che fanno, e sono le persone dalle quali, per una ragione o per l'altra, siamo costretti ad imparare. Costretti, si, perché chi non costringe se stesso a migliorarsi rimane ×, saprà anche un miliardo di cose ma non impara nulla. Ebbene, gran bello spunto Giuliano, gran bella discussione che dobbiamo tenere viva. Un professionista con la P maiuscola che avrà i suoi difetti di essere umano ma che può e deve essere preso come riferimento. Lui, Peppe Gianni sono persone che leggo molto volentieri e che ammiro. Passando alle foto mi sono disfatto di tutto ciò che era lungo, ma devo rimettere davanti alla fotocamera una lente da 140-150mm in su e pensavo al 180 sonnar T*. Qualche considerazione in merito? Anche in pm grazie |
| inviato il 06 Settembre 2019 ore 21:20
Aggiungo una cosa, su cui sono curioso del tuo parere Giuliano Cosa che, come principio, trovo si applichi a quasi tutto ciò che avviene in terreni sommariamente "artistici" I ritratti di Giuliano si potrebbero definire molto classici. Ed ecco che dopo un po' (un anno, un decennio, un secolo...) vengono a noia. Allora si fa altro, sfoggiando tecnica e/o creatività. Ma la creatività, ahimé, rischia di annoiare ancora più in fretta. E qui c'è il casino: indietro l'arte (con la "a" minuscola, sottinteso ) non ci può tornare (chi mai potrebbe pensare di "copiare" Bach con qualche utilità? C'è già Bach...). Avanti pare esserci solo la sensazione di un "famola diversa" fine a sé stesso a ogni anno che passa, a ogni lente nuova che arriva sul mercato. Se ne esce? |
user3548 | inviato il 06 Settembre 2019 ore 21:26
Dimenticavo, prenderei hasselblad con adattatore per la X1D. Oppure addirittura le lenti H? |
user92023 | inviato il 06 Settembre 2019 ore 22:23
@Alberto. Anzi tutto ti ringrazio sia per il complimento, sia per l'accostamento a due persone, due amici se posso permettermi, che stimo molto anch'io! 180 Sonnar. Io posso parlare, per conoscenza diretta del 180/2.8 per Contax/Yashica. Un vetro che, all'epoca, mi aveva stregato. Il primo acquisto di una serie di 8 reflex, due telemetro (G1 e G2) e 20 + 6 ottiche. Per non dire di quelle che ho rivenduto e, quindi, non posseggo più. Sono, ed ERO, perfettamente conscio che altri 180 mm. (Leica e Nikon...per dire) spuntavano grafici MTF un pochino migliori, ma la resa di quell'obiettivo, la sua delicatezza non disgiunta dalla nitidezza, la capacità di salvare il dettaglio nelle basse luci, ed in fondo (perchè no?) il "mito" (Olympia Sonnar) costituirono, per me, un cocktail irresistibile. Confesso, però di non averlo mai provato in digitale! Ciao Alberto! G. |
user177356 | inviato il 06 Settembre 2019 ore 23:17
@Francesco Io credo che ci si concentri troppo sulla tecnica o sullo "stile" e poco sulla capacità espressiva (o interpretativa) che quella tecnica o quello stile consentono. Fare la stessa foto (stessa inquadratura, stessa posa, stesso pdr, stessa luce) a decine di soggetti diversi vuol dire far prevalere lo stile sul soggetto. Purtroppo è quello che caratterizza molti fotografi amatoriali: ci piace un certo effetto, un certo taglio e finiamo per gestirlo piuttosto bene, fin quando diventa facile ripeterlo in ogni situazione. E lo facciamo, producendo foto tutte uguali. |
| inviato il 06 Settembre 2019 ore 23:22
“ @Francesco Io credo che ci si concentri troppo sulla tecnica o sullo "stile" e poco sulla capacità espressiva (o interpretativa) che quella tecnica o quello stile consentono. Fare la stessa foto (stessa inquadratura, stessa posa, stesso pdr, stessa luce) a decine di soggetti diversi vuol dire far prevalere lo stile sul soggetto. Purtroppo è quello che caratterizza molti fotografi amatoriali: ci piace un certo effetto, un certo taglio e finiamo per gestirlo piuttosto bene, fin quando diventa facile ripeterlo in ogni situazione. E lo facciamo, producendo foto tutte uguali. „ Condivido certamente. Ma il dubbio che resta è: pur non cedendo ai conformismi (in una specie di mondo ideale) c'è una scappatoia, o semplicemente la misura è colma, e non c'è più nulla da aggiungere, se non ripetersi all'infinito o farla strana per forza? In fondo, per esempio, la musica cosiddetta classica a un certo punto si è esaurita, tra ripetizioni e farla strana, appunto... |
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