| inviato il 10 Aprile 2020 ore 20:32
Allora, oggi ho fatto un esperimento sul mio proiettore ( kodak ektapro 5000 slide projector) in pratica volevo silenziare il fruscio turbolento della ventola durante la fase di aspirazione, cos' da migliorare l'efficienza in aspirazione della ventola e rimuovere al più possibile le turbolenze che di fatto generavano fruscio/rumore di aria. ho smontato il proiettore e tolto la maschera. Ho limato con un utensile abrasivo le fessure all'interno del proiettore. In pratica l'area di passaggio è aumentata, ho smussato tutti i lati delle fessure e rimontato (in realtà ho lubrificato tutte le parti mobili del proiettore, cosa che avevo fatto qualche giorno prima, ma trascurandone certe.) Montato il tutto e sotto con la proiezione. ho fatto 1 ora di proiezione con la stessa diapositiva, (in realtà 1 ora e 2 minuti) Il risultato è stato che la (curvatura) della dia positiva era pressoché nulla anzi inesistente. dopo metto le immagini se si è interessati all'argomento. |
| inviato il 10 Aprile 2020 ore 21:42
Proiettate gli originali o dei duplicati? Oppure scattate due o più immagini dello stesso soggetto così da avere più di un originale (io a un certo punto iniziai a fare così. Infatti la luce del proiettore, più del suo calore, è quella che danneggia di più la diapositiva. Secondo il noto istituto di ricerca Wilhelm Research una diapositiva Fuji Velvia perde le sue caratteristiche dopo 4 ore e 45 minuti per un uso amatoriale e dopo 1 ora e 5 minuti per un uso professionale e museale. |
| inviato il 11 Aprile 2020 ore 0:03
Diego, ma hai mai visto un duplicato [buono, ottimo, il migliore possibile, fatto a regola d'arte, con la migliore ottica deputata (ad es. 80 macro Zuiko) con la migliore pellicola duplicating Fuji o Kodak .... ] in proiezione? Fa pena. E due foto dello stesso soggetto si possono fare solo per soggetti immobili, e non sai mai come vengono se non prima le vedi... Per quanto mi concerne, le mie dia le guardo pochi secondi alla volta, dunque non intravedo in condizioni normali di diaproiezione alcun pericolo, che semmai si può presentare per altri motivi, tipo una cattiva conservazione, soprattutto in telaietti coi vetri |
| inviato il 11 Aprile 2020 ore 0:59
Dopo aver tenuto la dia espota 1 ora non ho vusto tutta questa tragedia sui colori. Anzi non l'ho cita per niente. Che sia troppo poco 1 ora in continuità? |
| inviato il 11 Aprile 2020 ore 7:45
“ ...hai mai visto un duplicato [buono, ottimo, il migliore possibile... con la migliore pellicola duplicating Fuji o Kodak? „ Sì, l'ho visto. ma non veniva duplicato con metodi amatoriali (macchina-soffietto-ottica) ma con specifiche attrezzature che penso lavorassero a contatto (emulsione contro emulsione) Ho usato molto la slide duplicating, proprio per le proiezioni e diciamo che ottenevo risultati accettabili, ma i problemi permanevano (nitidezza e contrasto). Tuttavia, la proiezione tendeva a spianare i difetti che diventavano evidenti solo ad un confronto diretto con l'originale. Per prova feci eseguire dei duplicati da un lab. professionale e potei verificare che le differenze con gli originali erano minime sotto tutti gli aspetti (i costi erano rilevanti). E' comunque vero che, secondo ricerche effettuate, le dia degenerano a causa delle proiezioni ma... in una proiezione 'normale' un'immagine rimane visibile per una massimo di 4 secondi (6 ad esagerare), tempi che vanno allungati delle le rampe di dissolvenza, oltretutto non sono sottoposte a shock termico, perché la dissolvenza stessa tende naturalmente a non far surriscaldare i proiettori (incredibile ma... in una decina d'anni non ho mai cambiato una lampadina dei miei proiettori). Insomma... per un uso che non sia la multivisione a ciclo continuo (mostre, musei ecc...) hai voglia prima che si rovinino visibilmente E' molto più dannoso un processo E6 sbagliato, perché le immagini riescono a degenerare in meno di un anno semplicemente rimanendo in scatola e te ne accorgi solo a posteriori. @Pamtom Geniale l'idea di allargare i passaggi e smussare gli angoli. |
| inviato il 11 Aprile 2020 ore 9:19
Ordunque Diego se non ricordo male avevamo già in un'altra occasione accennato ai duplicati e al loro uso, di fatto sostitutivo, in proiezione onde poter meglio conservare l'originale. Ovviamente anche io ho provato a duplicare i miei originali, ovviamente ho adoperato la Kodak Slide Duplicating, manco a dirlo esposta a 25/15°, chiaramente avrei voluto adoperare la Fuji Duplicating ma è una chimera, o almeno all'epoca in Italia non si trovava, inutile dire che nell'operazione di duplicazione avevo seguito alla lettera le istruzioni del caso ivi compresa, in particolar modo, la filtratura con i filtri CC secondo i dettami di volta in volta specificati su ogni singola emulsione maaaaa... ma i risultati non sono stati eccezionali. la nitidezza un poco decadeva, ma francamente era l'ultimo dei problemi, e a conti fatti quello che maggiormente mi infastidiva non era neppure l'aumento del contrasto, seppure molto evidente, il problema, quello vero, era la eccessiva dominante fredda che si riscontrava sui miei duplicati. Diciamo che alla fine lo feci più che altro per mettermi alla prova, ma francamente, viste anche le esperiense altrui, è una pratica sconsigliabile. Anche se devo dire che la variante citata da Gsabbio, e di cui molti anni addietro sentii qualche vago accenno su alcune riviste di settore, credo proprio sia l'unica in grado di restituire dei risultati all'altezza delle aspettative visto che, quantomeno in linea di principio, non dovrebbe apportare decadimenti qualitativi visibili ma, come del resto in questi casi sempre accade, è un sistema costoso e, soprattutto, al giorno d'oggi comunque del tutto impraticabile dal momento che le Duplicating, ormai, neppure esistono più quindi... Senza contare che quand'anche ancora esistessero pellicole da duplicazione l'economia di scala, per forza di cose estremamente ridotta, innalzerebbe i costi in maniera sproposititata, anzi no, esponenziale. Insomma l'unica soluzione davvero percorribile sarebbe quella di avere due o più diapositive uguali, ma per far ciò dovresti adoperare necessariamente il cavalletto, e farlo sempre, impiegare un mucchio di fotogrammi, di fatto quasi inutilmente e comunque sarebbe una opzione praticabile solo su soggetti statici |
| inviato il 11 Aprile 2020 ore 10:32
Certamente il metodo da me suggerito (e praticato) di scattare più fotogrammi uguali è praticabile solo con soggetti statici, ma visto che è il genere di foto che faccio io, per me non ha mai rappresentato un problema. Inoltre questo metodo assolveva anche ad un'altra importante funzione: conservare uno o più fotogrammi intonsi, visto che ogni volta che ho mandato a stampare diapositive sono tornate indietro sporche e graffiate. Poi certo, se una diapositiva viene proiettata solo per pochi secondi, abche con decine di proiezioni accumula un tempo totale (che secondo quelle ricerche è quello che conta, non conta la lunghezza di ogni singola proiezione) ancora lontano dalle 2 o 4 ore citate. |
| inviato il 11 Aprile 2020 ore 11:36
Proietto solamente originali, non stò a proiettare tutti i giorni e sullo schermo la foto la tengo per pochi secondi in media. L'idea di fare due scatti è un'alternativa.... Ma lo farei per qualcosa di VERAMENTE importante, se dovessi fare due scatti per ogni foto andrei a spendere il doppio tra pellicola e sviluppo e non vale di certo la pena. Ovviamente dipende molto da quanto si scatta.... Io molto poco, circa 7 o 8 rulli diapositive ogni anno (e 5 o 6 negativi). Solamente 35mm.... |
| inviato il 11 Aprile 2020 ore 12:20
Diebu, ma come è stato effettuato il test sullo schiarimento della diapositiva? é vero che il flusso di fotoni a lungo andare schiariscono i colori, ne è un esempio le verniciature delle auto o moto. Però per me centra anche la temperatura. esempio prendiamo una diapositiva e la portiamo a temperatura di 60° cosa succede? che si "gonfia" per via della dilatazione termica. Mettiamo che si allunga del 10% la densità del colore di quanto si sbiadirà secondo te?!?! Circa il 10% e da tenere presente che la struttura fisica della diapositiva stessa verrà compromessa, una volta raffreddata di quanto si ritrae!?! Nei metalli c'i sono i trattamenti termici e sono ben studiati e collaudati. esempio il più famoso la tempra che è quel trattamento dove si porta il metallo ad alte temperature dunque alta agitazione molecolare e la struttura cristallina cambia e poi viene raffreddato immediatamente. questo comporta ad una durezza maggiore poichè la struttura cristallina è cambiata ma la resistenza alla torsione, flessione ed allungamento diminuiscono. come si fa a riportare il metallo alla struttura originale? bonifica ovvero si porta ad alta temperatura il metallo nel forno e poi si lascia li a temperatura costante per determinato tempo ( 1 minuto per mm quadro) e poi si spegne il forno. la temperatura scendendo molto e molto lentamente riporta allo atato originale la struttura metallica che prima era compromessa. Ora pensa alla diapositiva stessa che subisce un allungamento per via del calore, la struttura fisica della pellicola cambia e di conseguenza la resistenza pure alla sbiadimento sia per l'allungamento e sia per la densità della pellicola stessa. per me si il flusso di fotoni ma anche la temperatura. L'agitazione molecolare fa si che si possano sviluppare negativi con meno tempo (alte temperature) e più tempo (basse temperature) in breve più è calda la diapositiva più subisce un invecchiamento precoce e più è freddo l'invecchiamento è più limitato |
| inviato il 11 Aprile 2020 ore 13:01
Se cerchi "Wilhelm Research slide projection" oppure "fading" oppure "conservation" (ma anche solo Wilhelm Research") trovi tutta la documentazione. Inoltre ci sono tante altre ricerche inerenti conservazione di pellicole, carte fotografiche con test di sbiadimento, ecc. È il riferimento su queste tematiche. Dalle loro ricerche e test influisce più la luce di proiezione rispetto al calore dato dalla lampada di proiezione. Purtroppo non riesco a inserire i link perché trovo solamente i PDF da scaricare. |
| inviato il 11 Aprile 2020 ore 13:27
Diebu, negli accelerometri in effetti mettono sempre temperature elevate. questo test parla solo della temperatura ambientale e non il calore che investe la diapositiva. Per me è un test fatto "bene" se si conoscesse almeno la temperatura dove viene alloggiata la diapositiva in un kodak ektagraphic III,allora si potrebbe cominciare a ragionare. Oltre ai lumen che hanno già riportato ma questi dati non bastano senza temperatura. Un po' come dire.. l'acqua nella pentola da 5 litri evapora dopo 8 ore, ok ma a che temperatura!?! 10 gradi? o più gradi!?! comunque guarda qua prnt.sc/rx9k3b Un po' come dire che la carne si conserva uguale sia nek freezer che a 40 gradi sotto il sole.. Non mi pare |
| inviato il 11 Aprile 2020 ore 14:58
in breve più è calda la diapositiva più subisce un invecchiamento precoce e più è freddo l'invecchiamento è più limitato Lo penso anch'io. |
| inviato il 11 Aprile 2020 ore 15:10
Fate la prova che io intendevo fare ma che non ho più potuto fare perché non ho più spazio per proiettare: - prendete due diapositive molto simili non importanti, sacrificabili, una proiettatela per 4 o 5 ore (anche divise in più riprese) e una no, poi confrontatele; oppure: - prendete una diapositiva sacrificabile copritene metà con qualcosa di totalmente impermeabile alla luce; poi proiettatela come ho suggerito sopra; poi riferite i risultati. |
| inviato il 11 Aprile 2020 ore 15:21
Per me è un test fatto "bene" se si conoscesse almeno la temperatura dove viene alloggiata la diapositiva in un kodak ektagraphic III,allora si potrebbe cominciare a ragionare. Beh Michele questo non te lo so dire, considera però che gli Ektagraphic adoperano le stesse lampade EXR e/o FHS 82V 300W degli Ektapro. D'altra parte però bisogna pure considerare che gli Ektagraphic, se non ricordo male, rappresentano la generazione di proiettori precedente rispetto agli Ektapro ragione per cui da qualche parte qualcosa l'avranno migliorata per giustificare il prezzo degli Ektapro! Insomma può darsi che la ventola di raffreddamento dell'Ektagraphic, tanto per cominciare, non avesse la stessa efficienza di quella degli Ektapro anche perché, tu mi insegni visto che l'Ektapro l'hai smontato, che questi proiettori vantano una meccanica, a cominciare proprio dalla ventola, davvero di prim'ordine! |
| inviato il 11 Aprile 2020 ore 17:56
Nel circolo fotografico dove ero socio ho proiettato spesso dia di altre persone, con vari proiettori. Mi ero comprato un accessorio della Kindermann in formato 5x5cm con un termometro miniaturizzato al centro. Sui proiettori seri, nel punto dove si trova la dia, non si superano mai i 45°C. Poi bisogna sempre fare un po' di manutenzione: dopo qualche mese di funzionamento bisogna estrarre la lampada ed il vetro che taglia gli infrarossi e pulirli accuratamente, perché la ventola raffredda solo la lampada. Poi ci sono le lenti: io ne avevo due per ogni proiettore: il Colorplan per le dia sotto vetro ed il Colorplan CF per le dia con il telaio standard, senza vetro. |
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