user46920 | inviato il 17 Marzo 2015 ore 9:32
“ quello nero ti costringe a chiedere "hai d'accendere?" segno, forse, che per quanto le nostre basi e preparazione sono solide, abbiamo bisogno degli altri per progredire. „ hai ragione, non ci avevo pensato. Un saluto e ti auguro di liberarti dal tabacco molto velocemente “ Come si regola la macchina uomo? „ ... intanto ci rifletto !!! |
| inviato il 17 Marzo 2015 ore 9:51
Peppe550 “ Io invece la penso in modo opposto „ Credo che la pensiamo allo stesso modo. La domanda era “ La cultura può creare una barriera „ e non "la cultura crea una barriera" Ho voluto sottolineare questo aspetto, perché spesso ci portiamo appresso complicati ragionamenti che ci allontanano dalla semplicità del momento. In altre parole, dovremmo imparare "tutto" e poi trovare il modo per dimenticare "tutto". Penso, che il "dimenticare tutto" possa essere ottenuto ponendo l'attenzione su qualcosa di semplice e concreto. |
user20639 | inviato il 17 Marzo 2015 ore 10:55
Come si regola la macchina uomo? Questa domanda vale più della risposta, caro Wildvideo. |
user55929 | inviato il 17 Marzo 2015 ore 21:16
A proposito di Arte, mi permetto, di riportare una definizione semplice tratta da Wikipedia, senza scomodare nobili ed eruditi autori che tutto hanno tranne il dono della semplicità espositiva. La trascrivo semplicemente perché credo che questo genere di discussioni sia afflitto da disordini metodologici, nel senso che si toccano molti argomenti e concetti che sono interconnessi e che ognuno di noi interpreta in modo differente. Come si fa in ambito scientifico bisognerebbe partire dalle definizioni dei termini che vengono usati in modo tale che ci si trovi tutti d'accordo e non vi siano fraintendimenti di sorta e che queste definizioni siano da tutti accettate. In particolare volevo dire a Francesco che ogni nostra cosa (in senso fotografico, in questo caso) può essere considerata Arte secondo la definizione che segue. Con il progredire della discussione sarà possibile definire altri termini (cultura e conoscenza, mode e canoni codificati, estetica, solo per fare alcuni esempi) per poter avere dei dati su cui fare un'analisi ed eventualmente costruire delle considerazioni conclusive. Per il momento procediamo con ordine e per punti. "L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana , svolta singolarmente o collettivamente , che porta a forme di creatività e di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate o acquisite e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Nella sua accezione odierna, l'arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni e "messaggi" soggettivi. Tuttavia non esiste un unico linguaggio artistico e neppure un unico codice inequivocabile di interpretazione. Nel suo significato più sublime, l'arte è l'espressione estetica dell'interiorità umana. Rispecchia le opinioni dell'artista nell'ambito sociale, morale, culturale, etico o religioso del suo periodo storico. Alcuni filosofi e studiosi di semantica, invece, sostengono che esista un linguaggio oggettivo che, a prescindere dalle epoche e dagli stili, dovrebbe essere codificato per poter essere compreso da tutti, tuttavia gli sforzi per dimostrare questa affermazione sono stati finora infruttuosi. L'arte può essere considerata anche una professione di antica tradizione svolta nell'osservanza di alcuni canoni codificati nel tempo. In questo senso, le professioni artigianali , quelle cioè che afferiscono all'artigianato , discendono spesso dal Medioevo, quando si svilupparono attività specializzate e gli esercenti arti e mestieri vennero riuniti nelle corporazioni. Ogni arte aveva una propria tradizione, i cui concetti fondamentali venivano racchiusi nella regola dell'arte, cui ogni artiere doveva conformarsi.". Caro Francesco, purtroppo tu lo voglia o no, sei un artista (magari non famoso, ma...) Cari saluti a tutti |
| inviato il 17 Marzo 2015 ore 21:41
Palborgg.... se posso scegliere, preferirei... "fotografaro" Che oltretutto, su Wikipedia (ancora) non c'è! Abbraccione F |
user55929 | inviato il 18 Marzo 2015 ore 10:21
Va bene fotografaro concordo, allora siamo due fotografari, ma sempre artisti (minuscoli) e non famosi. A presto |
| inviato il 19 Marzo 2015 ore 11:39
A discussione quasi conclusa, per restare coerentemente OT , segnalo un articolo che, in tema di cultura contemporanea, riassume brevemente il pensiero del sociologo polacco di fama internazionale Zygmunt Bauman: insideart.eu/2015/03/17/parla-bauman/ |
| inviato il 19 Marzo 2015 ore 11:45
Molto interessante! |
| inviato il 19 Marzo 2015 ore 12:13
Molto interessante anche secondo me. Ed inquietante. Ritorna dunque la visione etica dell'arte, questa volta nel senso di ciò che solo può essere: quello che "dovrebbe essere". Non esistendo più come concetto condiviso culturalmente può sopravvivere come "poetica" di coloro che pensano - si illudono? - di poter ancora esprimersi con quel linguaggio... “ «Oggi gli intellettuali hanno perso anche quest'ultimo potere. [Essere interpreti della cultura] Non riescono più a interpretare gli interessi culturali comuni e condivisi, ma sono unicamente umili difensori dei propri interessi professionali». La cultura ha cessato di essere, citando Pierre Bourdieu, elemento di distinzione e di innalzamento, è ed qualcosa di globale e onnivoro che abbraccia ogni sapere e si confronta con tutte le culture che incontriamo ogni giorno nel nostro trafficare quotidiano. La nostra è una società diasporizzata, dentro a ognuna ne troviamo altre migrate nella nostra. „ Anche lo Stato sembra non contrastare questa tendenza... Sarà davvero nell'interesse di tutti? Davvero è meglio, è... più moderno gettare tutto a mare? |
user20639 | inviato il 19 Marzo 2015 ore 12:47
Se nell'evoluzione culturale dell'uomo, si è arrivati all'idea, che non ci sono punti di vista privilegiati: quando si osserva un oggetto, allora anche nella cultura non ci possono essere soggetti privilegiati, ne punti di vista canonici. Il canone di bellezza, cambia a seconda della cultura che si osserva. Lo stesso per quello etico. Mi sembra normale, che il relativismo sia un dato scientifico, oramai. L'uomo ha bisogno di certezze? Troviamole queste certezze...uno, potrebbe essere il rispetto dell'altro. “ Goldkorn, citando la decadenza degli intellettuali, da legislatori ad interpreti „ In tutto questo ragionamento di Goldkorn, intuisco l'arroganza di una sola cultura... |
| inviato il 19 Marzo 2015 ore 16:44
Parlando di cultura come di un sistema di valori comuni ad un gruppo sociale, sinceramente dubito molto della cosiddetta "multiculturalità" intesa come convivenza pacifica di più culture "mescolate tra loro", anche perché non è vero che si tratti di una sfida tipica del giorno d'oggi; ogni periodo di "grandi migrazioni" ha conosciuto la medesima sfida e, immancabilmente, le possibili soluzioni erano la violenza reciproca o la ghettizzazione o, addirittura, l'autoghettizzazione (salvo ricomporre la "faida" dopo molti secoli, dando vita ad una cultura nuovamente "unica" e almeno in parte diversa dalle precedenti). Il motivo di fondo di questa impossibilità di dialogo "a chilometro zero" risiede proprio nel significato della parola "multiculturalità", che non vuol dire semplicemente diversità di religione, o di abbigliamento, o perfino di idea politica (queste cose ci sono comunque anche all'interno di una sola cultura), ma differenze sostanziali riguardanti i "valori" fondanti il concetto stesso di comunità, e quindi di convivenza; un esempio su tutti: la considerazione, talora diametralmente opposta, nei confronti dei "diritti dell'uomo" (e della donna, aggiungo io); e non è nemmeno la differenza più importante, come la vedete la convivenza con gruppi che, per ragioni culturali, pretendono una forma di governo basato sulla shari'a?. La convivenza può basarsi solo sul riconoscimento di un comune sistema di "diritti-doveri", che poi è quello che sta alla base di qualunque sistema legislativo, ed è molto diverso se a non accettarlo è il singolo (per ragioni sue) o un intero gruppo sociale (per ragioni che accomunano l'intero gruppo): il singolo diventa perseguibile se infrange la legge, indipendentemente dalle sue motivazioni, ma come la mettiamo con un'intera "comunità culturale" che non accetti di sottostare alla Legge? Ma soprattutto: chi verrebbe delegato a formulare le Leggi in un sistema di gruppi conviventi, ma che non accettano i medesimi principi fondamentali; su cosa potrebbero basarsi quelle Leggi? Oltre alle "Leggi ad personam" faremo anche quelle applicabili solo a questo o quel gruppo culturale? Sarebbe il modo migliore per far si che nessuno rispetti più alcuna regola. Insomma, un conto è fare in modo che ciascuno possa vivere dignitosamente nel proprio paese e secondo regole che condivide con tutti i suoi connazionali, un altro è pretendere di convivere nel medesimo luogo, ma con regole differenti; e non è razzismo e nemmeno l'arroganza di una sola cultura. L'unica possibile soluzione sarebbe quella di modificare tutte le "culture conviventi" in modo da costruirne una, unica e nuova, con regole accettabili da tutti. Ma in questo modo si rinuncia comunque all'utopia della "multiculturalità". Nonostante la visione di Zygmunt Bauman, ho sempre più l'impressione che la nostra situazione socio-culturale assomigli in modo drammatico a quella dell'Impero Romano alle soglie del crollo finale: stessa perdita di identità culturale, stessa incapacità dei governanti di comprendere la situazione; persino le spinte consumistiche sono molto, moooolto somiglianti! “ Il canone di bellezza, cambia a seconda della cultura che si osserva. Lo stesso per quello etico. „ Se non ché i canoni e l'etica sono tali solamente se condivisi all'interno dell'intero sistema sociale di riferimento; se un sistema sociale diventa così frammentario da non condividere i valori chiave, canoni ed etica non è che cambiano, semplicemente scompaiono. Giusto per concludere, credo che i discorsi sulla "multiculturalità" siano solo un modo per non vedere che, molto più semplicemente, l'Italia una sua cultura non ce l'ha più (ammesso che l'abbia mai avuta), e forse è l'intera Europa cha la sta perdendo. |
user46920 | inviato il 19 Marzo 2015 ore 17:43
“ molto più semplicemente, l'Italia una sua cultura non ce l'ha più „ ... come non ce l'ha più ??? ... e il patto stato/mafia, dove lo mettiamo ??? ... quello è un grandissimo esempio di intergazione culturale ai massimi livelli !!! ... siamo una esponenza leader nel settore, anche questa è cultura !!! ... certo, magari è solo lievemente pericolosa per il buon proseguire di questo pianeta, ma l'integrazione sembra un vero successo, in tutta Europa e oltre ... |
user20639 | inviato il 19 Marzo 2015 ore 17:48
Luogo comune:"Il mondo è bello perchè è vario" Il mondo è bello in tutte le sue diversità, che nulla vada perduto o sprecato. Anche le comunità più arcaiche, insegnano ricchezze del sapere: immense. Se vogliamo essere onesti intellettualmente questa è la verità (antropologica, scientifica e umana, religiosa). Questo è una delle poche certezze raggiunte. Si parla di convivenza? Troppo lungo farne la storia, anche se l'esigenza ci sarebbe. Comunque si può convenire che tutti siamo diversi, fin da bambini ci insegnano il rispetto per l'altro, il rispetto delle cose, il rispetto del creato o della natura. Noi cosa rispettiamo? Oggi, l'unica cosa che si rispetta veramente, è il denaro, carissimi. Non pensate che quello che sta succedendo sia per motivi religiosi o che sia colpa delle culture diverse, le guerre non sono mai avvenute per quello. Non fatevi ingannare in questo fondamentale. Il problema non è nella diversità culturali, quelle sono delle ricchezze che vanno rispettate, il problema sta nella ignoranza, che può essere come una malattia, l'accumulo smisurato dei beni, l'intolleranza, il desiderio dei beni altrui. Quanti esempi si potrebbero fare? E' chiaro che in tutto questo la fotografia è una componente essenziale, sia in senso buono, sia in quello cattivo. XXXXXXXXXXXXXXXXXXX Raccolgo e sono onorato di presentare il messaggio di Francesco e ringrazio dell'ospitalità ricevuta... Francesco Merenda: come promotore della discussione, un ringraziamento sincero a tutti quelli che hanno partecipato e a tutti quelli che, pur non intervenendo, ne sono stati parte semplicemente leggendo... Un grazie a tutti. |
| inviato il 23 Settembre 2016 ore 13:55
Francesco ciao, ho letto un po' dei tuoi post e mi hai incuriosito per la sensibilità che mi hai trasmesso e la voglia di condividere in modo gradevole pensieri ed esperienze tra ognuno di noi. Per quanto riguarda questo post in particolare, dico la mia. La Cultura e' tutto. La fotografia come forma di arte e di espressione, cosi come forma di lavoro - e non solo la fotografia - vive di cultura, di spunti, anche di imitazione se ponderata saggiamente, consapevole e inconscia. La vita stessa di ognuno di noi si basa su dei modelli che abbiamo imparato a vivere e fatto propri. Cartier-Bresson in una delle sue interviste diceva che quando gli mancava l'ispirazione non prendeva la macchina e andava a scattare, ma leggeva! E ognuno ha il suo modo di assorbire la cultura. Nessuno va denigrato o considerato meno eloquente. Come ha gia' detto qualcuno, il mondo e' bello perche' e' vario! Saluti, Andrea. |
| inviato il 23 Settembre 2016 ore 15:07
Ciao Andrea. Un topic di un po' di tempo fa, sul quale mi fa però piacere leggere le tue righe, per contenuto e misura. Soprattutto nel loro invito finale, ovvero al rispetto dell'altro come onore a una dignità che, certo, non è la minor qualità di eloquenza (o di doti varie e altre) a far venire meno Un caro saluto F |
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