| inviato il 10 Dicembre 2025 ore 19:51
Se non si ha nulla di utile da aggiungere ne la capacità di leggere un testo di qualche riga nessuno obbliga a esprimere qualcosa a volte si fa più bella figura senza intervenire a sproposito |
| inviato il 10 Dicembre 2025 ore 19:56
“ a volte si fa più bella figura „ Ovazione |
| inviato il 10 Dicembre 2025 ore 20:25
Franci non offenderti, era un modo carino per venirti incontro e abbassare il livello intellettuale che su questo forum spesso è troppo alto. Na'fatica aó Cieciolo Ed va lasciata stare |
| inviato il 10 Dicembre 2025 ore 20:43
Offendermi per cosa? Ero ironica ...Dai andiamo a prenderci una birretta Condivido un po di leggerezza non guasterebbe. Kiss |
| inviato il 10 Dicembre 2025 ore 20:48
“ il livello intellettuale che su questo forum spesso è troppo alto. „ Mi sa che frequentiamo forum diversi |
| inviato il 10 Dicembre 2025 ore 20:52
Già |
| inviato il 10 Dicembre 2025 ore 21:27
In conclusione, avendo riletto quanto fino ad ora scritto da tutti, mi sento di specificare e raccogliere sommariamente alcuni punti fondamentali di questa generosa discussione: Punto 1) Stefano Ferioli ha posto la domanda in modo troppo generico, non specifico e senza alcuna distinzione per genere di foto, contesto e differenza tra postproduzione fotoritocco. Indi per cui, se ne (me ne) scusa (scuso). Punto 2) Stefano Ferioli non è Titolare né socio di alcuna pasticceria. Punto 3) Fotografare la realtà può essere un'affermazione fuorviante, perché, in alcune situazioni, anche socialmente drammatiche, alcuni possono ridire su questo o quello. Punto 4) Fotografia ed immagine, possono avere confini sottili come spazi più o meno comuni e, per parlare del loro "sviluppo" occorre ponderare il discorso ai partecipanti presenti. Esempio: citare Man Ray o altri, implica averne le basi di una minima conoscenza per storia ed opere. Punto 5) Ho notato, nella mia rudimentale istruzione e grande ignoranza, una vostra tendenza a non rileggere/correggere e sistemare quanto avete scritto pubblicamente (non per tutti, ovviamente) e, per il prossimo topic, vi chiederò gentilmente di essere il più chiari possibile. Punto 6) Se rispondessi per filo e per segno ad ognuno di voi, starei qua fino a Domenica sera ma dovrò essere a Milano per visitare una mostra a cui tengo e lavoro pure, indi per cui, per @Michelangelo del 9/12 alle 2:46 (dormi poco, vero ?), la divisione tra fotografia naturalistica (flora, fauna e pure paesaggio), come veritiero "racconto" e tutta quella fuori da quel contesto (ritratto, strett, sportiva, etc.), come "narrazione" (leggasi: storia da raccontare), ha un fattore in comune che risiede, a mio avviso, nella parola "testimonianza". Motivo per il quale, vi ringrazio ancora per tutti gli aspetti evidenziati, augurandomi che se ne esaltino i migliori. |
| inviato il 10 Dicembre 2025 ore 21:43
Non vorrei gettare altra benzina sul fuoco, ma la fotografia naturalistica come "veritiero racconto" è spesso una divertente invenzione per inguaribili ottimisti. |
| inviato il 10 Dicembre 2025 ore 21:46
“ Punto 3) Fotografare la realtà può essere un'affermazione fuorviante, perché, in alcune situazioni, anche socialmente drammatiche, alcuni possono ridire su questo o quello. „ La realtà è tridimensionale, multimediale e in evoluzione nel tempo. La foto è bidimensionale, solo visiva e ferma, già solo questo impedisce alla foto di poter riprodurre/registrare la realtà e peggio ancora si è limitati all'inquadratura scelta che ritaglia ulteriormente la già pietosa pretesa di registrare il vero. Se puoi ci aggiungi che il messaggio/contenuto è ulteriormente modificato dal dove la foto la metti, in quale contesto la distribuisci/fai vedere e peggio ancora da cosa scrivi nella didascalia/titolo della realtà non è rimasto praticamente nulla. La foto è sempre e solo una rappresentazione creata e proposta dalla volontà di una persona, non è mai realtà oggettiva. Nemmeno una semplice foto di paesaggio è reale. |
| inviato il 10 Dicembre 2025 ore 21:50
Ls83: Punto 3) DEGNO APPROFONDIMENTO BEN SCRITTO. Grazie mille ! Verissimo. |
| inviato il 10 Dicembre 2025 ore 22:08
“ Dai andiamo a prenderci una birretta ;-)” Franci grazie, sarebbe un'occasione per farmi perdonare la gaffe… Prima però sarebbe meglio che mi riprendessi da tutti gli aperitivi. |
| inviato il 10 Dicembre 2025 ore 22:26
Il ritocco della fotografia è sempre esistito, se uno fosse passato in un laboratorio di sviluppo foto anche 30 anni fa, avrebbe visto dal vivo. Oggi lo sviluppo è imprescindibile e lo dimostrano i software che ogni giorno vengono aggiornati e acquistati da tutti professionisti e non. Per me la foto anche taroccata per volere di chi la sviluppa rappresenta ciò che vuol far vedere agli altri chi l'ha fatta, piaccia o no. Fare una foto con macchine che fanno pure il caffè già li inizia una trasformazione soprattutto chi fa solo jpg. |
| inviato il 10 Dicembre 2025 ore 22:57
La domanda iniziale era se inserire oppure no delle informazioni sulla post-produzione nella didascalia della foto, la discussione (tra l'altro molto interessante) si è immediatamente trasformata in una discussione sull'ineluttabilità della post-produzione sia nel passato che nel presente. La mia impressione è che si sia effettivamente toccato un nervo scoperto, e che molti di quelli che sono intervenuti debbano trovare una giustificazione quasi vergognandosi di ritoccare le foto. In realtà non credo ve ne sia alcun motivo, ma sembra esserci un forte imprinting dell'idea che le foto non vadano toccate, e che questo imprinting sia più presente proprio nelle persone che invece la vedono appunto come ineluttabile. |
| inviato il 10 Dicembre 2025 ore 23:29
La mia impressione è che chi non vuole o non sa post produrre o ritoccare una foto, vuole autoconvincersi che quella non è una fotografia degna di questo nome, credendo così automaticamente di fare foto migliori. |
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