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Eh ma me l'avevi un attimo smontato, complice l'influenza negativa di tuo fratello, quindi sono passato ad altro ed è ancora in coda per la valutazione dell'acquisto cartaceo
Ho l'impressione che il libro raccolga presentazioni scritte da Celant per esposizioni degli autori da lui curate e che questo si sia tradotto in "pezzi" che sono più celebrativi che analitici, con linguaggio un po' ampolloso che gira su se stesso inutilmente, del tipo "come mi piace ascoltarmi scrivere così bene". Del resto il fatto che il libro si apra con i tre fotografi maledetti Witkin, Serrano e Mapplethorpe per poi introdurre una serie di altri autori che, come recita il titolo del libro, nulla hanno a che fare con la fotografia maledetta, mi porta a credere che altro non sia che una poco organica raccolta di scritti occasionati dalle curatele di Celant.
Già il celebrativo mi frena, ancora prima dell'onanismo verbale. Tra l'altro anche il libro/catalogo di Witkin sulla mostra a Rivoli del '95 è di Celant. Ma lì almeno ci sono le stampe, che è quello che conta :)
Lo aveva citato @Novebis nel club, io ve lo cito qui con un suo libro.
Personalmente mi ci ritrovo molto in questa sua affermazione “Occupandomi di fotografia, se si sceglie di smettere di utilizzare la profondità, non si hanno altre alternative oltre alle strutture, le cromie e le texture”
Io ci vedo anche del Fontana. Mi e' piaciuto in parte, alla lunga nel sfogliarlo mi da di ripetitivo, almeno ai miei occhi.
Il racconto tra le quattro mura domestiche della sua famiglia. Padre alcolizzato, madre fumatrice seriale e food addicted e un fratello vittima delle droghe.
Apprezzo sempre piu' questi lavori "a portata di mano". Il quartiere, la famiglia, la finestra di casa, la routine, etc. e non necessariamente il viaggio in Islanda, India, Africa, etc.
Il libro e' vecchiotto, del '96, ma lui era giovane, aveva 26 anni al momento della pubblicazione quindi una documentazione iniziata ancor prima immagino.
Non ho trovato info se in quegli anni vivesse anche lui in famiglia, quindi "subendo" quella realta', o meno.
Samaras "The Photographs of Lucas Samaras" , Essay by Ben Lifson , Aperture 1987.
Il libro è suddiviso in capitoli con i vari progetti dell'artista dal 1969 al 1986.
Tra i progetti più interessanti: Autopolaroids, Splits, Photo-Transformation, 8x10 Sittings, Panoramas e Heads.
L'ho trovato a poco e ce ne sono tante copie in giro a prezzi abbordabili.
Consiglio a coloro a cui piacciono Urs Lüthi e Duane Michals o sono interessati al mondo Polaroid in molte delle sue possibilità.
Se si considera che le pellicole Polaroid SX-70 sono state messe in commercio nel 1972 in concomitanza con il lancio della fotocamera Polaroid SX-70 e che Samaras le manipolava nel 1973 e che le univa in collages nel 1983, lo possiamo considerare il precursore, padre e ormai nonno di tantissimi amanti, più o meno famosi, del genere.
I più smaliziati, puzzoni e perditempo rivedranno un'eco delle sue sperimentazioni in tanti acclamati lavori, più o meno recenti, di altri autori.
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