| inviato il 14 Marzo 2018 ore 10:41
“ Credevo che l'artista, per sua natura, dovesse sfuggire da ogni definizione „ Se sfugge a ogni definizione può sfuggire anche a quella di artista. Il che in effetti può accadere. Ma allora di cosa stiamo parlando? Van Gogh morì povero. Nessuno lo capì. Manco gli "esperti" suoi contemporanei. Ok! Ma adesso ? Non è certo considerato un genio perché ho trovato io un quadro in un mercatino, sono entrato in un museo, ho steso un paio di guardie e con chiodo e martello l'ho fissato alla parete... e il pubblico in coro ha fatto "ooooh! questo si che è un Artista" Chi ce l'ha messo "veramente" il quadro alla parete? (con veramente non intendo l'addetto assunto con contratto precario ) |
user90373 | inviato il 14 Marzo 2018 ore 10:49
@ Opisso “ Se sfugge a ogni definizione può sfuggire anche a quella di artista. Il che in effetti può accadere. Ma allora di cosa stiamo parlando? „ Appunto! |
| inviato il 14 Marzo 2018 ore 11:17
Ettore... cosa vuoi che ti dica. Se è tutto inclassificabile... allora ognuno può dire la sua senza "contradittorio". A questo punto presentalo tu Passepartout al posto di Daverio. O fallo tu il presidente del Palazzo Ducale (dove si allestiscono anche mostre fotografiche) qui a Genova. Ok, il secondo punto forse non era un buon esempio |
| inviato il 14 Marzo 2018 ore 12:20
se si pone sullo stesso piano Gursky e McCurry, come artisti, non torna qualcosa. “ Se è tutto inclassificabile... allora ognuno può dire la sua senza "contradittorio". A questo punto presentalo tu Passepartout al posto di Daverio. „ concordo è il "volemose bene" a tutti i costi, la democratizzazione del pensiero che sega le gambe. |
| inviato il 14 Marzo 2018 ore 12:26
Il fatto è che ogni categoria del pensiero umano è tale proprio perché "incasellabile"; l'arte non può sfuggire a questa regola, altrimenti non esisterebbe proprio come concetto. Che poi sia difficile definire in modo "oggettivo" i parametri con cui incasellarla è verissimo, ma qualcuno che si assuma la responsabilità di dire cosa è arte e cosa non lo è ci deve pur essere, altrimenti parliamo veramente al vento. Semmai mi rimane il dubbio se questo "potere" debba necessariamente essere appannaggio unicamente della classe e dell'ideologia dominanti, o se il concetto di arte non possa essere espresso in più declinazioni secondo i diversi ambienti culturali e sociali in cui è frammentata la comunità umana |
| inviato il 14 Marzo 2018 ore 12:30
Purtroppo, sull'eccessiva democratizzazione, soprattutto se non supportata dal rispetto del dovere di acculturarsi, non posso che essere d'accordo con Matteo, e questo purtroppo finisce per lasciare poco spazio al dubbio che ho appena espresso |
| inviato il 14 Marzo 2018 ore 12:53
@Matteo Forelli : non penso si tratti di mettere sullo stesso piano i fotografi che hai citato , penso che sia più una questione di individuare quegli autori che producono delle opere "credibili" , e che in sintesi riescono a creare una qualche connessione tra l'opera ed il suo fruitore , ossia il pubblico. Se il pubblico che apprezza un opera è molto ristretto , questo genere di opere assumono una connotazione molto autoreferenziale. Maggiore è il numero delle persone che apprezzano l'opera ( ed intendo in un arco temporale molto esteso, non solo i contemporanei dell'artista) , più essa esce dal un ipotetico orticello settoriale , in cui solo pochi eletti hanno lo strumento per apprezzarla. Diventa un opera che unisce , di cui si riconosce l'universalità del messaggio che riesce a comunicare , ed è lì che , al suo creatore viene riconosciuto l'indiscusso merito di essere un grande maestro della sua arte. Questo per me è il grande Artista. Poi, c' è l'artista che mi piace, che magari per ora non sarà un grande artista nei riconoscimenti avuti dai suoi pari o dalla critica, ma lo è per me. E se quelli come me non fanno outing , non dicono a chiare lettere che per loro questo o quello è un grande artista , come puo' emergere il fatto che la sua opera inizia ad avere una connotazione sempre più universale ? |
user148740 | inviato il 14 Marzo 2018 ore 13:08
Sarà che io ho un carattere abbastanza anarchico di per se, rifuggo dall'idea che questi siano gli unici a stabilire le "regole", così l'arte diventa emanazione della loro forma mentis. E mi sembra che non sia quel gran faro per l'umanità. poi chiaro che se tutti possono definire l'arte, l'arte semplicemente non esiste più (o meglio esiste e non esiste come diceva Plutarco). Come se ne esce? si taglia la testa al re per poi dopo un breve periodo di casino si ritorna all'imperatore? No però io rivendico il diritto di dire che l'arte può esistere anche all'esterno del circuito, e rivendico il diritto di dire che anche alcune cose del circuito non siano arte. è buonismo, forse, non so. Ma so che la standardizzazione delle definizioni può essere castrante per un creativo ps standardizzazione delle definizioni è una roba che non si può sentire ma si capisce cosa volevo dire anzi forse no anche perché spesso è proprio nel superamento dei limiti che l'artista ritrova il proprio lavoro boh non so vado a fare lapenichella |
user148740 | inviato il 14 Marzo 2018 ore 13:17
“ Se il pubblico che apprezza un opera è molto ristretto , questo genere di opere assumono una connotazione molto autoreferenziale. „ Può anche darsi che fra 100 anni si guarderà a questo periodo come il periodo più balordo della storia dell'arte. Il periodo in cui non dico per giudicare un opera ma anche solo per poterne fruire bisogna avere una laurea (con la quale di fatto vieni conformato alla forma mentis) |
| inviato il 14 Marzo 2018 ore 13:23
Ma davvero è così importante? Uno ragiona su quello che ha da dire (concept), poi decide come lo vuole dire (traducibilità visiva) e infine realizza la cosa (in questo caso delle fotografie). E ha finito, punto. Poi forse ci saranno altri che si faranno milioni di pipponi mentali per discutere se quella roba realizzata sia arte o meno. O molto probabilmente neppure quelli. |
user148740 | inviato il 14 Marzo 2018 ore 13:29
ma per me sì, l'arte è importante e fa parte del progresso dell'umanità, poi ovvio che se lo guardo dal mio orticello io comunque continuo a fare la mia vita, le mie foto e tutto l'altro. poi che ci stiamo facendo solo pippe mentali probabilmente hai ragione |
| inviato il 14 Marzo 2018 ore 13:48
Alludevo al fatto se fosse importante o meno catalogare un lavoro fotografico dentro certi canoni, visto che un lavoro fotografico potrebbe essere qualsiasi cosa. L'arte è una parola usata spesso a caso e in modo improprio. Ma una cosa è certa: un autore non è sicuramente un artista se è lui che definisce arte il suo lavoro, ma potrebbe esserlo se sono altri che lo definiscono tale. A mio parere questa è forse l'unica certezza. Sono gli altri che decidono se un lavoro (di qualsiasi tipo) è arte. |
user148740 | inviato il 14 Marzo 2018 ore 13:50
ah si su questo ti do ragione |
| inviato il 14 Marzo 2018 ore 13:57
“ Se il pubblico che apprezza un opera è molto ristretto , questo genere di opere assumono una connotazione molto autoreferenziale. „ In linea di massima sono d'accordo ma... c'è anche il rovescio della medaglia. Chi stabilisce e misura quale sia il livello di difficoltà lecito per non cadere nell'autoreferenziale? E, si potesse stabilire, non sarebbe anche questo paletto una limitazione stessa all'espressività dell'artista. Alla fine si risolverebbe il problema dell'autoreferenzialità ma di contro si rischierebbe di dare la pappa pronta al pubblico (il fatto che non capisco il "messaggio"... potrebbe essere uno sprone ad imparare qualcosa) abbassando di anno in anno le qualità della proposta. Inoltre... visto che ormai si tende a monetizzare il più possibile... credo che in generale, questo processo di "smussamento" si già messo in atto dai vari editori/produttori. Mi vengono in mente i vari director's cut che ogni tanto saltano fuori... Dove si scopre che il lieto fine è stato magari imposto per fini commerciali. |
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