| inviato il 28 Giugno 2017 ore 10:34
@Ettore Se però ci pensi a fondo, non c'è tutta questa differenza: - chi fotografa una composizione deve comunque comporre anche la fotografia. - chi compone una fotografia ha spesso atteso pazientemente che la composizione nascesse in maniera spontanea. La vera differenza è solo in quelle composizioni che non nascono in modo spontaneo e che quindi richiedono necessariamente una installazione (still, la gran parte dei nudi, le immagini concettuali...). Alla fine, le tecniche e le competenze fotografiche sono le stesse. Cambiano solo quelle sul dominio fotografato (reale o costruito). |
| inviato il 28 Giugno 2017 ore 10:35
ottimo distinguo e gioco di parole Ettore. Motofoto, la vera differenza è che lei vuole avere tutto sotto controllo nelle immagini che produce. potrei arredare casa mia, fotografarla, e dire che è una mia composizione. Ciascuno concepisce la fotografia a modo suo. “ Ma voi riuscite ad entrare nel sito personale? Io no... „ ti ha bloccato anche lei. |
user90373 | inviato il 28 Giugno 2017 ore 10:53
@ Motofoto La differenza è che qualcuno potrebbe avere l'idea e preparare la composizione, come fotografo il mio compito sarà di restituire un'immagine il più vicino possibile all'idea primigenia dell'altro. Ora non so a chi vada la maggior parte del merito e in chi risieda la creatività. In molti casi al fotografo resta solo la parte tecnica, professionale, non è poco ma .......... |
| inviato il 28 Giugno 2017 ore 10:56
no non hai capito è il fotografo che prepara tutto e mostra la sua idea. Questo è un grosso plus riuscire a comunicare la propria visione Stai facendo confusione con le riviste dove un art director decide come sarà una data campagna o che immagine deve apparire e il fotografo ha il compito di realizzare quelle idee |
| inviato il 28 Giugno 2017 ore 11:01
Questo è un bel tema. Sostengo da tempo che una foto scattata durante un workshop/corso dovrebbe indicarlo nella didascalia. Se qualcuno ti ha procurato la modella, l'ha messa in posa, ha messo le luci e ti ha detto dove devi metterti...di chi è il merito? Al contrario, se un artista "compositore" prepara il soggetto già pensando a come sarà la foto, come fanno tutti quelli che lavorano in studio o controllato (me compreso) , tutto si fonde e la foto diventa parte integrante dell'installazione. Siccome ho praticato entrambi i generi, posso dire che ho trovato molto più istruttivo quello staged che quello non staged. Mi riferisco agli aspetti tecnici, non artistici. |
| inviato il 28 Giugno 2017 ore 11:31
“ ma le donne sono spogliate di tutto e buttate come corpi, credo che giochi con sadismo e il voyeurismo „ Si, se ho capito bene è una critica alla rappresentazione femminile "classica" - “ Voler far "arte" usando il mezzo fotografico non significa automaticamente far fotografia "d'arte". Sono dell'opinione che Annika fotografi delle composizioni, o installazioni e in queste risieda il suo "pensiero artistico", tutto questo "installare" altro non è che un lento divenire. La fotografia per me è istinto è dar presenza alla suggestione di un momento, la fotografia è, non diventa. „ Ma guarda che sono solo differenti approcci della fotografia, ma vanno bene ugualmente. Io ad esempio ad oggi non ho realizzato (per me personalmente) staged photo, forse in futuro chissà, ma è sempre un modo di comunicare un cocnetto. Senza stare a spaccarsi troppo la testa: Annika ha un concetto che vuole communicare > realizza una serie di foto/installazioni corroborate da allestimenti > il concetto passa. Prima di definire cosa è arte e cosa no, io mi fermo al momento in cui "trasmette un messaggio attraverso le fotografie" Anche perchè, una cosa che ha preso molto piede (vedi Joan Fontcuberta) è il lavoro sulla fotografia di archivio. In pratica se catalogano foto trovate in "arcihvi" (questa parola ha più significati), e tramite una sapiente gestione dell'autore, organizza un lavoro. Si possono rifotografare le foto, manipolarle anche fisicamente, ecc. È un lavoro che bisogna fare con molto criterio altrimenti viene un marasma e una scoppiazzatura di chi ha già eseguito questi lavori. Sono concezioni diverse che convergono sempre nella fotografia EDIT: HO CANCELLATO DEI MIEI COMMENTI PER FARE SPAZIO AD ALTRI, SAREBBE AUSPICABILE CHE LO FACESSERO PURE QUELLI CHE SONO ARRIVATI A SCREDITARE CON UNA BATTUTA SENZA AGGIUNGERE NULLA DI COSTRUTTIVO. |
user90373 | inviato il 28 Giugno 2017 ore 11:34
@ Labirint Si ho capito che Annika fa tutto da se, ma è un pò come il pittore o lo scultore che per diffondere la propria arte si serva della riproduzione fotografica fatta da se stesso medesimo, non è più il momento che determina lo scatto, ma questo avviene solo dopo la pianificazione dello stesso e, come detto in precedenza questo riduce la fotografia ad un duplicato dell'originale. |
| inviato il 28 Giugno 2017 ore 11:49
La fotografia è sempre un duplicato dell'originale, anche quella "cogli l'attimo" (...al netto del post processing). |
| inviato il 28 Giugno 2017 ore 11:50
“ non è più il momento che determina lo scatto, ma questo avviene solo dopo la pianificazione dello stesso e, come detto in precedenza questo riduce la fotografia ad un duplicato dell'originale. „ Scusa, ma tutte le foto in posa della storia, che hanno fatto la storia? Sono ne più ne meno fotografie ponderate. Sempre foto sono, anche quella di Annika. Solo che fa strano dato che non siamo abituati ad uno "storytelling" come quello sui denti d'oro, basato sullo still life. EDIT: “ ANSEL ADAMS scriveva: " Una vera fotografia non ha bisogno di essere spiegata, nè può essere descritta dalle parole. " „ classica frase stra-stra-stra abusata. Tutti si ricordano questa frase ma nessuno ricorda il contesto di essa. Tipico quando invece di studiare fotografi, ci si limiti a sapere le due citazioni tramite google. |
| inviato il 28 Giugno 2017 ore 12:54
Le installazioni di solito poi vengono disinstallate per questo credo vengono fotografate. Molte volte l ' autore e' parte dell' opera ma difficilmente cita l ' autore dello scatto o dice se è un autoscatto. Un esempio , non ricordo il nome scusatemi , è il marito della cantante Biork . |
user15476 | inviato il 28 Giugno 2017 ore 13:42
Alla fine è come un diapason "cognitivo"; l'artista manda un segnale a certe frequenze e se il ricevente è accordato entra in risonanza, altrimenti "non mi piace" (ma magari domani "mi piace"). Poi ci sono degli artisti che hanno come scopo persuadere il ricevente (tramite la critica) che la loro è arte quando non lo è affatto... |
user90373 | inviato il 28 Giugno 2017 ore 14:05
Diciamo che secondo me un certo tipo di fotografia è paragonabile allo scrivere sul diario il giorno prima. |
| inviato il 28 Giugno 2017 ore 16:16
è proprio il contrario, la situazione devi crearla perfetta la foto parte prima con la progettazione che è fondamentale, non è il caso ma siamo noi. Annika non sempre l'apprezzo, ma certe atmosfere funzionano ed è brava a indagare certe pieghe dell'animo umano. Alla fine mi colpiscono più altri autori, ma è davvero straniante incerte foto, ovviamente volutamente. |
user90373 | inviato il 28 Giugno 2017 ore 16:40
@ Labirint Il diario scritto il giorno prima diventa agenda o "planning" e questo toglie spontaneità al vivere la vita. Non te la prendere, ora come ora mi riesce difficile ritenere buona fotografia quella che potrebbe essere solo propensione allo studio della psicologia umana. Si producono e riproducono allegorie di situazioni simboliche che vorrebbero e/o dovrebbero stimolare riflessioni reali, ma che volte si fatica non poco ad accettare. |
| inviato il 28 Giugno 2017 ore 16:54
Ma io non me la prendo. Apprezzo solo entrambi i punti di vista anche se sento molto piú vicino quello legato alla progettazione che trovo quasi fondamentale anche per il cigli l'attimo perchè in genere si ricercano situazioni pensate in anticipo in luoghi dove si è già fatto sopralluogo |
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