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differenza prospettiva nei sensori


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avatarsenior
inviato il 28 Marzo 2017 ore 21:47

@Niko_s ti ho frainteso per un biochimico e speravo di spingerti a spiegare la chiralità a tuttiEeeek!!!, tutto lì, scusami, nessun esame. Complimenti per le tue foto Flickr!

avatarsenior
inviato il 28 Marzo 2017 ore 21:50

@Valgrassi
Nessun problema, ci mancherebbe. ;-)
E grazie per gli apprezzamenti.

avatarsenior
inviato il 29 Marzo 2017 ore 2:22

Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 11:36

La premessa di Ooo è suggestiva: un obiettivo costruito in modo tale da variare la prospettiva.
Ovviamente senza voler contraddire la fisica ottica (dalla quale, ammetto, sono digiuno, se non per poche basilari nozioni), ma forzando la realizzazione tecnica al limite della fattibilità.
Beh, credo di aver capito il suo... punto di vista MrGreen (ok, è una battutaccia).

Con il valore che ha la mia opinione (dati i già citati limiti delle conoscenze), mi pare che la posizione di Ooo sia ragionevole: non si tratta di capire se con un obiettivo tradizionale sia possibile vedere la vicina che prende il sole in bikini oltre la siepe. Invece si tratta di capire se un obiettivo con una lente frontale di diametro superiore all'altezza della siepe possa funzionare come un periscopio.

La risposta, mi sembra, sta nell'angolo di campo di quella lente: per riuscire a vedere la vicina in bikini da sopra l'altezza della siepe, l'angolo di campo dovrebbe essere negativo. È possibile una cosa del genere secondo le leggi della fisica ottica? Non lo so. L'obiettivo-mostro di qualche pagina fa lavora in questo modo?

Quello che è certo è che nessun obiettivo tradizionale lavora in questo modo. Non è questione di dimensione della lente ma proprio dell'angolo di campo: se con il periscopio mi alzo oltre la siepe ma lo tengo puntato verso il cielo o in orizzontale, la vicina in bikini non riuscirò a vederla.

Quindi se anche una lente di questo tipo fosse realizzabile (l'obiettivo-mostro è concepito così?) sarebbe cieca già a poca distanza da sé per l'angolo di campo negativo e comunque vedrebbe (nel suo limitato campo) quello che consente la fisica ottica: la luce si propaga in in maniera rettilinea, tranne che nelle vicinanze dei buchi neri, mi dicono.

Concludo questa mia.. riflessione (ok, battutaccia anche questa) dicendo che, con queste premesse, mi pare sia da escludere che la prospettiva cambi, seppur in maniera minimale, al cambiare dell'obiettivo (qualsiasi obiettivo, anche con lente frontale enorme, purché con angolo di campo positivo).

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 11:48

la prospettiva in qualsiasi ottica fotografica è sempre uguale, cambia solo l'angolo di campo.

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 12:29

Quindi se anche una lente di questo tipo fosse realizzabile


Gli obiettivi pericentrici esistono, funzionano più o meno così (non si possono usare per vedere la tipa in bikini dietro alla siepe, ma vanno bene ad esempio per il controllo visivo di piccoli oggetti nei processi industriali) e nel corso della discussione ne sono stati dati un esempio e ulteriori informazioni...

user46920
avatar
inviato il 30 Marzo 2017 ore 13:08

Fabio:
un obiettivo costruito in modo tale da variare la prospettiva.
Ovviamente senza voler contraddire la fisica ottica

Non esiste! ... perchè, perchè, perchè, le cose stanno così. punto.

La suggestione deriva da un alto livello di incosapevolezza, misto ad ignoranza e ad una dose di fantasilandia pura! (... ma soprattutto dai primi due fattori Cool).

I termini utilizzati, come ho tentato di spiegare anche prima, sono malposti e dove erroneamente si legge scritta la parola prospettiva , si dovrebbe "leggere" percezione o effetto prospettico o altro di più consono, ma non certamente "prospettiva", che quella è, come abbiamo visto, il punto di vista nello spazio.

Quello che è certo è che nessun obiettivo tradizionale lavora in questo modo. Non è questione di dimensione della lente ma proprio dell'angolo di campo

Appunto!

ed infatti,
con queste premesse, mi pare sia da escludere che la prospettiva cambi, seppur in maniera minimale, al cambiare dell'obiettivo
... senza se e senza ma.



ps:
la luce si propaga in in maniera rettilinea, tranne che nelle vicinanze dei buchi neri, mi dicono.

infatti le lenti son dei condensatori e non dei magneti ;-)

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 13:26

una volta vendevano degli occhiali "speciali" per vedere attraverso i vestiti (sotto le mutandine delle ragazze)MrGreenMrGreenMrGreen
Chissà che prima o poi qualche furbacchione venda un obiettivo del genere, magari che esalti certe "visioni prospettiche"?
MrGreenMrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 14:01

da questa discussione, in cui ho ipotizzato una differente percezione prospettica al cambiamento delle consuete dimensioni della lente frontale, ne è fuoriuscito un NO piuttosto corale.
Ne deriva anche che la pupilla d'entrata, potrebbe avere qualsiasi dimensione.
Mi è difficile credere che due differenti pupille d'entrata disegnino sul sensore la stessa prospettiva, ovviamente sempre ipotizzando dimensioni esagerate, per evidenziarne eventuali differenze.
Mi è anche difficile credere che la prospettiva non possa essere modificata a seconda di dove la pupilla di entrata è allocata (ovviamente usando sempre questa come pdr), ed è emerso che essa non deve necessariamente essere posta in un punto fisso davanti al diaframma.
In pratica, chi ne sa più di me, ha confermato i miei dubbi al posto di dissolverli, e resto dell'idea che la percezione prospettica ( attenzione a non dire prospettiva che qualcuno non capisce il senso della frase MrGreen), e quindi ciò che disegna la luce sul sensore, possa essere differente, pur mantenendo la stessa focale e lo stesso pdr, variando invece dimensioni ed allocazione della pupilla d'entrata.
Su questo si possono trarre differenti opinioni, ovvero che io sia uno zuccone, che chi ha argomentato con maggiore competenza non sia stato sufficientemente convinciente, oppure, (che è la posizione che ho) che coloro che che hanno argomentato con maggiore competenza, SIANO stati sufficientemente convincienti, tanto da non modificare la mia ipotesi.
Resta di fatto che a causa della mia ignoranza e della mia scarsa capacità di ricerca non posso portare alcuna dimostrazione di quanto affermo.
ricordo ancora quanto affermo nella sostanza più rilevante:
a uguale focale, uguale sensore, uguale punto di ripresa, la percezione prospettica (ovvero il disegno prospettico che la luce disegna sul sensore) può variare in ragione di differenti connotati dell'ottica da riferirsi alla dimensione della lente frontale e/o in relazione alla allocazione e/o dimensione della pupilla d'entrata (da considerarsi il pdr).
Sarebbe interessante sapere se tutti coloro che sostengono che la percezione prospettica (disegno sul sensore) dipende esclusivamente dal pdr + focale + sensore, continuino ad essere sicuri che sia così.

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 14:08

Mi è difficile credere che due differenti pupille d'entrata disegnino sul sensore la stessa prospettiva, ovviamente sempre ipotizzando dimensioni esagerate, per evidenziarne eventuali differenze.
Mi è anche difficile credere che la prospettiva non possa essere modificata a seconda di dove la pupilla di entrata è allocata (ovviamente usando sempre questa come pdr), ed è emerso che essa non deve necessariamente essere posta in un punto fisso davanti al diaframma.


"Prospettiva" = "punto di vista" = " centro della pupilla di entrata". È modificata eccome a seconda di dove si trova la pupilla di entrata, come si è anche visto (gli obiettivi telecentrici e pericentrici ne sono un esempio lampante).

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 14:10

si visto soltanto per una pupilla ectopica, al di fuori dell'obiettivo stesso.
Nessuno ha alimentato il discorso inerente piccole differenze di allocazione in ottiche di uso normale.

" centro della pupilla di entrata"

ed il suo diametro?
cosa succede se nel centro della pupilla d'entrata ci mettiamo una piccola sfera opaca?
Le mie domande sono aumentate, le incertezze pure.

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 14:21

Nessuno ha alimentato il discorso inerente piccole differenze di allocazione in ottiche di uso normale.


Sono differenze al più di qualche centimetro: all'atto pratico, come si diceva, è qualcosa che può interessare solo chi deve unire più foto. Se la curiosità è quella, determinare empiricamente la posizione della pupilla di entrata è solo un po' noioso (e richiede una testa panoramica).

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 14:26

Il centro della pupilla di entrata rappresenta unicamente il vertice dell'angolo che ha quell'obiettivo in relazione alle dimensioni del sensore in uso

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 14:28

Sono differenze al più di qualche centimetro

ma determinano una variazione del disegno prospettico sul sensore?


avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2017 ore 14:42

Su questo si possono trarre differenti opinioni, ovvero che io sia uno zuccone,


non sei uno zuccone: semplicemente ti mancano le basi per discutere o ragionare su queste tematiche.
E' un po' come se mia zia - che non è laureata in ing. meccanica, cercasse di immaginarsi come funzionano il motore e il cambio della sua auto, quando l'unica cosa che sa è che se schiaccia un pedale l'auto avanza, se ne schiaccia un altro l'auto si ferma. E che ogni tanto ci deve mettere la benzina.

Il mio consiglio spassionato è: invece di domandare queste cose in un forum, dove (si è visto) risponde un po' chiunque, aumentando il rischio di fare ulteriore confusione, comincia a studiare un po' di questi argomenti in separata sede. Vedrai che i tuoi dubbi si fugheranno da soli.



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