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Fotografia percettiva o interpretativa?







avatarsenior
inviato il 06 Luglio 2016 ore 13:16

La censura!!! :-P:-P:-P:-P

user46920
avatar
inviato il 06 Luglio 2016 ore 13:33

Eru:
.... nel senso che non racconto che la mattina vado a parlare ai grappoli e che in cantina metto la musica di Mozart per farlo maturare meglio o che lo metto ad affinare in anfore in fondo all'oceano o che vendemmio solo quando venere è in mercurio ecc. ecc. ecc.

ma non è che cambia molto quando lo devi vendere, o il vino lo fai per bertelo tutto tu? ;-)

non fa differenza parlarne bene o male, in quanto già il parlarne, fa pubblicità!

poi posso dirti che sono più daccordo con te, sulla direzione delle "didascalie" (dirette, chiare e senza fronzoli), ma credo anche che l'io non faccia molto testo qui. Ognuno è libero di "scrivere" i messaggi come vuole o meglio crede e nel modo che siano percepiti da questi piuttosto che quegli altri ... e per fare un esempio: una fotografia che sia stata ri-scritta con un programma di grafica, a me non da nessun fastidio (ho anche studiato come grafico pubblicitario) e molte immagini grafiche derivate da immagini fotografiche mi piacciono pure ... l'importante per me è non confonderle con la fotografia, come non bisognerebbe confondere la Grappa col Vino o con l'Aranciata ... e viceversa MrGreen


.. insomma: povero Jeronim, che ne ha sempre troppi contro !! ;-)
(poi posso anche sbagliarmi, ma per ora è quello che vedo)

avatarjunior
inviato il 06 Luglio 2016 ore 14:07

Francesco Merenda
Io trovo particolarmente azzeccata la definizione di Flusser: le fotografie sono superfici significanti.


La definizione di Flusser credo si presti ad un'interpretazione ambigua, sicuramente fuorviante, in quanto usa il termine "significante" come aggettivo, qualità della superficie. In semiotica il significante (sostantivo) ha un altro... significato Sorry .

jeronim non prendertela sempre con me,vedi che Francesco inzuppa ...

avatarsenior
inviato il 06 Luglio 2016 ore 14:12

Grazie L'Occhiodelcigno. Ora ho capito. Ti chiedo scusa x il refuso, anche se Juza mi ha riferito che eri stato tu a chiedergli di bloccarmi. Sono ancora bloccato, ho mandato un messaggio al boss, ma non mi ha nemmeno risposto... Credo alla tua buona fede, magari se gli scrivi tu, se lo ritieni opportuno, visto che si è sbagliato.... fine OT, chiedo scusa a Jeronim x l'invasione dello spazio.

user39791
avatar
inviato il 06 Luglio 2016 ore 14:16

“C'è chi pensa che scrivere significhi soprattutto mettere bene insieme le parole. Ora, sicuramente scrivere è mettere bene insieme le parole, ma il problema vero è: per dire che cosa?


Per me vale anche per la fotografia, basta sostituire parole con immagini.

Si può scrivere per non dire nulla, ma rimane un mero esercizio di stile. Oppure si è un politicante di mestiere. Anche quando si scrive la lista della spesa si racconta qualcosa, i propri bisogni di quel momento. Vale anche per la fotografia, ciò non toglie che non si possa fotografare solo per foto-copiare quello che si ha davanti a se.


avatarsenior
inviato il 06 Luglio 2016 ore 14:40

Gerr.nat.... non credo mica di inzuppare Cool
Penso anzi che, se continui a giocare con le parole (un po' strumentalmente permettimi), quello si che è inzuppamento poco utile, se non per il sano amore per la polemica, che peraltro, personalmente, giammai ti contesterei.
Se anzichè citare la sola riga riferita direttamente a Flusser fossi andato un po' più in giù, credo che di "ambiguità" ne sarebbe rimasta ben poca.
Se poi ti fossi spinto ancora due righe più sotto, si capirebbe che siamo proprio all'opposto del "inzuppo", e cioè al tentativo di restare in topic, fedeli nei secoli (ovviamente se ne ho capito il senso, conoscendo un minimo anche Franco-Jeronim) Cool

avatarsenior
inviato il 06 Luglio 2016 ore 14:46

d'accordo con quanto scritto da Eru

avatarjunior
inviato il 06 Luglio 2016 ore 14:46

Nessuna polemica, è che ormai sento il fiato sul collo, di Franco Jeronim, e non sopporto di essere richiamato.
L'ambiguità non era riferita a te, per carità, non lo penso. E' la definizione di Flusser che si presta, ma non c'è proprietà transitiva.

user39791
avatar
inviato il 06 Luglio 2016 ore 14:52

Che poi a te e a Smargiassi tutto questo non piaccia è assolutamente legittimo ma non ritengo che la caratteristica interpretativa della fotografia sia strettamente condizionata all'imprescindibile necessità di "raccontare".


E cosa può fare oltre che raccontare?

avatarsenior
inviato il 06 Luglio 2016 ore 14:59

Allora, sempre che sia restare in topic (se così non fosse, Jeronim mi frusti a piacimento)...

Possiamo concordare che una fotografia, in generale, porta un qualche significato?

Se si, la qualtà di questo significato è sempre "pari", o ci sono cose più significanti e cose meno?

Se si, chi ne senta appena la necessità, può fare qualcosa per passare da "un po' meno" a "un po' di più"?

E qui concordo con Franco: porsi domande è probabilmente più utile che cercare risposte, perchè sfortunatamente (o piuttosto fortunatamente) per tutto questo non esiste il tutorial, la ricetta pronta non c'è, anche se oggi pare necessario che ce ne sia una per tutto, chiara, semplice, esaustiva...

avatarjunior
inviato il 06 Luglio 2016 ore 15:01

Filiberto, la fotografia mosrta qualcosa che sta sul foglio di carta. Un volto, il mare, le nuvole, ecc. E' l'osservatore che attribuisce significati (donna amata, paesaggio, ecc.). In un testo scritto c'è la parola che spiega, a chi è alfabetizzato, altrimenti vedremmo solo impronte di zampe di uccelli.

avatarjunior
inviato il 06 Luglio 2016 ore 15:05

Francesco, certo che può portare dei significati, ma non basta, come dicevo a Filiberto. Occorre quanto meno impadronirsi del linguaggio dei simboli condivisi. Ora se i simboli cui attingiamo sono condivisi e in quale ambito, lì è la differenza tra alta e bassa indicalità.

user39791
avatar
inviato il 06 Luglio 2016 ore 15:36

Filiberto, la fotografia mosrta qualcosa che sta sul foglio di carta. Un volto, il mare, le nuvole, ecc. E' l'osservatore che attribuisce significati (donna amata, paesaggio, ecc.). In un testo scritto c'è la parola che spiega, a chi è alfabetizzato, altrimenti vedremmo solo impronte di zampe di uccelli.


Quindi un'immagine non racconta mai nulla secondo te, ma è solo un insieme di colori o di tonalità di grigi che si spingono fino al bianco e al nero lasciati alla libera (o per lo meno limitata unicamente dalla propria cultura) interpretazione di chi li guarda?

avatarsenior
inviato il 06 Luglio 2016 ore 15:54

Il mio discorso era molto più terra terra, e parzialmente in polemica con una tendenza del mondo contemporaneo.
In senso lato ogni immagine per forza di cose racchiude un contenuto quindi l'unica immagine veramente vuota sarebbe una non immagine, e siamo d'accordo. Dico che ci sono diversi gradi di immediatezza nel percorso che va dal significante al significato, in alcune immagini la strada è corta e dritta in altre può essere un labirinto nel quale uno si può perdere.
Una mia foto di un falco che vola o di un tramonto ha un unico contenuto, il falco che vola o il tramonto, è abbastanza univoco , non occorrono percorsi tortuosi da quando l'immagine passa per l'occhio e arriva al cervello, può trasmettere sensazioni di vario tipo ma difficilmente ti porta ad elaborare significati distanti dalla forma.
Un altro genere di fotografia può invece avere forma "distante" e con un rapporto meno diretto ed immediato con il significato, in questi casi si apre anche all'interpretazione di chi osserva e che magari fa percorsi del tutto diversi da chi ha creato l'immagine, spesso occorre essere aiutati per trovare una chiave di lettura.

Vogliamo dire che i due generi hanno pesi diversi? Io non credo ma non è questo il punto. Dico solo che non è l'appartenere ad un genere che di per sè attribuisce un peso specifico ad una foto. La foto funziona o non funziona, esattamente come ci sono eccellenti vini definiti snobbisticamente "industriali" e ci sono delle schifezze di vini snobbisticamente (ed erroneamente) definiti "naturali".
Preferirò sempre un bel tramonto od un bel falco ad un astratto mediocre nelle forma che funziona solo nella testa del suo creatore. E non è che non apprezzi il secondo genere di fotografia è che a farlo bene sono veramente in pochissimi (così come per i vini cosiddetti naturali)......

user39791
avatar
inviato il 06 Luglio 2016 ore 16:04

Il passaggio dal significante al significato può assumere due diversi valori: denotazione (Preferirò sempre un bel tramonto od un bel falco) o connotazione (ad un astratto mediocre nelle forma che funziona solo nella testa del suo creatore), qua entra in gioco la codifica (e la decodifica). Dovremmo però fare lo sforzo di passare dal linguaggio verbale a quello iconico se vogliamo considerare la possibilità di raccontare con una fotografia.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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