| inviato il 10 Novembre 2025 ore 12:24
“ Ho aperto lo stesso file Raw con vari software. Ho lasciato tutti i parametri a 0, WB come da camera e profilo ICC Cobalt Neutral. Trovo interessante constatare come C1 e DXO Photolab restituiscano una immagine molto simile in termini di colori, esposizione e contrasto. Camera Raw, invece, ha una interpretazione diversa. A titolo di curiosita' ho importato anche il raw in Silkypix e Iridient, ma questi non supportano il profilo Cobalt Neutral, quindi ho impostato i loro profili di default. Qui di seguito le immagini ottenute. „ Io personalmente trovo tutte le foto postate scialbe e personalmente preferisco virarle su un profilo più saturo tipo velvia |
| inviato il 10 Novembre 2025 ore 12:33
“ Io personalmente trovo tutte le foto postate scialbe e personalmente preferisco virarle su un profilo più saturo tipo velvia „ Ha scritto che ha lasciato volutamente i parametri a 0, lo scopo non era postare una foto "piaciona"! |
| inviato il 10 Novembre 2025 ore 12:37
Ok avevo capito male ma le differenze tra i vari profili sono veramente minimali, mentre lo scostamento in postproduzione da noi fatto è molto elevato se confrontato con i diversi profili e quindi perchè fissarsi su tali finezze se quasi nessuno di noi fa fotografia industriale in serie? |
| inviato il 10 Novembre 2025 ore 12:50
“ Ok avevo capito male ma le differenze tra i vari profili sono veramente minimali, mentre lo scostamento in postproduzione da noi fatto è molto elevato se confrontato con i diversi profili e quindi perchè fissarsi su tali finezze se quasi nessuno di noi fa fotografia industriale in serie? „ Più che altre per sfruttare al massimo le potenzialità del proprio sensore in termini di GD, resa cromatica e utilizzo fino all'ultimo pixel, poi logicamente circa la resa colore ognuno se la personalizza a proprio piacimento, e comunque pur usando i profili Cobalt la resa (cromatica) varia, e non di poco, a seconda del sw di PP utilizzato, vedi le foto con il Castello di Hohenschwangau. |
| inviato il 10 Novembre 2025 ore 12:52
Per il web che spazio colore state utilizzando? |
| inviato il 10 Novembre 2025 ore 13:00
Dunque, anche usando lo stesso profilo Cobalt, programmi diversi danno risultati diversi. Questo avviene perchè i software implementano in modo diverso le fasi di Linearizzazione->Demosaicizzazione->WB->Caratterizzazione? A parte la domanda filosofica che a questo punto mette in dubbio qualsiasi possibile oggettività, la soluzione potrebbe essere quella di sviluppare il RAW sempre con lo stesso programma, magari il più preciso (rawtherapy?), ed esportare in TIFF per i successivi passaggi con gli altri software? |
| inviato il 10 Novembre 2025 ore 13:00
Io da quando parto dai profili lineari quelli di Adobe non li posso più vedere. Devo anche dire che non è facile sviluppare a colori dal lineare. Ad esempio per motivi che ignoro, noto una tendenza a saturare la componente di luminosità de rosso anche se ne complesso l'immagine non ha una dominante marcata di quel tipo. Se qualcuno riesce a spiegarmi questo fenomeno imparo qualcosa volentieri. Ps: perché dovrei preferire questi profili al lineare ? |
| inviato il 10 Novembre 2025 ore 13:05
Secondo me per parlare di fedeltà cromatica bisognerebbe distinguere innanzitutto se l'uso è per il web o per la stampa, di conseguenza optare per Adobe rgb o srgb, se si usa LR si sta lavorando in prophoto rgb, se al momento dell'esportazione non cambi lo spazio non si avrà mai una corrispondenza cromatica tra monitor , quindi prima di postare gli esempi, almeno sarebbe utile sapere lo spazio colore usato per il web |
| inviato il 10 Novembre 2025 ore 13:07
“ Ok avevo capito male ma le differenze tra i vari profili sono veramente minimali, mentre lo scostamento in postproduzione da noi fatto è molto elevato se confrontato con i diversi profili e quindi perchè fissarsi su tali finezze se quasi nessuno di noi fa fotografia industriale in serie? „ Non c'è alcuna “fissazione”, c'è un punto di partenza. Se il punto di partenza è matematicamente più corretto, hai più margine, più controllo e meno interventi distruttivi dopo. Se per qualcuno 2+2 fa 4 o 4,3 “tanto poi si sistema”, va benissimo. Io preferisco partire da 4. La post-produzione non “corregge” un colore sbagliato: lo copre, lo reinterpreta, o lo sposta. Ci sta, è creatività. Ma ci sono contesti in cui ripetibilità, neutralità e coerenza vengono prima del gusto personale, nessun obbligo, nessuna fede. È solo uno strumento per chi preferisce che misura e percezione non vadano in direzioni opposte. E aggiungo una riflessione generale: qui dentro la maggior parte di noi usa sensori da 24, 36, 45, 60 o 100 megapixel, salvo poi visualizzare su monitor non calibrati, spesso non 4K, e stampare se va bene in A3. Però non vedo, nei topic su lenti f/1.2 da laboratorio NASA, sui 100mpx “che cambiano tutto”, o sui 30 fps per il pettirosso in rapida planata, qualcuno dire: “Perché fissarsi su queste finezze, se quasi nessuno di noi fa fotografia industriale in serie?” Curioso che la domanda arrivi solo quando la ricerca della qualità non è più glamour, ma tecnica. |
| inviato il 10 Novembre 2025 ore 13:12
“ Però non vedo, nei topic su lenti f/1.2 da laboratorio NASA, sui 100mpx “che cambiano tutto”, o sui 30 fps per il pettirosso in rapida planata, qualcuno dire: “Perché fissarsi su queste finezze, se quasi nessuno di noi fa fotografia industriale in serie?” „ perché i 100mpx servono a croppare e i 30fps a beccare il momento giusto, in sostanza sono due caratteristiche che garantiscono la riuscita di una foto |
| inviato il 10 Novembre 2025 ore 13:13
“ Secondo me per parlare di fedeltà cromatica bisognerebbe distinguere innanzitutto se l'uso è per il web o per la stampa, di conseguenza optare per Adobe rgb o srgb, se si usa LR si sta lavorando in prophoto rgb, se al momento dell'esportazione non cambi lo spazio non si avrà mai una corrispondenza cromatica tra file, quindi prima di postare gli esempi, almeno sarebbe utile sapere lo spazio colore usato per il web „ Gli esempi sono screenshot side by side, quindi sRGB per definizione, come qualunque contenuto visualizzato in un browser o catturato dallo schermo. Non c'è conversione nascosta da interpretare, né esportazione a monte: stiamo guardando la stessa immagine, nello stesso spazio, nello stesso contenitore. Il tema qui non è “quale spazio colore scegli per l'output”, ma come viene interpretato il dato del sensore prima di qualunque conversione di spazio o resa creativa. Dire “dobbiamo sapere lo spazio colore” ha senso quando confronti file esportati in media diversi. Non quando confronti due profili che vivono dentro lo stesso raw, nello stesso software, visualizzati nello stesso screenshot. In questo caso lo spazio colore non è la variabile. Il profilo sì. Aggiungo che negli ultimi esempi a 4 , le foto sono files jpg sergb esportati e riaperti su C1 per la comparativa. |
| inviato il 10 Novembre 2025 ore 13:15
Infatti il concetto non è smettere di "creare" ma partire dal neutro per poter mettere in caso il proprio. La foto dei fiori è un esempio ottimo. Partendo con un immagine così satura e "chiusa" è più difficile poter tirare fuori il dettaglio delle sfumature e poi andare a mettere la propria caratterizzazione rispetto a partire da un immagine più neutra e calibrata, per poi andare a caratterizzarla. Anche volendo fare una Color del tutto artificiale, è più comodo partire da un'immagine dai toni corretti rispetto ad una dai toni più saturi, o dalle curve più chiuse e clippate. |
| inviato il 10 Novembre 2025 ore 13:18
“ perché i 100mpx servono a croppare e i 30fps a beccare il momento giusto, in sostanza sono due caratteristiche che garantiscono la riuscita di una foto „ Capito, quindi: 100 megapixel servono per croppare, 30 fps per sperare che una si salvi, f/1.2 per fare i cerchiini di Natale tutto l'anno, il colore invece… quello no, lì basta l'intuito, come il sale nella pasta buttato “a sentimento”. È un approccio poetico Tipo: facciamo atterrare un aereo usando l'istinto, ma il gasolio lo misuriamo al millilitro. Poi chiaro, una volta che l'immagine ha passato: -interpretazione casuale del profilo, -monitor tarato col potere dell'amicizia, -esportazione mistica in uno spazio colore sconosciuto, allora sì, la creatività vola libera come una rondine in primavera. Io comunque resto dell'idea bizzarra che se il punto di partenza non è un'ipotesi, si litiga meno con la post. Ma ammetto il mio limite; non dico che il colore debba essere esatto, dico solo che sbagliarlo con consapevolezza ha più stile che azzeccarlo per sbaglio. |
| inviato il 10 Novembre 2025 ore 13:20
Be da quello che ricordo C1 ha la funzione “ Profilo prova” per appunto vedere i colori che si avranno dopo l'esportazione per il web o per la stampa, visti così quei file non dicono niente, bisognerebbe vedere come rendono dopo l'esportazione per web( srgb) o per la stampa, e ovviamente sapere se il laboratorio di stampa supporti la stampa con Adobe rgb |
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