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Molte critiche si possono muovere all'Illuminismo, e molte fondate (Nietzsche, Horkheimer): la (religione della) Tecnica è (probabilmente) la causa principale della perdita di umanità e (probabilmente) della estinzione dell'umanità. Ma i tre principi della Rivoluzione (libertà, giustizia, solidarietà) rimangono (dovrebbero rimanere) fondamentali per il consorzio umano, o contratto sociale. L'Etica del Crumiro (o più in generale del paraculo, emblema della nostra epoca) trascura Uguaglianza e Fraternità concentrandosi sulla Libertà (più che altro di farsi li cazzi sua, infischiandosene del prossimo, appunto), senza capire (la stupidità non è più una virtù, direbbe un Lorenzo Milani ammodernato) che rinunciando alla Solidarietà (tra Deboli, tra Lavoratori, eccetera) perde "potere contrattuale" e si dà la zappa ai piedi. Poi si potrebbe discutere se sia giusto o meno prenderlo a randellate.
Fraternità ed uguaglianza sempre stabilita da sopra naturalmente. Siccome una direttiva stabilisce che la fraternità e l'uguaglianza sono fatti ad una certa maniera allora se non aderisci sei un paraculo, e magari la zappa oltre a dartela sui piedi da solo ti diamo una mano a dartela nella nuca.... La classica democrazia da triangolo rosso!
Se vuoi vivere in una società, ti direbbe Hobbes, devi cedere un po' della tua Sovranità, anche accettarne i fondamenti etici, culturali, eccetera. Oppure, in pieno delirio solipsista, puoi andartene a vivere solo nella jungla. Ma quando arriva il leone, te se magna.
“ Se vuoi vivere in una società, ti direbbe Hobbes, devi cedere un po' della tua Sovranità, anche accettarne i fondamenti etici, culturali, eccetera. „
Appunto, esatto...concordo...peccato però che ad alcuni sia concesso di riprendersi quella sovranità per imporre un proprio ideale alle altre persone. Il diritto allo scipero è sacrosanto, è una conquista che va difesa ad ogni costo. Ma IMPORRE lo sciopero ad altre persone è un'altra cosa e non è mai stato ufficialmente concesso in nessuno stato. E' una violenza che viene ammessa e giustificata solo perchè commessa in nome di un'ideologia politica condivisa da certa magistratura e cultura.
“ Se vuoi vivere in una società, ti direbbe Hobbes, „
La società prefigurata da Hobbes è una società che ha poi generato il totalitarismo. Nel Leviatano Hobbes riconosce allo Stato un intervento fondato sulla forza.Il Diritto diviene un'appendice risibile e sacrificabile.
«Il sovrano di uno Stato,sia esso un'assemblea o un songolo individuo,non è soggetto alle leggi perché,disponendo dell'autorità di promulgare ed abrogare le leggi,è in grado tutte le volte che lo desideri,di liberarsi di quella soggezione togliendo di mezzo le leggi che gli danno fastidio e creandone altre nuove.» Leviatano,II,XXVI Qui si chiama la causa soluzione.
Non credo mi si possano imputare simpatie hobbesiane o, peggio, schmittiane: citavo il primo, giusto per ricordare che, per "paura della morte", il cittadino accetta di avere uno stato che limita le sue libertà (e/sennò, senza uno stato che paghi la guardia campestre col fucile, il leone arriva e te se magna). Ma era citazione impropria: a dire che non esiste (non può esistere) una Libertà senza limitazioni/Responsabilità ("libertà per l'altro", Rosa Luxemburg). Nella fattispecie, responsabilità verso il tuo prossimo (collega di lavoro) che sciopera, e mica per sport o per uggia, ma per ottenere migliori condizioni di lavoro e di vita (anche per te). Condizioni che invece, guarda caso, magari per certe epidemie di crumirite (e/o ottusità cronica delle masse) vanno peggiorando, basti vedere la forbice tra ricchi e poveri che si divarica, i morti sul lavoro che aumentano, e così via (un trend cominciato con la baronessa Thatcher, con l'attore Reagan, col "riformista" Bettino, e altri campioni, a destra e a manca senza evidenti distinzioni). Ho fatto lotta politica nonviolenta per diversi decenni (fuori dai partiti, ça va sans dire) quindi il mio Super-Io mi impedisce di giustificare le mazziate, perfino a fin di bene. Ma talvolta il principio di piacere ha la meglio su quello di realtà...
Si meglio andare a lavorare nei paesi dove "i campioni" non hanno attecchito, lì si che i lavoratori sono tutelati e non c'è disuguaglianza tra ricchi e poveri..
ok...ecco spiegato tutto...ti do una notizia: i tuoi cari sindacati, che sostengono a gran voce questa panzanata, raccontano balle per sostenere la loro causa/esistenza
resta il fatto che imporre a forza e violenza un'idea, fosse anche ritenuta giusta, è sbagliato ed è accettato solo perchè questa idea combacia con la propria. L'obbedienza alle leggi è una cosa, ma a livello di cittadini non è in alcun modo accettabile che un gruppo di persone imponga ad altri le proprie idee, fosse anche vero che sia a fin di bene comune.
Era sbagliato all'epoca degli scioperi violenti, era sbagliato quando i "verdi" andavano a distruggere capanni di caccia regolari, è sbagliato oggi quando i fanatici ecologisti vanno a bloccare le strade.
Capirete che nell'epoca della post-verità ognuno trovi scritto in qualche angolo ciò che vuol sentirsi dire.
Col sindacato, sfondate una porta aperta: ci combatto (contro) da una vita. Ma, a lume di ragione, ci son solo due alternative: o si lavora perché funzioni (meglio), ovvero (meglio) porti avanti gli interessi delle classi lavoratrici a partire dalle più sfruttate (in fondo è struttura aperta, fatta della stessa materia di cui son fatti i lavoratori: uno ci entra e ci lavora); oppure, come il celebre marito che vuol far dispetto alla moglie, si passa dalla parte dei cosiddetti padroni.
Un tale con cui giocavo a tennis, anni fa, famoso per la biblica schiettezza (il no sia no, il sì sia sì; date a Cesare, eccetera), amava dire: un ricco che fa gli interessi dei ricchi è un furbo; un povero che fa gli interessi dei ricchi è un cogli-1. Ma si trattava di un'iperbole.
Il nostro sistema sindacale, oltre a tutti i classici difetti umani, soffre di almeno due problemi esclusivamente "italici":
1 - il sindacalismo "onnicomprensivo" anziché "di categoria" come dovrebbe essere; ho assistito (e a volte, purtroppo, vissuto) a situazioni da barzelletta, dove due categorie di lavoratori si rivolgevano al medesimo sindacato per scagliarsi una contro l'altra. Ovviamente, la cosa finiva nel nulla.
2 - i nostri sindacati sono tuttora legati a "correnti" (se non ancora ai partiti) politiche anziché alle situazioni lavorative, cosa tipica dei regimi autoritari, cosicché, quando la corrente di riferimento sale al potere e diventa "controparte" del sindacato stesso, quest'ultimo cade in un profondo stato di imbarazzo (come minimo) o di "apatia", vedi l'emblematico caso dell'art. 18
La potenza del sindacato è data dall'adesione al sindacato stesso... quasi nulla... e con 100 sindacati spesso in disaccordo la cosa peggiora .. Ma comunque la colpa principale è degli operai.. Fifoni.. invidiosi.. taglia giacche.. ruffiani e chi più ne ha più ne metta .. Io negli anni 80 90 feci il delegato , pur essendo un bravissimo operaio e tenuto in considerazione dalla direzione ,per questa mia propensione alla comunità accettai e mi candidai.. Ditta del biellese con il titolare presidente dell'Unione industriale , andai a parlare con lui con le richieste collettive (non c'erano mai stati delegati e quell'anno li fecimo in tutte e tre le sigle..) per la mia sigla è lui mi eleogió per il mio lavoro e mi propose un livello in più , un aumento e se volevo cambiare mansione , bastava chiedere , però dovevo lasciar perdere le richieste collettive.. Dissi che ero salito a parlare per gli operai e non per me e fui immediatamente congedato.. lasciai li il foglio delle richieste... poi tocco ai miei altri 2 colleghi.. Morale.. qualche giorno dopo bucai una gomma , arrivai in ritardo e c'era già pronta la mia lettera di licenziamento , l'impiegato doveva solo aggiungere la motivazione... Nessuno degli operai per il quale mi ero esposto disse un beh.. e io in tribunale vinsi la causa.. presi gli arretrati e mi licenziai per andare altrove... inutile dire che non feci mai più il delegato.. pur facendo tutto ciò che veniva proposto dai sindacati .. Ed erano gli anni 80.. oggi è molto molto peggio....
“ La potenza del sindacato è data dall'adesione al sindacato stesso... quasi nulla... e con 100 sindacati spesso in disaccordo la cosa peggiora „
“ non c'erano mai stati delegati e quell'anno li fecimo in tutte e tre le sigle.. „
E' esattamente questo che viene evitato dove i sindacati sono di categoria: ogni settore ha un solo sindacato (e un solo delegato che rappresenti "tutti" i sindacalizzati di ciascuna realtà lavorativa), anziché i nostri 3 (più eventuali altri "di base" perché è la loro idea "politica" che non collima esattamente con quella di uno degli altri 3, non le esigenze reali della categoria); tanto, se appartieni ad una categoria con pochi addetti a livello nazionale, divisi in non più di 1-2 per ciascuna situazione lavorativa, com'è accaduto al sottoscritto negli ultimi 22 anni prima della pensione, non esiste sistema sindacale che abbia la forza o anche solo la volontà di tutelarti. Col nostro sistema anche le categorie più numerose finiscono per frantumarsi e perdere forza; persino quando i principali sindacati si coalizzano ( la famosa "trimurti") perdono comunque forza per colpa degli attriti interni. In questa situazione è impensabile l'idea di avere un'adesione massiccia da parte dei lavoratori.