| inviato il 18 Maggio 2022 ore 0:31
Ah ok ti ringrazio, interessante |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 0:50
Grazie Berg, domattina lo ascolterò e poi ti dirò cosa ne penso. La mia domanda non era provocatoria ma semplicemente ingenua. Qualche mese fa ho visto un mio vecchio conoscente pubblicare su Faccialibro diverse foto che ritraevano lui e la sua fiorente collezione di chitarre Gibson e Fender di una certa epoca. Io ricordavo che lavoravamo insieme qualche anno prima e perciò gli o ho chiesto se si fosse dato allo sfruttamento della prostituzione o se avesse giocato i numeri giusti alla Snai. Lui mi rispose che aveva semplicemente venduto tutti i suoi vecchi vinili e CD da collezione e col ricavato s'era preso chitarre elettriche da collezione e sistemi audio di rango per la riproduzione. Io non voglio sapere chi la vince, tra i vecchi proletari del discaccio plasticoso con la copertina lisa e sbiadita e i cervelloni di adesso, che sanno darti la password clandestina per qualsiasi cosa sia appena nata nell'arco delle 48ore, ma vorrei sapere se chi si svuota gli scaffali dai dischi fisici e al loro posto si prende tre racks minuti e due diffusori audio compressi (nella tecnologia e nel design) cosa conserva di quello che aveva prima e cosa ci guadagna? |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 2:23
seguo. |
user209843 | inviato il 18 Maggio 2022 ore 6:40
@Bergat Io possiedo una collezione di vinili che va dalla metà degli anni '70 alla metà degli anni '90, poi una collezione di CD da quando sono usciti fino a circa il 2010, alcuni corrispondenti ai vinili, oltre ad etichette commerciali, ho diverse incisioni di case che dovrebbero garantire una qualità audio (sia su LP che CD) superiore, secondo te (e mi riferisco soprattutto agli LP di etichette commerciali) troverei decisi miglioramenti ad aggiornare alcuni album con nuove rimasterizzazioni digitali? Grazie! |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 8:04
“ Posso capire le attuali produzioni, che nascono per essere diffuse nei modi che oggi ci sono consueti, ma per tutta quella musica di un tempo, cosa cambia? (se cambia qualcosa). „ Eh Che quella di un tempo era buona musica Oggi te la scordi Però ti puoi godere la bella musica di un tempo in un formato che non è soggetto alle problematiche dell'invecchiamento del supporto fisico come l'LP in vinile. E se ascolti in cuffia con 1000 euro ti fai un setup completo più che sufficiente. |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 8:39
Su questo ti do ragione. Infatti ho dovuto buttare via il vinile di Atom Heart Mother perchè s'era spezzato a metà. Era una edizione italiana della Harvest e sono riuscito a trovare (usato) il suo corrispettivo spagnolo, sempre Harvest, e venduto senza copertina (gatefold) ad un prezzo ragionevole. Così l'ho infilato comodamente nella copertina che già avevo e che è ancora in ottimo stato dopo qualche decennio. Però il collezionismo musicale è anche di carattere feticistico. Io non sono certo un collezionista, ma esistono persone che dello stesso album ne hanno più versioni e in più formati, perchè magari cambia anche soltanto la grafica dell'artwork o perchè c'è il talloncino stampato in giapponese appiccicato sulla costola ecc... Il mese scorso è stato venduto In My Eyes dei Minor Threat a 4.300euri. Per chi non conoscesse i Minor Threat, sono stati una band punk-hardcore seminale degli anni finesettanta/80 e certamente chi ha speso una cifra simile per un 7" (quattro tracce) non l'ha fatto perchè è un bamabascione, ma perchè forse in casa ha qualche decina di migliaia di dischi fisici. |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 8:41
Ah beh, sul piacere della collezione non metto becco, quello è tutt'altro discorso. Però se parliamo di piacere d'ascolto, appunto, la musica liquida permette di mantenerlo immune all'usura del tempo. (Anche senza spaccarsi a metà, quando ascolti per la prima volta un vinile inizia la sua inesorabile usura). |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 8:51
Maltsev c'è un sito che è una sorta di database in cui è stata misurata la dinamica di migliaia e migliaia di dischi, in tantissime versioni (pure "liquide"), dovrebbe essere questo, poi non so quanto sia attendibile dr.loudness-war.info |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 8:55
Il collezionismo è una bestia strana: due oggetti vecchi, simili e all'origine venduti allo stesso prezzo, possono, dopo tanti anni, avere valore molto differente, a seconda se siano richiesti o meno. Parecchi anni fa, un collezionista di Leica, mi spiegò che voleva comprare una IIIG, che, essendo un modello costruito in pochi esemplari rispetto alle serie precedenti (es. IIIF), veniva venduto ad un prezzo all'incirca triplo dell'altro. I collezionisti distinguono una IIIF da una IIIG dai numeri di matricola e dalla disposizione di alcuni comandi (il modello non è indicato sulla scocca), e, di fatto, volendo utilizzarle per fare fotografie, non ci sono differenze, se invece vogliamo collezionarle, ha senso spendere di più per un modello raro. Lo stesso avviene per il mercato dei dischi, basta trovare una edizione rara, che magari suona identica a quella più diffusa, e, se c'è un collezionista interessato, quel vinile aumenta di valore. Faccio un paio di esempi di dischi molto noti: il primo album del Banco, quello col salvadanaio, nella prima edizione la copertina non era quadrata, ma proprio a forma di salvadanaio, con quel dannato "capocchio" che sporgeva oltre i 30 cm canonici e non entrava nel mobiletto portadischi, nelle ristampe fu stampato il salvadanaio sulla copertina rettangolare. Nelle prime edizioni di Sticky Fingers dei Rolling Stones, sulla copertina c'era una lampo vera e propria sui jeans, poi eliminata. |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 8:58
@Bergat: sto ascoltando Ummagumma... che figata! Si sente che è una favola, con tutti i limiti che hanno le mie umili cuffie Sennheiser di fascia proletaria e la scheda audio del mio comunissimo PC, ma sento un'accuratezza sonora che è pazzesca. Ho dovuto abbassare il volume fin quasi a zero. Erano almeno 25anni che non riascoltavo Ummagumma ed è bello riscoprirlo così. Ora provo a rimetterlo sul giradischi e fare il confronto... |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 9:06
“ per il mercato dei dischi, basta trovare una edizione rara, che magari suona identica a quella più diffusa, e, se c'è un collezionista interessato, quel vinile aumenta di valore. Faccio un paio di esempi di dischi molto noti: il primo album del Banco, quello col salvadanaio, nella prima edizione la copertina non era quadrata, ma proprio a forma di salvadanaio, con quel dannato "capocchio" che sporgeva oltre i 30 cm canonici e non entrava nel mobiletto portadischi, nelle ristampe fu stampato il salvadanaio sulla copertina rettangolare. Nelle prime edizioni di Sticky Fingers dei Rolling Stones, sulla copertina c'era una lampo vera e propria sui jeans, poi eliminata. „ Si, è vero. Il primo album degli Agalloch veniva venduto in un box di legno d'acero americano intarsiato col logo della band e così anche due album dei Nocternity, che avevano il case in cuoio lavorato a mo'di scaglie di drago oppure in maglia metallica medievale. Io mi colloco a metà strada tra i due schieramenti: mi piace avere gli scaffali pieni di dischi, ma mi piace anche fruire dei progressi tecnologici, entro i miei limiti economici ed anche conoscitivi (tante cose che leggo mica le capisco). |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 9:12
“ vorrei sapere se chi si svuota gli scaffali dai dischi fisici e al loro posto si prende tre racks minuti e due diffusori audio compressi (nella tecnologia e nel design) cosa conserva di quello che aveva prima e cosa ci guadagna? „ io personalmente ritengo il vinile inferiore al CD e ho tutto il loro contenuto oramai in digitale. Come ho detto è difficile trovare qualcosa che non sia stato trasposto su CD dai nastri originali così come era, sia che venga rimasterizzato, perchè trovato carente sin dall'origine. Chi quindi fa fuori i propri vinili, recupera spazio e non perde niente dal punto di vista musicale. Chi acquista vinili , lo fa a fini feticistici, oppure non ha vissuto il periodo d'oro del vinile con un impianto HiFi, periodo che va dal 1960 al 1980, e che ha sofferto per le problematiche della polvere, della colla all'interno dei solchi, dei problemi di tracciamento. Far fuori i vinili non significa abiurare l'analogico. Io stesso ho regalato a mio nipote tutti i miei vinili (tranne la mia collezione di vinili immacolati dei Beatles), ma ho ancora nastri e cassette magnetiche, in quantità industriale (il nastro magnetico non ha i difetti del vinile). Hop molti CD regalati da case discografiche ,ma ascolto solo musica liquida e ho trasposto su server di rete molti di questi cd. Chi invece fa fuori i propri diffusori per prendere due diffusori audio compressi ....: - non è stato mai interessato alla musica ...oppure - ha qualche rotella fuoiri posto. |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 9:18
“ Io possiedo una collezione di vinili che va dalla metà degli anni '70 alla metà degli anni '90, poi una collezione di CD da quando sono usciti fino a circa il 2010, alcuni corrispondenti ai vinili, oltre ad etichette commerciali, ho diverse incisioni di case che dovrebbero garantire una qualità audio (sia su LP che CD) superiore, secondo te (e mi riferisco soprattutto agli LP di etichette commerciali) troverei decisi miglioramenti ad aggiornare alcuni album con nuove rimasterizzazioni digitali? Grazie! „ In linea di massima si, anche se si sono viste alcune trasposizioni fatte su Cd con i piedi, uccidendo la dinamica, ma generalmente questo avviene per i prodotti musicalmente più commerciali. Alcune etichette come OMR, K2HD o altre giapponesi invece interessate al recupero di alcune registrazioni storiche producono CD di alta qualità tecnica e a queste bisogna puntare. |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 9:21
Le cuffie sono una buona idea, se si ascolta da soli e si vuole un ascolto di buona qualità con (relativamente) poca spesa. Valutare il comfort ed il peso, specie nel caso di ascolti prolungati. Io possiedo una Sennheiser HD424, cuffia "storica" comoda e precisa di suono, ed una AKG K141 Monitor. In passato ho avuto di tutto, inclusa una rara elettrostatica Superex, ottima sugli alti, ma di una scomodità terrificante. |
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