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Alla ricerca della resa analogica


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user33434
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inviato il 16 Ottobre 2021 ore 21:52

@Teofilatto Il suo intervento di prima era ironico, si stava riferendo alle polemiche che si sprecano sul forum con paragoni fatti quardando la risoluzione di una certa ottica contando le tegole e così via.

avatarsenior
inviato il 16 Ottobre 2021 ore 22:58

@Mauro
@Teofilatto Il suo intervento di prima era ironico, si stava riferendo alle
polemiche che si sprecano sul forum con paragoni fatti quardando la risoluzione di una certa ottica contando le tegole e così via.


Risposta esatta;-)
Ovvio che i tempi cambiano e bene o male ci si deve "formattare" almeno un po',

"purtroppo" non solo conosco/conoscevo l'analogico per come era ma pure praticato, imbobinato, scattato, sviluppato, stampato, visionato con l'aggiunta di far parte di un circolo con dentro annessi ferri da sviluppo e stampa, gli scambi di informazioni nascevano non da copia/incolla da web ( manco esisteva a momenti ) ma facendo affidamento da pro che intervenivano, da consultazioni di quelle fantastiche riviste dell'epoca, riviste presenti in gran numero e pure con un metodo per ricerca degli articoli,

le prove venivano fatte anche allora, magari su un nuovo filtro e pure su qualche ottica ( vetri e corpi che non si cambiavano con la frequenza delle mutande come ora ) ma la prova veniva portata sul campo con già mezzo progetto fatto perché già consapevoli di come andare a parare,

poi ovvio che senza tegole non perfettamente nitide al 300%, senza tridimensionalità da comperare un tanto al chilo e con tanto di marca, senza corredi camaleontici, senza ricette ad hoc personalizzate per ogni città/lago/viaggio ecc. ecc. per i forum e social sarebbe penalizzante dal punto di vista quantità.Cool

avatarsenior
inviato il 16 Ottobre 2021 ore 23:09

Insomma, basta caricare la Pentacon Six con FP4, montarci il Flektogon 50mm. e ti si apre un mondo.

A chi piacesse qualcosa di un pochino più "spinto", il Carl Zeiss Jena Sonnar 180/2,8 (il classico dei classici) ed allora sono meraviglie!

avatarsenior
inviato il 16 Ottobre 2021 ore 23:33

Ho lo Zeiss 50 f4, lo Zeiss 80 f2.8, lo Zeiss 120 f2.8 e il 180 f2.8. Il 180 f2.8 effettivamente fa davvero paura per resa e... peso, ma è un dazio leggero visti i risultati.

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2021 ore 5:43

Pesa anche di più nella versione su Flektoskop del 1948, per la Contax-II/III (quindi anche per la Kiev a telemetro, con identico attacco).

Come osservi, il peso anche in questo caso, è un dazio leggero, per la sua qualità!

È l'immortale "Olympia Sonnar"!

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2021 ore 9:13

@Teofilatto Il suo intervento di prima era ironico, si stava riferendo alle polemiche che si sprecano sul forum con paragoni fatti quardando la risoluzione di una certa ottica contando le tegole e così via.



Invece di farci vedere qualche meravigliosa fotografia ripresa, giustappunto, con la straordinaria lente di turno MrGreen

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2021 ore 9:18

il Carl Zeiss Jena Sonnar 180/2,8 (il classico dei classici)



Che se non sbaglio non dovrebbe essere altro che la copia-carbone DDR del 180 Olympia Sonnar di Leni Riefenstahl ;-)

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2021 ore 9:18

Esatto

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2021 ore 9:19

Sorriso

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2021 ore 9:57

Consiglio di leggere, fin dove è possibile, il capitolo 7 'La ricezione della fotografia' dal libro di Flusser 'Filosofia della fotografia', linkato da Ben G.

www.google.it/books/edition/Per_una_filosofia_della_fotografia/Mi4xmy1

Perché è istruttivo leggerlo? Per lo stesso motivo per cui nella mia libreria c'è 'L'uomo delinquente' di Cesare Lombroso.
Flusser infatti usa le stesse retoriche configuranti di Lombroso, soltanto il suo esercizio è indirizzato al mondo fotoamatoriale (declinato rigorosamente al maschile per non far mancare il sessismo). E' istruttivo non solo leggere testi intelligenti e belli come 'Piccola storia della fotografia' di Benjamin (se vogliamo parlare di fotografia), ma anche testi-manganello come quel capitolo di Flusser e il famoso libro di Lombroso, che hanno il pregio di farci capire quando un intellettuale smette di fare il lavoro intellettuale per diventare un disgraziato persecutore.


user33434
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inviato il 17 Ottobre 2021 ore 11:10

@CantiDelCaos Probabilmente abbiamo interpretato diversamente lo stesso testo e non escludo per niente che tu possa aver ragione, avendolo tu probabilmente letto per intero e conoscendo il pensiero dell'autore.
Quello che mi è arrivato è una descrizione di un comportamento tossico, quello del fotoamatore, che mi pare molto facile da riconoscere. Credo appaia evidente a tutti che alcuni commenti risentiti da parte di fanboy di vari brand derivino dal sentirsi messi in discussione come fotografi: "se critichi l'attrezzatura che uso critichi la mia fotografia perché, anche se non lo ammetterò mai, è la macchina a decidere cosa e come fotografare".
Questo però è un comportamento, non è una fattezza umana come quelle che sono oggetto delle attenzioni di Lombroso, si può cambiare e modificare per il proprio bene. Non mi è chiaro quindi il parallelo tra i due.

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2021 ore 13:05

Nel testo che ho letto io fin che si poteva, troviamo cose così:

Per comprendere perché il fotoamatore possa essere un analfabeta fotografico bisogna considerare la democratizzazione della fotografia


Le macchine fotografiche sono acquistate da persone programmate per questo acquisto dagli apparati pubblicitari.


I circoli fotografici sono ... fumerie d'oppio postindustriali.


e via di questo passo... direi che Flusser non è adatto a scrivere libri e proporsi al mondo come intellettuale.


Questo però è un comportamento, non è una fattezza umana come quelle che sono oggetto delle attenzioni di Lombroso, si può cambiare e modificare per il proprio bene. Non mi è chiaro quindi il parallelo tra i due.


Questa di Flusser è una retorica per produrre etichettature psicologiche, per questo lo assimilo a Lombroso (che comunque ripeto va letto perché nel male è estremamente istruttivo).


user33434
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inviato il 17 Ottobre 2021 ore 13:58

Mi pare un po' forzato ma credo sia un punto di vista rispettabile. Flusser mi sembra motivare queste affermazioni in modo chiaro, mi manca il resto del testo però. Non l'ho letto quindi sono a disagio nel riprendere il pensiero di qualcuno e scriverne cosi, in modo approssimativo.
Anche se è solo un estratto ne consigliavo comunque la lettura perché anche se l'accostamento del fotoamatore al tossicodipendente può apparire azzardato ha una base a mio parere abbastanza fondata, la gear acquisition syndrome credo sia una cosa reale e l'ho potuta vedere in azione tante volte tra musicisti e tra fotografi. Il risultato è che le possibilità del mezzo diventano completamente sovrapponibili a ciò che quel mezzo produce.

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2021 ore 14:26

gear acquisition syndrome


Dare il nome di una patologia psichiatrica da DSM è solo una retorica patologizzante che non ha alcun rilievo clinico. Guarda io capisco le cuscinate da forum, sono il primo a tirare colpi nelle rotule per difendere i formidabili formati micro, però dai leggiamo Ghirri, Benjamin, Sontag, Krauss, non questo bulletto Fuffer. I fotoamatori possono offendersi soltanto tra di loro MrGreen

avatarsenior
inviato il 17 Ottobre 2021 ore 16:44

e comunque, essendo una parte della fotografia molto tecnica, lo strumento usato riveste la sua importanza.

Il fotoamatore percepisce pero' il rapporto tecnica/risultato in modo completamente distorto.

Da cio' derivano gli interminabili flame a difesa/ attacco di un brand-formato.

Si tratta di convinzioni radicate ma errate che favoriscono solo i bilanci dei produttori.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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