| inviato il 03 Giugno 2020 ore 21:38
“ Skylab59: "(…)Sempre tarocchi rimangono…" „ Qui, mi permetto di dissentire. Dopo il 1945, l'URSS chiese ed ottenne dalla Germania sconfitta, tra l'altro, tutto quel che poteva esserle utile, quale riparazione ai danni di guerra. Ai russi quindi, non parve vero poter mettere le mani sugli stabilimenti Zeiss e le sue associate vetrerie Schott, per disporre di quanto di meglio vi fosse allora in materia di fotocamere ed ottiche da fotografia. Tolto il maldestro smontaggio delle linee originali di produzione della Contax (che ebbe un seguito interessantissimo, peraltro), l'istituto ottico-meccanico di Krasnogorsk, ove lavoravano i migliori ingegneri ottici sovietici, entrò in sinergia con Zeiss Jena: tecnici di Dresda e Jena lavorarono assieme ai sovietici e misero in cantiere nuove ottiche, basate sì sul progetto tedesco, ma spesso ricalcolate al fine di eliminare difetti d'origine o adattarli ai vetri ottici russi (pure essi tutt'altro che disprezzabili). Il Biotar 58/2 di Zeiss, fu all'epoca una pietra miliare per qualità (e, come scrissi in altra discussione, è il mio 50mm. preferito) ed i sovietici vollero ristudiarlo ed adattarlo ai propri materiali. Lo produssero, in varie versioni, in un numero impressionante di esemplari, a corredo soprattutto della loro reflex Zenit. Di esso, se ne conoscono numerose versioni, sempre migliorate, soprattutto nel trattamento antiriflesso delle lenti, ottenendone un'ottica che ancor oggi rimane forse il miglior "normale" nella fascia economica di prezzo, superando, nelle prestazioni, ottiche dal prezzo spesso assai superiore. In conclusione, non si tratta di un "tarocco", ma di una "versione" del celebre Biotar, nata dalla collaborazione tra due fabbriche di obbiettivi. Nessuno, immagino, oserebbe mai definire "tarocco" del Biotar, ad esempio, lo Auto-Topcor 58mm. f:2 che corredava la gloriosa Topcon RE-Super... che è identico appunto al bell'obbiettivo di Jena... |
| inviato il 03 Giugno 2020 ore 21:51
Enzo, hai ragione da un certo punto di vista, quello tecnico riguardante lo sviluppo di quel modello. Il fatto è che il 90% degli appassionati osannano le caratteristiche dell'Helios-44 senza nemmeno sapere che provengono dal progetto Zeiss di Willy Merté degli anni '30. Poi bisogna dire che i russi dopo la guerra hanno continuato ad aggiusticchiarlo per altri 30 anni, mentre i progettisti, quelli veri, negli anni '70 e '80 sviluppavano ben altro... |
| inviato il 03 Giugno 2020 ore 21:54
Squadra che vince, non si cambia… Il Biotar, o a seconda, lo Helios, con opportuni anelli, si possono montare su tante fotocamere più moderne. Per puro divertimento, stacco il Biotar dalla Contax-S del 1950 che fu di mio padre (e che funziona perfettamente) e, con l'anello PRAKTIBAG, lo monto sulla mia Alpa 11-Si, creando un'accoppiata di ottimo 50, su un corpo meccanico dalla precisione sfrenata… Anche lo Helios, va volentieri con la macchina prodotta a Ballaigues... |
| inviato il 03 Giugno 2020 ore 22:03
Il Biotar è pieno di difetti, e sono proprio questi a renderlo tanto speciale ed amato ai nostri giorni. L'avvento degli strati antiriflesso ha permesso a Zeiss la realizzazione del quasi perfetto Planar e di tutti i suoi infiniti cloni... mentre i russi continuavano a tofignare un progetto di decenni prima, superato e stra-superato. L'allievo secondo me non ha superato il maestro... |
| inviato il 03 Giugno 2020 ore 22:14
Enzo C. , mi hai tolto il post di bocca , letteralmente. I russi _non_ copiavano affatto, anche se la differenza puo' essere sottile da apprezzare: costruivano sulla base di progetti regolarmente ceduti, seppure come preda bellica o es. in conto riparazione danni di guerra. Ci furono anche interessanti eccezioni. |
| inviato il 03 Giugno 2020 ore 22:15
mi scuso per insistere col classico "caso personale", che diventa poi "Off Topic", in una discussione che copre ben altri argomenti. Basandomi sulle foto che realizza, non posso che parlar bene del Biotar; nonostante alcuni vi vedano più o meno tanti difetti. L'uso accorto di un'ottica prestigiosa, sa trasformare quei presunti difetti in pregi. Mi fa piacere che oggidì il Biotar sia apprezzato; esso ha realizzato le foto di tutta la mia infanzia e fino a quando, con mille raccomandazioni, mio papà mi diede la sua Contax-S nel 1974 (avevo 16 anni), che usai con gioia. Poi, anni dopo, divenne la mia prima reflex ed ancor oggi, quell'obbiettivo mi da grandi soddisfazioni. Diciamo che averlo usato per 46 anni, non è poco, soprattutto, col tempo, parallelamente ad altro materiale. I sovietici, per le ottiche, seppero scegliere il meglio del loro tempo (Zeiss) e lo adattarono ad una produzione di massa, aggiungendovi parecchio della loro inventiva, oltre a schemi del tutto loro. Tra le tante, troppe sciocchezze che commisero, questa fu una scelta vincente. |
| inviato il 03 Giugno 2020 ore 22:18
Scusatemi per l'OT. Il Biotar 58mm f/2 è una delle mie lenti preferite, e non può mancare in una collezione che si rispetti |
| inviato il 03 Giugno 2020 ore 22:20
Alpa 11, ecco una fotocamera rara quanto valida. Per pochi, purtroppo. Va ricordato che fu usata per decenni per fatturare scatti telefonici a clienti ad altissimo traffico dalla SIP (per avere le necessarie statistiche e prove di traffico, si fotografavano i contatori, e le Alpa erano tra le pochissime a resistere in questo impiego terribile, grazie alla superiore meccanica ed ai numerosi cuscinetti a sfere e simili ). |
| inviato il 03 Giugno 2020 ore 22:25
Skylab.. o il Planar, che ne e' la naturale evoluzione, ribattezzata per evitare il nome Biotar che era patrimonio anche della Zeiss Jena. C'e' probabilmente altrettanta differenza tra la prime e le seconde versioni 55-50 mm del Takumar o del Summicron che tra Biotar e Planar. Anche a me piace moltissimo il Biotar, ma possiedo solo l'Helios ed il Planar della Contarex che non posso adattare facilmente. Trovo i verdi dell'Helios unici. |
| inviato il 03 Giugno 2020 ore 22:26
L'Alpa, nei suoi vari modelli, ha una storia davvero "a parte", essendo nata come prodotto collaterale, di un'azienda di componentistica per orologiai e fabbricata con criteri non certo industriali (causa infine della sua rovina), ma di ricerca della qualità assoluta e della possibilità di garantire al fotografo una scelta enorme di ottiche (Alpa non produsse mai ottiche "sue"), tra cui lo strepitoso Kern Macro-Switar 50/1,8 e, più tardi, 1,9. Si, anche un'Alpa potrebbe occupare un posto, in una collezione di fotocamere significative. |
| inviato il 03 Giugno 2020 ore 22:27
Secondo me l'ha superato alla grande... "E squadra che vince non si cambia." Ma il discorso è sempre il solito ... la vulgata sulle ottiche soviet è sempre quella; chiaro che è difficile recuperare notizie di un mondo chiuso a riccio e incomprensibile per noi occidentali. Con pazienza e scavando in ogni caso alcune chicche escono anche da quell'incomprensibile per noi "sistema" autoritario. |
user109536 | inviato il 03 Giugno 2020 ore 22:32
Ci sono anche delle compatte non male da collezionare: Olympus Ovetto, Rollei 35, Minox.... sono amaramente pentito di averle vendute. Ho tenuto solo l'Olympus un vero gioiellino, grande come un pacchetto di sigarette, obiettivo 35 mm ancora perfettamente funzionante e ogni tanto faccio un rullino. |
| inviato il 03 Giugno 2020 ore 22:38
E tornando all'argomento "collezione", ad inizio aprile scorso, una casa d'aste tedesca aveva, tra i tanti lotti in vendita, uno spettacolare corredo Topcon RE-Super "black", completo di numerose ottiche, accessori, ecc., che ho acquistato ad un prezzo scandalosamente basso e, una volta arrivato, si è rivelato praticamente nuovo. Non vedo l'ora di avere qualche giornata davvero libera, per provare sul campo questa macchina, che è tra quelle che hanno segnato la storia. Nei giorni scorsi, mi sono riletto con piacere, "Topcon Story- Topcon Enigma" di Antonetto & Russo, giusto per creare l'atmosfera. |
| inviato il 03 Giugno 2020 ore 22:40
Se dovessi fare l'elenco delle fotocamere più belle (uscendo dal concetto soloreflex35mm) direi: rollei 35s per le compatte, nikon F2 photomic per le reflex, Leica M3 per il telemetro, Rolleiflex e hasselblad per il medio formato .... roba da lustrarsi gli occhi |
| inviato il 03 Giugno 2020 ore 22:41
Ma soprattutto, avendo visto che è stata citata, ribadisco, tra le reflex, la Rectaflex! |
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