| inviato il 09 Marzo 2015 ore 15:23
Shambola è come nel caso di questo fotografo, scoperto a taroccare le sue foto di un reportage. Perchè ci si è indignati tanto? Anche Salgado, del resto, opera una pesante post produzione, affidata ad un laboratorio, con tecniche anche molto complesse. La differenza? E' che nel reportage conta molto l'attimo ripreso, il contesto, la storia che si vuole raccontare. Salgado usa la post per scopi prettamente tecnici, cioè per ottenere una resa del bianco e nero personale, e coerente tra le foto scattate in digitale e quelle in analogico. |
| inviato il 09 Marzo 2015 ore 15:51
Egix90, concordo pienamente |
| inviato il 09 Marzo 2015 ore 16:28
Infatti non si può quasi mai parlare per valore assoluto. La cosa va contestualizzata, ed è evidente che le regole del Glamour e quelle del reportage siano diverse. Per quello trovo molto importante che un'entità come il WPP si interroghi e cerchi delle linee guida. In un altro thread citavo W.Eugene Smith ed un più o meno palese fotomontaggio, che Life ha usato e stampato per il reportage sul dottor Schweitzer. Tecnicamente sarebbe inaccettabile con i parametri del taroccamento.... Semplicemente lui quella foto la voleva e non ce l'aveva, quindi l'ha prodotta. Giousto? Sbagliato? Bella domanda... Resta il fatto che io non saprei mettermi nei panni di un giudice che deve valutare la legittimità di certi scatti (non essendoci UNA legge). Ipotesi: Le foto degli eremiti o quella di Smith sono verosimili ma tarocche. Fantastichiamo, e diciamo che la foto di Nick Ut alla bambina bruciata dal napalm è il crop di una foto in cui a fianco c'è una troupe cinematografica. Tecnicamente corretta. E non manipolata. Però? Se "la legge" dice che non puoi croppare, allora vanno a farsi benedire scatti celebri, dall'icona di Guevara al cagnolino di Erwitt. Se puoi croppare allora la troupe non c'era. Messa così è scacco matto, perchè non puoi fare alcuna mossa. |
| inviato il 09 Marzo 2015 ore 16:38
In punta dei piedi dico la mia opinione che malgrado l'età è molto simile se non del tutto uguale a quella di molti. Io penso che nel reportage, è basilare rispettare la realtà, perchè è proprio quella la natura di questo genere fotografico. Nella maggior parte delle altre foto la libera espressione dell'autore, a mio avviso passa oggi come ieri dal fotoritocco e anche dal fotomontaggio, specialmente se il fotomontaggio rispetta il contesto della scena. Mi piace moltissimo il documento riportato da Max57 così come gli interventi saggi del mio giovane amico Egidio di cui ascolterò il parere e mi recherò a fiumicino per godermi i suoi tramonti. ciao a tutti e grazie! |
user46920 | inviato il 09 Marzo 2015 ore 20:26
“ Perche' la sfocatura e' fotoritocco ed elaborazione, sia che venga effettuata prima, sia che si aggiunga dopo. Cosi' come il bianco / nero, la sovra e sottoesposizione, l'uso di un filtro, ecc. „ ... Max, talvolta mi chiedo se credi davvero a quello che scrivi ??? Non so nemmeno come fai a non capire il significato della parola "Post" (dopo) ... e quindi a non "posizionarla" al posto giusto. ... prima c'è lo scatto e post c'è il ritocco !!! (qual'è la parte difficile ???) Lo scatto, che sia taroccato e falsificato con una messa in scena, è e rimane sempre e comunque il documento originale fotografato ... tutti i trattamenti di ritocco fatti dopo sulle immagini raster, sono post . punto. (perché vuoi deviare per forza dalla via dritta, semplice e naturale delle cose, del come sono nella realtà ??????????? ... no lo capisco Max, non lo capisco, davvero .... e lo dico con il massimo rispetto, perché sono fermamente convinto che NON sei un "pazzo" - non ho trovato altro aggettivo utile ) Il trovare in tutti i modi una "escamotage" per girare sempre la frittata su come stanno le cose nella realtà, mi sembra solo una forzatura attuata per non volerla vedere, uno scappare lontani dallo specchio che riflette la nostra immagine, per paura di qualcosa ... (che non capisco e che non capirò mai !!! Scusa l'indelicatezza). La foto sfocata (quella che hai preso dalla mia galleria) può giustamente rappresentare un intento "artistico" (esagerando) piuttosto che di documetazione ... e riflettendo meglio si dovrebbe spostare senza problemi nella sezione foto-art (concordo in pieno), perché forse l'intento ed il risultato, rappresentano il lato "artistico" o almeno ludico della fotografia, ma quello scatto è e rimane comunque il documento originale fotografato e non ha subito nessuna sfocatura ne' fotomontaggi, in post-produzione !!! Nel mio post (che ha riaperto il caso ) c'è spiegato bene la differenza, che riflette anche Egix “ Secondo me, l'unica cosa veramente importante, è il risultato finale che si vuole ottenere e per quale scopo. „ e Teogaspa “ La prima è fotografia e deve far parte del bagaglio di conoscenze di ogni fotografo digitale, la seconda è un arte parallela alla fotografia e non tutti necessariamente devono conoscerla. „ o anche di FrancoK35 che cerca di spiegarla a modo suo, ma inevitabilmente spesso vengono "presi di mira sul livello personale, per abbatterli prima che prendano il volo" Ecco ... questa cosa è molto brutta !!! ... e purtroppo anche se OT, è un comportamento che si vede spesso sul Forum ... vedi tu Max |
| inviato il 09 Marzo 2015 ore 22:16
Mi son letto tutto l'argomento e gli altri topic correlati ed intervengo ovviamente per ultimo. Dal mio punto di vista la foto è una rappresentazione personalizzata di una realtà, per me in fotografia non esiste una realtà oggettiva ma solo la realtà soggettiva, dovuta alla cultura, alla sensibilità ed alla capacita del fotografo. Tale soggettività inizia dalla ripresa: pdr, scelta della focale, del diaframma, dei tempi e della composizione e nel digitale inevitabilmente finisce nella pp dove, anche in questo caso, la sensibilità del fotografo la possiamo misurare nello spingere o meno il dettaglio o la saturazione o altri parametri che possono caratterizzare una foto fino all'uso di tecniche HDR o FS oggi utilizzabili. Parliamo quindi di un workflow unico che inizia dalla ripresa e finisce con la pp, anzi ritengo che molti dei fotografi che pubblicano le loro foto su questo sito le creino già avendo in mente tutto il workflow. Questa definizione io l'applicherei a qualsiasi tipo di foto ed in qualsiasi contesto temporale: per me anche i grandi fotografi del passato, con i mezzi tecnologici a loro disposizione, ci hanno trasmesso consapevolmente o inconsapevolmente una loro visione della realtà osservata. Finisco dicendo che se diamo un limite alla capacità espressiva che oggi la fotografia digitale ci mette a disposizione autolimitiamo anche la nostra creatività. |
| inviato il 10 Marzo 2015 ore 0:46
“ Non so nemmeno come fai a non capire il significato della parola "Post" (dopo) Eeeek!!! ... e quindi a non "posizionarla" al posto giusto. ... prima c'è lo scatto e post c'è il ritocco !!! (qual'è la parte difficile ???) „ La parte difficile, e' che non si riesca a capire che l'intenzione di non attenersi al documentarismo asettico, e' anche mettere in atto artifizi che falsano esposizione, colore, messa a fuoco PRIMA dello scatto, anche senza post produrre. Solo il fatto che si possa pensare che sfocare prima sia fare foto e sfocare dopo sia fotoritocco mi lascia allibito. Come condire l'insalata mettendo prima l'aceto e dopo l'olio perchè e meglio, scendere dal letto prima col destro, evitare che piselli e carote si mescolino. Io continuero' a taroccare, pre (molto), post (molto meno) e durante (pure). L'importante, sul serio, è poter dire di essere contenti del proprio portfolio fotografico, avere un progetto e perseguirlo, poter dire di essere migliorati anche poco. Per ciò che mi riguarda ho finito con questo post di occuparmi di taroccamenti e di fisime varie di pre e di post , di barriere mentali, di trolls, e di chiunque professi la logica del coitus interruptus. Io la fotografia me la voglio godere fino in fondo, le pippe, i guinzagli e le museruole a chi si vuole castrare da solo. Fotografi onesti, paladini della realta' vera, integerrimi fotocopiatori, fotografi che... guai postprodurre ma dediti ai giochi di postproduzione, fotografi molto poco capaci ante, e ancor meno post....avete vinto ! Mi arrendo !!! Passo e chiudo. |
| inviato il 10 Marzo 2015 ore 0:59
ognuno deve essere libero di interpretare la fotografia in accordo alla sua visione e percezione del mondo che lo circonda .La fotografia é arte e l'arte non ha confini, se non quelli della propria fantasia. In special modo quando parliamo di fotografia amatoriale, quindi pura passione e nessun vincolo professionale. Il fotoritocco, la postproduzione, il fotomontaggio non servono a niente se dietro non ci sono idee da portare avanti. Sono le idee il motore dell arte fotografica e dell arte in genere, non certo un programma software. Stupido per definizione. |
user46920 | inviato il 10 Marzo 2015 ore 6:34
“ Fotografi onesti, paladini della realta' vera, integerrimi fotocopiatori, fotografi che... guai postprodurre ma dediti ai giochi di postproduzione, fotografi molto poco capaci ante, e ancor meno post....avete vinto ! Mi arrendo !!! „ non so perché non possiamo discuterne tranquillamente ? Che senso ha arrendersi ? ... quello che dici ha un valore e lo ha anche secondo me ! .. ma cosa c'entra la capacità nel fare le fotografie ? .. non penso sia una gara ! |
| inviato il 10 Marzo 2015 ore 15:07
Onanismo |
| inviato il 10 Marzo 2015 ore 15:14
@Max57 e @Arconudo. mi auto cito “ Infatti non si può quasi mai parlare per valore assoluto. La cosa va contestualizzata, ed è evidente che le regole del Glamour e quelle del reportage siano diverse. „ Ognuno è libero di interpretare, post produrre, non post produrre, usare foro stenopeico o solo photoshop. Ma si deve per forza sottostare alle regole del tavolo cui ci si siede per giocare a carte. Altrimenti è come andare a Las Vegas e pretendere le carte napoletane. Ottime al bar sotto casa, ma non ad un torneo di texas hold'em. |
| inviato il 10 Marzo 2015 ore 15:47
La miglior regola è non avere regole Questo presuppone però due cose: 1-Conoscere le regole che stai infrangendo. 2-Sviluppare intorno a queste, idee e progetti coerenti, cercare di sperimentare e trovare una propria dimensione fotografica (che può essere anche la più classica del mondo, purchè la decisione sia nostra). Seguendo il tuo ragionamento saremmo ancora fermi ai tempi del Carlo Cudega (per i non milanesi si vuole intendere qualcosa di molto vecchio e sorpassato) ciao |
| inviato il 10 Marzo 2015 ore 16:24
Se "il tuo ragionamento" è riferito al mio ragionamento, non sono d'accordissimo sul fatto che saremmo fermi al passato. Il mio ragionamento è più generale: in un progetto personale, o in genere in cui non c'è vincolo di veridicità, la sperimentazione è ciò che fa progredire il mondo, qualunque esso sia, e ben venga! Ma se l'ambito (in questo caso fotografico) è ad esempio un reportage, o una ricerca medica, andrei piano con il liberismo. Sarebbe come accettare che il medico usi photoshop sull'ecografia di tua moglie incinta e ti dica che è maschio quando invece è femmina. Ottimo ritoccatore, ma in un contesto in cui non si può fare. Tutto qua, nè più nè meno. |
| inviato il 10 Marzo 2015 ore 16:30
“ Qual'è per voi la linea di confine tra Fotografia e Fotomontaggio ??? „
 C'è qualcuno che può affermare con certezza se questa foto è stata scattata così o è il risultato di un fotomontaggio? |
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