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Cos'è un ritratto? proviamoci!


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avatarsenior
inviato il 25 Luglio 2013 ore 14:43

Mi associo a quanto detto sopra.
P.s.OT Mi fate capire come si fa a citare una frase detta da un utente e riportarla ne proprio messaggio?
Grazie.

user1802
avatar
inviato il 25 Luglio 2013 ore 14:43

Parlando di Johnny Deep e tralasciando un secondo il discorso del ritratto.
In ogni film interpreta un personaggio diverso e in ogni personaggio ritroviamo comunque uno stile di recitazione proprio a JD. Se avessero scelto Schwarzenegger per girare Eduard mani di forbici, avrebbe interpretato lo stesso personaggio ma con un'interpretazione diversa.
A questo punto, per un personaggio di un film, ma anche per il personaggio di marketing che viene creato ad hoc nel mondo nella musica o della TV in generale, subisce l'influenza della persona che lo interpreta.
Claudio Bisio e Cataldo Baglio sono entrambi grandi comici italiani ed entrambi pelati. Potrebbero recitare nello stesso film dando risultati totalmente diversi.
Questo dice tutto.
In un ritratto di un personaggio cinematografico conta molto l'interpretazione che l'attore ci mette. Una qualità della persona e quindi che merita di essere rappresentata da un ritratto.

Quando le ragazzine vedono il ritratto di Jack Sparrow, dicono:-"Ke gnocco Johnny Deep!"-. Perchè la persona che interpreta conta quanto l'interpretazione.

Abbiamo capito bene che un buon ritratto va oltre la mera foto tecnicamente riuscita fatta ad una persona qualunque. Deve raccontare qualcosa. Quindi qual'è la differenza fondamentale, oltre il fatto di dare una connotazione precisa al termine "ritratto", che differenzia il ritratto una mera rappresentazione dell'immagine di una persona da un'immagine che racconta qualcosa?

Scommetto che é capitato a tutti di fare una foto ad una persona e appena la si punta con l'obiettivo, questa si irrigidisce come ad avergli messo, scusate l'espressione molto colorita, una scopa nel ...
Che succede? Il soggetto avverte un disagio nell'essere ripreso e la risposta psicologica è quella di bloccarlo, spesso, in una posa poco naturale. Se si scatta in quel momento, la foto esprimerà unicamente quel "muro" che il soggetto ha inalzato davanti a se come difesa... difesa alla paura di uscire male sulla foto.
È quindi necessario che il fotografo sia in grado di mettere a proprio agio la persona. Di fargli, insomma, "abbassare la guardia". Così da poter fotografare la persona o l'interpretazione che ne dà.
Recitare è spesso piu difficile che essere se stessi, soprattutto davanti alla gente. Fronte ad un obiettivo è la stessa cosa.
Mi pare che fosse Marinaio a chiedere se qualcuno avesse gia provato a porre delle domande alla persona prima di farne una foto. Domande che permettono di conoscere la persona e ad indurla ad esporsi. Come faceva d'esempio, una domanda potrebbe essere se si crede in dio... o se ha figli... o qualcosa che induca la persona ad esprimere qualcosa di se. La domanda potrebbe anche essere: -"Cosa ti piace del personaggio che interpreti?"-.
È ovvio che la cosa si fa laboriosa, volendo ottenere un bel ritratto naturale e non forzato. Devo quindi essere io fotografo che in primo luogo, dimostra un apertura a cio che mi circonda così da indurre il soggetto a fare lo stesso.
Perchè è difficile fare ottimi ritratti beauty o di moda, proprio perchè bisogna instaurare un buon feeling con la modella. La comunicazione purtroppo non è una dote data a tutti. Se poi la modella è nuda... rimanere ammutoliti certo non aiuta.
Parlando di Helmut Newton, trovo che molte sue foto di ritrattistica e nudo esprimano un "muro espressivo" ancora piu marcato. Come se fosse un intento del fotografo voler esprimere il disagio della modella a posare nuda in quel momento. Potrei sbagliare ma mi piace pensarla così.

La differenza, a mio avviso, non dovrebbe quindi essere fatta discutendo su foto ottime, a cui la definizione di ritratto diventa solo un effimera questione soggettiva. La differenza la fanno le foto dove realmente il soggetto non esprime nulla salvo un idea mal riuscita del fotografo.

Posto una foto senza nessuna pretesa ma che dimostra quel che voglio dire con il "muro di difesa".
Anche senza conoscere la ragazza penso si possa notare che si, la bocca sorride, ma l'espressione in se risulta un po' "chimica"... o vuota...



Fù lei stessa a dirmi, un'oretta prima, di fare qualche foto "smorfia", per entrare un po' nel "gioco" della foto e non essere rigida... mannaggia a me che ero troppo impegnato a calcolare la pdc con dofmaster sull'app dell'iphone MrGreen

A mio avviso il ritratto piu banale è quello rubato, è quello piu facile da realizzare per un fotografo. Realizzare invece un ritratto dove traspare la persona, mentre questa guarda dritta in macchina... allora li c'è una grande capacità del fotografo ad entrare in sintonia con il soggetto. I bambini-fotografi che dicevo gia prima, colgono ottimi ritratti proprio perchè l'adulto ne percepisce l'innocenza. Cose che negli adulti... forse... oserei dire... muore.
Che sia un ritratto professionale di una diva del jet set o al barbone di turno incontrato sotto un ponte dopo una sbornia fenomenale, affinche il soggetto si presti alla foto dobbiamo metterlo a suo agio. Se il fotografo arriva con arroganza dicendo "fai così, fai cosà, alza su, muovi giu, bacia qui e tocca la...", il soggetto rischia di dirsi "ooh non sono un manicchino"... da qui mi vengono domande sul termine "mannequin" usato in francese per definire la modella ma che tradotto letteralmente significa proprio manicchino.
Che differenza enorme... e allo stesso tempo sottile c'è tra il termine "modella" e "manicchino".
Il manicchino è fondamentalmente un oggetto... su cui si puo lavorare nel modo in cui si preferisce. Non ha animo... non esprime nulla di suo.




Mettiamo una faccia a quel manicchino, mettiamo uno sguardo... cosa abbiamo? La nostra modella!
Senza di lei, non sarebbe la stessa cosa. Poi ovviamente, il presupposto è che il fotografo sappia creare quella simbiosi giusta con la persona.

Mettere a proprio agio il soggetto prima dello scatto non significa che non lo si possa spiazzare all'ultimo momento prima dello scatto per tirarne fuori un espressione diversa ma voluta. Un buon ritrattista a mio avviso deve avere ottime doti psicologiche ed empatiche quando invece molti pensano solo alla tecnica.









avatarsenior
inviato il 25 Luglio 2013 ore 15:00

Bellissimo 3D!!!
Ringrazio Marinaio e Ulisseita per averlo aperto e quanti hanno partecipato in modo costruttivo!
Ho imparato alcune cose che non sapevo e sono stato "costretto" a riflettere su altre.
Speriamo in un futuro in cui si discuta sempre piu' di argomenti e sempre meno di Canon vs Nikon!

avatarsenior
inviato il 25 Luglio 2013 ore 16:29

Karibu, hai scritto piu' volte le parole "recitare" " interpretare " " stile di recitazione " ecc...
Secondo me , e' ovvio che ogni attore nell'interpretare una parte lasci alcuni segni riconducibili alla propria persona , il problema e' che chi guarda una sua foto scattata sul set la ricondurra piu al personaggio che all'attore proprio perche' sa che sta recitando,interpretando,diversamente (torno indietro di qualche post) se vedra Sean Connery in Kilt nel suo tempo libero lo identifichera come ritratto della persona.
Sempre secondo me, diverso sara' il ritratto di un contadino al lavoro nel suo campo dove racconta la sua vera vita di tutti i giorni senza recitare rispetto ad un attore/modella comunque al lavoro ma dove inevitabilmente ha un copione da seguire e che sicuramente gli imporra' qualche cosa di diverso dal suo modo di essere o di fare.
Sul fatto che un bravo fotografo debba sapere mettere a proprio agio il soggetto per ottenere i migliori scatti non ho dubbi, non sono cosi' convinto che cosi' facendo si possano cogliere certe espressioni o situazioni che solo la foto " rubata " puo' dare secondo me.

user1856
avatar
inviato il 25 Luglio 2013 ore 16:36

sovrastano la volontà di fare emergere la carica emozionale dello soggetto ritratto...


questo però implica che il soggetto esprima emozioni.
e se fosse il contrario per volontà sua o per volontà di chi lo riprende (che conosce il soggetto e lo considera freddo) o ancora, meglio, perchè il soggetto non può esprimere emozioni? (vedi "autoritratto come un annegato", ovvero morto, di Bayard)

insomma... non è scontata la cosa..

user1856
avatar
inviato il 25 Luglio 2013 ore 16:45

Se vedra Sean Connery in Kilt nel suo tempo libero lo identifichera come ritratto della persona


ma chi lo dice?
io vedendo S.C. in kilt lo assocerei per istinto al personaggio di highlander per esempio... e quindi?Sempre secondo me,

diverso sara' il ritratto di un contadino al lavoro nel suo campo dove racconta la sua vera vita di tutti i giorni senza recitare


Molti psicologi affermano che moltissimi uomini recitano una parte tutta la vita... a causa di status symbol, della società, dell'apparire etc etc.
Prendi un contadino ricco sul suo trattore con clima e quant'altro e parlagli mentre ti osanna la sua uva e il vino al top, quai da soggnno e probabilmente sarà più finto lui di un Johnny Depp mentre si inventa fuori copione cose in base al suo essere (e non per nulla durante le riprese della Maledizione della prima luna, il suo modo personale di recitare fece dire ai manager che stava rovinando tutto il film...).

Sul fatto che un bravo fotografo debba sapere mettere a proprio agio il soggetto per ottenere i migliori scatti non ho dubbi, non sono cosi' convinto che cosi' facendo si possano cogliere certe espressioni o situazioni che solo la foto " rubata " puo' dare secondo me.


quindi se consideriamo veri ritratti quelli con certe espressioni, nella pittura sistematicamente non esistono veri ritratti... millenni di ritratti che non son più tali... a proposito... e se parliamo di autoritratti?
quelli di sicuro non sono rubati...

avatarsenior
inviato il 25 Luglio 2013 ore 16:49

Cos78 Mi insegni per cortesia come si fa a citare le frasi nei post e riportarli nel mio.
Fammi la cortesia ti prego.

avatarsenior
inviato il 25 Luglio 2013 ore 17:10

Intanto provo cosi':
" ma chi lo dice "
ho anticipato secondo me,qui immagino anche chi la vede come me ma soprattutto mi riferivo ad un vecchio posto dove si parlava di SC in kilt a giocare a golf come fa di consueto.
" molti psicologi "
pensavo fosse sottinteso che mi riferissi ad un contadino che non recita e quindi ripreso come tale.
" quindi se consideriamo veri ritratti "
io non ho parlato di veri ritratti,non ho citato la pittura ( anzi sarei felice se continuassimo questo post parlando solo di ritratto in fotografia ) ho detto che secondo me credo che certe espressioni le puo' dare solo la foto " rubata" ,qui non ti ho capito.

avatarjunior
inviato il 25 Luglio 2013 ore 17:10

Clicchi su QUOTE e ti propone una coppia di tag tra parentesi quadre, QUOTE e /QUOTE. Incolla la citazione lì nel mezzo...

avatarsenior
inviato il 25 Luglio 2013 ore 17:13

Grazie Franzpi , ma dove cacchio sta quote?
Non e' per caso che su Ipad non e possibile?
Io ho solo il punto esclamativo a dx per citare il link a Juza.

avatarsenior
inviato il 25 Luglio 2013 ore 17:15

Cacchio e' sotto.
Sono proprio rinco....
Scusate.

avatarsenior
inviato il 25 Luglio 2013 ore 17:45

Cos,
nulla è scontato, naturalmente.

Emozioni. Vero quello che dici.
E' anche vero che non sempre i ritratti riescono (per vari motivi)...

Il Bayard (che tra l'altro rivedendolo ora, alla prima occhiata sembra uno dei tanti fotomontaggi fatti a berlusconi che in questo caso dorme come un angioletto!) è un ritratto. Non solo per come è composto e per come vengono utilizzati alcuni elementi ma perchè comunica uno stato d'animo dell'autore, perchè, con il suo autoritratto di protesta, esprime in modo potentissimo (attraverso la morte stessa) la sua delusione...Quindi parla dell'inviduo, delle sue emozioni interiori e racconta una storia (e certamente l'ha fatto in un modo unico)...

user1856
avatar
inviato il 25 Luglio 2013 ore 18:11

Cos78 Mi insegni per cortesia come si fa a citare le frasi nei post e riportarli nel mio.
Fammi la cortesia ti prego.


copi-incolli il testo che vuoi riportare, poi lo selezioni e poi premi il tasto QUOTE in grigio! ;)

user1856
avatar
inviato il 25 Luglio 2013 ore 18:16

qui non ti ho capito.


non mi rifacevo direttamente a te ma al discorso fatto da altri, pagine fa, per cui se non c'è estrema naturalezza non si parla di ritratto vero.
ho colto la tua palla al balzo riflettendo su cosa sia il ritratto nelle arti visive.
indifferentemente pittura o fotografia giacchè in molti ambiti le due cose si sovrappongono dal punto di vista artistico.

Il Bayard è un ritratto


che è quanto ho sempre sostenuto.
l'avevo citato proprio ragionando per assurdo.
e se è ritratto questo, ovvero un fotomontaggio (viso e mani sono fotomontate) che si basa sulla finzione (autoritratto di un morto...mhmh), lo sono anche altre opere, come ad esempio i ritratti citati pagine fa!
Ovvero la foto parla ma mostrando qualcosa di non oggettivamente simile all'autore che è sia vivo sia con mani e viso non putrefatti.
Ovvero, riprendo Franzpi di alcune pagine fa, il fatto che il ritratto non sia copia fedele e oggettiva nel soggetto, non preclude che la foto possa essere ritratto o meno.

avatarjunior
inviato il 25 Luglio 2013 ore 18:18

Parto da questo. Sarà un giro tra affermazioni fatte, ma il succo poi finirà per essere unico.

Un'ultima cosa, sempre strettamente personale: quando leggo che nei ritratti si deve vedere la faccia ho i brividi. Nel ritratto sin dalla notte dei tempi la fisiognomica è stata importante solo nei periodi più cupi. E' sempre stata considerata un limite, sempre. Gli etruschi mettevano facce sempre uguali sui monumenti funebri, i classici scolpivano dipingevano miniavano secondo standard culturali ed estetici loro.

La questione scultura antica, magari pure funeraria, è ben diversa dalla fotografia. L'allegoria (perché quello era) di rappresentare un morto come un perfetto, o persino un Dio, come facevano gli Egizi, non ha nulla a che vedere con il ritratto.
La fisionomia della persona, viva, è sempre stata importante. Migliaia di Reali si sono fatto immortalare in tele dove apparivano per quello che erano. Certo, il pittore poteva anche "mentire", ma lo scopo era appunto i l ritratto di una persona, vero, finto o alterato che fosse.

qui viene escluso il lato artistico della fotografia ma si prende quello meramente riproduttivo.
una foto tessera in pratica... magari, meglio, ripresa con 2 fotocamere in modo da ricreare il senso di tridimensionalità che si ha con la vistabinoculare.
nessun bianco e nero.
perchè l'uomo vede a colori e anche il colore della pelle ha un suo significato.
nessuna sfuocatura, ovvero tutto a fuoco... altrimenti anche qui rientriamo in qualcosa che non è realistico.
nessun cast perchè in realtà non ci sono.
ecco che se mettiamo qualche dominante, un po' di blur, magari bn ci allontaniamo da un identificazione più reale possibile.

Attenzione, non facciamo passi troppo lunghi. La rappresentazione "quanto più possibile vicino al vero" non vuol dire lasciare fuori la creatività. Quando la mia professoressa del Liceo mi diceva di scrivere correttamente (rispettando le regole della grammatica) e di non inventarmi storia di fantascienza quando facevo un saggio su un avvenimento storico, non mi chiedeva di fare la lista delle date degli avvenimenti storicamente accaduti.
Poi la questione "tutto a fuoco" non l'ho capita. Il mio occhi non mette a fuoco tutto di certo. Proseguo...

ad esempio l'uso di un obiettivo con proiezione NON rettilineare porterebbe da quanto scrivi ad una caricatura. quindi non ad un ritratto.

Certamente sarebbe un ritratto in cui è il fotografo a voler far apparire il soggetto in un modo che altrimenti non apparirebbe mai in natura. E sì, secondo me non sarebbe un ritratto. Al massimo lo metto nella categoria dei ritratti caricaturali.

ma sono i soliti paletti che ci si auto-impone.
la fotografia è arte.
non può e non deve avere paletti...
non è più il campo della foto tessera e quindi diventa meno ritratto?


Vedi sopra, quando scrivevo "le mia amenità" nei temi non potevo certo andare a giustificarmi con "La licenza poetica, perché altrimenti un Manzoni oggi non lo avremmo mai letto se avesse rispettato i canoni del tempo".
La creatività non è limitata dalla "categorizzazione". Anzi, è proprio la capacità di andare oltre alle categorie "ristrette" e di affievolirne i contorni. Non per questo se faccio 3 schizzi colorati su un foglio e dico che è "pittura realista" dico il vero. Sto creando "arte" bella o brutta che sia, e sarà catalogata sicuramente in maniera differente da quella impressionista o rinascimentale. Nessuno mi dice, "ehi, non sei in una categoria di arte conosciuta, stai facendo inutili schifezze". Mi si dirà che la mia arte non è appartenente a nulla di quanto visto fino ad oggi e probabilmente creeranno una nuova categoria basata sugli "schizzi colorati meditati", diversa da quella "schizzi colorati realizzati ad minchiam tramite lancio di vernice sulla tela con le più disparate modalità". Categorizzare non vuol dire "limitare". Vuol dire in primis comprendere. Comprendendo come è fatto qualcosa lo si identifica e gli si dà le sue regole. Che possono essere lasche o rigide. Ma nessuno ti vieta di violarle e fare qualcosa di diverso (che appunto non appartiene alla categoria prima descritta) o stia sul confine.
Se qualcosa non fa parte di una categoria è di per sé qualcosa che non ha regole e per tanto è sciocco di per sé ritenerla esistente: qualsiasi cosa può farne parte o esserne esclusa secondo interpretazioni proprie.

tornando alla pittura... con in in mente il "ritratto di Picasso" dipinto da Dalì e vari altri ritratti... beh suona strano che secondo quanto si discute il loro stesso titolo sia sempre improprio... non è che invece stiamo ponendo troppi paletti ad un mondo che di paletti non dovrebbe averne neanche uno?

Mah, la pittura del secolo scorso è certamente una pittura che ha rotto con il passato. Proprio per l'arrivo della macchina fotografica che ha reso la pittura realista e veritiera qualcosa di inutile da svolgere. La fotografia sicuramente fa meglio sotto quel punto di vista.
Il fatto che siano sorti in meno di un secolo decine e decine di correnti diverse che hanno spacciato per "arte" qualsiasi cosa, pure scarabocchi, palesa che l'arte figurativa con la fotografia è morta. O si è trasformata in qualcosa d'altro che non è la rappresentazione di quello che si vede. Pertanto si è inventata nuove regole e ha deciso di chiamare ritratti cose che raffigurano persone descritti nei più assurdi modi. Quantomeno, anche per loro, la persona è sempre raffigurata dal davanti, con il volto visibile ed è una parte importante dell'immagine. Che poi la raffigurazione sia completamente "sballata" rispetto all'immagine reale, be', come detto, anche un bambino fa ritratti che sono lontani anni luce dalla descrizione reale della forma e più reali nell'emozione (e anche se i bambini fanno queste cose in maniera naturale non sono mai descritti come "artisti", chissà perché...)

Concludendo questo lungo intervento, mi sembra che definire ritratto qualcosa dove non compare il volto di una persona o vi sia un elemento che lo possa far riconoscere (fossero anche solo gli occhi, che sono poi il principale mezzo di comunicazione del proprio stato d'animo, e quindi fondamentali per un ritratto), direi che è come dire che qualsiasi foto può essere un ritratto e quindi la categoria ritratto di fatto non esiste (cit. dagli Incredibili "Tutti siamo speciali a modo nostro" "Che equivale a dire che nessuno lo è").

@Franzpi
Riguardo alla foto della tizia che piange (perché appunto me lo dici tu, altrimenti non lo so): se il ritratto deve essere comunicazione delle emozioni, dello stato d'animo o del carattere di una persona, se me lo devi scrivere sulla foto per capirlo significa che non è un ritratto.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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