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La tecnologia ha permesso alla popolazione mondiale di crescere fino a 8 miliardi di individui però al contempo abbiamo consumato le risorse energetiche e dato un contributo al riscaldamento dell'atmosfera .
Dopo avervelo citato, mi è venuta voglia di rileggere la Società dello Spettacolo. Un piccolo estratto:
Lo spettacolo è il discorso ininterrotto che l'ordine presente tiene su sé stesso, il suo monologo elogiativo. È l'autoritratto del po?tere all'epoca della sua gestione totalitaria delle condizioni di esistenza. L'apparenza feticista di pura oggettività nei rapporti spettacolari cela il loro carattere di rapporto tra uomini e tra classi: sembra che una seconda natura domini intorno a noi con le sue leggi fatali. Ma lo spettacolo non è il prodotto necessario dello sviluppo tecnico considerato come uno sviluppo naturale. La società dello spettacolo è al contrario la forma che sceglie il proprio contenuto tecnico. Se può sembrare che lo spettacolo, preso sotto l'aspetto ristretto dei “mezzi di comunicazione di massa”, che sono la sua manifestazione superficiale più soffocante, invada la società come una semplice strumentazione, que?sta in realtà non è per nulla neutra, ma è proprio la strumentazione che conviene al suo auto-movimento totale. Se i bisogni sociali dell'epoca in cui si sviluppano tali tecniche non possono trovare soddisfazione che attraverso la loro mediazione, se l'amministrazione di questa società e ogni contatto tra gli uomini non possono più esercitarsi se non per il tramite di questa po?tenza di comunicazione istantanea, è perché questa “comunicazione” è essenzialmente unilaterale; di modo che la sua con?centrazione torna ad accumulare nelle mani dell'amministrazione del sistema esistente i mezzi che gli permettono di continuare questa amministrazione determinata. La scis?sione generalizzata dello spettacolo è inseparabile dallo Stato moderno, cioè dalla forma generale della scissione nella società, prodotto della divisione del lavoro sociale e organo del dominio di classe.
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Il sistema economico fondato sull'isolamento è una produ?zione circolare dell'isolamento. L'isolamento costituisce il fondamento della tecnica, e il processo tecnico a sua volta isola.
Dall'automobile alla televisione, tutti i beni selezionati dal sistema spettacolare sono anche le sue armi per il rafforza?mento costante delle condizioni di isolamento delle “folle solitarie”. Lo spettacolo ritrova sempre più concretamente i propri presupposti.
[...]
L'alienazione dello spettatore a vantaggio dell'oggetto contemplato (che è il risultato della sua attività incosciente) si esprime così: più contempla, meno vive; più accetta di riconoscersi nelle immagini dominanti del bisogno, meno comprende la propria esistenza e il proprio desiderio. L'esteriorità dello spettacolo in rapporto all'uomo che agisce si manifesta nel fatto che i suoi propri gesti non sono più suoi, ma di un altro che glieli rappresenta. È per questo che lo spettatore non si sente presso di sé da nessuna parte, poiché lo spettacolo è dappertutto.
Pasolini, non a caso tirato per la giacchetta dai sepolcri imbiancati della destra e della sinistra, rappresenta splendidamente la figura ormai estinta dell'intellettuale. Critico. Scomodo. Controcorrente.
Salò è il film più "difficile" (da sopportare) che abbia mai visto. Forse superato, ma per motivi completamente diversi, da Grizzly Man, di Herzog.
Diciamo che in comune hanno solo il pugno allo stomaco che ti danno.
Grizzly Man ti porta dentro la tenda dove il protagonista e la compagna sono stati sbranati dell'orso, "aggravato" dal fatto che la storia è vera, e i documenti autentici. Può essere che fossi emotivamente provato per chissà quali altri motivi quando lo vidi, ma ne rimasi davvero scosso.
La società dello spettacolo è probabilmente l'atto finale di molti sistemi sociali e molte civiltà: i cronisti romani degli ultimi anni dell'impero lamentavano il fatto che, di fronte alle scorrerie delle bande di barbari, alla crescente crisi socio-economica e all'inerzia della corte imperiale, il popolo non chiedesse altro che nuovi giochi circensi.
“ Concordo anch'io su tutto; purtroppo i veri cambiamenti sono sempre utopie e, alla fine, se un cambiamento reale ci sarà ci verrà imposto dalla natura. „
Ma manco per l'anticamera del cervello sono d'accordoalla decrescita e al regresso, e come me forse la maggioranza.
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