| inviato il 04 Dicembre 2024 ore 8:37
A proposito di Guidi e Paul Klee
 Questo sotto lo tengo appeso in camera da letto
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| inviato il 04 Dicembre 2024 ore 12:54
“ mi scuso con Mirko Fambrini se ho scavallato Massimo Vitali... „ ma ci mancherebbe altro.. peraltro avevo interotto prima io aprendo una finestra sul photolux del quale per adesso ho visto solo questa mostra e quella del WPP. Sono rimasto "deluso" dalla mancata partecipazione al talk su Ivo Saglietti di Pellegrin e di Cito che comunque è stata gradevole. Lui davvero tanto grande quanto misconosciuto nonostante la sua carriera ed i riconoscimenti (vincitore tre WPP tra i vari). Semmai ci tornerò su al completamento delle visite. Per quanto riguarda questo “ Ma poi discorrendo afferma che la vera motivazione era dovuta ad una riflessione che fece da studente nel '67/'68 con il suo insegnante Italo Zannier sulla storia della fotografia e quindi c' era " l' intenzione di sabotare Cartier Bresson e fare una polemica silenziosa, una polemica visiva rispetto ai dettami del grande maestro ed il suo istante decisivo " (min 38,55) „ a me fa un po ridere però va bene tutto. Preferivo la motivazione sulla Pop Art.. |
| inviato il 04 Dicembre 2024 ore 13:07
Ho fatto leggere a Zannier ieri il pezzo dell'intervista …. Non posso rivelare i contenuti della sua risposta, verrei bannato a vita ma nn aveva una buona giornata magari nei prox giorni mi farà una riflessione più pacata…. Spero. |
| inviato il 04 Dicembre 2024 ore 13:29
“ Guidi ha spesso contestato la teoria dell'istante decisivo di HCBresson. Istanti interessanti ce ne possono essere diversi. Nelle sue foto della tomba Brion si trova la stessa inquadratura ripetuta in diverse ore della giornata dove le ombre giocano in modo diverso a formare geometrie che in qualche modo sono anche memori delle composizioni di Paul Klee. Comunque sì anche a me pare che forse ci sia un filo di contraddizione „ Tra questi scatti ci sono probabilmente molti, forse quasi infiniti momenti non decisivi. Sono d'accordo che ci sono molti momenti con questo tipo di motivo. Ma non sono ripetibili più di quanto si possa fare due volte nello stesso fiume. |
| inviato il 05 Dicembre 2024 ore 0:38
“ Ho fatto leggere a Zannier ieri il pezzo dell'intervista …. Non posso rivelare i contenuti della sua risposta, verrei bannato a vita ;-) ma nn aveva una buona giornata magari nei prox giorni mi farà una riflessione più pacata…. Spero. „ ma almeno ti ha risparmiato il "Kaxxiatone" che non avevi fatto i compiti ? . . . parlando ancora di Guido Guidi, riporto un piccolo estratto da un intervista sul suo libro "Di sguincio" che ha realizzato utilizzando il formato 35mm a mano libera, è risaputo che solitamente utilizza il grande formato con negativi 20x25: [...] Rispetto ai libri in grande formato, Per strada, o In Veneto, qui scatti foto, appunto “di sguincio”, sghembe. Che differenza vedi tra quei libri e questo, oltre al formato della macchina usata? A me sembra ci sia un diverso approccio al tempo. Ma non è tanto il formato, è più la dimensione dello strumento che ti permette di fotografare alcune cose, ma non ti permette di fotografarne altre. Diceva Daniel Arasse, uno storico dell'arte, che si potrebbe rifare una storia della pittura in merito ai pennelli usati dal pittore. Per esempio Velazquez dipingeva con un pennello lungo mezzo metro, come uno spadaccino. Invece Turner dipingeva con un pennello lungo neanche una spanna, attaccato al dipinto, senza guardare mai l'insieme. Ecco, lo strumento non è solo un mezzo, ma è anche un qualcosa che ti impone una certa possibilità. Quale possibilità? Per esempio fotografie istantanee, fatte col flash senza guardare: quasi tutte le fotografie di questo libro sono fatte senza guardare. Matisse si faceva bendare dopo aver disegnato più volte lo stesso soggetto, e lo ridisegnava a occhi chiusi. [...] tratto da: www.rivistastudio.com/guido-guidi/ Per Guidi, il punto è il modo di guardare il mondo. “Occorre essere colti, purché la cultura visiva non faccia dell'occhio un occhio troppo armato. L'armatura dello sguardo è negativa”. E' necessario, dice, tornare ad avere un approccio semplice per poter vedere le cose, per poter decostruire un'immagine, per saperla leggere. “Ma non si decostruisce senza cultura. |
| inviato il 05 Dicembre 2024 ore 23:56
“ ma almeno ti ha risparmiato il "Kaxxiatone" che non avevi fatto i compiti ? „ si sto giro è andata bene ma non durerà tanto... |
| inviato il 06 Dicembre 2024 ore 13:16
“ <<... molti artisti studiano poco per non essere influenzati da qualcosa, e questo è un guaio, perché bisogna essere influenzati, altrimenti restiamo ignoranti. Diciamo, però, che studiando, il cervello da innocente diventa un cervello armato. Allora come si fa a liberarsi dell'armatura? Si fa con degli espedienti. ...>> „ Trovo sempre interessante il fatto che anche in gioventù ho scattato qualcosa come la fotografia di strada e anche foto di luoghi deserti e anche foto di cose banali. Senza avere idea dell'esistenza di Bresson, Shore, Eggleston, Ghirri, Guidi ecc. e delle loro foto. Se avessi studiato tutti questi fotografi, mi sarei sentito un imitatore. Non mi ero accorto che Guidi fotografava da un'auto in movimento senza guardare nel mirino. Ma l'ho fatto anch'io per molto tempo. Solo io conosco queste foto al momento. Dovrei anche farne un libro? |
| inviato il 06 Dicembre 2024 ore 14:21
Bè io conosco gente che guida pure senza guardare. |
| inviato il 07 Dicembre 2024 ore 9:24
“ Bè io conosco gente che guida pure senza guardare. „ Questa è l'arte più raffinata. |
| inviato il 09 Dicembre 2024 ore 10:08
“ sono un po' perplesso su questo: www.photoluxfestival.it/premio-intarget-a-i/ non per l'uso dell'AI ma perchè come idea mi sembra molto vista anche se magari in altre salse. Non c'era nulla di più interessante e originale presentato? „ ho visto tutte le mostre ed adesso posso rispondere. In effetti questa parte, a dire il vero abbastanza marginale, l'ho trovata poco interessante e ancorata secondo me ai soliti clichè. La qualità delle stampe non era male anche se osservando bene si rinvenivano vari difettucci AI generati che sono destinati a sparire abbastanza rapidamente. Ci sono state anche altre parti di autori contemporanei che non mi hanno convinto ma ha poca importanza e sarebbe un po lungo. Il WPP non mi ha entusiasmato come spesso negli utlimi anni. Ho visto la mostra di Cito che è un autentico fuoriclasse anche se la stampe mi hanno un po deluso. Molto bella invece quest'anno la mostra del Leica Award con una gran bella rassegna di autori e fotografie eccellenti di cui poi ne menzionerò alcuni. Segnalo qui invece un autore di fine 1800 (!!!), Vittorio Sella , i cui lavori presente in ampia rassegna sono per me incredibili. Assicuro che la qualità di molte stampe sia eccellente ed è difficile non restare affascinati nel vedere queste fotografie dal vivo pur non essendo particolarmente interessato a queste cose it.wikipedia.org/wiki/Vittorio_Sella www.fondazionesella.org/fondi-fotografici/sella-vittorio-2/ |
| inviato il 09 Dicembre 2024 ore 12:05
Di Sella molti conoscono le fotografie di montagna ma molto pochi conoscono le altrettanto belle fotografie in Sardegna. Detto poi fuori tema la casa vinicola Sella & Mosca era appunto della stessa famiglia Sella di cui parliamo qui. |
| inviato il 10 Dicembre 2024 ore 11:09
Ho già passato la notte al rifugio Vittorio Sella e sono inorridito dal fatto che sia successo 8 anni fa. Ho fatto il giro del Gran Paradiso, ma non con una grande fotocamera 30x40 cm, ma con una tenda e le nostre provviste.
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| inviato il 12 Dicembre 2024 ore 9:51
Oddio io sapevo che un blog era “ Pagina internet personale, aperta ai commenti dei lettori, di norma organizzata in ordine cronologico e arricchita con link ad altri siti, articoli, immagini, video disponibili in rete.“ E tra l'altro, cosa ci sia di tecnico nella fotografia autoriale io faccio fatica a trovarlo. Ma se pensate sia una buona idea divulgativa a me va benissimo ( anche se temo non cambierà nulla ) |
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