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Tridimensionalità RF 35 f/1.4


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avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2024 ore 19:50

Ecco che una leggera sfocatura di quello che non è soggetto, assieme ad una certa vignettatura che aumenti l'illuminazione relativa del soggetto, aiutano secondo me a ingannare il cervello facendogli credere che sta osservando la realtà e non una foto.
Quindi la sfocatura deve essere quel tanto da non apparire a fuoco e far percepire la differenza rispetto al soggetto, ma non troppa da creare una situazione visiva che il nostro cervello non riconosce come realistica (sfondo completamente sfocato ed illeggibile nei ritratti, che secondo me non è tridimensionalità ma isolazione del soggetto che è un'altra cosa).

concordo

avatarjunior
inviato il 28 Agosto 2024 ore 19:53

Quoto Rigel sullo sfocatone molto intenso, quello non mi restituisce nessuna sensazione di tridimensionalità, ma appunto casomai isola il soggetto ma è un'altra cosa.

avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2024 ore 19:55

La profondità di ciò che vediamo viene percepita tramite visione binoculare,


Questa è una di quelle classiche affermazioni che si sono affermate come una verità inconfutabile, ma che in realtà non lo è.....premesso che la visione con gli occhialini in un film 3d nulla c'entra con ciò che vediamo noi nella realtà con 2 occhi (e questo penso che chiunque ne abbia guardato uno possa confermarlo) rimane il fatto che la presenza di 2 occhi, nelle specie viventi sul pianeta, sia più che altro una evoluzione dovuta al fatto che, in una vita discretamente violenta per la sopravvivenza, se avessi dovuto perderne uno e rimanere senza vista, avrebbe significato sicuramente la fine. Però le distanze/profondità/dimensioni le valutiamo benissimo con 1 occhio solo....quello che vediamo anche a breve distanza è sempre la visione del nostro occhio dominante (che non è detto sia quello che vede meglio)...sulle lunghe distanze spero sia inutile spiegare che occhi distanti tra di loro sui 6/7cm non potrebbero permettere in nessun modo al cervello di effettuare triangolazioni per valutare la profondità.

Cmq rimanendo su distanze da 0 a una decina di metri, invito sempre i sostenitori di questa teoria a trovare un bravo giocatore di ping pong con un occhio solo e provare a giocarci insieme una partita....oppure un bravo atleta corridore, sempre con un occhio solo, e provare con lui a chi scende più veloce da una lunga e ripida scalinata.....secondo certe teorie non dovrebbe esserci storia.......MrGreenMrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2024 ore 19:57

Andrea in realtà hai messo tanta carne al fuoco ed aggiungo che è tutto corretto solo che mancano alcuni punti di collegamento.

Come prima cosa la lettura della scena avviene grazie a ripetute scansioni che sono fatte ogni volta con degli strumenti che sono dotati della capacità di percepire minime differenze (presi come singoli organi, cioè l'occhio), pertanto la sfocatura viene registrata come caratteristica specifica della singola lettura, al pari del colore ecc...

Mentre nel primo articolo viene posto specifica attenzione sulla visione combinata.

Non viene citato nemmeno il colore all'interno di quell'elenco eppure la gradazione cromatica o il contrasto sono elementi che, indiscutibilmente, vengono utilizzati quindi direi che probabilmente sono stati evidenziati gli elementi preponderanti.

Vorrei però ricondurre verso il mio intervento dove specificavo che sicuramente la differenza dei piani incide in percentuale "relativamente" bassa e la cosa diventa più evidente solo di fronte ad un confronto diretto, come ribadito da Iw7, quando confronti la resa nella stessa scena tra due lenti di pari focale ma con schemi ottici differenti.

Io lo faccio spesso ed è il motivo per il quale non accetto supinamente l'assioma che tutte le lenti sono uguali. Le uso quotidianamente da decenni e le testo a fondo per capire quale sia più congeniale alle mie necessità, se fossero veramente identiche cosa le cambio a fare... per dar da mangiare alla scimma?

Quindi credo che chi ancora si ostina a sostenere che una lente non sia in gradi di influenzare (sebbene in minima parte) una resa finale di un'immagine lo faccia perchè non si è mai trovato in mano da testare due lenti di pari focale e di serie differenti oppure che non abbia ancora capito che il comportamento della lente opera sul fuori maf su tutto il percorso della PDC e non su un singolo piano focale (tipo uno sfondo). In un elemento che si sviluppa in diagonale ed in profondità la gestione del fuori maf agisce lungo tutta la sua lunghezza non solo all'inizio ed alla fine della stessa.

Prendiamo l'esempio di una ringhiera in diagonale, non è che il fuori maf dispiega i suoi effetti solo in un punto. Quindi, mentre il punto a fuoco è diciamo più "standard" (può essere più o meno nitido ma generalmente li le lenti si possono anche equivalere) tutto ciò che è fuori maf viene trattato in maniera differente. E se si usano diaframmi aperti allora la parte in cui ogni lente lavora a modo suo è preponderante.

Per questo un matrimonialista ha bisogno che ci sia una buona tridimensionalità perchè usa spesso su focali ampie come il 35 dei diaframmi aperti. Quindi siamo più abituati a "percepire" questa resa e se ci troviamo di fronte qualcosa di diverso inconsciamente ce ne accorgiamo.

Per i paesaggi secondo me stai facendo un pò di confusione, invece, nel senso che per una ripresa "piatta", stile cartolina per intenderci, se sono distante anche se usassi un diaframma aperto avrei comunque tutto dentro al punto di maf quindi il diaframma lo chiudi spesso e volentieri per avere la resa ottica migliore, quindi da 5.6 ad 8/9.
Se, invece, stai facendo un genere di compo più complessa allora non vedo perchè non introdurre eventualmente un uso creativo del diaframma proprio per infondere maggiore tridimensionalità alla scena.



avatarjunior
inviato il 28 Agosto 2024 ore 19:58

35mm zeiss zm 3d insuperabile

avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2024 ore 19:59

@istoria, Andrea per essere un avvocato si difende fin troppo bene. Tuttavia non si può supplire col buon senso e l'intelligenza a cognizioni di base incomplete (ottica geometrica di duecento anni fa).
Un F=35 mm si confronta con un F=33 mm esclusivamente a queste condizioni:
- fuoco a infinito;
- f/16 per uno dei due obiettivi, dividere, per esempio, 35/16 ottenendo 2.1875 che sono i mm dell'apertura fisica. Risalire a f/ del 33 mm con 33/2.1875 che dà f/15.0857. Questa è la parte sperimentalmente più difficile da implementare;
- cavalletto;
- per chiarezza non mettere l'oggetto in primo piano a distanza macro, intorno al metro e + di distanza va più che bene. Sfondo non appiccicato, come ovvio.
A questo punto si dovrebbero trarre conclusioni meno campate per aria.
Se sono disponibili due corpi Fuji (26 e 40 Mpx), controllare cosa succede con la diffrazione a f/16 nei due casi;-)

avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2024 ore 20:16

Per quanto io sia d'accordo che ogni lente può influenzare la resa finale in modo diverso per PDC e sfocatura dei piani ...continuo a essere convinto che se parliamo di effetto 3D la luce lo deve tirar fuori su oggetti/soggetti a fuoco modellando le forme .....
Sulla parte sfocata non modelli nulla ....la sfocatura opera uno stacco...se fotografi un foglio di giornale a diaframmi aperti lo stacchi dallo sfondo....credo sia difficile ottenere un effetto 3d....non occupa uno spazio in "profondità"
che lo permetta.

avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2024 ore 20:33

se fotografi un foglio di giornale a diaframmi aperti lo stacchi dallo sfondo

se ti riferisci ad un foglio di giornale appeso ad un muro è normale "non" trovargli una "distanza" nel frame.
se lo fotografi per terra credo che si riesca a posizionarlo a una debita distanza rispetto ad altri oggetti.

avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2024 ore 20:53

E chiaro che il foglio di giornale e un estremo come esempio...
No possiamo anche appenderlo ad un filo teso con lo sfondo lontano....non si estende in profondità la luce non modella nulla....quindi zero 3d



avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2024 ore 21:01

Scienza @Mc non fantascienza... portami esempi e spiegazioni scientifiche non mi accontento di indicazioni generiche che sviano dalla risposta.

Impegnati un attimo, se è così palese la cosa non dovresti avere problemi no?!!

Attendere prego....


Attraverso la prospettiva insieme ad elementi ricorrenti :





Attraverso i gradienti :





Ci sarebbe anche da fare un distinguo tra tridimensionalità (fittizia) e percezione di profondità , oppure di concavo/convesso , ma continuate pure con gli sfocatoni , le torte di pannolini e compagnia cantante.


avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2024 ore 21:07

@Rigel

L'unica Certezza ASSOLUTA che abbiamo in questo genere di topic (sfocato/tridimensionalità, prospettiva, etc) è l'apparizione di SaroGrey che si domanda il senso dei medesimi....

....una garanzia totale....puntuale come la morte........MrGreenMrGreen


No dai, battute a parte veramente trovo queste ricerche spasmodiche di cosa sia 3D e cosa non lo sia veramente strane,Sorriso

forse sarò "troppo normale" ma qualsiasi foto fatta con un po' di ragionamento e che non sia la riproduzione di un francobollo è una composizione ricercata dal fotografo dove con una logica conoscenza della focale/diaframma usati, la disposizione dei soggetti primari e quelli dello sfondo e su quali piani di fuoco differente riesce a collocarli alla fine di tutto non è altro che quello che voleva presentare all'occhio dell'osservatore,

certe considerazione su 3D si 3D no vanno a formare una delle più grandi fiere dell'ovvio, vengono tirate fuori leggi ottiche che regolano la fotografia da oltre un secolo

Mi sorprende che un fotografo professionista affermi che la composizione è un solo elemento.
Come se un musicista scrivesse che la sinfonia è un solo elemento. In fin dei conti le note sono solo sette...


Ma infatti, il paragone calza alla perfezione, sinfonia= più partiture, più chiavi, più armonie sovrapposte, poi è l'abilità di chi ascolta nel sapere scinderli.

una foto è uguale, chi guarda dal mirino sceglie tutti i soggetti voluti e li dispone su una scala e ognuno ha il suo ruolo.

avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2024 ore 21:28

Anche se noi vediamo praticamente tutto a fuoco, ci concentriamo su un elemento alla volta fra tutti quelli presenti nella scena; quando ne osserviamo uno gli altri, anche se non sono sfocati, sono comunque quasi di contorno e meno presenti.


Prova a chiudere un occhio e avvicina un dito a 10-20 cm.
Poi guarda il dito e fa caso allo sfondo.
Poi fa il contrario.

Oppure prendi un'asta, e usala come la canna di un fucile. E scorri con la messa a fuoco tutta la sua lunghezza, tenendo d'occhio lo sfondo.

Vedrai lo sfocato, eccome se lo vedrai.

avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2024 ore 21:47

Io resto in attesa della confutazione scientifica del fatto che la resa ottica di ogni lente è identica all'altra.


nessuno ha scritto che la resa ottica di ogni lente sia uguale, ma solo che tutte le ottiche non posso aggiungere la profondità ad una immagine bidimensionale.
Semmai sei tu che dovresti scientificamente dimostrare che sia possile. La prova negativa è impossibile dal momento che quello che non esiste non può essere dimostrato.

Sono in ristampa i testi di educazione tecnica ed artistica; devono aggiornare le tecniche compositive inserendo alcune lenti che se usate, per magia, compare la profondità. Speriamo riescano prima della ripresa scolastica.

avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2024 ore 21:57

Ma non è che compare o no.
In alcune funziona meglio di altre.
È come una canzone: come la valutate, scientificamente? E se non sapete farlo, non esiste?

avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2024 ore 21:57

“ Io resto in attesa della confutazione scientifica del fatto che la resa ottica di ogni lente è identica all'altra.
?


Chi l'ha detto? Se così fosse solo dei ciucchi avrebbero a casa una sfilza di ottiche.;-)

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