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È indubbio che se alla NASA hanno scelto nikon e continuano a sceglierla, è perché la reputano l'eccellenza per il loro scopo. È come quando vedi una bella donna con un bruttone e scopri che non è neanche ricco.
Forse nikon ha quel qualcosina in più che i competitors più facoltosi non hanno.
Faccio presente ai "provvisori" di questa terra che non é che Nikon in futuro andrá sulla luna,semplicemente ci andrá anche stavolta...Continuerá ad andarci,nonostante i menagrami sembrino gufarla all'intera missione. Pochezze di chi in questa vita,nonostante si approssimi il crepuscolo,non ha saputo leggere e accettare la realá. Pentitevi,figlioli.
“ La Sony è un'ottima Casa produttrice di apparati fotografici, e sono commercialmente non solo molto bravi, ma estremamente bravi, hanno inglobato tutta l'esperienza ed il Know How della Minolta e si sono uniti alla Zeiss, il miglior costruttore di ottiche del mondo, per fornire alla Clientela un parco ottiche di eccellenza.
La bravura Sony è tale che ha dato un ribaltone tecnologico enorme al mondo della Fotografia digitale, le Mirrorless le hanno introdotte sul mercato solo loro in modo serio, e col le ML hanno cambiato il mondo tecnico della fotografia digitale, e poi i sensori buoni li fanno solo loro per tutti, sono stati e sono bravissimi.
Ogni azienda fatta da gente intelligente, e la Sony è fatta da gente intelligente, fa le sue scelte di mercato, decide dove e come investire e su quale Clientela puntare: la Sony ha deciso che le fotocamere professionali vere, le "ammiraglie" non facciano parte del suo parco prodotti, lo ha deciso per motivi suoi, si possono fare illazioni del perché, ma solo illazioni restano, ma alla fine non le fa, e va bene così.
Non puoi mandare nello spazio o sulla Luna una fotocamera amatoriale, sarebbe roba da bimbetti, si romperebbe subito, anche la Nikon, che ha sempre prodotto le fotocamere professionali vere, le deve modificare.
Dove lavoravo io fanno roba per lo spazio, la NASA usa sempre e soltanto quella roba nostra lì per le sue sonde più importanti e costose (Cassini, James Webb etc) e vuole specifiche molto alte (tutto degassificato, anche la più piccola vite, tutte le saldature passate alla TAC, garanzia delle tolleranze dimensionali, tutto montato in camera bianca 1:100.000 etc)
La Sony tutte quelle rotture di palle lì non le vuole, ha deciso di non volerle (= o non la gente per farle, o non la strutture per farle, o entrambe) e la roba alla NASA non gliela da.
Illazione mia: se la Sony avesse la gente e le strutture per fare il lavoro che facciamo noi e che fa la Nikon, la roba alla NASA gliela darebbe, eccome se gliela darebbe, per due motivi:
- la NASA paga, e paga bene
- dare la roba alla NASA è un fiore all'occhiello, un fregio prezioso, che solo pochissimi produttori al mondo riescono ad ottenere, ed ha un ritorno commerciale importante, chi vuole la roba tecnologica fatta veramente bene compra da loro (per noi Nikon, Zeiss ed Angenieux, che oggi non è più sul civile, fa solo roba militare). „
Alessandro Pollastrini Leggendola in piú occasioni, lei sembra una persona competente. Non scivoli nell'infantilismo fanboyesco da quattro soldi con sparate senza senso. Penso sia molto, ma molto piú intelligente di cosí. Non si mortifichi abbassandosi al livello di certi buzzurri che frequentano il forum.
Bastava una breve ricerca su Google, per scoprire che anche Sony e Canon sono e/o sono state utilizzate dalla NASA, ESA e SpaceX. Inolte, sia Canon che Sony sono impegnate in progetti spaziali con prodotti ad hoc per tale uso e di una complessità e costo ben superiore al semplice "ricarrozzare" una Z9 per renderla adatta all'uso nello spazio.
Questo per dire che: tutte e tre le Case fotografiche offrono prodotti di assoluto rilievo e robustezza sia per uso amatoriale, che professionale, ma nessuna delle tre riesce a offrire il livello di robustezza richiesto dalle agenzie spaziali nei prodotti standard, tant'é che della pesante e robusta finché si vuole Nikon Z9 originale, ne rimarrà ben poco. Ne consegue che, cosí come Nikon deve adattare la Z9 alle esigenze piú stringenti di un ambiente come lo spazio, analogamente sia Canon che Sony, possono adattare (e lo hanno già fatto) le loro fotocamere secondo i requisiti richiesti dalle agenzie spaziali senza battere ciglio, dato che sono ben piú grosse, con un know-how considerevole per i prodotti ad uso solo spaziale e inoltre, finanziariamente piú in salute rispetto a Nikon.
Perció, asserire che scelgano solamente Nikon perché abbia chissà quali capacità o caratteritica in piú, é sbagliata e priva di senso, dal momento che vengono scelte TUTTE E TRE, a seconda di quello che devono fare. Non sono certo amatori squattrinati con problemi di budget e che devono necessariamente possedere un unico brand. Cinquecentomila dollari di materiale fotografico, non sono niente in un contesto di un progetto da svariati miliardi di dollari.
Per chiudere, anche possedendo la fotocamera in questione da due anni, mai mi sognerei di sentirmi "orgoglioso" di avere la "fotocamera che sarà sulla luna", perché cosí non é. Saranno due prodotti differenti e parenti solo alla lontana. Fa piacere sicuramente, ma da qui ad esserne orgogliosi o addirittura tale da provocare un senso di "superiorità" presunto (a torto, come da prove inserite sopra), ce ne passa.
Alla fine l'unico oggetto di uso terrestre che non ha avuto bisogno di modifiche da quello che compravi in negozio (a parte il cinturino con velcro molto più lungo per indossarlo sopra la tuta, è l'Omega Speedmaster.....
ps: ....ed è anche quello che ha permesso all'equipaggio di Apollo13 di portare a casa la pellaccia....e le foto delle Hasselblad..
".. non ho motivo di dubitare... ma mi donando cone mai non si sia mai visto (ma correggimi se sbaglio, non sono onniscente) o letto di un obiettivo Angenieux montato su Hsselblad per Luna o spazio".
Sicuramente è una fotocamera ad altissime prestazioni, ma "tropicalizzata" non lo è.
Tu non dovresti dare retta alle chiacchiere altrui, semplicemente perché chi usa il cervello degli altri il suo se l'è fritto, dovresti invece dar fede solo ai Dati Tecnici delle Case madri.
E poi è pubblicamente noto che la Sony non tropicalizza nessuna fotocamera, anche quella è una scelta commerciale aziendale, come quella di non produrre "ammiraglie", la Sony non vuole fare fotocamere solide e robuste, la Sony mira agli amatori e non ai professionisti veri.
Un'ammiraglia fa milioni, ripeto milioni, di scatti e continua a funzionare: io ho visto, alla LTR, una D4 alla quale cambiavano per la terza volta l'otturatore, aveva oltre 2 (due) milioni di scatti, gli cambiavano l'otturatore e ne facevano un altro milione: era di una società che fa esclusivamente foto sportive, c'era il proprietario ed ho chiesto, hanno tutto Nikon professionale, e con le fotocamere, 5 ammiraglie, ci fanno oltre 1 milione di scatti l'anno l'una.
La Sony della roba così, se la sogna.
Occhio poi che io non offendo mai nessuno e tu dovresti fare altrettanto.
Che poi nel dichiarare un prodotto come "tropicalizzato" bisognerebbe assolutamente indicare il grado IP che ne definisce il livello di protezione. Altrimenti il termine è quasi privo di significato, in quanto troppo generico, sarebbe un po' come avere un termometro senza indicazione dei gradi ed indicazioni tipo caldo normale e freddo.....
Non vorrei sbaglare (vado a memoria) ma questo mi pare lo indichi solo Leica e Olympus
La questione tropicalizzazione è una delle maggiori trovate commerciali esistenti. Ammesso e non concesso che un prodotto lo sia, l'utente non riuscirebbe praticamente mai a dimostrare di non averne fatto un utilizzo improprio e quindi si hanno solo rogne in termini di garanzia.
Un lavoro è mettere una fotocamera dentro una navicella e farci le foto dagli oblò, quello non richiede niente di particolare, basta un trabiccolo qualsiasi, dove resiste l'uomo senza scafando, come condizione ambientale, resiste benissimo tutto, è come fare le foto in casa o dalla finestra qui sulla Terra, ci puoi portare anche una plasticona di qualsiasi marca.
Le Nikon (ed un tempo le Hasselblad) le portano invece fuori dalla navicella, in ambiente spaziale vero, e quello è tecnicamente tutto un altro mondo (= degassificazione, colle e guarnizioni particolari, saldature perfette, ottiche fatte apposta,etc).
In ambiente spaziale vero, esterno, vuoto con irraggiamento solare diretto ed ombra nera, come materiale fotografico e da ripresa, ad oggi ci sono state solo Hasselblad, Nikon ed Angenieux.
Io ho Nikon ma non sono affatto un fan di Nikon, non lo sono di nessuno, per me il termine "Nikonista" è un'offesa e quando la Nikon ha fatto, e l'ha fatto più volte, del pattume, quello era, l'ho sempre detto che del pattume era.
Astieniti poi da commenti che io ritengo puerili su quello che faccio, fatti i fatti tuoi come sempre faccio io.
nella ISS ci si può porare anche un telefonino o una compattina, nello spazio con temperature pazzesche ( - 270 gradi Celsius) ci vuole ben altro, anche l'acciaio a quei valori diventa fragilissimo.
Questo per dire che è assolutamente errato credere che qualsiasi nostra fotocamera (di qualsiasi marchio) possa lavorare in quelle condizioni
“ nella ISS ci si può porare anche un telefonino o una compattina, nello spazio con temperature pazzesche ( - 270 gradi Celsius) ci vuole ben altro, anche l'acciaio a quei valori diventa fragilissimo. „
Altro problema da non tralasciare sono le radiazioni, quelle si che fanno casino. Sarei curioso di capire come la modificheranno. Probabilmente faranno degli scafandri.
Comunque, avendo lavorato nel 1990 a Torino in Alenia Spazio proprio al progetto della ISS (allora chiamato Columbus), ho visto con i miei occhi che: - le società partecipanti erano tutt'altro che ipertecnologiche, - che era un club chiuso di aziende che si spartivano una torta gigantesca, - dopo meno di un anno me ne andai profondamente deluso.
I tempi biblici di questi progetti la dicono lunga, insomma attenzione a idolatrare e a pensare che ci sia chissà quale tecnologia dietro, ci sono soprattutto interessi enormi e spropositati.
Avendo lavorato anche nel settore nucleare, posso dire che, se balalmente acquisto un buon manometro: - per un uso industriale normale lo pago 50 euro - per una centrale nucleare lo pago 500 euro - per un uso aerospaziale lo pago 5000 euro ma sempre lo stesso manometro è, cambia solo la carta che accompagna lo strumento.
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