| inviato il 25 Ottobre 2022 ore 8:57
Sì, Annie Leibovitz va di Phase One. Di quelli che ho citato sicuramente Roversi e Avedon usavano il grande formato a pellicola. Roversi mi sembra delle Polaroid 20x25. Recuenco Hasselblad, LaChappelle credo Phase One anche lui Avedon una Deardorff 8×10, pellicole Kodak Tri-x Pan:
 Questa è un'immagine scattata sul set di "in the American West" che è per me una delle opere più belle della storia della fotografia, forse la più bella per quanto riguarda il ritratto puro. Sicuramente Avedon è il più influente fotografo di moda dato che viene citato praticamente da tutti i più grandi che in un modo o nell'altro ne hanno seguito le orme, Leibovitz in primis. Ora, lui c'ha messo 5 anni, 17 mila scatti, 750 soggetti, una moltitudine di assistenti, per mettere insieme quello che riteneva essere sufficiente per pubblicare l'idea da cui era partito. Ovviamente scattava a diaframmi chiusissimi su fondale di carta bianco. In luce naturale all' aperto, all'ombra aperta, per ottenere una luce diffusa e uniforme E noi non buttiamo via una foto posata perché abbiamo sbagliato la messa fuoco? |
| inviato il 25 Ottobre 2022 ore 9:09
In realtà Roversi usa molto spesso una polaroid di grande formato |
| inviato il 25 Ottobre 2022 ore 9:46
Mi sembra che si sia insistito abbastanza su quel fuori-fuoco all' origine di questo thread; continuare può costituire accanimento: è fuori fuoco! Ahug! |
| inviato il 25 Ottobre 2022 ore 10:21
Mi stavo appunto immaginando e chiedendo come facessero i ritratti all'epoca del banco ottico. Il fuoco di faceva con la loupe sul vetro smerigliato sotto il panno nero, non proprio istantanee con AutoFocus, eppure la storia della fotografia ha meravigliosi esempi di ritratti presi con il banco. Immagino chiudessero ben bene diaframma e, una volta fatto il fuoco, raccomandazioni ai modelli di non muoversi avanti-indietro. Poi arrivano le medio formato e la solfa cambia. Anche io sono tra quelli che non impazziscono per lo sfocatone da apertura massima. |
| inviato il 25 Ottobre 2022 ore 10:30
Cercate denis ziliotto ( www.instagram.com/dennis_ziliotto/ ) fa ritratti al collodio umido con una macchina di fine 800. Usa un arnese in metallo dietro il collo delle modelle per tenerne ferma la testa e evitare mossi Le foto finali sono ferme e a fuoco, è molto bravo e ha un bel giro tra corsi e persone che vanno da lui per ritratti |
| inviato il 25 Ottobre 2022 ore 10:52
Sì gli arnesi per appoggiare il collo si usavano agli albori della fotografia quando le pose dovevano durare qualche minuto. Gli studi, quello di Nadar ad esempio, erano all'ultimo piano e sul tetto c'erano ampli lucernari. |
| inviato il 25 Ottobre 2022 ore 10:54
Ad ArtTherapy però volevo chiedere una cosa. Se l'ispirazione nasce da quella foto per quale motivo ha deciso di scattare invece in orientamento landscape con la modella perfettamente centrale e la macchina in squadra? |
| inviato il 25 Ottobre 2022 ore 11:02
Ho visto Denis Ziliotto, bravo. Nei filmati e foto che fa al 'backstage' si vede che usa una quantità impressionante di luci e pannelli. Immaginiamo quando non c'erano... |
| inviato il 25 Ottobre 2022 ore 11:55
“ Ad ArtTherapy però volevo chiedere una cosa. Se l'ispirazione nasce da quella foto per quale motivo ha deciso di scattare invece in orientamento landscape con la modella perfettamente centrale e la macchina in squadra? „ Non è stata una cosa preparata a tavolino. Quella foto è l'ultima di uno shooting che è stato impegnativo anche perchè la modella era una rompisca....ehm era molto interattiva, era molto presa dalla cosa e con forse troppe aspettative e idee in testa. Abbiamo fatto quindi una serie di scatti in varie location, e al momento di realizzare le idee in stile "street" siamo andati verso il centro. Lei mi ha consigliato una location che non andava bene, a parte quell'angolo di strada che come luce era migliore (non avevo con me chi mi aiutava con le luci). Dalla foto ho preso ispirazione, più che altro per dare un'indicazione della posa alla modella in modo semplice e veloce, in modo che capisse l'idea facilmente. Il resto lo ha fatto il mix di location, luce e improvvisazione. Questa la serie dell'ultimo set:
 insomma la mia idea era di prendere spunto, non di copiarla paro paro. Aggiungerei che tra quelle da scegliere, qualcuna più a foto c'era, ma a me piace quella lì!! |
| inviato il 25 Ottobre 2022 ore 13:19
ho capito, grazie per la pazienza ArtTherapy, ognuno di noi ti chiede e dice qualcosa... ma hai deciso tu di metterti sulla graticola, ora arrostisci a fuoco lento ah ah |
| inviato il 25 Ottobre 2022 ore 13:21
No ma quale accanimento, poi the art therapy mi sembra super tranquillo ed io sto cominciando ad affezionarmi alla sua foto. La prossima volta dì alla modella di rilassarsi, le foto con gli scooter non si possono vedere. La discussione è utile anche perché vengono citati autori bravissimi e chi se la legge magari si prende la briga anche di andarseli a cercare, io lo faccio sempre, tipo sto Dennis che è forte sono andato a guardarmelo subito. Grazie Matteo |
| inviato il 25 Ottobre 2022 ore 14:51
Letto tutto, sono sempre molto colpito da fatto che da una foto si vedono opinioni completamente opposte, dimostrazione del fatto che non esiste una verità assoluta (e questo non è certo un disvalore). Con molta meno esperienza e cultura, io do i miei due cent per poco che valgono. Tendo leggermente verso Matteo, perché istintivamente il mio occhio cade sui capelli che sono a fuoco; se l'autore voleva dare un certo mood allo scatto, non doveva esserci una parte a fuoco, se una parte va a fuoco, quella rischia di essere quella che attrae l'osservatore. A meno che l'intenzione non volesse essere quella di far guardare i capelli. |
| inviato il 25 Ottobre 2022 ore 14:52
Ancora non si è messo a fuoco l'argomento. Ci si sta scaldando. |
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