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@Rombro sui Tiamat siamo in disaccordo completo - per me hanno raggiunto l'apice con A Different Kind of Slumber, che sarà pure una piacionata parafloydiana ma trasuda un mal di vivere che levati.
Al secondo posto Wildhoney, che contenendo una cosa immensa come Gaia potrebbe essere pure fatto di tutti e scoregge per il resto, e sarebbe sempre bello.
I primi (periodo death doom) li apprezzerei di più se non ci fosse Hedlund alla voce, non mi piace proprio il suo growl.
Bhe ci sono molti tipi di growl, a me piace a patto che non sia esageratamente gutturale del tipo che diventa impossibile capire cosa diavolo stanno dicendo
Gli ucraini difettano sempre un po' sul cantato, sempre (o quasi) troppo aggressivo e vitreo. Unica eccezione (e nemmeno in tutti gli album) sono i Drudkh.
Questi Whiteward non sembrano malaccio, ma la voce mi rompe un po'... così a primo orecchio.
Questi li consiglio a tutti, compresi i non blacksters. Hanno una formula suggestiva e nostalgica piuttosto originale, sebbene in alcuni passaggi ricordino Alcest, Katatonia e Burzum. Magari non nei primissimi secondi di ascolto, ma da un certo momento in poi questo fluido comincia ad essere piuttosto pervasivo. Questo (terzo album) è ritenuto da molti il loro masterpiece:
Ma io preferisco (e posseggo) questo, ovvero il primo:
Stanno riaffiorando cose, in questo thread, che credevo sepolte dal tempo e dalla polvere (cit.) degli anni '90.
Sempre in casa Katatonia:
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