| inviato il 18 Dicembre 2020 ore 0:36
Indicati con O la risoluzione in lp/mm di un obiettivo, con S quella del sensore e con R la risoluzione totale del sistema, si può abbozzare una relazione rappresentata da: (1/R)^2=(1/O)^2 + (1/S)^2 Questo è il teorema di Pitagora. L'ipotenusa sarà più simile al cateto più lungo che a quello corto. Se O=50 lp/mm e S=100 lp/mm l'ipotenusa 1/R sarà più simile a O che a S, predomina cioè l'ottica, in inglese si dice "diffraction limited". A sua volta la diffrazione dipende da f/. Se O=100 lp/mm e S=50 lp/mm invece il sistema è "detector limited". La relazione è semiquantitativa, fondamentalmente inutile se non orientativamente. Però il fatto che ci sia una relazione RSS (Root-Squares-(of)-Sums) per arrivare a R ci ricorda che rumori diversi si combinano proprio secondo RSS. Ma i reciproci delle risoluzioni non sono altro che l'indeterminazione, cioè il rumore: 1/S=1/100(lp/mm)=0.01mm=10µm e questa è la dimensione lineare del sensel. Fermiamoci qui. Prossimo passo sarà legare il tutto alle MTF. |
| inviato il 18 Dicembre 2020 ore 9:25
“ 1/S=1/100(lp/mm)=0.01mm=10µm e questa è la dimensione lineare del sensel. „ In realtà è la dimensione di una coppia di sensel, per avere quella di un sensel bisognerebbe usare la risoluzione con unità di misura l/mm, e non lp/mm. |
| inviato il 18 Dicembre 2020 ore 9:32
@Rolu sì, di sicuro |
| inviato il 18 Dicembre 2020 ore 10:22
Adesso il salto alle MTF. Lavoro fondamentale portato avanti agli inizi degli anni '50 da Otto Schade, ing tedesco della RCA USA. Il problema era caratterizzare la qualità delle trasmissioni TV in BN. L'idea base di Schade è che se si considerava l'inverso della risoluzione in l/mm, allora si ricadeva nella trattazione del rumore secondo RSS. Da ricordare che le FFT furono introdotte nel 1965. Negli anni '50 le trasformate di Fourier erano implementate con calcolatori analogici, non digitali (ne accenna il compianto Nasse della Zeiss nei suoi due pdf sulle MTF). Il risultato di Schade era questo:
 Nessuna paura per l'integrale, alla fine è un'area. Il problema è avere l'MTF, normalmente non disponibile in questa forma. Per fortuna c'è la relazione approssimata
 più facile da applicare, ma che tuttavia deriva da considerazioni MTF. Non è difficile vedere il parallelo con la formula semiquantitativa di Bob Atkins. Sempre somma di quadrati sotto radice, quindi Pitagora essenzialmente. F è quello che si indica più comunemente con f/, è il numero puro del diaframma, non la lunghezza focale. Lambda è la lunghezza d'onda della luce. Se si sceglie in µm, mm diventa µm. d è la dimensione lineare del sensel in µm. La Risoluzione equivalente R(eq) è un'astrazione matematica. Non si deve usarla nelle considerazioni di risoluzioni assolute, per esempio. In compenso è utile per paragonare come sensel grandi diversi si ripercuotono sulla risoluzione (R(eq) basso significa più risoluzione). R(eq) non è altro che la stima del "rumore" inteso come l'inverso della risoluzione. Meno "rumore" (cioè indeterminazione) comporta più risoluzione. In genere per Lambda si prende 0.550 µm cioè giallo-verde (è anche il valore medo del visibile da 400 a 700 nm). La formula vale per luce monocromatica. Per traslato anche per Foveon che non hanno filtro AA e matrice colorata Bayer. Per sensori Bayer bisognaerebbe tenere conto della MTF del passaggio da raw a JPG. Ma dato il significato di R(eq), non è importante se si batte Bayer contro Bayer. Questa semplice relazione taglia alla base lunghi 3D tipo "perché tanti Mpx se sono già felice coi 12 della D700?". Oppure "sensel piccoli soffrono terribilmente la risoluzione". O anche "sensel piccoli deprimono la nitidezza". Tutto questo non è OT in questo 3D. Ricordarsi sempre che il metodo scientifico non è fondato su teorie bensì su esperimenti spiegati dalle teorie. Quando le teorie sono inadeguate a rendere conto dei dati sperimentali, allora si cambiano le teorie, non i dati. Per esempio: molti sono ostinatamente convinti che un duplicatore taglia a metà la risoluzione. Evidentemente c'è qualcosa che non quadra nel loro preconcetto. Il bello della fotografia digitale è che si fanno prove velocemente. Con la pellicola ci volevano giorni, adesso minuti. |
| inviato il 18 Dicembre 2020 ore 11:40
“ Pero' resta lo stesso che un certo deterioramento della risoluzione dovrebbe esserci „ senz'altro, rispetto al risultato dell'obiettivo liscio che sfrutta tutto il sensore. In pratica questo confronto non ha nemmeno molto senso, in quanto si usa il duplicatore perchè non ci si può avvicinare. Esempio estremo, per intenderci, fotografare la luna: a meno di salire su una navicella spaziale.. “ Quindi nelle condizioni date (cioe' un'ottica meno risolvente del sensore)... „ Secondo me è questa idea di partenza che andrebbe rivista, non si può considerare obiettivo e sensore allo stesso modo, anche se entrambi contribuiscono alla risoluzione del sistema. La risolvenza ce l'ha solo l'obiettivo, il sensore ha 12,24,48.. milioni di pixel anche con con il tappo davanti all'obiettivo, ma non risolveranno nulla. Quando l'obiettivo ha separato le linee, allora interviene il sensore. Quindi alla fine non è prevedibile il confronto rispetto al crop: questo sarà preferibile (vista l'alta risoluzione raggiunta dai sensori) se il moltiplicatore fa grossi danni alle linee che uscirebbero dall'obiettivo "liscio". |
| inviato il 18 Dicembre 2020 ore 12:43
Io nella pratica della MIA esperienza con i MIEI tele ho avuto la netta impressione che sia preferibile il crop |
| inviato il 18 Dicembre 2020 ore 13:48
“ Valerio hai ragione ....io ero convinto che ci fosse un rapporto diretto inverso fra risoluzione finale e duplicatore „ Sulla risoluzione finale non c'è mai stato dubbio che non c'è un rapporto diretto, questo perchè c'è sempre da considerare la risoluzione del sensore. Il dubbio è se il duplicatore dimezza la risoluzione ottica dell'obiettivo, non quella finale. Se supponiamo un che un dato duplicatore 2X dimezzi la risoluzione di un obiettivo (e penso che questa supposizione possa essere accettata, in quanto può essere vista come risultato di un TC perfetto e la teoria del dimezzamento, oppure come TC imperfetto e perdita della risoluzione teorica minore del dimezzamento), allora la risoluzione finale con TC è compresa fra questi due estremi: - se la risoluzione dell'obiettivo è molto maggiore di quella del sensore la risoluzione complessiva con TC sarà doppia - se la risoluzione dell'obiettivo è molto minore di quella del sensore la risoluzione complessiva con TC sarà uguale Questo applicando la formula della risoluzione complessiva sopra riportata. Quindi un TC 2x per fornire un'immagine finale peggiore di un crop (considerando chiaramente che tale crop debba essere poi ingrandito di 2x per essere confrontabile con l'immagine ottenuta con il TC) deve tagliare la risoluzione di più di un fattore 2, il che è possibile perchè un TC non può essere otticamente perfetto. “ Io nella pratica della MIA esperienza con i MIEI tele ho avuto la netta impressione che sia preferibile il crop „ Quindi quello che hai sperimentato (cioè che un crop è meglio di un TC) è possibile, basta avere un obiettivo di partenza con risoluzione bassa relativamente al sensore (e questo con il tuo sensore ed i tuoi obiettivi può essere) ed un TC che riduce la risoluzione di un fattore maggiore di 2 (e questo pure è possibile anche se la teoria del dimezzamento della risoluzione non fosse corretta, basterebbe avere un TC abbastanza scadente). Morale: meglio fare delle prove. Anche se non ci fossero dubbi sulla teoria, ci sarebbero le incognite della risoluzione iniziale dell'obiettivo e del decadimento ottico (non teorico) apportato dal TC. |
| inviato il 18 Dicembre 2020 ore 17:13
“ Quello che posso dire è che nella pratica clinica...ops..fotografica MrGreen sia nelle foto alla Luna che ai cormorani se croppo o se uso il duplicatore (che non credo sia un culo di bottiglia perchè è un Kenko mc 7 Eeeek!!! ) la differenza la vedo benissimo Eeeek!!! „ Ma come fai i confronti per giudicare qual è la soluzione migliore? Dovresti fare così secondo me: - lascia stare i cormorani perchè introducono variabili che è meglio evitare, meglio un soggetto inanimato - fotocamera su cavalletto per evitare mosso - cura nella messa a fuoco, al limite fare una serie di foto variandolo leggermente e prendendo la migliore - visualizzazione a monitor della foto senza TC ad una percentuale doppia a quella usata per la foto fatta con il TC (ad esempio 200% e 100%); oppure ridimensioni in alto quella fatta senza TC e le osservi alla stessa percentuale d'ingrandimento (100%), in alternativa puoi fare viceversa, cioè ridimensionare in basso quella fatta con il TC. |
| inviato il 18 Dicembre 2020 ore 19:40
Avrei una domanda, perchè la trasformata di furier e non di Laplace o antitrasformate. |
|

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |