| inviato il 12 Marzo 2017 ore 9:45
“ Perdona la qualità della griglia ma l'ho fatta veramente in 2 secondi, ogni quadrato rappresenta un ipotetico scatto fatto con un tele, il concetto è che se componi (dalla stessa posizione) l'immagine con i vari scatti del tele il risultato finale sarà uguale. „ non è proprio così..... considera che i bordi di un grandangolo vengono dilatati e stirati, con un tele no. Verrebbe esattamente uguale solo la porzione centrale. |
| inviato il 12 Marzo 2017 ore 10:08
“ non è proprio così..... considera che i bordi di un grandangolo vengono dilatati e stirati, con un tele no. Verrebbe esattamente uguale solo la porzione centrale. „ L'esempio riportato è puramente indicativo, se mettiamo sul piatto anche le deformazioni intrinseche delle ottiche non finiamo più ed è quasi mezzogiorno Era solamente per rispondere a questa affermazione: “ Poi leggo che lo schiacciamento dei piani non dipenderebbe dall'angolo di campo ... ma dal "punto di ripresa", e allora a tutte le persone che affermano tale min... chiedo di provare a replicare la seguente foto con un teleobiettivo „ Lo schiacciamento dei piani è un'illusione, come giustamente ha fatto notare Giuliano nel suo esempio: “ La prospettiva non cambia ma la focale usata fa apparire più compressa la seconda foto. „ |
| inviato il 12 Marzo 2017 ore 11:16
Gli esempi che ha portato Giuliano sono gli stessi a cui Karl8 ha obiettato sotenendo che ciò non sarebbe vero nei casi in cui la distanza tra i soggetti fosse eclatante, prendendo l'esempio della Luna sullo sfondo. È stata poi fornita una dimostrazione logica (l'eclissi) e una serie di foto con la Luna sullo sfondo di un bosco che provano in maniera indiscutibile che la luce viaggia in linea retta: se non ti sposti, sempre quella luce arriva. C'è una regressione della discussione, in pratica. |
| inviato il 12 Marzo 2017 ore 11:28
Esatto Max, peccato che siano concetti interessanti da capire in fotografia, forse è il formato "forum" che non rappresenta un ambiente ideale per la comprensione, visto che nello stesso thread ciclicamente arrivano prese di posizione "alternative". |
| inviato il 12 Marzo 2017 ore 11:32
“ L'esempio riportato è puramente indicativo, se mettiamo sul piatto anche le deformazioni intrinseche delle ottiche non finiamo più ed è quasi mezzogiorno „ certo |
| inviato il 12 Marzo 2017 ore 11:47
La questione della prospettiva è interessante perché - come già spiegato bene da qualcuno, già alla seconda pagina - è facile confondere le cause quando i fattori in gioco sono più di uno (la distanza, l'angolo di campo), e in pratica tutti quelli che iniziano a fotografare cadono nel tranello, anche perché nella pratica della fotografia diventa indifferente : nei fatti, per cambiare prospettiva, dopo esserti spostato fisicamente, devi anche cambiare focale, quindi si può vivere anche nell'illusione che il cambio di prospettiva dipenda da quest'ultimo fattore. Per questo motivo, immagino, Giuliano insiste nel dire che la discussione è irrilevante: dal punto di vista pratico di un fotografo l'interesse è relativo. Ciò che è assurdo è che in questo ambito, di interesse tutto sommato relativo, si propugnino con forza ipotesi strampalate, e si dileggi invece chi sostiene la realtà scientifica. |
| inviato il 12 Marzo 2017 ore 12:31
“ Ciò che è assurdo è che in questo ambito, di interesse tutto sommato relativo, si propugnino con forza ipotesi strampalate, e si dileggi invece chi sostiene la realtà scientifica. „ Infatti. All'interno di questo argomento di «nessuna importanza» (perché è vero che si potrà benissimo a continuare a scattare senza saper nulla di focali, prospettive e altre amenità) volevo aggiungere un piccolo approfondimento sulla relazione tra gli elementi della prospettiva lineare e quelli della proiezione fotografica. La distanza focale di un obiettivo corrisponde nella prospettiva «disegnata» alla distanza del punto di vista dal quadro su cui si effettua la proiezione. Detto questo la quantità di spazio inquadrato dipende dalla scelta che si fa di come «riquadrare» il disegno. Anche nella fotografia questo dipende da un «riquadro», cioè dalle dimensioni del sensore. Perché è vero che dato un certo formato, al cambiare della focale abbiamo angoli di campo diversi. Ma è pure vero che la distanza focale è una misura assoluta dell'obiettivo, mentre l'angolo di campo (immaginando che non ci siano i limiti dettati dal cerchio d'immagine) a rigore dipende dal sensore su cui l'immagine viene proiettata. So che a prima vista il discorso può apparire complesso e contorto (per colpa mia) ma se si capisce questo non ci saranno più dubbi quando si parla di «focali equivalenti» e quando si dice che la proiezione geometrica data da un teleobiettivo non è altro che una porzione della stessa immagine che otterremo con un grandangolo dallo stesso punto di vista. A pagina due di questa discussione ci sono delle immagini che possono aiutare a capire meglio. |
| inviato il 12 Marzo 2017 ore 12:44
Concordo Max,è proprio così. |
| inviato il 12 Marzo 2017 ore 13:15
“ io farei un referendum nazionale per abolire il termine "focale equivalente"MrGreenMrGreenMrGreen Come se uno, per farmi illudere di essere più alto, mi inventasse un metro lungo 80cm e me lo chiamasse "metro equivalente"Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!! „ Sinceramente mi pare l'ultimo dei problemi quello di parlare di «focale equivalente». Visto che (spero che almeno questo sia chiaro) la distanza focale non mi dà alcuna informazione sull'angolo di campo se non si considera un preciso formato di sensore, avere un «riferimento» (che si è scelto essere il FF con i relativi angoli di campo delle diverse focali) può avere una certa utilità. Poi è chiaro che chiunque utilizzi un preciso formato dovrebbe sapere bene (almeno spero) cosa gli «conceda» una certa focale. Tra l'altro la cosa non è solo a favore degli «ignoranti», visto che si parla di focale equivalente anche nei siti e nei cataloghi relativi a obiettivi per medio e grande formato. E in quel caso il metro non serve per illudersi di essere più alto ma per far finta di essere più bassi... |
| inviato il 12 Marzo 2017 ore 13:37
se vogliamo una "applicazione pratica" della questione, basta pensare al metodo Brenizer, e come gia' detto prima, basta pensare ad una macchina da qualche centinaio di MP con un'ottica grandangolare che croppa per avere focali equivalenti ad un tele :-) E vi ricordo che canon ha gia' mostrato un prototipo di una macchina con sensore APS-H da 120MP... a me a pensare ad una cosa del genere, viene l'orticaria, ma di fatto e' una delle direzioni verso cui ci si si potrebbe dirigire per lo meno per macchine come la LeicaQ o la Sony RX1RII... Comunque orticaria o non orticaria, avere una macchina ad ottica fissa, con un 28mm che all'occorrenza possa arrivare in crop mode a 90/135mm con ancora una buona definizione, penso che farebbe contenti molti. (ricordiamo la LeicaQ che gia' ora permette inquadrature da 28mm reali, anche se corretti via software e inquadrature 35mm e 50mm via cropmode con soli 24Mpx di base del sensore FF... |
| inviato il 12 Marzo 2017 ore 13:48
Croppografia |
| inviato il 12 Marzo 2017 ore 13:52
“ Sinceramente mi pare l'ultimo dei problemi quello di parlare di «focale equivalente». Visto che (spero che almeno questo sia chiaro) la distanza focale non mi dà alcuna informazione sull'angolo di campo ........................ „ ..... ed allora parliamo di angolo di campo, non andiamo ad inquinare la lunghezza focale che è un valore assoluto. Riporto qui abbastanza esplicitata la mia modesta opinione al riguardo (in un'altra discussione si parlava di focale equivalente, di diaframma equivalente ed amenità varie ) “ Opinione del tutto personale la mia L'errore lo hanno fatto involontariamente proprio i fabbricanti, quando uscirono con le compattine digitali, per far capire quanto era grandangolare e tele quell'obiettivo hanno iniziato a dichiarare "equivalente a" perché allora in diversi avevano una analogica 35mm, era il formato prevalente. Oggi le analogiche 35mm sono soprammobili e le reflex a pieno formato sono (credo) in netta minoranza rispetto a tutto ciò che si usa per fotografare. Un tempo, 10-15 anni fa, quel "equivalente" aveva un senso, c'era la transizione da analogico a digitale quindi io, avendo una F3 con un 35mm, prendendo una Coolpix mi veniva utile sapere.... Oggi però, se un giovane va in un negozio e, ovviamente, non ha mai messo l'occhio nel mirino di una 35mm anzi, proprio non la ha mai vista, quale info vuoi che gli dia se il commesso gli dice "equivalente a xxmm di una 24x36" lui continua a non capire un bel tubazzo di niente. La soluzione? Secondo me è solo una, parlare di angolo di campo, se con un certo formato del sensore ho: - 84° so che è un grandangolare abbastanza aperto - 62° so che è un grandangolare moderato - 28° so che è un tele moderato Solo quello conta ed è un dato chiaro ed oggettivo. Quindi la lunghezza focale riacquista il suo vero ed univoco significato e la gente capisce, anche se non è passata attraverso il 24x36 (ed oggi ormai credo sia quasi la maggioranza) Del "diaframma equivalente" non ne voglio nemmeno sentir parlare.... è una aberrazione concettuale pazzesca. Ma allora facciamo il metro equivalente, il litro equivalente, il Kw equivalente..... il valore del diaframma è un altro concetto univoco, come la focale, che poi uno dica: in DX a parità di angolo di campo, per avere la stessa pdc devo modificare il valore f è corretto, ma deve finire lì, altrimenti arriveremmo a gente che scriverà: "ho usato il diaframma equivalente come mai l'esposizione è venuta cannata?" „ Io noto che molte persone non capiscono proprio a causa di complicazioni, di rendere derivati dei concetti immediati che si sommano inutilmente a ciò che dovremmo sapere. |
| inviato il 12 Marzo 2017 ore 14:14
“ La soluzione? Secondo me è solo una, parlare di angolo di campo, se con un certo formato del sensore ho: - 84° so che è un grandangolare abbastanza aperto - 62° so che è un grandangolare moderato - 28° so che è un tele moderato Solo quello conta ed è un dato chiaro ed oggettivo. „ angolo di campo come? orizzontale? verticale? diagonale? e se una macchina è 4:3, mentre un'altra è 3:2? “ Del "diaframma equivalente" non ne voglio nemmeno sentir parlare.... è una aberrazione concettuale pazzesca. [...] altrimenti arriveremmo a gente che scriverà: "ho usato il diaframma equivalente come mai l'esposizione è venuta cannata?" " „ basta specificare (e di solito lo si fa) che per diaframma equivalente si intende la profondità di campo, easy. “ E vi ricordo che canon ha gia' mostrato un prototipo di una macchina con sensore APS-H da 120MP... a me a pensare ad una cosa del genere, viene l'orticaria, „ sei rimasto indietro, hanno presentato da un pezzo anche il sensore da 250 MPIxel (sempre aps-h): www.cnet.com/news/canons-250-megapixel-sensor-powers-eagle-eyed-camera |
| inviato il 12 Marzo 2017 ore 14:15
Sulle "equivalenze" la penso esattamente come Gian Carlo. Per chi non sa bene cosa si intenda con "equivalenza", ho l'impressione che abbiano confuso le idee molto più di quanto avrebbe fatto non saperne niente del tutto. |
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