| inviato il 15 Dicembre 2016 ore 17:33
oggi c'è la corsa alla nitidezza estrema sicuro ma è anche vero che occorre che le Case (tutte) propongano nuove ottiche perchè le vecchie sono, in gradissima parte, nate in era pre digitale. il fatto che queste siano sempre più risolventi è dato sia dalle nuove capacità tecnologiche che dall'esigenza di soddisfare sensori con sempre maggiore definizione |
| inviato il 15 Dicembre 2016 ore 17:34
“ oggi c'è la corsa alla nitidezza estrema „ Per fare cosa poi? Osservare, come molti fanno, solo a video foto da 2 mpx (1800X1200) o stampare max 30X45? Mah... |
| inviato il 15 Dicembre 2016 ore 19:18
Facciamo un ragionamento al contrario: una "vecchia" diapositiva o un negativo di alta qualità a colori dell'era analogica, a quanti mp attuali corrisponderebbero secondo voi? Cioè un sensore per avere la profondità colore, la nitidezza ecc. di una x pan per esempio, di quanti megapixel e di quale qualità avrebbe bisogno? Eppure le lenti di allora, quelle buone certo, risolvevano perfettamente..... E allora sono le lenti a dover sempre di più migliorare? O sono i sensori? |
| inviato il 15 Dicembre 2016 ore 19:43
La cosa credo sia direttamente proporzionale.. Con la differenza .. Per il poco che ho visto .. Le nuove lenti sempre più orientate alla risolvenza pura perdono in sfumature colore.. Le sfumature colore che ho tirato fuori con un 80 hasselblad su D700 Il 50 art se le sogna proprio.. Parere mio... |
| inviato il 15 Dicembre 2016 ore 19:50
Ecco Canopo, il tuo è un ottimo esempio..... Ma ti dirò di più: secondo me negli ultimi dieci anni molte lenti sono state progettate per mascherare i difetti dei sensori, sono state "ottimizzate" per i sensori moderni, come dicono le case produttrici, dove ottimizzare significa esattamente il contrario.... |
| inviato il 15 Dicembre 2016 ore 19:57
C'è chi si compra un'audi e ci monta i cerchi OZ .. .. Io sulla mia ho preferito i cerchi in lega di Audi. . Non critico però chi usa prodotti non originali, Anzi mi sembra positivo che esista maggiore scelta. |
| inviato il 15 Dicembre 2016 ore 19:58
Aggiungo, Canopo che neppure la risoluzione nella maggior parte dei casi spetta alla lente secondo me ma al sensore sulle macchine attuali.... ovviamente considerando l'uso lenti di livello professionale. |
| inviato il 15 Dicembre 2016 ore 20:00
Daniele, il mio è un ragionamento che vale per tutti i marchi senza distinzioni..... sto dicendo che fra dieci anni ci accorgeremo che abbiamo buttato o svenduto lenti che andavano assai meglio di quelle comprate successivamente. E questo perché un giorno i sensori saranno all'altezza delle più alte aspettative e vorranno davanti solo vetri limpidi. |
user92023 | inviato il 15 Dicembre 2016 ore 20:21
Per come l'ho capita io, quì non è questione di ottiche più o meno risolventi, ma più o meno "telecentriche"! La risolvenza abbondava già ai tempi della pellicola (impiegare un Kodachrome 25, o una Technical Pan 32 -se ricordo bene-, o una Ilford Pan F 50, richiedeva fior di "rasoi", e noi "li ebbimo", come direbbe Totò -anzi, io li ho tuttora!-)! Ciò che chiedono i sensori-mega-pizze sono raggi di luce "paralleli", e più mega-pizze ci sono, più paralleli devono essere i raggi che escono dall'ultima lente (ecco perchè i grandangolari sono più critici dei tele; quando poi la PdC è limitata -ottiche molto luminose-...). Per ottenere ciò, ho inteso che si agisce sulla correzione dell'aberrazione sferica (sovracorrezione), e da ciò CONSEGUE (in generale) maggiore risolvenza ("danno -o beneficio- collaterale"), e maggiore piattume. Ricordo dichiarazioni di matematici sia della Zeiss che della Leitz che argomentavano come non "spingevano" la risolvenza oltre valori da loro ritenuti "adeguati", onde poter ottimizzare altri parametri (che, evidentemente, ne sarebbero usciti penalizzati!). I miei 2 cents! Ciao. G. |
user39791 | inviato il 15 Dicembre 2016 ore 20:35
Giannidl sui pre-asferici e asferici si sono scannate intere truppe "armate" di leicisti.......... io sono un malato di aberrazione sferica per cui non faccio testo! |
| inviato il 15 Dicembre 2016 ore 20:48
Grazie delle spiegazioni: nella mia maestosa ignoranza tecnica mi pare di capire che le lenti si progettano per dei sensori imperfetti e questo, a casa mia, vuol dire che quando avremo sensori all'altezza delle aspettative, più simili alla pellicola analogica, allora quelle lenti "ottimizzate" non saranno più utilizzabili. Che bello! Il passato che aspetta il futuro. |
| inviato il 15 Dicembre 2016 ore 20:52
Nitidezza estrema che in una lente da ritratto...anche no: tanto vale scattare con macro a questo punto. |
user39791 | inviato il 15 Dicembre 2016 ore 21:00
Roberto il sensore non è piano come una pellicola, i raggi se arrivano inclinati creano dei coni d'ombra. Leica ad esempio ha tentato di minimizzare il problema montando delle microlenti, ma la soluzione ottimale è progettare ottiche che facciano arrivare i raggi di luce paralleli al sensore (da qua le dimensione lievitate delle stesse). Il problema è sopratutto dei grandangoli, per cui non tutto il "male" del progresso viene per nuocere. Questo però ha finito per creare una moda di iper nitidezza/pulizia univoca, per cui anche un'ottica da ritratto viene progettata come se fosse un macro. |
| inviato il 15 Dicembre 2016 ore 21:12
E' una moda degli ultimissimi anni: Il "vecchio" Sigma 85 f/1.4 è una lente del 2010 ed era stata progettata, a mio modesto parere, molto molto bene per quello che doveva essere il suo campo di impiega principale. |
| inviato il 15 Dicembre 2016 ore 21:19
Facciamo un ragionamento al contrario: una "vecchia" diapositiva o un negativo di alta qualità a colori dell'era analogica, a quanti mp attuali corrisponderebbero secondo voi? Cioè un sensore per avere la profondità colore, la nitidezza ecc. di una x pan per esempio, di quanti megapixel e di quale qualità avrebbe bisogno? Eppure le lenti di allora, quelle buone certo, risolvevano perfettamente..... E allora sono le lenti a dover sempre di più migliorare? O sono i sensori? Facendo i classici conti della serva, e prendendo come esempio una pellicola conosciuta da tutti, ossia la Fujichrome Velvia 50 (ma gli stessi valori valgono pure per la successiva 100), la capacità di risoluzione è variabile fra i poco più di 22 milioni di pixels alla mira a contrasto 1,6:1 e i ben oltre 88 milioni di pixels alla mira a contrasto 1000:1, il che ci lascia supporre che adoperando una mira a contrasto medio, diciamo 6/8:1, queste pellicole sono tuttora capaci di una risoluzione complessiva pari a 54 milioni di pixels ... un 8% in più rispetto al recentissimo sensore della EOS 5 Ds/ds-R tanto per intenderci. Questi ovviamente non sono affatto i valori massimi teoricamente raggiungibili dalla pellicola, non dimentichiamo infatti che esistevano negativi colore capaci di risoluzioni pari a oltre 200 coppie di linee/mm, la Kodak Ektar 25 nello specifico (e che per inciso non è neppure più in commercio), così come esistono tuttora diverse pellicole negative in B&N: Rollei ORTHO 25, Rollei ATP 32, ADOX 20 per esempio che sono in grado di realizzare risoluzioni comprese fra 300 e 900 coppie di linee/mm ... insomma qui si parla di centinaia di milioni di pixels! Il punto però è che la pellicola è per sua natura ben più tollerante di quanto non sia un sensore digitale, soprattutto allorquando si tratti di un sensore ad altissima densità di pixels, per il semplice motivo che sulla pellicola i raggi luminosi che incidono sull'emulsione possono cadere su di essa con qualsiasi inclinazione ... tanto alla fine qualche granulo fotosensibile lo colpiscono comunque, al contrario invece i singoli pixels, che sono posizionati all'interno (anzi ... in fondo) a ogni singola celletta, devono essere raggiunti da un fascio di raggi di luce che debbono essere necessariamente tutti perfettamente paralleli fra loro altrimenti, molto semplicemente, accadrebbe che gli stessi non sarebbero in grado di penetrare a fondo all'interno di ogni pixel vanificando, di fatto, tutto il lavoro progettuale volto ad assicurare risoluzioni sempre più elevate ... da qui quindi la necessità di una progettazione cosiddetta telecentrica (se non ricordo male) che, in particolare sulle ottiche grandangolari, è la sola in grado di assicurare il quasi perfetto parallelismo di tutti i raggi di luce che cadono sul sensore. Da qui quindi la necessità di aggiornare continuamente il parco ottiche delle varie case. La conclusione quindi è una sola: tutti gli obiettivi, antichi e moderni che siano, vanno tutti perfettamente bene sulla pellicola ... anche se è ovvio che un obiettivo più performante assicurerà sempre risultati migliori; sui sensori digitali invece vanno bene solo gli obiettivi moderni ... |
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