| inviato il 07 Giugno 2017 ore 15:31
“ Dove come "amatoriale", qualora non mi fossi già spiegato, intendo proprio la forza motrice che porta allo scatto... „ Insomma, non erano i quattrini e/o la carriera. Chiarissimo. In quel caso si direbbe, evidentemente, "professionale". C'è un modo, oggi, di definire l'arte (senza virgolette)? Oppure dobbiamo rassegnarci alla giostra (come ha detto qualcuno in un post precedente)? |
user46920 | inviato il 07 Giugno 2017 ore 15:37
“ Insomma, non erano i quattrini e/o la carriera. „ è questo il punto! chiunque per soldi sarebbe disposto a fare cose pure disdicevoli ... ma "per amore" è tutta un'altra cosa. “ C'è un modo, oggi, di definire l'arte (senza virgolette)? „ lasciamo l'arte ai pittori e la fotografia ai fotografi ... cmq il circo o la giostra, gira solo con la monetina |
| inviato il 07 Giugno 2017 ore 16:10
Mah, per me (amatoriale, professionale, artista ecc.)sono solo termini che ho in testa e che uso per mettere in ordine i pensieri. Probabilmente li uso anche in modo improprio e/o diversi da altri utenti. Da qui le molte incomprensioni che si generano nei topic dove intervengo... By the way, non capisco perché dovrebbe essere più "pura" a prescindere l'opera amatoriale della Maier pompata ad arte da tutti quelli che vogliono far soldi salendo sul cavallo vincente piuttosto che un Friedlander che parte dalla "gavetta" e si inventa uno stile tutto suo che definisce/arricchisce pian piano negli anni e che viene poi celebrato dalle varie mostre del MOMA. Ok, i mecenati pompano i propri artisti ma perché John Maloof (lo "scopritore" della Maier) dovrebbe essere meno "veniale" a prescindere di John Szarkowski (il direttore del MOMA appassionato di fotografia ai tempi)? Se le avessi scoperte io le foto della Maier il mio primo pensiero sarebbe di cercare di fare più soldi possibile Come non capisco perché chi lavora e fa soldi col suo lavoro, non dovrebbe, a prescindere da quello che guadagna, amare e credere in quello che fa? Non dovrebbe essere sempre così? Per quanto riguarda la questione arte... non so per come uso io il termine non so se definirei la Maier un'artista. L'arte per me presume una forma di espressione. La Maier scattava per se. Un artista che non vuole comunicare niente a nessuno, boh... Ma ripeto, sono solo considerazioni personali.... |
| inviato il 07 Giugno 2017 ore 16:14
“ Se le avessi scoperte io le foto della Maier il mio primo pensiero sarebbe di cercare di fare più soldi possibile „ che è esattamente quello che avviene ora con le foto della Maier |
| inviato il 07 Giugno 2017 ore 17:28
Aveva "l'ossessione"propria degli artisti..gente..Avete idea di cosa ci voglia per raggiungere determinati livelli di coscienza del mezzo e sensibilità?Mi pare assurdo cercare di capire una cosa che é chiara,la Maier era un'artista.Hendrix stonava,Parker suonava il blues troppo velocemente,Coltrane era un mezzo matematico,ecc(esempi infiniti!)Non ha incontrato la cosiddetta fortuna(che comunque va ricondotta a troppe variabili)e ce la godiamo solo ora,postuma..boh io la vedo così |
| inviato il 07 Giugno 2017 ore 19:59
“ ce la godiamo solo ora,postuma. „ Sono d'accordo, abbiamo la fortuna (una serie di variabili che Maier aveva apparentemente voluto escludere) di poter vedere quegli scatti e confrontarci. Ci sarà certo un'operazione commerciale dietro. Ma è interessante che, in questo caso, il momento "creativo" appare tanto indipendente da quello "speculativo" che è impossibile che il secondo abbia influenzato il primo. Molti commenti, in questo forum, sono velate o esplicite critiche a Meier per non essersi impegnata, magari accontentando un po' il gusto corrente, in modo da poter fare girare la sua giostra. Altri sono sul negativo, perché escludono che qualcuno possa fare foto decenti o buone senza sporcarsi le mani con la suddetta giostra, e il fatto che il pubblico accorra alle mostre della Maier crea qualche imbarazzo agli odierni filistei: dimostrerebbe che è possibile fare cose buone infischiandosene della suddetta giostra. Chissà perché, a risentirsi di più non sono i media o gli impresari, ma gli utenti di un forum fotografico! Il paradosso della Maier consiste proprio in questo. |
| inviato il 07 Giugno 2017 ore 20:34
ho voluto fare un calcolo approssimativo, 150.000 scatti equivalgono all'incirca a 8 scatti tutti i giorni per circa 50 anni. oggi potrebbe essere una spesa di circa 50 centesimi a scatto per una cifra complessiva di 75.000 euro. In realtà alcuni sono stati sviluppati, quindi la spesa è superiore. impressionante vero? ovviamente considerando il periodo. oggi 75.000 scatti li fai con le raffiche in una settimana.
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| inviato il 08 Giugno 2017 ore 9:09
“ Ci sarà certo un'operazione commerciale dietro. Ma è interessante che, in questo caso, il momento "creativo" appare tanto indipendente da quello "speculativo" che è impossibile che il secondo abbia influenzato il primo. „ Su questo sono pienamente d'accordo. A parte il fatto non del tutto trascurabile che la scelta, editing e sviluppo delle foto (cioè quello che ti arriva) non sono stati effettuati dalla Maier... Continuo personalmente a non vedere nessun intento particolarmente speculativo in quello che muoveva i fotografi contemporane alla Maier. Parlo soprattutto di Winogrand, Friedlander, Meyerowitz, Frank che conosco un po' meglio. Ok il loro fine ultimo, a differenza di Vivian, era la pubblicazione. Ma visto che la fotografia è un linguaggio, e un linguaggio presume spesso un "destinatario"... non ci vedo niente di male in questo; cioè allora per dire buttiamo nel cesso tutti i lavori su committenza di Mozart... Io ci vedo sincera passione e dedizione dietro il loro lavoro. Poi chissà magari hai ragione e scopriremo che John Szarkowski (il direttore del MOMA che ha contribuito al loro successo di alcuni di loro) aveva ricevuto delle bustarelle... In effetti su questo la Maier in quanto come dicevo prima la ritengo una fotoamatrice è inattaccabile 150.000 scatti... niente male. Anche se come diceva Bresson i primi 100.000 sono i peggiori ne restano comunque un bel po'... |
user46920 | inviato il 08 Giugno 2017 ore 9:21
10 mila .... |
| inviato il 08 Giugno 2017 ore 9:39
Ach, giusto... |
| inviato il 20 Giugno 2017 ore 18:56
Una delle cose che mi piace è vedere i suoi scatti sconfinare nel colore di epoche più recenti, tipo anni 70. Sembra quasi più facile misurare la nostra fotografia con la sua in queste ultime foto.. |
| inviato il 20 Giugno 2017 ore 19:32
Che bello il taglio quadrato... |
| inviato il 20 Gennaio 2025 ore 7:42
"Alla sua morte, avvenuta nel 1984 all'età di 56 anni a causa di un tumore alla colecisti, lasciò inedito un enorme archivio di 300.000 immagini, molte delle quali mai sviluppate. Alcune di queste vennero raccolte, esposte e pubblicate dal MOMA in un volume dal titolo Winogrand, Figments from the Real World" Non si tratta di Vivien Maier ma di Garry Winogrand. |
| inviato il 20 Gennaio 2025 ore 7:44
Di fotografia come ossessione e compulsione parla anche Susan Sontag nel suo noto saggio Sulla fotografia. |
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