user39791 | inviato il 13 Marzo 2015 ore 21:11
Grazie di cuore per il tuo futuro impegno! |
user39791 | inviato il 13 Marzo 2015 ore 21:19
Direi che Caterina ha interpretato perfettamente il mio ultimo intervento! |
user20639 | inviato il 13 Marzo 2015 ore 21:21
Filiberto, “ Perdonatemi ma la cultura per me deve essere Popolare (con la P maiuscola), altrimenti serve a poco o a pochi che è la stessa cosa. Questo per rispondere alla domanda iniziale. „ Condivido in parte quello che affermi (anche se mi viene da dire evviva), la questione non può essere sulle culture popolari o su quelle dei dotti. La questione, non mi stancherò mai di dirlo è sull'uomo, in senso lato. Entrambi le culture, Dotta o Popolare, sono facce della stessa medaglia, l'una ha necessità dell'altra, su questo non c'è dubbio. Per questo, dico sempre, non facciamo steccati di genere, inoltre, è saggio visionare tutto, senza escludere nessuno, avendone il rispetto necessario e anche l'umiltà di comprendere. Le fotografie che spesso ho visto giudicare male, come se fossero volgari, anche se lo fossero, quello che a me interessa è il loro significato, la loro cultura. (Se un nostro collega fa una fotografia volgare, o ingenua, voglio comprendere la sua cultura, come quella di uno bravo, mi interessa la donna e l'uomo.) Di estetica, di regole, di tecniche si è parlato per millenni, sono stufo anche dei progetti..... L'arte, il linguaggio della parola, evolvono in continuazione, non le può fermare e possedere nessuno, tanto meno i dotti, sono cose che sfuggono di mano.....ma se vogliamo capirci, dobbiamo usare l'alfabeto di adesso. Prova a leggere una lettera originale di un soldato Italiano in Russia, scritta bene per quei tempi, è quasi incomprensibile , adesso, non ti interesserà come scriveva, ti interessa l'uomo. |
user39791 | inviato il 13 Marzo 2015 ore 21:26
Leoconte a volte sono un po grezzo nell'esprime dei concetti, Caterina ha esposto chiaramente ciò che volevo dire:“ ............la semplicità di linguaggio è fondamentale „ Rimaniamo alla semplicità dell'anno 2015. |
user20639 | inviato il 13 Marzo 2015 ore 21:57
Pdeninis@ “ Insomma l'arte popolare quando è "arte" non è più "arte popolare": diventa "arte" senza aggettivi, ed è di tutti. „ Caro mio, questa è l'essenza... pensare che i primi a fare delle immagini d'arte, erano gli uomini delle caverne e non erano neppure popolani. Erano solo UOMINI. Caterina e Filiberto, avete ragione, vi ringrazio per la vostra esortazione. |
| inviato il 13 Marzo 2015 ore 22:08
@Caterina e tutti gli altri... “ il lavoro che stanno facendo Franco, Francesco, Shambola e Filiberto „ Facciam prima, mi chiamo Alessandro. Mi suona male il nickname impersonale in mezzo a nomi propri! |
| inviato il 14 Marzo 2015 ore 0:09
“ Caro mio, questa è l'essenza... pensare che i primi a fare delle immagini d'arte, erano gli uomini delle caverne e non erano neppure popolani. Erano solo UOMINI. „ Il concetto di arte, dall'epoca delle caverne, si è evoluto continuamente. In un altro topic ho fatto un intervento sui cambiamenti intervenuti e su come il concetto di un periodo in particolare non risponda affatto ai requisiti di un altro; quindi non lo ripeto. Anche se nessuno ha risposto espressamente - ed anzi temo che qualcuno non abbia compreso il motivo per cui ne parlavo - io mi sono fatto l'idea che l'accezione che gli si attribuisce nei nostri discorsi sia quella che il termine arte ha assunto solo a fine '700, ovvero da quando si parla di "arte per l'arte". Da allora invero è cambiato ancora, e considerevolmente, ma dubito che i cambiamenti siano stati metabolizzati, ed a maggior ragione ne dubito se si fanno osservazioni come la tua, che invece prefigura un concetto di arte sub specie aeternitatis... Se non ci mettiamo d'accordo almeno sui fondamentali rischiamo di discutere a vuoto... Paolo |
user20639 | inviato il 14 Marzo 2015 ore 1:09
Cerco di rispondere Paolo, ho ben presente l'evoluzione e le varie concezioni dell'arte nelle varie epoche, ma anche nelle varie storie dell'arte di altri continenti, è evidente che ci sono state grandi mutazioni e rivoluzioni del pensiero. Ora però, siamo in un'epoca globalizzata, dove i patrimoni dell'umanità rischiano di disintegrarsi e dissolversi, come lacrime nella pioggia, come rischia di dissolversi anche molte specie di animali e di piante e la vita stessa, la vita!!! L'arte del 700 è considerata come l'arte che cercava di avvicinarsi il più possible al vero, un arte che cercava la bellezza e l'estetica profonda della natura, oggi l'arte è ciò che vede la coscienza, lo spirito, anche l'anima. Anche se non dimentico l'arte razionale che è la più attuale, mi sembra che la necessità maggiore, sia uno studio più approfondito sulla nostra natura, quella umana, con tutte le domande che l'uomo moderno si appresta a rispondere, se ci riuscirà. Sono in accordo, la nuova concezione dell'arte non è stata ancora metabolizzata, ma è logico, è una domanda che non ha ancora risposta. L'arte contemporanea è un viaggio in ricerca ed esplorazione, dove quello che si deve trovare non si sa cosa sia. E' la fiducia, è la speranza di trovare un uomo nuovo, un uomo che abbia la capacità intellettuale di far fronte al mostro che ha creato: la scienza e la tecnica, le armi. Come sai, il dibattito è su questo: la scienza è la tecnica sono molto oltre le capacità intellettuali umane di poterla gestire, la responsabilità dell'uomo, le culture, non sanno come gestire il mostro creato. Il contributo che sta dando l'arte, adesso, è di trovare l'intuizione giusta, per dare risposte, sopratutto sul piano del bene comune e l'auto perpetuazione della specie. Chiaro che queste nuove filosofie, saranno di un pragmatismo assoluto. Senza scelta. |
| inviato il 14 Marzo 2015 ore 7:28
Beh, leggendo qualche intervento, ad esempio quello di Peppe, torno a supporre che forse non era così oscuro il quesito... Giusto il pensiero (anche nelle mie intenzioni) di Wildvideo, rispetto ai possibili destinatari della discussione, ovvero non necessariamente coloro che sul tema hanno idee già piuttosto chiare. Anche perchè credo che lo spirito di Franco-Jeronim, nel creare questo gruppo, non fosse quello di creare il "salotto buono", destinato ad accomodare in poltrona solo pochi amici E nemmeno ad accogliere gli adepti di questo o quell'altro verbo particolare. Sacrosanto poi il richiamo di Filiberto alla semplicità, e di Caterina con lui. Ma altrettanto vero quel che dice Paolo, sulle ragionevoli derive da eccesso di semplificazione... Come se ne esce? Non ho io ovviamente ricette (forse, semplicemente, non ce ne sono). Ma la mia idea, magari sbagliata (probabile che lo sia) è proprio quella di tentare un percorso, ovvero, visto che il mezzo lo permette, di procedere con calma, non già attraverso un topic, che tenti di risolvere in se tutto il risolvibile. Piuttosto, invece, provando a mettere un tassello alla volta, uno spunto relativamente circoscritto, che tenti di condurre da un passo a quello successivo (proprio a vantaggio di chi un punto di vista troppo radicato non ce l'ha). Per esempio, lo sviluppo articolato di un ragionamento ampio sull'arte, che apprezzo e trovo di assoluto interesse sia chiaro, di mio non l'avrei forse tentato qui. Assolutamente, non mi si fraintenda, non ne biasimo l'entrata in scena, e ripeto l'apprezzamento, unito a un grazie per alcuni interventi di rilievo, come quelli dello stesso Paolo-Pdeninis in primo luogo.. E anche rispetto al fatto che il cuore di tutto è e debba essere l'uomo, io pure ne sono radicalmente convinto. Ma altrettanto penso che, se vogliamo che ci si possa accostare alla questione in più di tre o quattro, il metodo non sia irrilevante... Certo, questo approccio scomoda anche interventi che parlano di pochezza intellettuale (chiamiamola stupidità che si fa prima ), ma credo che, se lo spirito non è pregiudizialmente conflittuale, se non si interpreta l'interlocutore come un nemico da abbattere... forse ce la si può fare Credo che assai di rado, qui o altrove, dare dell'× a qualcuno produca grandi effetti o giovi ai possibili sviluppi di una discussione... Grazie, sempre, a tutti i chiacchieranti. F |
| inviato il 14 Marzo 2015 ore 7:34
Ah.... grazie Alessandro-Shambola! Io pure preferisco sempre un nome a un nick, in una chiacchierata |
user39791 | inviato il 14 Marzo 2015 ore 8:13
Come avrai di certo capito il mio non era un invito a semplificare argomenti complessi ma di sforzarsi ad usare un linguaggio e uno stile di comunicazione non da addetti ai lavori, se lo scopo è quello di portare la cultura su un social come questo. In televisione ci sono esempi celebri di persone che sono in grado di fare cultura popolare senza essere troppo riduttivi o banali. Può essere anche un buon esercizio per tutti. Ricordo un professore che ho stimato moltissimo che diceva spesso che le persone fanno discorsi complicati quando non sono capaci di farli semplici, ritengo inutile dilungarmi su cosa intendesse per semplici. |
| inviato il 14 Marzo 2015 ore 8:14
Assolutamente compreso Filiberto. E condiviso |
| inviato il 14 Marzo 2015 ore 8:24
direi semplicemente che qualunque sia la propria passione, la cultura più che un utensile diventa un bisogno, una necessità, la vai a cercare spontaneamente senza pensare che ti possa servire ad uno scopo |
user20639 | inviato il 14 Marzo 2015 ore 8:38
Il caro Albert A. diceva: se non riesco a far capire la teoria della relatività a mia nonna con parole semplici, vorrà dire che, nemmeno io, l'ho intesa. Parlando di Culture, necessita un elemento imprescindibile: la sincerità e tutto quello che si forma nel cuore delle persone. La cultura viene dall'intimo, si riesce a capirne qualcosa, solo quando ci si mette davanti lo specchio. Le culture, anche fra interlocutori diversi, chiedono lo scambio di informazioni, ma anche di intime aspirazioni, io vi esorto su questo. Non stiamo parlando di superstizioni o di astrologie, le culture e l'arte hanno la necessità dell'autentico e di sincerità. Lo scambio deve essere sincero, se qualcosa è da dire, altrimenti non sarà facile capire. Sincero, non in senso che state dicendo delle falsità, ma in senso, che non si ha il coraggio di andare in fondo su quello che si pensa, c'è l'urgenza di autentico e concreto. Anche ai volontari dirigenti del gruppo, non siate asettici, partecipate, mettete nel piatto le vostre visioni. |
|

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |