| inviato il 08 Maggio 2018 ore 16:09
“ Ma già da tempo questo meccanismo, per cui un fotografante vede qualcosa e tendenzialmente la "rifà", e poi un altro e un altro ancora, e questo finisce poi trasforma in "realtà", condivisa fino a parere oggettiva, è noto ed evidenziato. „ ma questo è anche positivo, ci si influenza e si influenza, si sale sulle spalle di un altro e si cerca di guardare più lontano costruendo la nostra visione che magari qualcun altro rielaborerà in qualcosa di totalmente nuovo, cercare di rimanere "vergini" dalle influenze è non solo impossibile, ma anche deleterio |
| inviato il 08 Maggio 2018 ore 16:18
“ ma questo è anche positivo, ci si influenza e si influenza, si sale sulle spalle di un altro e si cerca di guardare più lontano costruendo la nostra visione che magari qualcun altro rielaborerà in qualcosa di totalmente nuovo, cercare di rimanere "vergini" dalle influenze è non solo impossibile, ma anche deleterio „ Caro Matteo, abbiamo chiacchierato alte volte, e penso tu sappia come io sono convinto della positività delle "influenze", della loro necessità. Perché ci arricchiscono. Io sono molto felice delle influenze ricevute, e mi preoccupo anzi di fronte a frasi tipo "non mi faccio influenzare" (anche se, fuor di battuta, capisco cosa si vuol dire di solito...) Questo fenomeno (faccio riferimento allo scritto di Flusser dell'82) è però qualcosa di differente, più sottile, che pertiene alla diffusione delle percezioni. A come la fotografia possa contribuire a creare modelli, anche pericolosi, per un certo meccaanismo di riproduzione infinita e acriticamente accettata. Ma mi rendo conto che un testo del genere non possa e non debba essere preso a "spizzichi", ma valutato nella sua interezza... Comunque, sul principio che esprimi sono evidentemente d'accordo. |
| inviato il 08 Maggio 2018 ore 16:24
matteo groppi, parli su juza o in generale? |
| inviato il 08 Maggio 2018 ore 16:34
“ io non sono d'accordo sul fatto che solo i "maestri si possono permettere il lusso di creare" anche perché ad esempio Egglestone quando usci' coi suoi lavori, non era un maestro e anzi veniva deriso da tutti. „ Non volevo dire questo.... l'arte è libertà di espressione e quindi tutti possono inventarsi tutto. Però è innegabile che per i grandi nomi è più facile azzardare con concetti e tecniche nuove difficilmente comprensibili al grande pubblico perchè hanno l'esperienza e la sensibilità per poterlo fare ed un nome già consolidato alle spalle a garanzia del loro operato. Immaginiamo una stessa opera "particolarissima" e fuori da ogni schema presentata dapprima con il nome del grande autore e poi a firma del sottoscritto. Sono sicuro che nel primo caso il giudizio sia positivo a prescindere (anche se in realtà è non di proprio gradimento). Nel secondo caso invece verrebbe cestinata senza possibilità di appello. In questo senso dicevo che i grandi nomi possono permettersi il lusso di azzardare. |
| inviato il 08 Maggio 2018 ore 16:40
i grandi nomi non azzardano, i grandi nomi diventano grandi perché hanno (oltre al talento) perfettamente chiaro il loro percorso. Ai grandi nomi poco gli interessa se la critica apprezza il loro lavoro, sono artisti, sono persone che hanno dedicato la vita per fare un centinaio di scatti buoni su milioni di rullini. ridurre tutto all'azzardo mi pare poco lusinghiero nei loro confronti |
| inviato il 08 Maggio 2018 ore 16:45
Mi è venuta in mente una trasmissione di diverso tempo fa in cui spacciarono un abito di dubbio gusto come una creazione della sartoria Cavalli. Presentato ad esperti del settore, tutti a ad osannarne lo stile e le forme ed il tessuto. Presentato anche allo stesso Cavalli anche lui ne descriveva pregi e scelte stilistiche. Salvo poi svelare che era una bufala realizzata solo per questo "esperimento" utilizzando anche stoffe di bassissima qualità. Il signor Cavalli si fece una bella e sana risata e con un pennarello firmò il capo. Risentiti gli stessi esperti di moda svelando la verità si espressero in modo sincero su quel capo..... Cavolo, ho scritto troppo..... non è mia abitudine !!! |
| inviato il 08 Maggio 2018 ore 16:57
“ matteo groppi, parli su juza o in generale? „ generale, anzi il altri lidi è ancora più evidente |
| inviato il 08 Maggio 2018 ore 17:18
a prescindere da quel capo di abbigliamento fasullo, avrebbe cambiato qualcosa? no, cavalli si e' costruito la carriera col talento e con l'originalità. poi è un problema dei critici prezzolati e servili quello di non avere un etica di giudizio. tu stai facendo il discorso al contrario, per arrivare ad essere considerato un maestro devi avere un percorso. Nulla e' casuale, , nulla e' vediamo come va. poi all'interno di un corpus opere ci sono lavori più o meno riusciti, quello mi sembra evidente, ma il "questo lo sapevo fare anche io" credo che oramai sia sdoganato come la più grossa frase senza senso nel mondo delle arti visive |
| inviato il 08 Maggio 2018 ore 17:28
mi ricordo un'intervista dove gabbana diceva che il marchio sugli abiti era volgare, gli fecero notare che loro scrivono spesso D&G in gigante sulle cose, la risposta fu semplice: la gente vuole quello e paga per averlo, gli diamo quel che vuole questo non significa che lo consideriamo pregevole Questo per dire che a volte bisogna mangiare, altri fotografi tengono uno stile che li ha stancati perchè è quello che gli viene richiesto |
| inviato il 08 Maggio 2018 ore 17:54
“ Ma sdoganarsi artisti "perché l'ha fatto anche Cartier-Bresson" non è che sia da meno... „ Certo, ma se sono agli inizi mi sembra molto più sensato copiare (male) Bresson o un altro maestro che copiare (male) qualcuno solo perché a mille like. Al che, nel mondo ideale, il commentatore mi dovrebbe riprendere con "stai cercando di copiare Bresson ma lo fai male perché..." e non con un "raddrizza l'orizzonte e la foto è ok". Certo che la "ggente" che fotografa a cavolo crea un proprio linguaggio. Anzi questa è proprio la peculiarità (e la forza?) della fotografia dove i grossi nomi spesso utilizzano forme espressive prese in prestito dalla "vernacular photography". Fu proprio quando gli amatori presero in mano le prime macchine fotografiche che la fotografia riuscì ad affrancarsi dalla pittura e dagli "artisti fotografi" che cercavano di scimmiottarla (ok, un po' impreciso ma è per amor di sintesi). Il fatto è che questa enorme potenzialità oggi più che centuplicata dalla rete ha finito paradossalmente nel creare ancora più conformismo. In quanto a causa di un circolo vizioso gli amatori pensano, scattano, pubblicano, giudicano e riaggiustano il tiro sul loro stesso mondo "chiuso". |
| inviato il 08 Maggio 2018 ore 21:10
@Francesco.merenda Condivido pressoché tutto ciò che dici... e nemmeno io darei peso a queste discussioni. Tuttavia non mi trovo pienamente d'accordo sull'affermazione che In giro vi siano poche foto davvero qualitativamente buone. Io reputo invece che la bravura oggi si sia diffusa molto più che in passato: sia come tecnicismo che come aspetto creativo. Però, come è ovvio che sia quando si è bravi in tanti e vi siano strumenti di rapida condivisione, le idee di ripetono e SOLO QUESTO fa apparire tutto più scontato. Reputo che oggi più che mai sia davvero difficile distinguersi dai milioni di bravissimo fotografi: la media qualitativa di è alzata moltissimo. Sorridevo l'altro giorno nel vedere la nuova mostra sui nuraghi in Sardegna di un noto fotografo; personalmente l'ho trovata una mostra-reportage molto scontata e banale, sostenuta solo dal nome del suo creatore. Magari mi sbaglierò ma... reputo che vi siano persone sconosciute molto molto molto più brave. Ps: questa ovviamente è e rimane una critica che va però contestualizzata e compresa in modo costruttivo visto che tal fotografo è COME È NORMALE CHE SIA legato ad uno stile che appartiene alla sua giovinezza... oggi quello stile lo sa ricreare persino mia figlia di 8 anni (si fa per dire). Quindi non per denigrare ma per far notare quanto oggi la qualità della fotografia sia SECONDO ME migliorata in maniera esponenziale |
| inviato il 08 Maggio 2018 ore 21:23
Non sono migliorati i fotografi e il livello. Semplicemente e' migliorato lo strumento che permette a tutti di scattare foto esteticamente corrette. Non credo che ci sia stata un'evoluzione artistica/tecnica improvvisa negli ultimi 15 anni. Semplicemente e' molto facile scattare una bella foto, molto difficile scattarne una buona. Il 90 per cento delle persone che oggi credono di fare buona fotografia - non sanno caricare un rullino -se non ci fosse il digitale scatterebbero solo (forse) con le kodak usa e getta durante le vacanze -senza esposimetro non saprebbero da dove cominciare -non sanno usare il fuoco manuale -non hanno idea di come si sviluppi un rullino Poi se critichiamo berengo gardin chiudiamo tutto |
| inviato il 08 Maggio 2018 ore 22:33
“ @Francesco.merenda Condivido pressoché tutto ciò che dici... e nemmeno io darei peso a queste discussioni. Tuttavia non mi trovo pienamente d'accordo sull'affermazione che In giro vi siano poche foto davvero qualitativamente buone. Io reputo invece che la bravura oggi si sia diffusa molto più che in passato: sia come tecnicismo che come aspetto creativo. Però, come è ovvio che sia quando si è bravi in tanti e vi siano strumenti di rapida condivisione, le idee di ripetono e SOLO QUESTO fa apparire tutto più scontato. Reputo che oggi più che mai sia davvero difficile distinguersi dai milioni di bravissimo fotografi: la media qualitativa di è alzata moltissimo. „ Giusta considerazione Emanuele. Nei forum, in una forma scritta veloce, spesso si taglia col machete quello che richiederebbe invece il bisturi: e vale certamente per la mia affermazione che tu richiami, sulla netta prevalenza di foto "brutte". E' un discorso che andrebbe affrontato tenendo in conto mille sfumature, ed è certamente difficile farlo in un contesto del genere. Perché, a mio avviso, non è un ossimoro considerare vero tanto il miglioramento enorme della qualità che richiami (che condivido), quanto rilevare come corretto un appiattimento culturale, in tutti i campi, che da più parti (anche autorevoli) viene da lungo tempo denunciato. E, se l'impressione può mai essere questa, non c'è nella mia considerazione la benché minima "nostalgia di un qualche bel tempo andato". Spero avremo altre occasioni di chiacchierarne, magari per "pezzi" specifici, che il discorso nella sua completezza temo non sia affrontabile nel contesto dato Buona serata |
| inviato il 08 Maggio 2018 ore 22:51
“ Non sono migliorati i fotografi e il livello. Semplicemente e' migliorato lo strumento che permette a tutti di scattare foto esteticamente corrette. Non credo che ci sia stata un'evoluzione artistica/tecnica improvvisa negli ultimi 15 anni. Semplicemente e' molto facile scattare una bella foto, molto difficile scattarne una buona. Il 90 per cento delle persone che oggi credono di fare buona fotografia - non sanno caricare un rullino -se non ci fosse il digitale scatterebbero solo (forse) con le kodak usa e getta durante le vacanze -senza esposimetro non saprebbero da dove cominciare -non sanno usare il fuoco manuale -non hanno idea di come si sviluppi un rullino Poi se critichiamo berengo gardin chiudiamo tutto „ ma che lo strumento sia migliorato portando con se più facilità non lo metto in discussione; ma sono gli stessi artisti a dire che non è lo strumento a fare il buon fotografo... e le due cose mi pare che cozzino tra loro come espressioni. Detto questo, sentire che siccome si critica un Berengo Gardin allora si può chiudere la discussione... beh, mi pare davvero esagerato come se un giovane fotografo dovesse tacere per Legge e non potesse muovere critiche... che peraltro mi pare che i più grandi critici riconosciuti nel mondo nemmeno sappiano fare ciò che criticano, giusto per. Le frasi del tipo "senza il digitale non saprebbero nemmeno caricare un rullino" beh, le trovo espressioni molto nostalgiche ma che non hanno nessun nesso con il fatto che la foto sia buon o meno... non è il saper cambiare un rullino che trasforma la tua foto da bella a buona (espressione usata da Oliviero Toscani mi pare). Diciamo che ho letto 5 punti che sinceramente non hanno alcun nesso con la qualità della fotografia scattata... nemmeno Alosno credo sappia cosa significhi guidare un'auto senza servosterzo ma questo non fa di lui un mediocre. Per quanto riguarda la mostra di Berengo, ribadisco che non mi ha suscitato nulla; più che ammirare le fotografie mi colpisce la sua storia come persona... le immagini che ho visto esposte sinceramente io le reputo banali, sorpassate e alla portata di chiunque. Oserei definirle davvero amatoriali da "punta e scatta" in stile usa e getta... boh, sbaglierò ma non ci vedo nulla di speciale o BUONO come direbbe Oliviero. |
| inviato il 08 Maggio 2018 ore 22:56
“ Spero avremo altre occasioni di chiacchierarne, magari per "pezzi" specifici, che il discorso nella sua completezza temo non sia affrontabile nel contesto dato „ spero di poter avere un bel confronto pure io perché sono discussioni comunque interessanti se affrontate con serenità e senza creare fazioni del VECCHIO contro il NUOVO... che purtroppo invece vedo emergere troppo spesso (non mi riferisco a te ;-) |
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